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Autore: LadyDepp    26/05/2013    8 recensioni
«Sei depresso perché la tua ragazza ti ha lasciato? Avresti dovuto saperlo che non sarebbe durata, chi mai vorrebbe amare con un dobe come te»
Prima di parlare aveva immaginato la reazione di Naruto alle sue parole, il volto che si imbronciava, le guance rosse dall’indignazione, e una serie di "bastardo" provenire dalla sua bocca; invece, quello che accadde, fu completamente inaspettato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Questa one-shot l’ho scritta oggi di botto, sono triste ma pensare a Naruto e Sasuke che si amano, mi fa stare meglio. Sono cose già viste, però spero che vi piaccia lo stesso, anche non è niente di che. Buona lettura!


Solo un teme può amare un dobe


Sasuke Uchiha era sempre stato convinto di odiarlo.
Ogni volta che lo guardava, provava una fitta allo stomaco, la sua mascella si induriva, e le vene sulla sua tempia cominciavano a pulsare. Perciò, quel tipo di emozione che provava ogni volta che posava lo sguardo su di lui, era senza alcuna incertezza, traducibile in odio.
Ne fu convinto per molto tempo, fino a quando una mattina di giovedì, dopo aver beccato Naruto Uzumaki e Sakura Haruno baciarsi in un angolo appartato del corridoio che portava in palestra, capì di essersi sbagliato.
Il suo non era odio, perché la voglia di strappare i capelli rosa di quella ragazza, e il desiderio di separare le loro bocche con la forza, faceva parte di qualche altro tipo di sentimento.
La gelosia, di cui Sasuke divenne afflitto, continuò a torturarlo lentamente per i giorni successivi; si presentava più forte che mai, quando le dita di Naruto stringevano quelle di Sakura, e quando Sakura toccava le guance, che sembravano così morbide, di Naruto.
In classe la situazione era anche peggio; stare a contatto con loro per molte ore era snervante e doloroso; Sasuke cercava di ignorarli, ma era Naruto stesso che non lo permetteva.
Naruto continuava a parlargli, a provocarlo, e Sasuke rispondeva allo stesso modo, anzi forse con un tono più aspro del solito.
Era sempre stato così il loro rapporto, e non c’era alcun motivo di sperare che le cose potessero cambiare.
Sasuke aveva fatto una chiacchierata con se stesso, ed aver capito di essere omosessuale non l’aveva colpito più di tanto; le ragazze non gli erano mai piaciute, l’unica persona che trovava degno della sua attenzione e del suo tempo, era appunto Naruto.
La scoperta che il disprezzo che credeva di sentire per lui, era in realtà desiderio, non fu nocivo per il suo cervello; quello che gli faceva davvero male, era sapere che non avrebbe mai potuto baciare quelle labbra, toccare quei capelli, stringere quel suo corpo dorato e sentire su di sé i suoi occhi azzurri pieni di amore.
«Né Sas’ke, ti vedo più pallido del solito stamattina»
Naruto aveva appoggiato i gomiti sul banco di Sasuke, piegato verso di lui, e lo fissava.
«Mentre tu sembri più stupido del solito, dobe» rispose, mentre ricambiava lo sguardo, accigliato.
Naruto alzò le sopracciglia, quasi offeso, ma invece di andarsene, salì sul banco e si accomodò a gambe incrociate, sovrastando Sasuke.
«Togliti» gli disse subito quello, con un tono duro «Non ho voglia di scherzare»
«Hai mangiato yogurt scaduto questa mattina?» replicò Naruto, con un sorriso sfacciato sulla faccia «Sei come un ghiacciolo»
Sasuke aveva voglia di ribattere che non era vero, e voleva costringere Naruto ad infilare la mano sotto la sua camicia per testare quanto non fosse freddo in quel momento, a causa della sua vicinanza; tutto il suo corpo era un fuoco, e la pelle del suo stomaco bruciava solo all’idea di essere sfiorato dalle dita di Naruto.
«Non ho tempo per le tue sciocchezze, Uzumaki» rispose invece, adocchiando Sakura avvicinarsi a loro; stava per arrabbiarsi, non voleva assistere in prima fila ai loro atteggiamenti intimi. Naruto spalancò gli occhi, sorpreso per il fatto che Sasuke aveva utilizzato il suo cognome per rispondergli; di solito non lo faceva mai.
