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Autore: Aries K    24/05/2013    4 recensioni
Bradley ha intenzione di far tornare i video diari per celebrare l'ultima serie di Merlin. Tornato a Londra, nel suo appartamento, decide di filmare l'ultima scena prima di postarli tutti su youtube. Ma qualcosa non va secondo i piani...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Altri, Bradley James, Colin Morgan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciao a tutti! Prima di lasciarvi alla lettura vi spiego come questo ennesimo delirio sia nato: ieri mi è tornata in mente l'intervista di Vlavla, quella in cui diceva che tra Merlin e Arthur era nata una storia d'amore. Poi, mi son venuti in mente i video diary, dopo,ancora, mi è tornato in mente il momento in cui, sempre Vlavla, disse che era nata una coppia sul set. Ecco, benché io pensi che si stesse riferendo ad Angel e Rupert e, nonostante non volessi scrivere più Brolin perché, nel farlo, non mi sento "libera" ma piuttosto impacciata...ecco, è nata la mia seconda Brolin. LOL Sì, questi pensieri si sono uniti e ho messo per iscritto una -spero- simpatica "rivisitazione" delle vicende. Ora, che dire? Buona lettura. :)



«Sorridi, maledizione, sorridi! »
Bradley James a Colin Morgan durante i video diaries



-“Buonasera Merlin’s Fans, qui è Bradley James e questo è l’ultimo video diario della quinta e ultima serie di Merlin.”.
-“Taglia l’ultima parte.”, bofonchiò una voce alle sue spalle.
Bradley roteò su se stesso e nell’inquadratura della telecamera apparve Colin, comodamente abbandonato sul divano, sfiancato dopo una lunga ed emozionante giornata passata a rilasciare le ultime interviste per lo show.
-“Un sorriso alla telecamera, Merlin.”.
Il ragazzo dai capelli corvini alzò un sopracciglio, poi stirò un sorriso visibilmente falso sulle labbra piene; gesto che fece sbuffare Bradley.
-“Sei una persona così noiosa.”, sberciò, zoomando sul viso di Colin.
-“E tu sei stupido. Non possiamo rivelare che è l’ultima stagione. E tu vorresti mettere questo video su youtube?”.
-“Mmm”, Bradley puntò la telecamera verso il suo, di viso, adesso, -“Merlin’s Fans, a qualcuno gira male. Dite che devo dargli una lezione alla Pendragon?”.
Colin mormorò un qualcosa di incomprensibile, sdraiandosi sul divano e portandosi l’avambraccio davanti agli occhi. A quel punto Bradley appoggiò la telecamera sul tavolino di legno accanto alla finestra, proprio sopra il copione suo e del suo coinquilino e collega, Eoin Macken. Spinse il tasto di spegnimento e sbadigliando, raggiunse l’amato nel piccolo spazio sul divano bluastro.
-“Quanto sei stanco?”, domandò innocentemente Bradley, corrucciando le labbra anche se Colin non poteva vederlo; quest’ultimo conosceva abbastanza bene il proprio ragazzo da capire che, dietro a quelle parole apparentemente cristalline, vi era una richiesta impossibile da rifiutare.
Dal canto suo, Bradley era a conoscenza dell’elasticità mentale di Colin e capì dall’irrigidimento dell’addome di lui che egli aveva compreso il doppio senso velato, ora che la sua mano viaggiava sotto la sua maglietta.
-“Non abbastanza.”, soffiò l’altro, abbassando il braccio, mutando l’espressione del viso.
Bradley sorrise. Sorrise perché quando i lineamenti di Colin si rilassavano come stava facendo adesso, di solito, era quando doveva iniziare a girare una nuova ripresa, diventando serio e attento. Allora Bradley aveva imparato che quella era anche la faccia che riservava per lasciarsi andare ai suoi istinti, ai suoi desideri. -“Mi piace quando rispondi così.”, mormorò il biondo, sollevandogli la maglietta. Colin alzò le braccia per lasciarsela sfilare e poi, agguantando con le sue dita affusolate quella arancione dell’altro, lo attirò a sé, verso le sue labbra pronte e socchiuse.
I due si concessero uno, due, forse mille piccoli baci prima di lasciarsi andare ad uno più profondo e appassionato. Le mani di Colin s’insinuarono nei folti capelli di Bradley, mentre questo si spostava sulla mascella dell’amato, seminando baci lungo gli zigomi, agli angoli della bocca, sul collo lungo e caldo.
