RRS
= Round Robin
Stories; una fict scritta a più mani. Di solito ogni
capitolo viene affidato ad
una persona diversa. Anche se l'opzione è stata
rimossa siamo sempre in tre a creare i capitoli. *O*
Anil13:"
Benvenuti cari avventurieri in questa pazza fan fiction
sperimentale! Promettiamo un'avventura epica ed all'ultimo sangue!"
Caomei:" Si e decliniamo fin da ora ogni
responsabilità per
eventuali
disturbi psico-fisici dovuti alla lettura della fict quali: manie di
persecuzione, epilessia, mutismo...ecc...
(non
sarete risarciti
nemmeno se doveste diventare come Aoyama U.U)
Declaimers:
Tokyo Mew Mew non appartiene a me, ma a Mia
Ikumi e Reiko Yoshida, e non ne possiedo i diritti. Questa storia non
ha scopo
di lucro né è serializzata.
Il cafè dei ricordi.
Simili a
tante sfarzose principesse, i piccoli ventagli dorati del Ginkyō,*si
lasciano sedurre dal principe Vento Autunnale e con esso danzano
volteggiando
nell'aria: a mille
ne porta con sé,
nella sua illusoria danza, quel principe gelido ed invisibile. In certi
momenti
le piroetta in cielo, vorticoso e sfrenato, come il più
spietato degli amanti,
in altri le culla a mezz'aria con molle
sensualità. Finché i piccoli ventagli
sembrano stanchi e, sfiorando il suolo con le loro leziose gonnelline, gli chiedono di potersi
fermare per riposare.
" Ancora un ballo!"
sembra chiedere loro
il vento mentre
richiama
le sue auree principesse tra le proprie braccia e di nuovo le fa
volteggiare
nell'etere per un ultimo ballo che le sfinisce. Ecco ora
anche l'ultima danza
si è conclusa e tutte si spargono in un prezioso tappeto:
coprono i viali e le
strade di cemento scuro create dagli uomini.
"Dispettoso
Ginkyō!
Noi
spazziamo da ore e tu continui a far cadere le tue foglie!"
Strillò
esasperata una
quattordicenne mentre, tra le risa delle amiche, cercava disperatamente
di
mantenere le foglie nel suo mucchietto che aveva preparato ai piedi
dell'
argentea corteccia del grande Ginkyō ornamentale, che si trovava nel
giardino
del locale dove lavorava. Ormai erano ore che lei e le altre cinque
ragazze, delle
sei dipendenti che contava in tutto il Cafè Mew Mew, si
affannavano invano a
pulire il vialetto principale e la battuta della ragazzina aveva
espresso
brillantemente il pensiero di tutte quante suscitandone
l'ilarità, una
deliziosa pausa da quel lavoro ingrato. Le dolci risate di quelle
giovani
donne, non più bambine e non ancora adulte, risuonavano
cristalline tra il
fruscio delle foglie ed il vento che, impertinente, giocava malizioso
con le
corte gonne delle loro divise colorate. Solo una non partecipava
standosene in
disparte senza nemmeno guardarle ed addirittura estranea a
ciò che lei stessa
aveva provocato.
"E basta!
Che palle!" Sbottò
Purin voltandosi, parecchio
infastidita, verso le colleghe.
Le ragazze
del locale smisero istantaneamente di ridere ed allibite fissarono
incredule la
ragazzina bionda che ora le guardava adirata. Perfino la bellissima e
sempre
imperturbabile Zakuro, la più grande del gruppo, pareva
stupita dalla violenta
reazione della biondina. Nessuna sapeva cosa dire: Purin non aveva mai
risposto
in quel modo brusco e neppure se l'era mai presa per delle
semplici risate,
anche se, a pensarci bene, già durante la mattinata appena
trascorsa era parsa
parecchio svogliata nel lavoro ed insofferente verso i clienti. In realtà la
biondina aveva già chiarito con
loro il motivo del suo malumore quando aveva accennato al fatto di
essere"mensilmente indisposta".
