Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: kingpin    25/05/2013    0 recensioni
Due condottieri dotati di vasti poteri magici offensivi si ritrovano costretti a duellare l'uno contro l'altro, dopo il tradimento di uno dei due.
Un tempo compagni d'arme, questa volta dovranno fronteggiarsi in una sfida all'ultimo sangue.
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Raccontino ideato molto tempo fa per un concorso, ma alla fine non ha nemmeno partecipato perché sforava il limite caratteri, tipico di me. Il limite era 3000 e il mio racconto è di... 7815 xD

La consegna consisteva nello scrivere un pezzo che si ispirasse a questa canzone e che contenesse in qualche forma il fuoco: "Di qualsiasi tipo, dalla fiamma di una candela alla passione paragonata al fuoco, alle fiamme dell'inferno. Ma che non sia solo un accenno."[cit]

Buona lettura u.u

_______________________________________________




    Una notte bastarda. Boati e grida di morte riecheggiavano per i corridoi di pietra della fortezza, mescolandosi con il clangore delle spade dei guardiani quando venivano incrociate con quella brandita dal prigioniero in fuga.
    Lame taglienti come rasoi che si incalzavano a vicenda per pochi istanti, il tempo di qualche scambio, poi l’ennesimo grido di dolore e un altro corpo senza vita che crollava a terra. Sangue sulle mura, sangue che sgorgava dalle ferite e dalle mutilazioni dei caduti. Urla di gioia e incitamento degli altri prigionieri ancora incarcerati, quando il fuggitivo abbatteva una guardia.
  Il numero di cadaveri che si stava lasciando alle spalle cominciava a essere surreale: a partire dalla porta della sua cella, spezzata e carbonizzata, fino a dove era riuscito ad avanzare fino a quel momento. Agli altri reclusi sembrava impossibile che un singolo uomo potesse compiere un tale massacro, ma Fenix non era affatto un uomo qualunque.

    Lo scalpiccio metallico di altri soldati in arrivo.
    Fenix avanzò lungo il corridoio e ingaggiò battaglia anche con questi ultimi. Il tempo di ucciderne un paio, e altri ne giunsero dal lato opposto: si trattava di una sorta di imboscata, il fuggitivo si trovò d’improvviso accerchiato.
    Gli corsero incontro brandendo le spade, accompagnati da feroci grida di battaglia, sicuri di averlo finalmente in pugno. Ma dopo aver sussurrato alcune parole in un’antica lingua morta, Fenix roteò il busto e colpì la guardia più vicina prima che quest’ultimo potesse calare la sua spada, dimostrando ancora una volta una velocità di movimento sovrumana.
    Stavolta non scaturì solo sangue dalla ferita dal guardiano, ma una vera e propria deflagrazione, che investì gli uomini in uniforme con una vampata di avide lingue di fuoco.
    Prima ancora che i corpi martoriati dalle fiamme potessero toccare il suolo, Fenix riportò la sua attenzione sugli uomini del primo gruppo e riservò loro lo stesso trattamento, sciabolando la sua arma dal basso verso l’alto per far scaturire una colonna di fuoco da sotto i loro piedi.
    Il prigioniero in fuga attraversò quelle fiamme come se non esistessero, mentre le guardie si contorcevano nell’agonia dell’incenerimento e i carcerati sbattevano sulle inferriate delle porte i catenacci che legavano loro i polsi, eccitati dall’inaspettato spettacolo pirocinetico a cui avevano appena assistito.
    Fenix scostò un soldato morente che gli intralciava il cammino e svoltò l’angolo, solo per trovarsi di fronte l’ennesimo guardiano che gli correva incontro per quei corridoi.
    Anche l’altro lo vide. Si bloccò a qualche passo di distanza dal fuggitivo ed estrasse la spada dal fodero.
    Non si trattava del solito, anonimo pezzo d’acciaio che armava i soldati di truppa, come quello che brandiva Fenix dopo averlo sottratto alla prima guardia che aveva ucciso quella notte; questa era una spada molto più ricercata. A stringerla era infatti la mano del capitano a comando della struttura detentiva, non quella di un qualunque soldato di truppa.