Non fece in tempo a ribattere, perché Sakura aveva appoggiato la mano sinistra sulla sua spalla, mentre quella destra gli massaggiava un braccio; così, mentre Sasuke cominciava a fulminarli con lo sguardo, Naruto si voltava per salutare Sakura con un sorriso.
«Naruto, smettila di infastidire Sasuke-kun» gli disse lei, con un tono di rimprovero misto a dolcezza, nella voce.
«Non sto facendo niente» ribatté Naruto, mettendo il broncio, e Sasuke registrò quell’espressione nella sua mente, mentre la morsa al cuore si faceva più intensa. Decise di andarsene a fare un giro, perché ormai era chiaro che Naruto non aveva intenzione di lasciare il suo banco, e che la sua ragazza avrebbe partecipato alla conversazione.
«Lo stai provocando come al solito» sentì rispondere Sakura, come se lei lo conoscesse così tanto da poter dire che lo stava provocando.
Sasuke provò una fitta di odio nei suoi confronti, e mentre si metteva in piedi, sfiorò con lo sguardo il volto di Naruto, ancora rivolto verso la ragazza; i suoi lineamenti erano dolci, le sue guance adornate da cicatrici lo facevano sembrare ancora più piccolo.
I suoi capelli erano come raggi di sole, e Sasuke era certo che fossero morbidi al tatto.
Riuscì a racimolare una grande forza di volontà per distogliere lo sguardo da lui, ma mentre stava per farlo, gli occhi di Naruto incrociarono i suoi; lo guardò intensamente, come se volesse entrargli dentro, e Sasuke ricambiò con la stessa intensità, sentendo il bruciante desiderio di avvicinarsi e baciare quelle labbra davanti a Sakura stessa.
«Sas’ke, dove vai, non abbiamo ancora finito» Naruto parlò da sopra la voce della ragazza che lo stava ancora rimproverando.
Sasuke provò immediatamente un moto di soddisfazione, perché Naruto aveva dato più importanza a lui, che se ne stava andando, e aveva ignorato Sakura.
«Devo andare in bagno, vuoi seguirmi pure lì?» lo provocò, con un ghigno impercettibile sulle labbra.
Sakura sospirò, forse intuendo che un litigio era vicino; infatti Naruto scese agilmente dal banco, mettendo fine al contatto con la ragazza. Si mise in piedi e lanciò a Sasuke uno sguardo di sfida.
«E anche se fosse?» replicò, avvicinandosi a lui, così vicino che i loro respiri si mescolavano.
Sasuke indietreggiò con un moto di stizza, dentro di sé il suo cuore pompava furiosamente.
«Fai come ti pare» rispose freddamente, dandogli le spalle e camminando verso l’uscita della classe; sapeva che Naruto non l’avrebbe seguito, perché prima di voltarsi aveva visto Sakura stringere la sua mano, per trattenerlo.
Sasuke era arrabbiato e deluso, e quando entrò in bagno, i segni di sofferenza erano visibili sul volto dapprima imperscrutabile. Si bagnò il viso, cercando di tornare a respirare normalmente; se solo non ci fosse stata lei, Naruto lo avrebbe seguito, avrebbero continuato a discutere e Sasuke sarebbe stato un poco felice. Ma da quando si erano messi insieme, la ragazza era sempre con il fiato sul loro collo, interveniva in ogni loro discussione, sembrava che volesse separarli.
Era una magra consolazione vedere che Naruto non si arrendeva e continuava a lanciargli sfide, a provocarlo e a parlare con lui come aveva sempre fatto; ma Sasuke era certo che prima o poi si sarebbe stancato, e quando la relazione con Sakura fosse diventata più profonda, Naruto avrebbe dovuto prendere una decisione; avrebbe scelto lei.
Immaginando la sua vita senza Naruto, la tristezza prese possesso del cuore di Sasuke; era sempre stato un ragazzo solitario, non aveva nessun amico, ma la solitudine non gli aveva mai creato alcun problema, perché Sasuke aveva Naruto; era lui che gli riempiva le giornate, con la sua presenza e la sua risata.
Ormai Sasuke sapeva che Naruto era quello di cui aveva bisogno; gli bastava lui, affinché la sua vita avesse senso.