Ed è proprio dalla gola di Colin che Bradley sentì nascere un mugolio di piacere, un dolce invito a continuare ciò che stava facendo. Gli occhi del biondo guizzarono sul suo viso e fu allora che vide i suoi zigomi colorati dal fuoco del desiderio e dell’imbarazzo. Perché non c’era niente al mondo –nemmeno la più sincera pacca sulla spalla per aver fatto un ottimo lavoro sul set- a compiacerlo più del rossore che animava Colin durante quei momenti. Un po’ come durante la loro prima volta, quando il ragazzo divenne così innaturalmente color porpora che Bradley, per poco, non s’allarmò. Ma poi aveva capito e non glielo aveva mai fatto notare, e non aveva intenzione di farlo nemmeno in quell’occasione, quando, improvvisamente, fu Colin a prendere il comando, trasportando Bradley sotto il proprio corpo.
-“Ti a…”, stava per sussurrare Colin, imprigionando le proprie mani in quelle di Bradley ma… un rumore poco distante da loro li fece sussultare e dividere bruscamente.
-“Che è successo?”.
-“La videocamera è scivolata.”, spiegò Colin, cercando di decidere in fretta se riprendere ciò che stava per fare e dire oppure correre a raddrizzarla per evitare di gettare nel cestino anche quella, dopo esser stato costretto a dire addio alla sua prima videocamera proprio per colpa di Bradley, che l’aveva fatta cadere nello stagno dell’Hyde Park.
Bradley accarezzò il petto del ragazzo, cercando di attirare la sua attenzione che sembrava esser scemata poiché stava aguzzando la vista per guardare un qualcosa che lui si rifiutò di indagare.
-“Dai…tanto non cadrà a terra. In caso, te ne comprerò un’altra.”, mormorò, sorridendo.
Solo che…
-“Bradley, ma è accesa!”, esclamò Colin, saettando giù dal divano come una molla.
S’affrettò a recuperarla e per poco Bradley non vide questo stramazzare a terra quando –effettivamente- si rese conto che lui non l’aveva spenta nel modo corretto.
-“Quest’aggeggio ha…ha ripreso tutto!”.
Il biondo fece un respiro profondo e con uno scatto felino si ritrovò in piedi, raggiungendo Colin per cingerlo per la vita e appoggiare il mento sulla sua spalla nuda e imperlata da un leggero sudore.
-“Mmm, tanto dovevo cancellare anche la ripresa prima, no? Dopo ci penso io.”, lo rincuorò Bradley, sollevando le mani per prendere in mano la videocamera e rimetterla sul tavolino; poi fece voltare Colin e non gli diede nemmeno il tempo di farlo protestare che le sue labbra ricominciarono ciò che avevano interrotto.


Il sole fece capolino dalle nubi nere di Londra, insinuandosi tra le tende della camera fino a raggiungere le palpebre abbassate di Alexander Vlahos. Queste tremolarono prima di aprirsi dinanzi un nuovo giorno.
-“Buongiorno, Dr Watson.”, mugugnò Alex con la voce impastata di sonno; nel frattempo il suo gatto rispose miagolando e saltando sul letto. Prima di alzarsi, Alex, come tutte le mattine, recuperò il cellulare per inviare il “buongiorno” a Kasja –la sua storica fidanzata- e accarezzare con l’altra il gatto, ora spaparanzato sullo stomaco del padrone.
Dal display del telefono apparve il promemoria che aveva fissato qualche giorno prima, esso lo informava che quel pomeriggio avrebbe avuto un’intervista da rilasciare per un emittente televisiva in vista dell’ultima serie di “Merlin”. Ed è proprio grazie a quello show in onda con successo da quasi cinque anni che conobbe la persona da cui, ora, stava per andare a fare colazione: Eoin Macken.
Eoin, come tutto il resto del cast e dello staff, ha accolto Alex in famiglia con sorprende calore senza lasciargli percepire sulle spalle, nemmeno per un istante, quella pesantezza che avvolte preme sull’ultimo arrivato; specialmente in un gruppo così ben assortito e affiatato.
Ora che avevano concluso tutte le riprese quasi gli dispiaceva dover dire addio a quel mondo che aveva assaggiato per così poco tempo, e in modo tanto avido da non ricordarne il sapore.
Sospirando dinanzi quei pensieri Alex attraverso le vie trafficate di Londra fino a giungere nel quartiere in cui vi era l’appartamento di Eoin e Bradley.
Quando bussò alla porta fu proprio il primo ad aprire.
-“Puntuale come un orologio svizzero, Vlavla.”. Alex sorrise.
–“Quando un amico t’invita a colazione si deve essere sempre puntuale. Ringrazia che non son venuto questa notte.”.
Eoin si riavviò la lunga chioma castana e riccia, sogghignando un “e chi ti avrebbe aperto?”.
