Una famiglia felice, delle amiche fantastiche, un fidanzato perfetto. Cosa si può desiderare di più?
Niente, si potrebbe pensare. Un equilibrio perfetto, stabile. Apparentemente. 
Si sa che tutto ha un inizio ed una fine. E a volte la fine giunge più violenta di quanto si possa pensare.




Con la testa poggiata sul finestrino dell'autobus e gli auricolari nelle orecchie, Fleur pensa. In questo periodo pensa davvero tanto, senza giungere ad una conclusione reale. E' consapevole del danno che ha combinato e adesso non sa come uscirne. L'unica alternativa valida è quella del silenzio. Per ora.
Si dirige verso la scuola, un edificio squallido, ricco di murales, e attraversa il cortile, lanciando uno sguardo alla finestra del primo piano nella speranza che il suo fidanzato sia affacciato. E' più di una settimana che non lo vede, dato che è stata in campeggio con alcuni amici durante le vacanze di Pasqua. Vacanze che hanno segnato particolarmente la vita di Fleur. 
Varca la soglia d'ingresso e non appena salita la prima rampa di scale avvista il suo ragazzo in fondo al corridoio. Philippe, alla vista della ragazza, si apre in un sorriso a trentadue denti e le va incontro, cingendola in un abbraccio mozzafiato e dandole un bacio carico di passione. D'altronde non erano mai stati lontani per così tanto tempo. Fleur ricambia allegramente le coccole del ragazzo, ma non appena i loro occhi si incontrano avverte una strana morsa allo stomaco. 
Rimorso. Sensi di colpa. Pentimento. 
Il ragazzo non sembra accorgersene, le da un altro bacio leggero sulle labbra e le chiede "Come stai?"
"Tutto bene Phil, tu?" gli sorride lei.
"Adesso va molto meglio. Come è andato il campeggio?" 
Altra morsa allo stomaco. Più forte di prima.
".. Bene! Ci siamo divertiti e.. Beh, mi accompagni in classe così lascio lo zaino?"
In questo modo Fleur sviò il discorso, si mise a braccetto con Philippe e continuarono a salire le scale. 
Poco dopo il suono della campana si separarono, dato che ognuno doveva entrare nelle rispettive classi, così la ragazza raggiunse una delle sue due migliori amiche, Vanille.
"Sa qualcosa?" la salutò l'amica.
"Nulla, e nulla dovrà sapere."
"Secondo me sbagli. Prima o poi lo verrà a sapere, le voci girano e lui non è così stupido."
"Lo so, ma non ho il coraggio di dirglielo. E poi con Adam ci eravamo messi daccordo per non dire nulla.. Non voglio che ci rimanga male per una cosa che non conta nulla"
"Ma intanto l'hai fatta.."
"Si ma non era mia intenzione! Non voglio combinare un casino con Philippe, per una cazzata che ho combinato in campeggio."
"E con Lucille come la mettiamo?"
"Merda.. Credo che manterrò il silenzio anche con lei per le stesse identiche ragioni. Non voglio perdere due persone a me care per una cosa che ho fatto senza nemmeno pensare." 
"Continuo a pensare che stai sbagliando. Almeno a lei puoi dirlo, è la tua migliore amica! Si incazzerà come una bestia all'inizio giusto? Ma con il tempo sicuramente le cose si sistemeranno."
"Non lo so Vanille, non ci capisco più nulla. So solo che sono nella merda più totale e non so come risolvere sto casino."
Non appena finì di pronunciare queste parole, il professore entrò in classe.
"Continuiamo a parlarne dopo.." bisbigliò l'amica dal banco dietro il suo, e la vide annuire.
"Parlare di cosa??" chiese con tono troppo euforico Gisèle, la compagna di banco di Vanille.
"Di nulla, tranquilla.." rispose Fleur con tono pensieroso, mentre Lucille, sedutale accanto, osservava attenta.