*

Nei giorni seguenti, il timore di Sasuke si era trasformato in realtà. Un bel giorno Naruto aveva preso ad ignorarlo, non lo guardava più, non gli rivolgeva la parola.
Sasuke aveva paura che il dolore che provava venisse fuori, che il suo cuore sarebbe esploso in mille pezzi, inondando tutta la classe; perciò cominciò a trattenersi più del solito, stringendo le labbra, e conficcando le dita nel palmo della mano.
Non chiese mai a Naruto il perché del suo cambio di atteggiamento, era certo che la colpa fosse di Sakura; e anche se la ragione fosse stata diversa, Sasuke non aveva il coraggio di esporsi così tanto per domandarglielo.
Così i giorni passarono con lentezza, le giornate sembravano non finire mai; Sasuke non rivolgeva la parola a nessuno, e sembrava più cupo del solito; ma non gli venne mai domandato se fosse tutto a posto.
Invece tutti si rivolgevano a Naruto, tartassandolo di domande sul perché fosse diventato taciturno; anche Sasuke si era accorto che anche il suo ex- rivale era cambiato, e sperava che il motivo fosse lui; quando immaginava il volto triste di Naruto, costretto a non parlargli a causa di Sakura, il peso che portava al cuore si faceva meno intenso.
Dopo qualche giorno, si venne a sapere che Naruto e Sakura si erano lasciati; stranamente, entrambi si comportavano come amici, come se non provassero alcun tipo di disagio; ma Naruto era ancora il fantasma di se stesso, i suoi occhi accesi e il suo sorriso erano spariti.
Tornò a chiacchierare con i compagni, ma si trattava di parole vuote. La vitalità, l’allegria, tutto quello che aveva sempre caratterizzato Naruto, non facevano più parte di lui.
Sasuke cominciò a convincersi che dietro c’era altro. Avrebbe voluto sapere che cosa passasse nella testa del biondino, mettere a posto quello che non andava, per far sì che il loro rapporto tornasse quello di prima; ora che Sakura non era più un problema, Sasuke non riusciva ad immaginare che cosa c’entrasse lui, perché Naruto avrebbe dovuto prendersela con lui ed ignorare solo lui.
Sasuke si trattenne per molto tempo, cercando di eliminare dalla sua testa ogni pensiero che lo riguardasse; però la sofferenza, il dolore, e la delusione che provava, quei sentimenti lo stavano uccidendo lentamente.
Alla fine della lezione di ginnastica, quando tutti i compagni di classe erano andati via, a parte Naruto, Sasuke colse l’occasione di parlare con lui; aspettò che uscisse dal bagno, e bloccò l’uscita con il suo corpo, appoggiandosi alla porta.
Naruto gli rivolse uno sguardo sorpreso e nervoso insieme; Sasuke aprì la bocca per parlare, ma venne anticipato.
«Che vuoi?»
Non era quello che si aspettava Sasuke; il tono che Naruto aveva usato era freddo, e gli fece ancora più male dell’essere stato ignorato per tutto quel tempo; perciò non riuscì a rispondere, la gola gli bruciava.
«Allora? Muoviti, devo andare in classe» continuò Naruto, distogliendo lo sguardo dal suo, troppo velocemente; in quell’attimo Sasuke tornò in sé, provando un moto di rabbia che lo indusse a prendere la parola.
«Che problema hai?» sibilò, con il volto contratto e le mani strette a pugni «Hai mangiato yogurt scaduto?» questa di solito era una delle battute che utilizzava Naruto, e quando lo faceva aveva sempre il sorriso sulle labbra; perciò Sasuke sperava che, ripetendo le sue esatte parole, potesse far tornare l’altro a sorridere.
La cosa funzionò, ma in modo diverso da quello che Sasuke si era aspettato; Naruto non sembrò divertito, ma i suoi lineamenti si addolcirono e il tono della voce non era più freddo quando parlò.
«Quello lo mangi tu, teme»
Sasuke represse il sospiro di sollievo che stava premendo per uscire fuori, e pensò che stava facendo la cosa giusta; doveva continuare in quel modo, per scoprire che cosa stesse tormentando Naruto.
