Sono solo un vigliacco egoista

(1)

«Eccola, sta arrivando» disse il mio amico accanto a me.
«Louis, -dissi sospirando- quante volte ti ho detto che non mi importa più di lei?»
Il ragazzo rise. La sua risata, in questi casi, era a dir poco scocciante.
Eravamo alla mensa della scuola.
Le persone davanti a me si muovevano rapidamente, come se avessero ansia di qualcosa. Alcune invece stavano tranquillamente sedute al tavolo, con il libro davanti a ripassare per l'imminente compito o interrogazione.
La mia mano andò spontaneamente a sistemare il ciuffo, attentamente alzato quella stessa mattina con tanto gel.
«Certo, non ti interessa. Come a me non interessa un panino decente in questo momento» disse il biondino davanti a me, scatenando una risata generale del gruppo.
In quel tavolo eravamo in quattro: io, Niall, Louis e Liam. Sono i miei migliori amici, anche se ci divertiamo stuzzicandoci a vicenda.
Niall era quello “mangione” del gruppo, quello buono con tutti e non conservava rancore verso le persone.
Louis, invece, era quello che prendeva alla leggera i problemi, quello che sdrammatizzava su tutto, con una semplice battuta.
Liam invece, lo conosco sin dall'asilo, ormai lo conosco come le mie tasche, e lui altrettanto. È l'amico disposto a tutto pur di aiutarti, non farebbe male nemmeno ad una mosca. Se non ci fosse lui a quest'ora eravamo in gattabuia per abuso di alcolici.
La ragazza che poco prima aveva indicato Lou, era la mia ex ragazza.
La amavo, la amavo sul serio.
Ma la mia mente contorta l'ha voluta lasciare, il perché è difficile: la amavo così tanto, ma vivevo con la paura. Paura di poterla perdere, un giorno.
Paura di non essere abbastanza.
Paura che possa aver trovato un ragazzo migliore di me.


«Ciao amore»
«Ehi»
ero il più freddo possibile, anche se era dannatamente difficile.
Cercò di baciarmi, ma mi scansai, anche se volevo sentire quelle labbra sulle mie, per sempre.
«Che è successo?» chiese con sguardo preoccupato, gli occhi velati di una leggera, ma evidente, ansia.
«Beh, ecco, è difficile da dire, e spiegare.»
I suoi occhi diventarono lucidi, sperando per il meglio, ma aspettandosi il peggio.
Non riuscivo a vederla così, ma la va, o la spacca.
Non sapevo bene nemmeno io perché lo stavo per fare, ma pensavo che fosse meglio per entrambi, soprattutto per me.
«Ho deciso di finirla qui. Ora.»
ecco che un fiume di lacrime erano pronte per uscire, ma lei era forte. Lo è sempre stato.
«Se vuoi finirla qui, -disse con voce tremolante- almeno spiegami il perché»
Come glielo spiego? Come posso spiegarle che l'amo così tanto che ho paura di perderla?
Mi prenderebbe per scemo, poco ma sicuro.
Alzai lo sguardo, fino a ora abbassato, e i suoi occhi scrutavano i miei, cercando una risposta sensata, mettendomi in soggezione, talmente erano indagatori.
«Ho capito, -disse rassegnata- ti sei stancato di me e non sai come dirlo. Perfetto, posso vivere bene anche senza te, sappilo Malik.»
Le sue parole arrivarono lente e dolorose come un pugno allo stomaco. Solo che un pugno si può sopportare, mentre vedere un legame profondo no.
I miei occhi diventarono lucidi. Posso dire che è la prima volta che piango per una ragazza.
«Bene, addio Malik. Stammi bene.»
E con queste parole girò i tacchi e se ne andò.
Divenne solo una figura in lontananza, offuscata dalle lacrime che lottavano per uscire.

 

Sono stato un egoista, un fottuto egoista, che pensava solo al proprio bene.
Non mi merito, nessuno si merita, le lacrime di quella ragazza.
Non sopporto di vedere i suoi occhi marroni, con sprazzi di verde che noti solo guardandoci attentamente, bagnarsi di lacrime.
La sua bocca è stata fatta per sorridere, non per piegarsi di dolore.
Le sue guance, che ogni volta viene messa in imbarazzo, si colorano di un leggero rossore, non dovevano essere solcate dalle lacrime, causate da un egoista, ovvero me.
A risvegliarmi dal mio stato di trance, fu la campanella, che ricordava agli studenti che la pausa pranzo era finita.
Uno sbuffo generale della stanza si sollevò.
«Che avete ora ragazzi?» chiese il biondo.
«Letteratura -disse Liam- pure tu Zayn?»
Annuì con un cenno del capo, spostando lo sguardo verso il mio amico.
«Bene, allora noi ci avviamo, ci vediamo dopo ragazzi.»
«Certo, a più tardi» disse, sempre con la sua solita allegria, Louis.
Mentre io e Liam ci dirigevamo verso l'aula, al piano superiore, sentì il suo profumo, lo riconoscerei tra mille. Lavanda, mischiato al solito odore di chewengum alla menta, che era solita prendere.
Girai la testa verso la direzione opposta alla mia, e la vidi.
Scarlett, che stava parlando allegramente con una sua amica, probabilmente riguardo alla lezione.
Soltanto sentire il so profumo impazzivo.
Scossi leggermente la testa, per riprendermi e ritornare con i piedi per terra.
Intanto Liam si era fermato ad aspettarmi, e mi guardava con sguardo complice.
Mi capiva anche con uno sguardo, e lo ringraziavo mentalmente per questo.
 

ANGOLO AUTRICE

salve ragazze, questa è la mia prima Fanfiction riguardo ai ragazzi.
Spero vi piaccia c:

a me, sinceramente, questo capitolo mi sembra decente che ve ne pare?
Ditemi cosa ne pensate lasciando una recensione.
Per me è importante, così capisco se piace o meno, e se devo continuare o lasciar perdere.
Un bacio, mi raccomando recensite. :)
p.s scusate se è corto c: