Ok ragazze mie, ho passato una giornataccia, è tardissimo, ma...dovevo pubblicare questa cosa, perché l'avevo promesso a Juuuuls, cara, spero proprio di non averti deluso, ma in una sera ho fatto del mio meglio xD ORA TU MI DEVI QUELLA COSA AHAHAHAHAHAHAH
Bon non parliamo delle scan perché non sono ancora riuscita a vederle, ma so, che nulla, niente Jerza, porco Mashima perché cavolo ci trolli? Ora dovrò aspettare un'atra benedetta settimana DAFUCK hwjdhfncuirtjetkhj -.-
bene, vi auguro buona lettura e...
Buonanotte ♥

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Need a...

La battaglia l’aveva stremata, gli avversari le avevano prosciugato ogni minima traccia di potere magico, e il suo corpo, ora, giaceva rannicchiato tra le macerie e il forte odore di sangue.
Il suo respiro, quasi impercettibile, era l’unico modo che aveva per ricordarsi d’esser viva, e così si sforzava di farlo, nonostante il dolore alla schiena, al diaframma, nonostante tutte le forze la stessero abbandonando. Non le ci volle poi molto a capire che quella, con ogni probabilità, fosse la fine; giusto il tempo di avvertire una forte sensazione al petto, battiti accelerati, la morte, forse.
Quando trovò la forza di aprire gli occhi, però, qualcosa non quadrava, non era morta, non era svenuta, anzi, qualcuno le aveva concesso una tregua, perché quando si sforzò di aprire maggiormente le palpebre, vide il campo di battaglia in preda alla polvere, ma deserto.
Allora fece per tirarsi un po’ su, ma venne meno nelle braccia, finendo con la guancia sul terreno; evidentemente quel suo gesto doveva aver attirato l’attenzione di qualcuno, perché ora sentiva una calda presenza vicino al suo corpo malmesso; Natsu forse o Grey, immaginò.
«Hai bisogno di una mano?»
Quel sussurro, quella voce familiare, fin troppo: Gerard. Pensò di essere morta ed essersi risvegliata in chissà quale paradiso, tanto che sorrise appena, per quello che aveva appena immaginato, magari era la febbre, probabilmente delirava. Gerard. Sorrise, ancora, perché pensò che fosse il miglior modo per morire, quello.
Poi alzò lo sguardo, tanto s’era morta, non poteva succederle ancora. Incontrò i suoi occhi, rasserenanti.
«S-scusa…»
Era la parola che più li accomunava; ma a differenza di quanto credeva, Gerard era ancora lì a sorriderle, ancora lì a darle forza, anche mentre il dolore alla gamba premeva e il sangue scorreva sempre più lentamente seccandosi sulla pelle. Non era morta, non delirava, non era la febbre, era Gerard, era l’amore.
E allora per una volta mise da parte la battaglia, i nemici, ma più semplicemente pensò a lei, al suo amore tenuto nascosto così a lungo, tanto, probabilmente, sarebbe morta.
«U-un bacio…» soffiò in un respiro spento. Arrossì.
E il cuore di Gerard scoppiò, d’amore, quando finalmente, le sue labbra si posarono dolcemente su quelle cremisi, della sua Erza.

Ti porto via con me.