«Allora cosa, ti è morto il gatto, dobe?» lo provocò, con un ghigno sulle labbra, togliendo le spalle dalla porta per fare un passo verso di lui; erano ancora distanti, ma a Sasuke andava bene così; se Naruto fosse stato troppo vicino, sarebbe sorto il problema di trattenersi a fare qualcosa di avventato e disdicevole.
«Non sono fatti tuoi» fu la risposta secca.
«Sei depresso perché la tua ragazza ti ha lasciato? Avresti dovuto saperlo che non sarebbe durata, chi mai vorrebbe amare con un dobe come te»
Prima di parlare aveva immaginato la reazione di Naruto alle sue parole, il volto che si imbronciava, le guance rosse dall’indignazione, e una serie di bastardo provenire dalla sua bocca; invece, quello che accadde, fu completamente inaspettato. Naruto era sconvolto e ferito, e Sasuke riuscì ad intravedere i suoi occhi liquidi prima che sfuggissero al suo sguardo.
«Quindi è così…» Sasuke parlò a bassa voce, anch’egli spiazzato dalla piega degli eventi «Sei davvero rimasto scottato»
Naruto non rispose, ma era chiaro che il suo mutismo equivalesse ad una conferma; non aveva più senso indagare oltre, e continuare a metterlo a disagio con quelle domande inopportune. Sasuke non aveva ottenuto la risposta al suo quesito, non era riuscito a capire perché Naruto avesse cominciato ad ignorarlo, ma sapere che era addolorato per la fine della relazione con Sakura, era troppo anche per lui.
In cuor suo era sempre rimasta la speranza che un giorno Naruto potesse vederlo veramente, capire i suoi sentimenti senza bisogno di parole; ma non c’era nulla da fare, perché lui era troppo preso dalla sua ex-ragazza, forse l’amava, mentre Sasuke non era niente in confronto.
«Se glielo dici, magari ti da un’altra possibilità»
Non era il vero Sasuke a parlare, ma qualcun altro al posto suo, che aveva preso il controllo della sua voce, non usando alcun tono; perché il vero Sasuke, era troppo concentrato a mantenere insieme i pezzi del suo cuore, a tenere a bada la delusione profonda, a soffrire per il dolore acuto che lo stava lacerando piano piano.
A quelle parole, Naruto alzò finalmente lo sguardo, mostrando sì le lacrime trattenute, ma anche un accenno di sorpresa.
«Che cosa intendi?» gli domandò, facendo alcuni passi verso di lui, inglobandolo nel suo campo visivo.
Ormai Sasuke faticava a parlare, però si costrinse a farlo, nonostante fosse un comportamento alquanto masochistico.
«Parlo dell’Haruno. Se la ami, dovresti dirlo, dirlo di nuovo»
Sasuke non sapeva se Naruto l’aveva già fatto, se le aveva confessato i suoi sentimenti più profondi; diede per scontato di sì, perché per uno come Naruto, abituato ad esprimersi, non poteva essere stato un problema.
«Io non amo Sakura. Sono io ad aver lasciato lei, anche se tutti pensano il contrario. Però siamo rimasti buoni amici» replicò quello, con un tono mesto, portandosi le braccia al petto.
Sasuke cercò di non rimanere a bocca aperta, perciò strinse le labbra udendo quelle parole; sembravano lenire le sue ferite, addolcire il suo animo tormentato. Il sollievo cominciò ad avanzare nel suo corpo, e quando rispose, provò a non far tremare la voce.
«Quindi l’hai lasciata perché hai capito di non amarla» non era una domanda, ma un’affermazione, e il solo fatto di mettere in chiaro che Naruto non amava Sakura, lo confortava come faceva una coperta morbida e calda nelle notti fredde.
Naruto annuì, e avanzò di nuovo verso di lui, costringendo Sasuke ad indietreggiare alla porta; non riuscivano a distogliere i loro sguardi, ed entrambi sembravano colmi di aspettativa e pieni di parole non dette.
«Io amo un’altra persona» gli confidò Naruto a voce bassa, dopo un attimo di esitazione «Ma questa persona non amerà mai un dobe come me»
Sasuke non riusciva a concentrarsi a causa della sua vicinanza, e i battiti frenetici del suo cuore gli impedivano di pensare lucidamente alle sue parole; il profumo inebriante di Naruto, il suo respiro caldo, i suoi occhi azzurri lucidi e l’espressione dolce e triste che aveva sul volto, lo facevano diventare come di gelatina; non riusciva a mantenersi sulle gambe, fortunatamente il muro dietro di sé era il suo sostegno.
