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Autore: BogartBacall    24/05/2013    2 recensioni
"Sono loro, i protagonisti di questa storia. Quelli che avrebbero tutto, per essere gli eroi: soldi, fama, ricchezza, talento... ma che, agli occhi dei più, sono solo i Miserabili."
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Ogni storia hai i suoi antagonisti, anche se, talvolta, questi ultimi non sanno nemmeno di esserlo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Pansy
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non è tempo per noi
Non è tempo per noi*

Tiger e Goyle avevano atteso pazienti, a debita distanza per non dare troppo nell’occhio. Quando avevano visto uscire la piccola Greengrass si erano scambiati un’occhiata d’intesa e si erano avvicinati, giusto in tempo per arrivare a scortare Malfoy in direzione della Sala Grande.
“Beh?” aveva bofonchiato Tiger.
“Beh cosa?” aveva ribattuto Draco, con fare brusco.
“Cosa avevate da dirvi di tanto importante?”
Malfoy sogghignò, proseguendo la sua marcia spedita. “Non sono affari tuoi, Tiger” rispose, freddo. “Davvero, cosa ti fa pensare che io voglia condividere i fatti miei con voi due?”
“Il fatto che ci obblighi a farti da palo mentre te la spassi con le tue puttanelle, ad esempio.”
Fu un secondo. In un attimo, Draco si fermò, estrasse la bacchetta e la puntò in mezzo agli occhi del compagno.
“Non ti azzardare mai più a chiamare Asteria a quel modo, sono stato chiaro?” lo minacciò, tenendolo per il collo. “Da che mondo è mondo, le cose fra noi sono sempre andate così, ricordi? Io comando e voi ubbidite. Vedi di ricordartelo, Tiger, altrimenti…”
”Altrimenti?” ripeté Tiger, in un sussulto, la voce strozzata dalla vigorosa presa di Malfoy sulle sue corde vocali. “Cosa mi farai Malfoy? Mi lancerai una Maledizione senza Perdono, come hai fatto con Potter?” sghignazzò, malefico.
Draco alleggerì la morsa, colpito nel vivo. “Cosa intendi dire?”
“Quel che ho detto. Non è un mistero che ti sia lasciato sfuggire lo Sfregiato.”
“E dimmi, chi sei, tu, per giudicare? Eri forse presente? Non mi risulta… Mi pare che, invece, fossi a casa a farti viziare dalla tua adorata mammina” lo derise l’altro.
Tiger lo fissò negli occhi, fiero. “Stai pur certo che io non me lo sarei fatto sfuggire. Non ho paura di usare certi incantesimi, io” replicò, enfatizzando il termine, “Se solo Lui mi avesse accettato fra i suoi servitori…”
“Ma non l’ha fatto” lo interruppe Malfoy “perché sa bene quale razza di idiota tu sia, Tiger. Ora sparisci. Anzi, sparite entrambi” concluse, allontanandosi.
I due ragazzi lo guardarono allontanarsi, in silenzio, finché Vincent richiamò Gregory con un cenno del capo.
“Dico, l’hai sentito?” esordì, ritornando verso la Sala Comune di Serpeverde. “Crede ancora di poterci trattare come suoi schiavi!”
“Già…” rispose l’altro, poco convinto.
“Ma non rimarremo a guardare mentre ci trascina verso il fondo” proseguì, imperterrito “non abbiamo bisogno di quel fallito di Malfoy. Quando il Signore Oscuro chiamerà, noi risponderemo. E gli consegneremo Potter!”
“Sì, ma come?” domandò Goyle, più confuso che mai.
“E cosa diavolo ne so?” ribatté Tiger, spazientito. “È ora che anche tu inizi a fare qualcosa, Goyle. Non puoi rimanertene sempre lì, impalato, ad aspettare che altri ti dicano quel che devi fare. Là fuori c’è la guerra. E noi vinceremo. Se dimostreremo all’Oscuro Signore quanto gli siamo leali, ci ricompenserà!” aggiunse, gli occhi che brillavano.
Gregory annuì, mentre varcavano la soglia dei dormitori. Sinceramente, non aveva capito un accidenti di quel che era successo. Sapeva che Malfoy non era ben visto da Voldemort e dagli altri Mangiamorte, ma non vedeva il motivo per cui lui e Tiger dovessero smettere di fargli da spalle. Proprio non capiva perché Vincent ce l’avesse così tanto con Draco: in fin dei conti avrebbero potuto catturarlo insieme Potter, non pensava che al Signore Oscuro sarebbe importato granché se fosse Malfoy, o Tiger, o lui stesso a consegnarlo, l’importante era catturarlo, no?
Certo, lui non aveva ben chiara la situazione, ci pensavano Malfoy e Tiger ad aggiornarlo sull’evoluzione degli eventi, e a lui era sempre andata bene così. Qualcun altro pensava, mentre lui si limitava ad eseguire gli ordini. Ordini che, in genere, contemplavano l’utilizzo della forza fisica e non della mente. Era sempre stato così e non vedeva proprio il motivo per cui sarebbe dovuto cambiare qualcosa in quel momento. Certo, Tiger sembrava davvero convinto di quel che diceva, per cui, probabilmente, avrebbe dovuto ascoltarlo e prendere le distanze da Malfoy. D’altra parte anche quest’ultimo sembrava sapere il fatto suo, dopo tutto era pur sempre uno dei più giovani Mangiamorte di tutti i tempi, no? Ci sarà pur stato un motivo se Voldemort l’aveva scelto!
Si accasciò sul divano, massaggiandosi le tempie per il mal di testa che quei pensieri avevano evocato. A volte, avrebbe voluto davvero essere come leader come Malfoy, o deciso come Tiger. Invece, rimaneva il solito, stupido Goyle. Non gli importava molto della gloria e tutto il resto, non era tagliato per il comando, per quello ci voleva testa, e lui, di quella, ne aveva poca. A lui, Gregory Goyle, bastava avere una figura da seguire: fosse Malfoy, Tiger, il Signore Oscuro, o chicchessia, lui sarebbe sempre stato pronto ad eseguire gli ordini, fedele fino alla fine. Non era ancora giunto il suo momento e nemmeno quello di Tiger e, probabilmente, non ci sarebbe mai stato.


*Ligabue, Non è tempo per noi

   
 
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