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Autore: perfuentes    23/05/2013    1 recensioni
Quei due lì ti amo non se lo sono detti mai, ma ogni sera si davano appuntamento al giorno dopo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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|||EMILY|||
 
Essere me è un disastro. Mi sveglio la mattina che è ancora buio, faccio colazione in fretta, non ho mai tempo, e infatti arrivo sempre in ritardo, a qualsiasi appuntamento.
Casa mia è sempre in disordine, -Sistemo tutto appena torno!- mi ripeto ogni giorno prima di uscire. Vestiti dappertutto, borse sul tavolo della cucina, fiori lasciati ad appassire nei loro vasi e una sfilza di piatti da pulire nel lavandino.
Non so neanche io quanto la mia vita sia incasinata.
A volte la domenica ci penso. Incasinati sono i miei pensieri, i miei progetti, i vestiti che mi metto per essere carina e.. casa mia. Io non sono disordinata, io sono fatta del disordine.O almeno è così da due anni, è così da quando era finito tutto.
Quell’atmosfera in cui avevo vissuto non c’èra più. Si era portata tutto via in quel freddo giorno di Novembre, quando tutta la felicità venne inghiottita da un clima di terrore.
C’era talmente tanta roba nella mia testa che il mondo fuori lo sentivo appena, passava come un’ombra. La vita era tutta nei miei pensieri, dato che materialmente non avevo più niente.
I miei genitori, mia nonna, il negozio dove ero praticamente cresciuta.. non era rimasto più nulla.
La pistola di uno stupidissimo rapinatore li aveva portati via.. il giorno esatto del mio compleanno.
Il 14 Novembre.
Il peggior compleanno di tutta la mia vita.
Quel giorno avrei preso un aereo per stare con la mia famiglia, ero felicissima, ero come una bambina il giorno di Natale.
Ero con Margaret in macchina quando mi arrivò quella chiamata.
Le luci dell’autostrada si fecero sempre più sbiadite, le macchine che ci sfrecciavano accanto, quasi, rischiavano di travolgerci.
Mi cadde il cellulare e scoppiai in un pianto senza fine.
Persi il controllo della macchina e,quasi, anche di me stessa.
Non ricordo molto bene quella giornata, ricordo solo che mi svegliai in un letto d’ospedale con il rumore delle macchine dei medici e l’odore di rose nell’aria. Ricordo anche che Margaret era su una sedia accanto a me e che, mentre mi teneva la mano, parlava al telefono con Olly.
Il mio fidanzato d’allora.
Poi niente, il baratro.
Ma da quel giorno tutto ciò in cui avevo sempre creduto era andato perso, distrutto.
I ricordi, la mia famiglia, me.. non era rimasto più nulla.
Ed io non mi sentivo più all’altezza di me stessa e dei miei sogni.
Chi ci sarebbe stato quando avrei avuto bisogno di un consiglio materno o paterno?
O chi mi avrebbe tirato su il morale come faceva mia nonna con le sue ciambelle fatte in casa?
Il peggio arrivò quando decisi di tagliare tutti i rapporti di amicizia che avevo e.. quando decisi di farla finita anche con lui, l’unica persona che mi faceva stare bene, Olly.
Ma non l’avevo calcolato, non avevo calcolato il fatto di perderlo.
E non volevo farlo, non l’avevo mai voluto.
Ma non riuscivo a controllare il mostro che ero diventata. O meglio, quella che tutte quelle cure e quegli antidepressivi mi avevano fatta diventare.
L’ultima volta che lo vidi litigammo, gli dissi delle cose bruttissime.. cose che non avevo mai davvero pensato.
Gli rinfacciai tutti i miei errori, le mie debolezze, le mie paure.
Se già da quel 14 Novembre piangevo, quando lui se ne andò cominciai a piangere molto più forte. Forse era meglio così, forse avevano ragione i media, appartenevamo a due universi paralleli che mai avrebbero potuto entrare in contatto.
Lui era il cantante super famoso, io la modella italiana arrivata dal nulla a sconvolgere l’Inghilterra, ma che dietro aveva un’umile famiglia che di famoso non aveva un bel niente.
-Siamo arrivate!- Esclamò l’autista.
-Finalmente!- Disse Margaret.
-Attenta al vestito quando scendi, non vorrei si rovinasse!- Le ricordò Chloè che non stava nella pelle di sfilare su quel tappeto rosso.
-Il discorso vale anche per te!- Continuò girandosi dal mio lato, sorridendomi.
Le sorrisi e scossi la testa.
Tanto per cambiare Chloè aveva costretto me e Margaret ad indossare due dei suoi abiti delle nuova collezione.. cosa non si fa per la propria migliore amica, eh?
Scendemmo dalla limousine e fummo immediatamente investite dai tremila scatti dei paparazzi e dalle urla dei fans. Indossavano i nostri sorrisi migliori e questa volta c'eravamo promesse che li avremo mantenuti nonostante tutto e tutti.
Dopo numerose interviste e autografi da firmare, riuscimmo finalmente ad entrare nel locale dove, quella sera, si sarebbe svolto uno dei party londinesi più importanti dell’anno.
L’atmosfera era perfetta, era diversa.
Felice”, è il termine più giusto.
Non volevo che quella serata finisse.
Mi sentivo così a mio agio lì dentro, così me stessa e senza paure.
Così dopo due ore di divertimento in pista, decisi di andare a prendermi qualcosa da bere.
Avevo ballato troppo e, anche se adoravo farlo, non ne potevo già più.
-Ti faccio compagnia!- Esclamò Margaret venendo da me.
A lei non piaceva affatto ballare, invece. Ripeteva sempre che odiava farlo ma, quando eravamo insieme, non le importava.
Ci sedemmo su un divanetto bianco del locale e dopo una manciata di minuti arrivò un ragazzo che lavorava lì a portarci due drink.
-Hai già ordinato i drink?-Chiesi a Margaret.
-No!- Esclamò.
-E allora chi..-
-Guarda! C’è una specie di biglietto!- Disse Margaret indicandomelo.
Lo presi e le lessi il messaggio al suo interno:
 