Dopo qualche istante di silenzio, Sasuke parlò, la sua voce era quasi gracchiante.
«Perché me lo stai dicendo?»
Naruto alzò le spalle, assumendo un espressione ancora più desolata.
«Ormai non ho niente da perdere»
Sasuke non sapeva come rispondere, perché aveva fatto vagare gli occhi sulla sua bocca, seguendo il movimento delle sue labbra senza in realtà capire le sue parole. Aveva il disperato bisogno di baciarlo, assaggiarlo, sentire il suo sapore, inglobare Naruto dentro di sé e non lasciarlo più andare.
«Non ce la faccio più»
Questa volta Sasuke lo ascoltò, liberando la sua mente da quegli strani pensieri; ma nonostante avesse capito le sue parole, non riuscì a mettere insieme i pezzi.
«Cosa vuoi dire?» domandò accigliato, cercando di trovare la risposta nei suoi occhi azzurri che si erano nuovamente offuscati; Naruto sembrava sul punto di scoppiare in lacrime, ed era proprio ciò che Sasuke non voleva che accadesse.
Lo vide scuotere furiosamente la testa, e mentre lo faceva, ondate di profumo arrivarono dritti alle narici di Sasuke, mandandolo in confusione.
«Insomma, che cosa vuoi d-» non riuscì a terminare la frase, perché improvvisamente le sue labbra furono coperte da quelle di Naruto.
Sasuke s’immobilizzò come se fosse di marmo, sentendo le guance prendere fuoco.
Non riusciva a crederci, forse stava sognando, ma la bocca di Naruto che si muoveva contro la sua, cercando di aprire un varco tra le sue labbra, era fin troppo reale.
E poi c’era il calore del suo corpo, premuto, spalmato contro il suo, le sue mani che ora gli trattenevano il viso per impedirgli di muoversi, le sue ciglia che gli procuravano un lieve solletico; non poteva essere la sua immaginazione, Naruto lo stava baciando davvero, e contemporaneamente piangeva; le sue labbra soffici, erano salate e bagnate di lacrime.
Sasuke era troppo sconvolto per provare a fare qualcosa, e dopo qualche istante Naruto si staccò, lanciandogli uno sguardo annebbiato dal pianto, fin troppo deluso e amareggiato.
Sasuke non riuscì ad impedirgli di uscire dal bagno, e solo quando fu tornato in sé, capì di essere stato uno sciocco a lasciarlo andare.
Tutte le parole di Naruto avevano acquistato senso, e Sasuke odiò se stesso per averlo ferito; doveva trovare il modo di rimediare, prima che fosse troppo tardi.

*

Durante le ultime lezioni, Naruto mantenne lo sguardo fisso verso la lavagna, nonostante sentisse su di sé gli occhi scuri di Sasuke che non lo lasciavano un attimo. Dopo essere fuggito dallo spogliatoio, era corso in un altro bagno per asciugarsi il viso e tornare decentemente in classe. Sakura si era accorta che qualcosa non andava, poiché il suo viso non era ancora tornato del suo colore naturale; Naruto le aveva accennato del guaio che aveva combinato, ma prima che potesse approfondire, era entrato il professore, seguito da Sasuke.
Allora Naruto aveva abbassato gli occhi, in imbarazzo; inoltre non voleva vedere il disgusto sul volto di Sasuke, dopo quello che gli aveva fatto. Era certo che l’Uchiha lo stesse odiando per avergli rubato un bacio, forse il suo primo bacio.
Naruto sapeva che lui non era mai stato con nessuno, e non riusciva a spiegarsi il perché; era il ragazzo più bello che avesse mai visto, e molte sue compagne di classe e studentesse dell’istituto avevano una cotta per lui. Ma a volte si trovava a sperare con tutto il suo cuore che Sasuke rimanesse da solo, perché se lui non poteva averlo allora non poteva averlo nessuno; ma era un pensiero egoistico.
Nonostante si fosse messo con Sakura, non l’aveva mai amata; le aveva confidato di sentirsi confuso riguardo a ciò che voleva davvero, ma lei aveva insistito, chiedendogli di provare a stare insieme. Così Naruto aveva acconsentito, sperando di avere la risposta alle sue domande.
