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Autore: leedskiss    24/05/2013    1 recensioni
senza respiro, così si sente il nostro Harry Styles ogni volta che è con Louis, il suo Lou.
Darebbe ogni secondo, minuto, ora della sua vita per lui.
Lo porterebbe sulla luna se potesse, tutto per vedere quelle fossette.
Starebbe ore a fissare i suoi occhi, a baciarlo.
Ma il tempo non esiste.
[Harry,dopo aver girato il mondo, senza un soldo, trova dopo una sbronza e un incontro strano, lavoro nella 'fabric', una discoteca inglese gestita da quattro ragazzi.
PURAMENTE E SOLTANTO LARRY]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BREATHLESS.

''when he started smiling, he started breathing.''


Harry cercò di racimolare qualche soldo dalla sua tasca, ma non trovò altro che cinquanta sterline, nulla di più.
Pensò che forse aveva speso troppo per girare l’Europa, e l’intero mondo in un’estate, con i soldi della madre, povera Anne, che si era ritrovata a finanziare un viaggio così a suo figlio per essersi diplomato, ma lei era davvero sorpresa che il figlio ce l’avesse fatta.
Harry non era un ragazzo particolarmente dedito alla scuola, ma studiava ciò che gli piaceva, per il resto si limitava a dare un’occhiata e a cavarsela, come faceva sempre.
Harry ricordava benissimo quando era salito su quella sorta di ‘palchetto’ e il preside gli aveva dato il diploma, aveva sentito qualcosa dentro: la soddisfazione di avercela fatta, sensazione che si amplificò quando vide il volto fiero della madre, che lo salutava mentre era alle prese con una videocamera appena comprata.
Si era detto di andare all’università di psicologia, o al massimo medicina, ma si voleva concedere un anno di pausa, da tutto e da tutti, voleva staccare, e così dandosi alla follia aveva speso tutti i soldi della madre, e quasi tutti i suoi risparmi.
Harry si strinse ancor più nella giacca, sorridendo, perché a settembre a Londra faceva già freddo, e lui non era ancora ‘abituato’ a quel clima, essendo passato da metropoli in metropoli, da posti esotici a posti freddi come l’Everest.
‘Troverò un lavoro.’ Pensò tra sé, e in realtà la cosa rappresentava l’unica possibilità.
Si mise il berretto e girò per le strade di Londra, che anche le erano mancate tantissimo, era pur sempre la sua città.
Avrebbe potuto chiedere aiuto alla madre, che sarebbe stata disposta a tutto per il figlio, ma decise che quello era il momento per iniziare una nuova vita, nuove storie, nuove avventure, e soprattutto il momento di cavarsela da solo, esclusivamente contando sulle sue forze.
Iniziò con il comprare un giornale con degli annunci, ma nulla gli sembrava o opportuno o a lui appropriato, così quel giornale finì nel cestino, con un po’ delle sue speranze.
Si fece sera, e Harry aveva praticamente girato tutti i quartieri a lui conosciuti e sconosciuti, e si ritrovò davanti ad un locale, alle undici di sera.
Intravedeva l’insegna con la scritta ‘Fabric’: aveva già sentito parlare di quel locale, era una discoteca piuttosto conosciuta, costruita all’interno di una vecchia fabbrica.
Al lato c’erano due grandi ingressi, e decise di provare ad entrare, anche se c’era tantissima gente che aspettava lì fuori, al freddo.
Si mise in fila per un po’, decise di volersi divertire quella notte, con quei pochi soldi che aveva, li avrebbe spesi bene, pensò il ragazzo.
Dopo aver perso le speranze nel fare il bravo ragazzo ed aspettare che la fila si esaurisse e che lo facessero entrare, decise di rischiare e di provare con la porta del retro, che  trovò facilmente visto che  un ragazzo gli aveva dato una dritta.
Dopo aver aspettato che le guardie andassero via per la loro pausa, Harry sgattaiolò all’interno con grande facilità, e si ritrovò in una strana stanza, dopo poco capì che era il guardaroba, riuscì ad orientarsi e iniziò a camminare all’indietro per non perdere mai di vista la porta, quando si scontrò con qualcuno.