Generalmente non ci proviamo così con le ragazze, ma voi siete l’unica eccezione.
Siete stupende! Speriamo accettiate questi drink.
Firmato i ragazzi che vi fissano da un’ora
 
 
-Saranno avvelenati?-
-Ma smettila, ahahhaha!- Le risposi ridendo.
Ci girammo per capire un po’ meglio chi fossero “i ragazzi che ci fissavano da un’ora” e notammo sei ragazzi che ridevano e scherzavano su dei divanetti al lato della pista de ballo del locale.
Due di loro, però, erano girati dal nostro lato e, appena ci notarono girarci dal loro lato, ci salutarono.
-Secondo te..-
-Si Margaret, sono proprio loro- Le dissi ricambiando il saluto di quei due ragazzi e girandomi verso di lei.
-Ed ora?-  
-Ora che?- Le chiesi mentre bevevo il mio drink.
-Ora che si fa? Cioè, dovremmo andare a parlare con loro, a ringraziarli..-
-Si dovremo..-
In quella frazione di secondo le luci si abbassarono ancora di più.
Se già si riusciva a vedere poco, in quel momento non si vedeva quasi niente.
Stupidi locali notturni.
-Vi state divertendo?!-  Chiese un uomo trentacinquenne con un’aria familiare, entrando sul palco.
-Ho una sorpresa inaspettata per tutti voi, non ci crederete mai!- Continuò con un sorriso enorme in volto.
-Merda, ma quell’uomo è Perez Hilton!- Esclamò Margaret a bassa voce dandomi un colpetto con il gomito.
-Me lo ricordavo un po’ più basso e con qualche chilo in più.- Le dissi.
-Sono stracontento di presentarvi un mio grandissimo amico, date il benvenuto a Mister Olly Murs!- Esclamò Perez, dal palco.
-Holy shit.- Disse Margaret.
-Eravamo uscite per evitare di farmici pensare, non per vederlo su quel palco. Dimmi che è uno scherzo, ti prego.- Dissi mettendomi le mani alla testa.
-Lo vorrei tanto anche io, Emily..-
Olly arrivò sul palco e, dopo aver ringraziato Perez per averlo invitato a esibirsi al suo party, presentò il suo nuovo singolo “This song is about you”.
-Se vuoi andartene, ti capisco.- Mi disse Margaret.
-Ce la posso fare.. certo poteva evitare di cantare questa canzone, ma.. ce la posso fare-
Il suono di una chitarra entrò nelle mie orecchie e rimbombò nella mia testa, il suono del suo pianoforte entrò anche lui dalle mie orecchie e mi passò per il cuore, il suono della sua voce, invece, stava quasi per farmi scoppiare.
Mi girai verso il palco ed incrociai i suoi occhi. Di nuovo!
C’era un oceano di parole tra di noi, parole che volevano solo venire fuori.
Parole che uccidevano sempre di più, secondo dopo secondo.
Parole che urlavano ma che nessuno dei due riuscivano a sentire.
Mentre lo guardavo gli dedicavo in silenzio tutte le parole che non potevo dirgli.
Ma mi ero stancata di questi sguardi colmi di rimorsi, tra di noi.
 