Ma i baci di Sakura, la sua mano gentile, e il suo sorriso, non gli facevano tremare il cuore come riusciva a fare un solo sguardo di Sasuke; avere i suoi occhi neri puntati addosso, gli rendeva le gambe molli; rispondere alle sue provocazioni, litigare con lui ogni giorno, sapere di essere preso in considerazione, lo rendeva così felice, come se tutto quello di cui avesse bisogno fosse il solo sapere di essere tra i suoi pensieri.
Naruto aveva capito di essere innamorato di Sasuke, e stava male per il suo amore non corrisposto.
Alla fine, la relazione con Sakura non era durata; ogni giorno si sentiva sempre più frustrato, cercava di seppellire il suo desiderio dentro di sé, ma era difficile e doloroso. L’unica soluzione era allontanarsi, e così aveva fatto; aveva continuato a sperare che Sasuke gli chiedesse il motivo del suo comportamento, ma non era mai successo.
Naruto aveva cominciato a pensare che a Sasuke non importasse niente di lui, fino a quando, un giorno, dopo la lezione di ginnastica, l’aveva trovato nello spogliatoio; e sentirsi dire da Sasuke che nessuno avrebbe amato un’idiota come lui, era stata una coltellata al cuore.
La speranza di essere corrisposto era scemata, così come tutte le sue difese; aveva pianto, mentre lo baciava, perché sapeva che sarebbe stato il suo primo e unico bacio al ragazzo che amava.
Sasuke non aveva ricambiato, e Naruto era fuggito via. Aveva perso tutto, ma almeno non aveva più nulla da nascondere.

*

Dopo la scuola, Naruto non tornò a casa, d’altronde non c’era nessuno ad aspettarlo; viveva da solo, il suo tutore lo manteneva economicamente, ma di rado si faceva vedere. Decise di andare a prendersi un gelato, per risollevarsi il morale con qualcosa di dolce. Scelse cioccolato e panna, e cominciò a gustarlo non appena fu seduto in una panchina del parco.
Dopo qualche lappata, il cellulare cominciò a suonare facendolo sobbalzare un poco; per fortuna non aveva fatto cadere il gelato, e con una mano prese il telefono dalla tasca per rispondere. Era Sakura, che gli domandò dove fosse finito dopo essere fuggito da scuola, perché aveva provato a chiamare a casa sua ma non aveva risposto nessuno.
«Sono seduto al parco, vicino la gelateria Crème» gli rispose con tono avvilito, leccando le parti del gelato che minacciavano di colare sul cono «Mi dispiace Sakura- chan» continuò, negando l’invito a casa sua «Voglio restare un po’ solo»
Lei stava per ribattere, quando gli urlò un “Aspetta, il citofono!” così forte che lo stordì; Naruto allontanò il cellulare dall’orecchio, intuendo che Sakura era sparita per andare ad aprire la porta. Dopo qualche minuto, la sentì tornare al telefono, e stava ansimando «Sei al parco di fronte la gelateria Crème giusto?» gli domandò di nuovo, frettolosamente e con il fiato corto.
«Si, ma non c’è bisogno che tu venga, sto bene» rispose Naruto, con voce posata, per dare l’impressione di essere tranquillo «Ci vediamo domani, okay? Grazie Sakura-chan»
«No, non vengo» disse lei, dopo qualche istante di silenzio per riprendere fiato «Ti voglio bene, Naruto» e lì la comunicazione si interruppe. Naruto infilò il telefono in tasca, confuso; per un attimo aveva dimenticato Sasuke e il suo problema. Tornò a mangiare il gelato, guardando assorto dei bambini che giocavano con la palla, seguiti dagli occhi attenti della madre.
Ci volle un po’ per finire il gelato, perché all’improvviso gli era passata la fame; ma non poteva buttarlo via, perciò con un poco di sforzo ce l’aveva fatta. Lasciò la panchina per andare a buttare la carta, e quando alzò lo sguardo dal cestino della spazzatura, incrociò due occhi neri che lo fissavano da molto vicino.