‘Oops.’ Sentì sussurrare Harry e sentì una sonora risatina.
Si girò ed abbozzò un sorriso e salutò il ragazzo.
Era buio e a stento riusciva a vedergli i capelli.
‘Ah…io stavo cercando….insomma il bagno.’ Chiese impacciato Harry.
‘E’ di là, dopo la sala discoteca.’ Sentì di nuovo quella voce melodiosa e vide che il ragazzo gli prese il braccio e lo portò nella sala discoteca dove tutto era più…luminoso.
‘Ah, grazie mille amico.’ Urlò Harry per farsi sentire dal ragazzo.
In quel momento Harry riuscì a vederlo bene in volto, era un ragazzo di una bellezza straordinaria.
Aveva capelli castani scompigliati che gli cadevano sulla fronte, occhi azzurri che vide stavano fissando i suoi, aveva una magnifica bocca, tanto che sembrava esser stata disegnata da un famoso artista italiano con delicatezza, e quando sorrise capì che quel sorriso era qualcosa di estremamente disarmante.
‘Di nulla’ gli disse il ragazzo che poi scomparse fra la folla.
Harry voleva restare ancora lì a fissarlo e a sorridergli ma il ragazzo era andato via subito.
‘Ehi, spostati.’ Gli disse un ragazzo, e Harry così fece.
A quel punto si rese conto di non voler davvero ballare per tutta la serata, perché non voleva ballare da solo, quel che voleva davvero era ubriacarsi, ma da schifo.
Si avvicinò al bancone, e trovò uno sgabello libero, ci si sedette, e ordinò un margherita, poi un secondo, un terzo, un quarto, un quinto, fin quando il barista parlò.
‘Non ti sembra abbastanza?’
E a quel punto Harry lo vide per la prima volta, era un biondino con un viso davvero bello, occhi azzurri e sorriso magnifico.
E a quel punto ricambiò il sorriso, e disse ‘versamene soltanto un altro, giuro è l’ultimo.’
Dopo quel bicchiere di quell’alcolico che l’aveva sempre stordito, Harry non sentì più nulla, vide soltanto il buio.
Quando riaprì gli occhi era su quel bancone, la sua testa appoggiata lì, e non c’era più tanta folla.
Stropicciò gli occhi più volte per riacquistare lucidità e dopo un po’ sentì soltanto di una bella sbronza.
‘C-che ore sono?’ chiese con la voce roca al ragazzo al bancone.
‘Quasi le sei del mattino.’ Disse e ridacchiò.
‘Dio, è tardi.’ Sussurrò tra sé Harry.
‘Non mi sembra il massimo per un ragazzo che va in discoteca addormentarsi sul bancone e dormire per cinque ore.’ Ridacchiò il ragazzo passando lo strofinaccio sul bancone e fissandolo sorrise.
‘Ah…giusto.’
‘Niall, vieni qui!’ Urlò qualcuno da lontano, e visto che non c’era più il dj, il ragazzo al bancone poté sentire e corse via.
Niall, Niall, si chiamava Niall.
Harry registrò le informazioni nel suo cervello che implorava pietà e riposo.
Andò in cerca del bagno per vomitare, si sentiva di dover vomitare anche l’anima, peccato che non lo trovò.
Si accostò ad una porta e intravide due ragazzi parlare animatamente.
‘Se Luke è andato via, è colpa tua Louis, non negarlo, sapevi che lui odiava lavorare qui e soprattutto vicino a Zayn.’ Disse serio il biondo.
‘Cosa? La colpa è mia adesso? Se Luke non sa gestire le proprie emozioni non è colpa mia.’ Disse con voce grave.
Solo a quel momento Harry vide il ragazzo che aveva appena parlato, era il ragazzo della scorsa notte.
Si scorse un po’ troppo perché fece rumore e i due si resero conto della sua presenza e si girarono verso di lui, piuttosto incuriositi.
‘Ehm, cercavo il bagno.’ Disse Harry entrando ed abbozzando un sorriso.
‘Hai qualche problema intestinale che devi andare sempre in bagno?’ chiese scherzosamente il ragazzo della scorsa notte e rise di puro cuore.
Niall si girò verso il ragazzo incuriosito.
‘Nulla, si era intrufolato in discoteca con la scusa del bagno.’ Disse il castano cercando di trattenere la risata.
A quel punto Harry si sentì in estremo imbarazzo, e arrossì, rendendo le sue guance ancora più rosse.