Entrando, Vlavla si ritrovò nel salotto e si meravigliò di quanto fosse ordinato e lindo, conoscendo l’inclinazione di Eoin per il caos.
-“Croissant al cioccolato, marmellata e crostata –ahimè- già tagliata da Bradley questa mattina presto.”.
-“E’ già uscito di casa?”, domandò Alex sedendo sulla sedia intorno al tavolino.
Eoin annuì e gli porse una tazza fumante di caffè.
-“E’ andato a fare jogging. Senti, a che ora ce l’hai l’intervista?”.
-“Alle quattro. Mi accompagni?”.
-“Sicuro.”.
-“Cos’è quella?”
-“Che cosa?”.
Alex indicò con un pezzo di croissant la videocamera che si stagliava in controluce nel salotto, sopra il tavolino tondo di legno.
-“E’ di Colin, ma l’ha rubata Bradley.”, rispose Eoin, tagliando una fetta di crostata.
Dura, come il marmo.
-“Ah, quella che hanno usato per fare i video diari? Perché non mettiamo anche un nostro contributo?”.
Alex non aspettò nemmeno l’approvazione di Eoin che già l’aveva recuperata, sistemandosi sul divano. Eoin scrollò le briciole della crostata dalla maglietta e lo raggiunse, euforico come un bambino.
Alex riuscì ad accenderla cliccando due pulsanti a caso, poi, puntò la telecamera sul viso sorridente di Eoin. -“Ciao a tutti qui siamo Eoin Macken, il vostro Gwaine e…”.
Vlavla rigirò l’obiettivo verso di lui, esibendosi in un largo sorriso mentre la voce dell’amico lo presentava: -“Alexander Vlahos alias traditore di Camelot.”.
-“Ehy!”.
-“Scusa m’è scappato.”.
-“Come no! … un momento, ma non sta registrando.”, mormorò Alex rigirandosi l’aggeggio tra le mani.
Colin non poteva comprarne una meno complicata di questa?, si ritrovò a pensare il ragazzo che ora stava premendo un pulsante verde accanto allo schermo… e fu in quel momento che successe.
Dal display apparve il faccione di Bradley che salutava i Merlin’s Fans, la sua voce che si librava nel salotto. Eoin ed Alex sorrisero fin quando l’atmosfera della ripresa cambiò di colpo, rendendoli partecipe di un episodio che per nulla al mondo si sarebbero mai immaginati di assistere: Bradley, accovacciato sopra Colin, s’inchinava a baciarlo, a sfiorarlo con urgenza, a sfilargli la maglietta, a guardarlo come se fossero rimasti soli al mondo…
-“Ma che cosa sta succedendo?”. La voce di Eoin fece sussultare Alex che era con gli occhi sgranati a guardare quelle scene.
-“Come si spegne questa cosa?”.
-“Fammi vedere! Quei due…”
-“Eoin, spegnila subito!”.
Eoin obbedì e poi la gettò nell’angolo del divano, vicino al bracciolo, come se si stesse liberando di un pezzo di carbone ardente.
I due amici si guardarono con tanto d’occhi, silenziosi ed increduli –stupidi, per non essersi accorti di niente- e poi si resero conto di essere seduti proprio sul luogo del delitto e saltarono in piedi, dritti come soldati. -“E adesso… cosa facciamo?”. Vlahos teneva la voce inspiegabilmente bassa.
-“Semplice: li shippiamo.”.
-“Lì, che cosa?”.
-“Dal regolamento delle fangirls, capitolo uno: ship.”, recitò Eoin, le mani appoggiate ai fianchi, il viso meditabondo.
-“Oddio. Sei chiaramente sotto shock, Eoin.”, sentenziò Alex girando in tondo nella stanza.
-“Ma tu l’avevi cap…”
-“… per niente.”.
L’uno guardò l’altro per un tempo che parve infinito, sempre con quell’espressione stravolta dallo stupore, non sapendo come comportarsi, come muoversi.
-“Naturalmente non lo diremo a nessuno.”, suggerì Alex, e si pensò doppiamente stupido per aver pronunciato quelle parole.
-“Questo è scontato.”, rispose, infatti, l’amico.
Poi ripiombò il silenzio imbarazzato di poco prima, rotto solo dalla domanda impellente di Eoin:
-“Secondo te devo cambiare divano?”.



Bradley si aggirava nel soggiorno di casa Morgan in cerca del telecomando. Cercò sotto i cuscini delle poltrone, sul tavolino maniacalmente ordinato, sopra il davanzale della televisione, ma non lo trovò fin quando Colin, di ritorno dal bagno dopo una doccia ristoratrice, non glielo gettò in grembo.
