24/05/2013
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Cosa vuoi in cambio?
‘Dammi una mano idiota!’
‘Uh, non sprecarti troppo coi complimenti eh, marimo!’
‘Cuoco da strapazzo, non vedi che sono incastrato!?’
‘Già, lo vedo... E quindi, che dovrei fare!?’
‘Darmi una mano, che dici!?’
‘Hm, poco probabile.. E cosa ho in cambio!?’
‘Un calcio sui denti se non ti muovi immediatamente!’
‘Eh, risposta sbagliata!’- e si allontanò.
‘No, no aspetta! Liberami dai! Ti do.. Eh.. Cosa vuoi da me, povero spadaccino impossibilitato e bloccato in una dannata porta di legno troppo piccola? Cosa vuoi da me!?’
‘Lo sai cosa voglio, come se anche a te non piacesse..’
‘No, non lo so cosa vuoi! Non sono un pervertito come te, brutto cuoco da strapazzo con le sopracciglia più improbabili che abbia mai visto!’
‘Bla bla bla, sai fare solo questo? E comunque non ho ancora detto niente, sei tu che hai pensato subito a qualcosa di strano, caro il mio marimo!’
Zoro arrossì a quelle parole e guardò il pavimento.
‘Non riesci nemmeno più a guardarmi in faccia!? Deve essere dannatamente stretta questa porta dove ti sei incastrato, caro!’
‘Non è troppo stretta è che..’-disse alzando finalmente il volto ancora avvampato di rossore sulle guance -‘è che.. Evidentemente hai ragione.’
‘Cosa cosa cosa!? Ripeti un po’! Io, ragione!? Adesso pioverà, dannazione!’
‘E non fare lo spiritoso, per questa volta hai ragione, non allarghiamoci più di tanto!’
‘Capirai..’
‘Comunque vuoi deciderti a darmi una mano o devo fare da me!? Mi sto spazientendo, cuoco!’
‘Oh, io ti ho detto che ti avrei dato volentieri una mano se solo..’
‘Ah, giusto! Mi dici cosa diavolo vuoi in cambio!?’
‘Hm, e dai che lo sai..’
‘No che non lo so! Insomma mi aiuti sì o no!?’
‘Se mi dai un bacio, questo ed altro.’
‘Un bacio..!?’
‘Sì, un bacio. Che, non ne hai mai dato uno?’
‘Sei simpaticissimo, guarda.’
‘Allora è un sì?’
‘Se queste sono le tue stupide condizioni...’
‘Alleluia! Ce l’ho fatta!’
‘Ma.. Dopo avermi liberato non farne parola con nessuno, siamo intesi?’
‘Certo, parola di cuoco! E se poi dovesse piacerti, come la mettiamo?’
‘Eh, ehm.. Pensa a liberarmi, dannato cuoco!’
‘E chi mi dice che non ti sia incastrato apposta nella porta?’
‘Che!?’
‘Dico, e se fosse tutto un tuo piano per farti liberare da me?’
‘Ma dico, di che sostanze ti droghi? Cos’è, hai mangiato il frutto del diavolo dell’imbecillità ed io non ne sapevo nulla?’
Sanji sorrise, gettò la sua sigaretta sul ponte e fece un sorriso. ‘Secondo me è così’
‘Secondo me sei un troglodita! Ma vuoi liberarmi, maledetto!?’
‘Sì, sì, con calma!’ cominciò ad armeggiare con la porta, spinse Zoro e riuscì finalmente a liberarlo da quella che era apparentemente una normalissima porta dalla quale anche Franky sarebbe passato senza batter ciglio.
‘Bene, adesso che sei libero, mi spetta il premio.’
Zoro arricciò il naso, lo storse e si grattò la fronte con molta nonchalance.
‘Ma devo proprio?’
‘Me lo hai promesso. Che fai, ti tiri indietro adesso?’
‘Neanche per scherzo!’
‘Bene, allora muoviti! Son qui che ti aspetto.’
‘Eh, va bene.’
Zoro si avvicinò a Sanji che lo aspettava attaccato al muro, con le gambe inarcate ed i capelli che gli scivolavano sul viso. Zoro lo guardava, aveva paura.
Paura di cosa, poi? Era solo Sanji, il cuoco di bordo. Sì, ma era così bello..
Si avvicinava sempre più, la distanza sembrava raddoppiare ad ogni passo che lo spadaccino compieva: era illogico ma a lui sembrava fosse così!
Ed eccolo, finalmente, davanti a Sanji.
Gli prese il viso fra le mani, lo guardò negli occhi e disse:’ Sai che io quelle sopracciglia non le sopporto proprio?’ e le baciò.
‘Ed anche questo tuo naso, mi fa schifo.’ Scivolò con le labbra sul naso di Sanji che baciò piano. Fece un sospiro, lungo, lunghissimo. Poi si staccò dal suo naso e lo guardò di nuovo negli occhi. ‘E poi c’è questa tua bocca, che proprio non mi va giù. Voglio dire, è così perfetta.. Ha un disperato bisogno di essere chiusa con un bacio.’
Sanji lo guardava basito, aveva gli occhi sgranati, ma lo lasciò fare.
Zoro intanto si era appropriato delle labbra di Sanji e stava stringendo forte i suoi capelli.
Quando, dopo tanto, si staccò dal biondo per prendere il respiro gli disse:’ E poi mi da ai nervi che tu sia troppo intelligente! Come diavolo hai fatto a capire che mi ero incastrato apposta nella porta!?’
‘Era ovvio, stupido marimo.’
E questa volta lo baciò lui, lasciandolo letteralmente senza fiato.