Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Dies Irae    24/05/2013    0 recensioni
David Adelmann è un giovanissimo professore di ingegneria, grande appassionato di storie di fantascienza e ufologo domestico. Il suo monotono destino cambia quando si schianta con la sua automobile contro a un disco volante. Il giovane verrà trascinato nella grande avventura che ha sempre sognato. David ha le carte in regola per impressionare una probabile specie avversa? Riuscirà il nostro hero-nerd a sopravvivere al carosello di eventi?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Forse tutto sarebbe andato diversamente se quel giorno non avesse deciso di tornare a casa, era tanto incredibile che ancora non si capacitava della grandiosità di quel contrattempo e di quella serie di fortuite coincidenze che, ora più che mai, lo rendevano fiero di essere stato così sbadato.

La pioggia precipitava copiosamente sul cruscotto di quell'auto quasi nuova ma già segnata, che si avventurava per il buio di quella scorciatoia di campagna che serpeggiava tra gli alberi e i campi di grano. A volte se lo era fortemente chiesto il motivo per cui aveva scelto quella casa in quel punto così isolato, ma alle instancabili domande della sua coscienza lui rispondeva sempre con un sorriso. Non gli importava davvero se quella casa era vecchia, infatti essa sorgeva nel mezzo di una delle zone più affascinanti che avrebbe mai trovato. Essa, nel suo scarso splendore, si ergeva in mezzo a un triangolo a lui particolarmente interessante....infatti tutto intorno a quella vecchia costruzione, da lui restaurata, erano apparsi nei campi circostanti cerchi nel grano, i quali avevano per lui un fascino inesauribile. Era stato numerose notti a campeggiare tra quei vorticosi simboli nella speranza di scorgere un qualcosa che però non era mai arrivato.

Avvicinò il volto al parabrezza dell'auto sperando di riuscire a vedere qualcosa attraverso la fittissima pioggia che rendeva tutto grigio. Non facilitavano le cose poi le buche in quella strada ghiaiosa. Nonostante quel camioncino avesse dei buoni ammortizzatori, l'auto traballava in modo tale che, più che su una vettura, si sentiva come su una barchetta in un mare troppo agitato. Forse avrebbe dovuto lasciare stare e tornarsene in stazione, avrebbe trovato decine di ombrelli per il breve tragitto a piedi, ma, quel giorno, aveva un'insaziabile e inspiegabile voglia di perdere il treno...così, senza motivo ed era in cerca di un pretesto. Quale migliore motivazione di un ombrello, in un acquazzone simile, poteva trovare? Nessuna, per cui i suoi studenti avrebbero atteso il suo breve ritardo.

Si era più volte chiesto cosa lo aveva spinto, quella volta, a fare ingegneria ascoltando le moine dei suoi genitori adottivi. La sua passione era un'altra, avrebbe voluto andare a progettare videogiochi, ma quei due reputavano il suo genio sprecato in quel settore. In effetti lui era uno di quei prodigi rari, chissà cosa ne avrebbero pensato i suoi veri genitori se mai si ricordavano di quel figlio che i servizi sociali gli avevano portato via per ottime ragioni. Ma non poteva perdersi in inutili pensieri con una così scarsa visibilità al volante.
Si sistemò meglio sul naso quegli occhiali rettangolari per poi spostarsi dal viso qualche ciocca nera, sperando di perdere più tempo possibile ma senza fare del male a qualcuno, non voleva certo andare a fare un altro incidente!
Sospirò pesantemente ascoltando la radio a basso volume e le sue solite interferenze dovute al fatto che, in una campagna così sperduta la radio faticasse a riceve segnale. Osservò poi l'orario... 7:46.... ops! Che disperazione! Sorrise, aveva perso il treno e non ce ne sarebbe stato un altro entro due ore per arrivare anche solo minimamente in tempo per se due, uniche, ore di lezione di quel giorno! Spalleggiò con soddisfazione alla sua mancanza allungando la mano dentro alla tasca dei pantaloni in jeans abbastanza scuri, non larghi. Non trovò nulla, cosi salì lungo il maglione nero alla ricerca della taschina sul petto, ma anche quella era vuota! Si sistemò la cravatta a toni di grigio che fermava il colletto della camicia bianca pensando attentamente.

" Il mio telefono... "
Si interpellò tenendosi vaga compagnia riflettendo su dove avesse perso di nuovo quel telefono maledetto che amava giocare a nascondino. Si chinò rallentando, guardando accanto a lui la borsa e allungando la mano al suo interno costringendolo a un piegamento forzoso stretto alla cintura di sicurezza che lo ancorava al sedile in pelle.
Afferrò finalmente quel dannato pezzo di tecnologia posandolo sul volante. Il suo schermo touch era così grande che, più che un telefono, pareva un televisore e come tale, nel buio nel abitacolo lo accecò con un improvviso bagliore che gli fece assottigliare gli occhi vagamente smeraldini coprendolo con una mano prelevandolo alla vista della foto di sfondo. Diede poi uno sguardo scorgendo rassicurante quel volto alieno su esso raffigurato. Nel suo verde neon era di incredibile vivacità.
Selezionò il numero 2 avviando la chiamata che lo reindirizzava direttamente al numero dell'Università attendendo in linea la risposta svogliata della signora alla reception la quale si fece attendere relativamente poco dandogli il tempo di abbassare la radio. Non aveva gli auricolari, ma non importava, chi mai lo avrebbe fermato in quella strada? La percorreva solo lui, i suoi vicini erano tutti al lavoro da ore, se anche avesse strillato come un ossesso per strada o nel piazzale di fronte casa nessuno sarebbe accorso.
Ecco che arrivò la risposta di quella voce racchiante, sorrise soddisfatto come un bambino orgoglioso dei suoi misfatti.
" Reception dell'Università di Ingegneria Gestionale, posso aiutarla? "

" Salve sono David Adelmann... " cominciò aspettando qualche istante, giusto il necessario per cambiare marcia "...volevo avvisare che per degli impedimenti non potrò... - sentì un rumore più forte, sembrava un aereo. Lo distrasse qualche istante-... presentarmi alle lezioni di oggi..."
Terminò un po' incerto guardandosi intorno. La radio cominciò a fischiare rumorosamente in un crescente di ultrasuoni, dall'altra parte del telefono si sentirono delle voci. Afferrò il pomello del volume girandolo al minimo ma il suono non si fermò. Strinse i denti dal dolore alle orecchie biascicando qualcosa, vedendo poi una luce accecante davanti a lui, un ultimo crescendo assordante, lo schianto.
Stretto alla cintura di sicurezza, la testa urtò con un colpo poderoso contro l'airbag, tutto divenne nero, perse i sensi.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Dies Irae