-“Ma certo”, disse Bradley, -“l’avevo visto. Volevo solo vedere se eri presente.”.
-“Certo come no.”, sogghignò l’altro, avvicinandosi,-“cos’è che dovevamo vedere in tv?”.
-“L’intervista che hanno fatto oggi ad Alexander. Ci teneva la vedessimo.”, rispose Bradley, accendendo la televisione e lasciandosi cadere accanto a Colin, sulla piccola poltrona per due.
Lo schermo gli presentò il collega che aveva già iniziato a parlare; nemmeno a farlo apposta le prime parole che udirono furono:
-“Nell’episodio finale si vedrà l’inizio di una platonica storia d’amore tra due uomini: Merlin e Arthur.”.
Bradley e Colin si voltarono a guardarsi in sincrono, sorridendo sotto i baffi.
-“Chissà come sarà stata la vita di Merlin dopo la caduta di Arthur.”, Colin si lasciò andare ad un sospiro fin troppo sentito per ignorarne la vera provenienza: Bradley sapeva che si stava riferendo alla sua imminente partenza per gli Stati Uniti. Involontariamente strinse i pugni lungo le ginocchia, sforzandosi di sorridere. -“Non sarò via per molto. Solo pochi mesi, il tempo di guardarmi intorno.”.
-“Sì, ma che sia un’occhiata veloce”, ribatté l’altro cogliendo di sorpresa il biondo, perché mai Colin si era rivolto a lui con quel tono di voce seccato, accusatorio,-“non voglio essere una metà come Merlin. Voglio la mia interezza e la voglio con te, Bradley.”.
Colin tornò a guardare Bradley dritto negli occhi; si osservarono, muti, ma se qualcuno li avesse visti da lontano avrebbe creduto fossero impegnati in una sentita conversazione.
Ma poi, le parole di Alex:
-“E’ anche nata una coppia sul set ma, no, non posso rivelare chi sono.”. Il collega riccioluto si lasciò andare ad una risata nervosa –loro che lo conoscevano bene, capirono che era per mascherare un disagio, quelle parole che non volevano davvero uscire dalla sua bocca, o almeno era così che la interpretarono- poi l’intervista finì, e il conduttore augurò una buonanotte ai telespettatori.
Bradley allungò il braccio per spegnere la televisione, dunque si voltò verso il proprio ragazzo.
-“E’ nata una coppia?”.
-“Così ha detto.”.
Colin si passò una mano sul mento, ragionando.
-“Perché noi non ne sappiamo niente? Angel e Rupert? Ultimamente erano così vicini…”.
-“Lo escludo: Angel me ne avrebbe parlato.”, lo contraddisse Bradley, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
-“Oh, Bradley…”. Ora la voce di Colin fu tradita da un tremito, da un’insinuazione. Bradley gliela lesse nel volto, sbiancando.
-“No. No. No, non può essere un riferimento a noi.”.
-“La videocamera, Bradley. Alex è stato con Eoin, oggi, nel vostro appartamento e tu avevi lasciato la videocamera in salotto, l’avranno…”.
-“Ho cancellato il filmato, stai calmo.”.
Non era per niente vero o, meglio, Bradley ricordava con confusione cosa era accaduto dopo essersi inebriato dell’essenza di Colin, e non ci avrebbe messo la mano sul fuoco per confermare ciò che aveva appena detto.
Il moro si alzò dalla poltrona e superò la distanza che lo divideva dalla camera da letto; lì, Bradley aveva depositato la sua valigia poiché sarebbe partito il giorno dopo e quindi si era definitivamente impossessato di quell’aggeggio infernale.
Colin tornò accanto a lui, scorrendo i filmati presenti: c’erano lui e Bradley durante il primo giorno di ripresa, Eoin che cadeva sulla neve fatta di carta, Katie che si aggirava con un ombrello e una mela nel castello di Pierrefonds ma del loro accidentale filmato non ve ne era traccia.
Tirarono un sospiro di sollievo.
Pericolo scampato, pensò Bradley lasciandosi abbandonare sulla poltrona.
-“Te l’avevo detto. Devi avere più fiducia in me, Cole.”.
L’altro fece un cenno con la spalla.
-“Forse.”, concesse per poi baciare le labbra del biondo, entrambi, con la chiara intenzione di ricordarsi di quella ultima serata insieme…entrambi senza sapere che, non molto lontano da loro, qualcuno aveva cancellato quella registrazione.
Qualcuno che li rispettava, che gli voleva bene.
Qualcuno, che aveva deciso di custodire il loro segreto.

   
 
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