Naruto sentì il suo cuore fare un tuffo, e rischiò di cadere con il sedere a terra, dopo essere indietreggiato un po’ troppo bruscamente. Sasuke era lì, con i capelli neri scompigliati, e le guance meno pallide del solito; sembrava aver corso, la sua camicia bianca non era abbottonata con cura, e alcune parti di essa erano sfuggite fuori dai pantaloni.
«Naruto» il suo tono non lasciava trasparire nulla, ma il solo suono della sua voce provocò in lui tremiti incontrollati.
«Che ci fai quì?» riuscì a dire, spiazzato dal fatto che fosse lì di fronte a lui, e in imbarazzo per la sua vicinanza; il cestino della spazzatura era l’unica cosa che li separava, e Naruto ringraziò mentalmente che ci fosse qualcosa a mettere distanza tra loro.
«Ti devo parlare» ora Sasuke sembrava nervoso, perché i suoi occhi neri saettavano da tutt’altra parte; ma la sua voce era ferma e decisa, perciò Naruto non poté rifiutare.
«Allora parla» rispose, racimolando tutto il coraggio che possedeva per rimanere ad ascoltarlo, senza tentare di fuggire come un codardo; aveva paura di sentirsi dire cose brutte, cose che l’avrebbero ferito. Un suo rifiuto, netto e a voce alta, lo avrebbe distrutto completamente.
«Perché mi hai baciato?»
La domanda di Sasuke era diretta, e Naruto si ritrovò ad abbassare gli occhi verso la terra; voleva morire, in quel preciso istante, ma purtroppo gli doveva qualche spiegazione. Il danno era fatto, si era esposto baciandolo, quindi confessare i suoi sentimenti sarebbe stata solo la ciliegina sulla torta.
«Tu mi piaci, perciò ti ho baciato» rispose, con un tono basso e afflitto «Anzi, non mi piaci soltanto, sono innamorato di te»
Non si domandò dove avesse trovato il coraggio di dirlo, e soprattutto come avesse fatto ad alzare gli occhi in quel momento per guardare la reazione di Sasuke; quello che trovò, gli fece battere forte il cuore dall’emozione.
Sasuke non aveva il volto disgustato dalle sue parole, ma sembrava completamente in imbarazzo; però riuscì a sostenere lo sguardo di Naruto, e quando parlò la sua voce era bassa e roca.
«Quindi…» cercò di schiarirsi la gola, prima di continuare «Tu hai una cotta per me?»
Naruto si sentiva troppo sollevato per tornare ad essere triste; Sasuke non poteva ricambiarlo, ma non lo stava aggredendo, non lo stava odiando, ed era più di quanto potesse desiderare.
«No» rispose, scuotendo la testa; Sasuke lo fissò in malo modo, e a quel punto Naruto si fece scappare un lieve sorriso «Non ho una cotta, io sono innamorato di te» chiarì, trovando adorabile il modo in cui le guance di Sasuke arrossivano, adorando le sue palpebre che sbattevano confusamente.
«Mi dispiace di averti baciato in quel modo. Ma non ce la facevo più a mentire…non ti sto chiedendo nulla, lo so che non potrai mai ricambiare quello che provo per te. E poi, come fa qualcuno ad amare un dobe come me» il suo sorriso si spense, ricordando le parole che Sasuke gli aveva rivolto quella mattina. Ma Naruto non sentiva più tanto dolore; aveva rivelato i suoi sentimenti, si era liberato di quel peso che portava da tanto tempo, e ora era rassegnato all’idea vivere senza Sasuke; doveva solo andare avanti.
Sasuke non rispose, ma girò intorno al cestino, arrivandogli accanto; lo prese per un braccio, ma ancora le sue labbra erano sigillate.
Naruto osservò la presa, poi tornò a guardarlo negli occhi, confusamente.
«Non devi dire nulla, io…beh, è quello che provo, però tu puoi dimenticare tutto e far finta che non ti abbia detto niente»
Cercò di muoversi per liberarsi dalla sua stretta, ma Sasuke glielo impedì afferrando anche l’altro braccio.
«Sasuke» provò a dire Naruto, scosso dalla sua vicinanza; i suoi occhi neri lo mettevano a disagio, avrebbe tanto voluto nascondersi; si sentiva troppo esposto sotto il suo sguardo attento e indecifrabile.