-Margaret, andiam..- Stavo per dire a Margaret di andarcene, quando notammo quei due ragazzi accanto a noi.
-Harry, grazie ancora per il drink!- Esclamò un ragazzo biondo.
Oddio che maleducate! Non ci eravamo neanche accorte che quei due ragazzi che ci avevano offerto da bere, si erano appena seduti accanto a noi!
-Ma grazie a te, Niall!- Rispose il riccio.
-Scusateci ragazzi, ma comuque grazie per i drink!- Esclamò Margaret.
-Di nulla, dolcezza!- Esclamò il bondino.
-Comunque io sono Margaret, piacere!-
-Niall, piacere!-
-Aspetta.. quel Niall?- Gli chiese Margaret.
-Sì, Niall Horan e..-
-Ed io sono Harry, sì quel Harry!- Esclamò l’altro ragazzo guardandomi e sorridendo.
Aveva degli occhi che avrebbero fatto invidia a chiunque sulla faccia della terra.
Erano così belli che quando mi ci specchiai persino io risultavo più bella.
Mi sembrava che avrei potuto annegarci in quegli occhi.
E poi quel sorriso.. era uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s’incontrano quattro o cinque volte nella vita.
Ad un tratto mi vibbrò il cellulare.
Era Chloè.
Risposi.
-Chloè! Dove sei finita?-
-Qui c’è qualcuno che chiede di te, ems. Raggiungimi all’entrata sul retro!-
-Qualcuno chi?- Chiesi.
-Non importa, corri!- Esclamò chiudendo.
-Qualche problema?- Mi chiese Harry.
-Spero di no, ma devo andare all’entrata del retro- Affermai.
-Ti faccio compagnia, allora!-
Gli sorrisi e andammo dove mi aveva detto Chloè.
Era stata una strana chiamata, la voce di Chloè sembrava abbastanza preoccupata.
Potevo solo sperare che non fosse successo nulla di preoccupante.
Percorremmo un lungo corridoio buio e arrivammo sul retro.
In lontananza si riusciva a sentire la voce di Chloè, stavo diventando sempre più preoccupata.
-Che sta succedendo qui?- Chiesi.
-Emily!- Esclamò una voce femminile.
Capelli castani lunghi, voce fastidiosa, aspetto assurdo.. sì, era proprio lei!
-Caroline!- Esclamò Harry.
-Cosa ci fai qui?!-
-Sono venuto a divertirmi, o almeno mi stavo divertendo fino.. bhe, fino ad ora!- Disse Harry con un incredibile sorrisetto falso.
-Ahhh, vi conoscete! Che fortuna che hai, Harry!- Dissi sarcasticamente, ridendo.
-Come siamo diventate simpatiche!-  -Ah, già, avevo dimenticato! L’aria di Londra ti fa questo effetto! Hai già fissato una data per andartene e rovinare l’umore a tutti? O meglio, scappare e giocare con i sentimenti degli altri?- Continuò.
-Ma chiudi quella fogna!- Esclamò Chloè imitandola.
-Devo andare..- Dissi.
-Aspetta ems!- Esclamò Harry.
-No no, lasciala andare! E’ davvero brava ad abbandonare tutto e tutti!- Esclamò Caroline.
Scoppiai in un pianto disperato e corsi via.
Con quelle parole, Caroline mi aveva distrutto.