‘Ehi, non ti preoccupare, sai quanti ce ne sono di tipi come te? A centinaia, ogni settimana, comunque sono Louis.’ Disse il ragazzo castano che fissò Harry da capo a piedi ammiccandogli.
‘Uhm, sono Harry.’ Disse stringendogli la mano, poi continuò ‘ tu sei Niall giusto?’
Il biondo annuì.
‘Allora…penso che adesso tu abbia davvero bisogno del bagno, sembra che tu debba vomitare tutta l’anima.’ Costatò Louis.
Harry si limitò ad annuire, stordito com’era e a quel punto sentì di nuovo quella stretta sul suo braccio, la stessa della notte precedente, che pian piano arrivò alla sua mano.
‘Ti accompagno, dai.’ Sussurrò Louis divertito.
Harry sentì una scarica di adrenalina quando sentì le loro mani a contatto, una sensazione strana.
Il riccio di avvicinò al bagno e vomitò come previsto, Louis lo aiutò ad alzarsi e gli disse:
‘Hai un aspetto terribile.’
Appena Harry si voltò verso lo specchio e si guardò riflesso, ammise che aveva ragione.
‘Scherzavo, andiamo di là.’
Quella volta non gli prese la mano e Harry ne fu un po’ deluso.
Voleva che Louis gli prendesse la mano, e subito.
Sentì una sensazione dentro che non riusciva a spiegare, ma era soltanto vuoto.
Una volta arrivati in quello che doveva essere un salottino per il personale i tre si sedettero e Harry si stese, chiudendo gli occhi per qualche minuto.
Quando aprì gli occhi vide che Louis lo stava guardando e appena quello se ne rese conto girò gli occhi altrove, mostrandosi disinteressato.
‘Ieri ci hai dato sotto con l’alcool, eh Harry?’ fece Niall prendendosi dell’acqua.
‘Eh? Sì, direi di sì e…dio, quanto ti devo?’ chiese Harry allarmato.
‘In teoria cento sterline perché non hai pagato l’entrata ma figurati, offre la casa.’
‘Ah menomale perché avevo soltanto cinquanta sterline, è tutto quel che ti mi resta.’ Sussurrò Harry, mettendosi seduto a gambe incrociate e stropicciandosi nuovamente gli occhi.
‘Adesso devo davvero andare…devo cercare un lavoro decente.’ Disse Harry che a stento si reggeva in piedi.
Niall e Louis si guardarono velocemente e annuirono l’uno all’altro.
‘Ehi, se vuoi puoi lavorare qui…’ iniziò Niall.
‘Insomma, vediamo come vai, se fai schifo sei fuori.’ Tagliò corto Louis.
E quando Harry si voltò verso di lui preoccupato, il moro disse ‘scherzavo!’
Harry gli sorrise e gli disse ‘okay, accetto, che devo fare?’
‘Ehi, ehi allora mettiamo in chiaro una cosa: qui siamo tutti di famiglia, Niall è mio cugino, c’è suo fratello Zayn e mio fratello Liam, tu sei…come Luke, insomma…’ iniziò Louis perdendosi nel discorso e abbassò la testa.
Harry rivolse a Niall uno sguardo interrogativo, e lui si limitò ad un ‘Benvenuto!’ e lo abbracciò.
‘Che faccio?’ chiese scompigliandosi i capelli.
Louis andò via e Harry ebbe l’istinto di seguirlo.
‘Ehi, tutto bene?’ chiese Harry guardandosi le scarpe.
‘Tieni, prendi questi.’ – disse Louis buttandogli dei sacchetti della spazzatura – portali fuori.’
Harry sentì il gelo nelle sue parole, ma si strinse nelle spalle e andò fuori, prendendosi una boccata d’aria.
Si sentì vivo, sentì il freddo sulla sua pelle, e respirò profondamente.
Sentì delle mani sui suoi fianchi, che lo strinsero in un abbraccio, togliendogli il fiato, e arrivarono al suo torace.
Harry si girò subito e vide Louis e le sue braccia stringerlo a sé.
‘Ehi…’ iniziò Harry preoccupato per il ragazzo.
‘Shh, per favore stai zitto.’ Chiese disperato Louis.
Quella fu la prima volta in cui Harry riuscì a sentire il profumo di Louis e viceversa.



MY SPACE.
Hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Lo so questo primo capitolo è privo di senso, ma dovevo pur far iniziare la storia, ma boh ne è uscito questo.
Tanto non lo leggerà nessuno, e io non ho mai terminato una fanfic, quindi, buon divertimento per le quattro anime che leggeranno.
Spero che vi piaccia, davvero.
NON HO RILETTO, SORRY.
ps. larry is the waaaay aw.


on twitter @haroldsromance

 

  
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