    «A distanza di solo un giorno dalla tua esecuzione, decidi di spezzare le tue catene?» Esordì quest’ultimo. «Credevo che ormai fossi rassegnato alla tua fine, ignobile traditore.»
    «Non è così... Ovviamente sarei potuto fuggire in qualunque momento, ma farlo adesso, quando siete a un passo dal prendere la mia testa, è di sicuro molto più avvilente per voi. Non è così, Corax?»
    «Come hai fatto a rompere il legame che sigillava il tuo Qi?» Continuò il capitano, alzando il tono di voce.
    «Per un guerriero del mio livello non è stato difficile.» Rispose Fenix, senza fornire dettagli rivelatori.
    «Qualunque sia la stregoneria di cui ti sei servito, il tuo cammino termina qui.» Riprese Corax, impugnando la spada con entrambe le mani e mettendosi in posizione di combattimento. «Del soldato che sei stato un tempo, ora non resta che una sbiadita ombra, ed è tempo di cancellare anche quella. Per la gloria del Regno, tutti i ribelli dovranno perire.»
    «Cosa mi tocca sentire... Sei davvero il servo perfetto, Corax. Cieco, sordo, e con la bocca farcita di quelle idiozie con cui ci hanno insudiciato il cuore fin dai tempi dell’Accademia. È il nostro Re il vero traditore del suo popolo, l’unica cosa di cui mi pento è di non essermene reso contro prima.»
    «Ti esprimi proprio come quei rifiuti umani da cui un giorno giurasti di difendere il Regno. Ora torna sui tuoi passi e attendi il tuo meritato destino, se non vuoi che ti privi anche di questi ultimi attimi di vita terrena.»
    «Devo dire che un lato positivo in tutto questo c’è: quando combattevamo fianco a fianco, falciando intere armate di ribelli o soldati nemici, mi sono sempre domandato quale fosse l’arte della spada più potente, fra la mia Ruber Ignis e la tua Caeruleus Fulgur... Credo proprio che fra breve lo scopriremo.» Minacciò Fenix, iniziando a far confluire nella spada il suo Qi del Fuoco.
    A partire dalla punta di quella lama a doppio taglio, una cocente spirale di energia spirituale condensata avvolse l’intera arma, roteando su se stessa accompagnata da un sibilo sinistro.
    «Sei davvero intenzionato a non cedere... Immaginavo che avresti preferito perire in combattimento, piuttosto che sul patibolo. Se è così che deve finire, ti accontenterò.» Anche Corax si preparò al duello, stringendo la sua spada ricurva e alzandola al cielo.
    Sottili folgori presero a guizzare lungo la lama, rischiarando di luce azzurra il volto grave e risoluto del capitano delle guardie. Dapprima pochi sfrigolii isolati, poi l’intera spada venne fasciata da quelle intricate trame fulminee.
    «La mia agilità e velocità di esecuzione saranno sempre superiori alle tue tecniche basate sulla forza bruta. Sarà per me un piacere estinguere una volta per tutte quel tuo patetico fuoco insolente.»
    Fenix scosse il capo.
    «Questa notte non ho rivali.» Rispose con un ghigno feroce, distinguibile nell’oscurità grazie alla luce sprigionata dal suo Qi rosso.
    I galeotti ancora rinchiusi dietro le spesse porte di legno e metallo tacevano. Troppa tensione in quell’anticipo di battaglia, e soprattutto troppa energia spirituale radunata in un luogo così angusto. I più deboli addirittura presero a respirare con affanno, l’atmosfera per loro si stava facendo oppressiva e difficile da sostenere.
    E infine i due avversari, un tempo compagni d’arme e compatrioti, si scagliarono l’uno contro l’altro come belve rabbiose.
Corax piombò su Fenix dall’alto, facendogli precipitare addosso un fendente roverso ricolmo sia di Qi della Folgore che del suo sdegno per quel vile traditore.
    Il ribelle lo contrastò con un possente montante infuocato, e quando le due lame impattarono l’intera fortezza tremò, sconquassata dalle fondamenta fino alla pietra più alta della torre merlata.
    Il corridoio e le celle adiacenti vennero prima illuminati a giorno, poi sventrati dalla furia annientatrice dei due guerrieri... L’intera sezione della prigione venne distrutta.
 
    Quando la nube di polvere e detriti si diradò, divenne visibile anche la volta notturna, rischiarata da una lucente luna piena.
    Solo uno dei duellanti sorse da quella devastazione: Fenix il traditore.
    Caduto Corax, non era rimasto più nessuno in grado di fermarlo. Con passo incerto e con il braccio armato ciondolante, il fuggitivo si allontanò dalla prigione. Le ferite infertegli dalla spada di Corax erano profonde, ma lui era ancora in piedi, avvolto da spire di fuoco che lentamente andavano estinguendosi e più agguerrito che mai.
    Incamminandosi verso le boscose alture del nord, Fenix rinacque idealmente a nuova vita, proprio nella notte della vigilia della sua esecuzione. Una notte illuminata dalla luna, dal fuoco e dal fulmine. La notte in cui il Regno perse uno dei suoi più valorosi combattenti, e il fronte ribelle guadagnò fra le sue fila un potente alleato. Una notte davvero bastarda.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: kingpin