Era come se tutti i ricordi fossero venuti a galla, in un secondo.
Olly che si esibiva inaspettatamente, Caroline che mi diceva quelle cose nel retro di un locale.
La miglior serata di sempre, praticamente.
-Ems?-
Sentì una voce familiare, non era nuova alle mie orecchie. Per niente.
Mi fermai. Immobile, ma non mi girai.
-Emily.. sei tu?-
-Va tutto bene?..-
-non potrebbe andare meglio- Risposi a bassa voce.
-sei sicura?-
Non risposi, anche se dentro stavo scoppiando.
-Non so cosa ti sia successo ma sappi solo che a volte può capitare  di vedere il mondo crollarti addosso. Penserai di non avere più niente. Crederai che tutto sia finito. Lo so come ci si sente, è come se qualcosa si rompesse dentro, come se ci fosse un buco dentro di noi dal quale tutte le emozioni riescono ad uscire. Lo so come ci si sente.
Voglio solo dirti che non devi mollare. Nulla finisce per davvero, e il dolore fa parte di noi come la felicità..-
Mi girai di colpo.
Merda, era lui.
-E’ passato tanto!- Esclamò guardandomi.
Non riuscivo a parlare, era come se le parole non volessero uscire fuori dalla mia bocca.
Era come se fossero intrappolate.
Lui mi guardò in faccia, e poi si avvicinò.
-Non piangere- Disse a bassa voce.
Mi abbracciò e giuro che in quelle braccia rischiavo di perdermi come si può perdere Alice nel paese delle meraviglie.
Sarei voluta rimanere lì, per sempre.
Mi sentivo protetta, niente e nessuno mi avrebbe fatto del male, lì, tra le sue braccia.
Non sapevo il perché, ma quando lui mi abbracciava i miei pensieri non avevano mai il punto.
Solo virgole. Erano una valanga di parole e immagini senza punteggiatura.
-Grazie- Dissi a bassa voce .
Sciolse l’abbraccio e scappai via, in lacrime.. ma con un po’ più di speranza.
 
 
 
 
 
 
 
 
JN: Saaaaaaaaaaaaaalve gente! Da questo capitolo in poi aggiungerò un’JN’ alla fine di ogni capitolo. Sarebbe ‘Juliet’s Note’. Lol
Btw, spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate davvero se aggiorno la ff 6578473 secoli in ritardo, ma non ho mai tempo e le mie idee scarseggiano!
Vi prego di lasciarmi una recensione, NE HO ASSOLUTAMENTE BISOGNO!
Necessito davverodi un po’ di supporto (dei mie lettori, soprattutto), anche perché se nessuno segue la mia ff, smetto subito di scriverla e pubblicarla qui, sia chiaro.
Comunque volevo solo ringraziarvi per le recensioni che mi avete lasciato nei capitoli precedenti e dirvi che Olly, il giorno del suo compleanno, ha twittato il video che gli avevo preparato per celebrare il suo compleanno! (https://twitter.com/ollyofficial/status/334323677074165760)
Mi sto ancora riprendendo psicologicamente. Hahahha!
 
Un bacio,
la vostra Juliet:)
  
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