«Chi può amare un dobe come te…»
Improvvisamente Sasuke parlò, mantenendo una voce bassa; ma Naruto aveva sentito, anche se avrebbe tanto voluto tapparsi le orecchie e fuggire via. Gli faceva male, tanto male.
«…solo un teme come me» ormai era solo un sussurro, e dopo averlo detto, Sasuke aveva distolto lo sguardo, in imbarazzo.
Le sue mani stringevano ancora le braccia di Naruto, anzi, avevano rafforzato la presa; era agitato, ma anche speranzoso che le sue parole fossero arrivate al cuore dell’interessato.
«Cosa?» Naruto sentiva le gambe molli, e la sua voce tremava «Cosa hai detto?»

Sasuke sbuffò imbarazzato, ma si costrinse a ripetere, sussurrando.
«Ho detto che solo un teme come me può amare un dobe come te»
Naruto trattenne il respiro, il cuore che gli pulsava nelle orecchie;
Sasuke tornò a guardarlo, incerto se continuare o meno; alla fine scelse la seconda opzione, non trovando il coraggio di dire altro. Ma Naruto sembrava anche confuso, oltre che emozionato; Sasuke non poteva rischiare di essere stato frainteso, e non potendo aprire bocca per parlare, decise di usare la bocca per fare altro.
Così, senza continuare a pensarci, si sporse posando le sue labbra su quelle di Naruto, dolcemente, senza approfondire; era troppo nervoso, e non riuscì a mantenere gli occhi aperti durante quel contatto.
Questa volta fu Naruto a rimanere immobile, troppo sconvolto dalle sensazioni che provava, dall’emozione che l’aveva completamente paralizzato. Spalancò le palpebre quando Sasuke cominciò a muovere le sue labbra, e sentì le sue mani che lasciavano la presa sulle braccia per raggiungere i suoi fianchi. Sasuke lo stava stringendo e lui non faceva nulla, era bloccato; cercò di muoversi, voleva ricambiarlo disperatamente, e quando percepì qualcosa di umido sulle sue labbra, capì che era la lingua di Sasuke che cercava di entrare nella sua bocca.
A quel punto non riuscì a resistere, cedette al desiderio e all’amore che provava per lui, e il bacio da casto divenne più profondo ed intimo.
Naruto alzò le braccia per allacciarsi al collo di Sasuke, approfondendo il contatto con la sua lingua, mugolando per il piacere che provava, ed assaporando il sapore di Sasuke che gli sembrava così buono; era commosso, emozionato, e desiderava che quel bacio non avesse mai fine.
Purtroppo, dopo qualche istante dovettero fermarsi, ritrovandosi senza fiato, ma si mantennero stretti nel loro abbraccio; Naruto sorrideva imbarazzato, con gli occhi lucidi dalla felicità, e anche Sasuke sembrava compiaciuto quanto lui.
Entrambi non riuscivano a racimolare le parole, perciò rimasero in silenzio, con i cuori che battevano velocemente, a causa delle emozioni forti che stavano provando.
Naruto continuava a sorridere, mentre giocherellava con i capelli di Sasuke, arricciando alcuni ciuffi intorno al dito indice. Sasuke invece lo guardava, con la mente annebbiata dal desiderio e dall’ amore che finalmente era riuscito ad esprimere.
Sfiorò ancora le sue labbra, così soffici e zuccherate; non riuscì a resistere e le assaggiò nuovamente con la lingua, e poi lo baciò profondamente, accarezzandogli i fianchi con le mani.
Naruto ricambiò, afferrando gentilmente i suoi capelli con le dita, aprendo la bocca e muovendosi su di lui; succhiò la sua lingua, leccò le sue labbra, e si baciarono in modo intenso fino a quando rimasero senza fiato; e poi tornarono a baciarsi, ancora, ed ancora.
Quando si fece tardi, dovettero rientrare ognuno alle proprie case; si salutarono al parco, forse in modo un po’ impacciato, e alla fine si separarono. Mentre camminavano per la strada, erano soli; ma Naruto e Sasuke non si sentivano così, non più.
Anche se erano fisicamente lontani, ora i loro cuori battevano all’unisono.
La mattina seguente, entrambi avrebbero aperto gli occhi, con un sorriso sulle labbra, sapendo di amare e di essere amati.



Fine

  
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