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Autore: spagnols    26/05/2013    7 recensioni
Sono stati loro ad accendere il mio fuoco. Ma ora che non li ho più accanto non è rimasta che cenere.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Perché fai così? Devi rovinare sempre tutto!”
“Smettila, Pam. Sei sempre la solita. Ho solo aiutato la ragazza del secondo piano a portare le buste della spesa. Non volevo portarmela a letto.”
Provo a essere convincente, ma Pam non sente ragioni. Lancia un urlo. Credo che stia per sfogarsi ancora, d’altronde ha finito tutti gli oggetti possibili da lanciarmi contro.
“Non dire cazzate. Non ne posso più. Lo sapevo che non sarebbe cambiato niente. Parigi come Los Angeles, come qualsiasi altra città. Sei sempre in giro a scoparti altre donne.”
“Pam, tu sei l’unica.”
“Stai zitto. Non mi freghi più. Vattene.”
Non dico più nulla. Apro la porta.
“Se è questo che vuoi. Io vado a scoparmi Josephine, allora. Tu resta pure qui a farti di eroina. Quella merda.”
Chiudo la porta con le urla di Pam ancora nelle orecchie, troppo alte per nascondere l’ennesima litigata.
Esco finalmente in strada. Il sole è alto. Che peccato; questa città dà il meglio di sé con la luce soffusa del tramonto.
Potrei davvero andare da Josephine, ma non è quello che ci vuole...
Inizio a camminare, senza una meta precisa, mentre la città mi scorre davanti. Mi fermo in un bar e compro una birra; non riesco a smettere di bere. Non è cambiato niente da quando stavo in sala registrazioni con Ray, John e Robby.
I Doors... Ho davvero fatto così bene a partire? Sono stati loro ad accendere il mio fuoco. Ma ora che non li ho più accanto non è rimasta che cenere.
Non riesco più a vivere come una volta: i concerti, le grida di migliaia di fan venuti solo per noi, le belle ragazze...
Pam ha ragione: non faccio altro che tradirla. Ma non è per il desiderio carnale che lo faccio. Devo ancora provare un’esperienza mistica, un qualcosa di poetico che mi faccia andare “oltre” con la mente. Credevo che il sesso avesse questo potere, ma mi sbagliavo.
Con gli acidi non faccio altro che vedere voragini. È un segno? Sto per cadere? Forse la fine è vicina, forse la fine mi darà quello che sto cercando da tempo.
Senza accorgermene, sono arrivato sulla Senna: i miei pensieri scorrono come l’acqua scura. Troveranno mai pace?
Il sole ormai non manda che raggi timidi, troppo flebili da poter scaldare l’animo.
_________________________________________
 
È buio. Sono davanti all’entrata del palazzo. Salgo lentamente le scale.
Al secondo piano c’è la dolce ragazza di stamattina che apre la porta e mi saluta. Indossa solo una vestaglia.
“Bonsoir, mon petit.”
E scopre la spalla.
La guardo per un momento: non è lei che voglio. Nessuna ragazza può cancellare questo senso di vuoto. Ho bisogno di lei, di Pam, l’unica.
Non le rivolgo neanche la parola, continuo a salire le scale finché non arrivo a casa.
Seduta sul divano c’è lei: ha gli occhi gonfi, forse ha pianto.
“Pam, perdonami. Non me ne andrò mai più.”
Lei si alza e corre fino a raggiungermi.
“Ti amo”, mi dice.
Ora ho trovato la mia ragazza. Lei è il mondo.
“Andiamo a letto. Facciamo l’amore.”
_________________________________________
 
Apro gli occhi e non è ancora l’alba. Pam ha appoggiato sul mio petto la sua piccola testa, con i capelli che fluidamente descrivono delle onde, confondendosi con le lenzuola disordinate.
Mi alzo piano per non svegliarla; mi accendo una sigaretta e prendo il taccuino delle poesie.
Mi siedo con lo sguardo rivolto verso la città, provo a scrivere qualcosa.
In alto a destra, la data: 3 luglio 1971.
  
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