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Autore: UltravioletBliss    24/05/2013    1 recensioni
One shot su Effy Stonem, che durante una classica, sregolata serata, pensa a Freddie, mettendo in discussione il suo carattere cinico.
Song-fic basata su Albascura dei Subsonica.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Stonem, Freddie Mclair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Narici rispettabili festeggiano, così si sa che c'è qualcosa non va.
 
Arrotolò una banconota da dieci sterline, se l'infilò dentro una narice e sniffò tutta la polvere bianca in una sola botta.
Effy agitò un pochino il naso, quella roba pizzicava. Riprese la bottiglia di Vodka che aveva poggiato sul lavandino ed uscì da quei maleodoranti cessi, dirigendosi verso la pista da ballo.
Vide Naomi ed Emily avvinghiate su un divanetto, Pandora che ballava con Cook e Katie al bancone con Thomas e JJ, mentre si scolavano la sesta Tequila bum bum. 
Di lui, nessuna traccia.
"Fanculo" si ritrovò a pensare, mentre la cocaina iniziava a fare effetto.
 
La notte scivola sugli occhi gravidi, 
Gonfi di amaro che rovesciano. 
 
I suoi occhi lacrimavano, un po' per il vento che tirava fuori dal locale, un po' per il fumo.
Fumo, come quello che aveva in tasca. 
 
Si nutre di cose che fanno male.
 
Prese il portasigarette in argento, alla ricerca di altre dannose sensazioni. Lo aprì e, sorpresa, si era dimenticata di averla già fatta a casa.
L'accese e diede una boccata. 
Sì, la vita di Effy Stonem decisamente non era una vita sana.
 
È l'aria della notte della sua città che punge come un senso d'inutilità. 
 
Dove cazzo era lui? Perché si divertiva così tanto a farla scervellare? Era consapevole di aver detto una marea di stronzate, tutte quelle cazzate sul "nessuno può spezzarmi il cuore", ed era anche consapevole di aver la reputazione di una pazza, troia e cinica ragazza, ma una cosa era certa: lei era intelligente.
E capiva perfettamente che Freddie voleva solo farla impazzire di gelosia.
Ma lui la stava facendo impazzire in tutti i sensi.
Si accasciò su un muro lì vicino, sturandosi quella canna che forse l'avrebbe fatta sentire, se non bene, meglio.
 
Solo una cosa, so di sicuro, vorrei raschiare la mia faccia contro il muro.
Solo una cosa, so di sicuro, lasciare andare tutto il mio dolore contro questo muro.
 
I pensieri le invadevano la testa, mentre una lacrima le bagnava una guancia: era lei che aveva sempre rifiutato Freddie, perché non poteva innamorarsi, perché non poteva soffrire come quella succhiacazzi di Michelle aveva fatto per suo fratello Tony, non poteva. Lei era più forte, e non l'avrebbe mai fermata nessuno.
 
Frasi che ora sanno d'inutilità, 
Di desideri tiepidi già smossi. 
 
Diede un altro sorso alla bottiglia di Vodka che non aveva lasciato neanche un attimo, e ripensò a come era bello scopare con Freddie.
Forse quella scopata era stata la più vicina all'amore che Effy abbia mai avuto. 
Ma lei non amava Freddie, o almeno, si autoconvinceva di non amarlo.
 
A casa questa notte non ritornerà, in viaggio fuori serie verso nessun posto.
 
No, non sarebbe tornata a casa, avrebbe dormito da qualche parte, forse con Cook, che c'era sempre quando doveva essere consolata.
 
Si nutre di cose che fanno male ed ama quando è l'ora di odiare.
Si nutre di cose che fanno male ed odia quando è l'ora di gridare.
 
Cercò di fermare le sue lacrime, senza successo: non si sarebbe messa a frignare come una ragazzina, no, lei era forte, lei era Effy.
"Non piangerò, non uscirà una fottuta lacrima da questi occhi".
Ma chi prendeva in giro, le lacrime continuarono ad uscire come se piangere fosse naturale, come se piangere facesse parte di lei.
Roteò gli occhi verso l'alto, per evitare che il mascara finisse di scolare e lo vide.
 
Bocche dal sapore d'eventualità appiccicano sguardi, l'aria è satura.
 
"Perché stai piangendo?".
"Non sto piangendo".
Freddie la guardò negli occhi, il nocciola che si mescolava con il blu, e lei si sentì un po' morta.
"Non devi fare finta di essere forte con me. Non ti giudico, se vuoi piangere, piangi" annunciò lui, sedendosi vicino a lei.
Effy rimase in silenzio, diede un ultimo tiro e passò la canna a Freddie. Lui amava l'erba.
"Grazie".
"Prego" rispose lei, accasciandosi involontariamente sul corpo del ragazzo.
"Stai bene?" chiese lui tirando, un po' preoccupato.
"No" rispose lei, per la prima volta sincera in vita sua.
"Posso fare qualcosa per farti stare meglio?" propose lui.
"Dovresti morire" sentenziò Effy, gli occhi ancora rossi.
"Dovrai uccidermi" sorrise Freddie, mettendogli una mano intorno alle spalle.
"Ucciderei me stessa".
Freddie si voltò verso di lei, le prese il mento e le stampò un leggero bacio sulle labbra.
Lei rispose, semplicemente, non controllandosi. 
"Freddie".
"Mh?".
"Possiamo rimanere così per un po'?".
"Anche tutta la notte se vuoi".
 
Poteva sembrare perfetto, l'unica nota stonata è che quel momento sarebbe finito, come tutti i momenti belli della vita di Effy Stonem, perché il giorno dopo sarebbero tornati alla stessa fottuta realtà, sarebbero tornati alla vita vera, ed Effy odiava la sua vita vera.
 
Quasi vorrebbe la scoprissero, gettarsi in pasto, giusto il tempo di ricominciare.
  
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