Eppure
quella stessa mattina si era presentata al lavoro puntuale e di sua
spontanea
volontà nonostante fosse Giovedì, ovvero il suo
tanto agognato giorno di
riposo, e nonostante la sua presunta indisposizione. In
realtà al suo arrivo,
Purin, aveva riferito ad Akasaka e Shirogane, i gestori del locale, che
voleva
fare un po'di straordinari per far quadrare i conti a casa;
essendo al corrente
della sua situazione familiare sia Akasaka che quattro delle sue
colleghe le
avevano creduto da subito ed avevano perfino lodato il fatto che fosse
venuta,
senza curarsi dell'indisposizione, per amore dei cinque
fratellini che aveva a
carico. Solo i più sospettosi tra loro, Zakuro e Shirogane,
parvero
intuire che la ragazzina non fosse stata del tutto sincera e che in
realtà
stesse nascondendo qualcosa. Per questo motivo il ragazzo aveva preteso
da lei
ulteriori spiegazioni prima di concederle di restare. Il colloquio era
durato
per circa un'ora durante la quale tutte le ragazze, prese
dalla curiosità,
avevano interrotto il loro lavoro di cameriere per origliare alla porta
dell'ufficio del titolare. Tuttavia quando la biondina era
uscita sul viso aveva
un'aria ugualmente indecifrabile anche per la stessa Zakuro,
la quale fu
però l'unica,
oltre a Reatsu, a
rispettarne il riserbo. Invece Ichigo, Minto e Berii avrebbero dato
anche
l'anima per sapere cosa si fossero detti, di preciso, lei e
Shirogane e divennero
parecchio invadenti nei confronti della povera Purin. Per cui, arrivati
a
mezzogiorno, il clima al Cafè Mew Mew era divenuto davvero
opprimente per la
ragazzina bionda, al punto che Shirogane si vide costretto prendere dei
provvedimenti ed assegnare alle ragazze un compito che le tenesse
impegnate per
il resto della giornata; spedirle tutte e sei fuori a spazzare le
foglie gli
parve da subito l'idea migliore tanto più che,
quel giorno, i clienti
sembravano scarseggiare. Subito le ragazze avevano protestato facendo
notare
l'inutilità di un simile lavoro in una giornata
ventosa come quella ma, per
tutta risposta, si sentirono dire dal ragazzo che sarebbe bastato
lavorare sodo
e non ci sarebbero stati problemi, in più venne loro anche
promesso, sempre da
Shirogane, un premio se avessero svolto bene il loro incarico
pomeridiano.
Naturalmente Minto si congedò dopo neanche un'ora
dichiarando che l'attendeva
un'importante lezione d' Ikebana** nella
prestigiosissima scuola Ohara,
nell'andarsene rivolse un' ultima occhiata
indiscreta a Purin per poi salire
sulla sua lussuosa macchina sparendo dietro i vetri scuri.
L'occhiata
indiscreta di Minto fu l'ultimo accenno di
curiosità che Purin notò nelle sue
compagne almeno fino a pochi minuti prima quando la biondina aveva
risposto
alle loro risate
con quell'imprecazione,
abbastanza forte, da richiamarne nuovamente l'attenzione e,
quindi, la
curiosità di sapere quale fosse vero motivo della sua
insofferenza.
Ma questa volta
nessuna di
loro rise o trovò divertente la battuta, ormai era inutile:
avevano capito che
non erano le foglie
secche che il vento
stava sparpagliando di continuo, rovinando ore di fatica e neppure le
loro
risate di prima o la famosa "indisposizione
mensile" ad essere il vero motivo
del suo nervosismo. Tuttavia trovarono più saggio riprendere
il loro lavoro
smettendo per il momento di stuzzicarla, visto che Purin non sembrava
propensa
a confidarsi con loro. Nel
vederle
ricominciare a spazzare
in silenzio, la
biondina, si sentì come sollevata e tirando un sospiro
s' incamminò verso il
Ginkyō. Una volta
sotto di esso alzò lo
sguardo e con i suoi grandi occhi del caldo colore delle nocciole,
scrutò per
un attimo attraverso quei rami flessuosi ed intricati: il vento stava
cambiando
ed ora le sue foglie vibravano instabili come il suo cuore di
adolescente." Yuebin...
"
La biondina
sibilò, astiosa e triste, questo nome appoggiandosi
con una mano alla liscia corteccia del giovane albero mentre le arterie
sulle
sue tempie pulsavano dal nervoso e lo stomaco era tutto un groviglio di
preoccupazioni.
" Yuebin... "
sibilò di
nuovo con più astio ed aggiunse: " È tutta
colpa di mio padre se..."
"Purin? Cos' hai? Ti
senti male?"
Mormorò impensierita Retasu contorcendosi le mani.
La voce apprensiva e
gentile di quella ragazza con gli occhiali tondi e spessi
riportò amorevolmente
Purin alla realtà e la prima cosa che la biondina
percepì fu di avere
nuovamente gli sguardi indagatori di tutte le sue amiche puntati su di
sé.
Evidentemente neanche le buffe parole, utilizzate nella sua precedente
esclamazione verso il Ginkyō e le sue dannate foglie, erano riuscite a
coprire
il suo reale stato d' animo. "Uff...ecco
ora sono di nuovo preoccupate per
me."
Si disse abbassando
lo sguardo. "Parlane
con loro sono tue amiche..."
Fu il pensiero
immediatamente successivo.
Pensiero che la biondina rimosse subito preferendo non infastidirle con
i suoi
problemi personali. Perchè era solo colpa della
testardaggine di suo padre se
adesso lei era tesa come una molla d' acciaio tanto da non
riuscire a rimanere a
casa, nemmeno nel suo giorno di riposo, con lui
e con quell' altro uomo che l' aveva
seguito fin dalla Cina. L'
immagine
di quest' ultimo prese corpo nella
sua mente e Purin avvertì l'ansia crescerle
dentro. Rialzando la testa sentì
gli occhi pruderle per le lacrime che vi si erano accumulate ed ora
premevano
per uscire. Cercò di trattenerle, non se la sentiva di
piagnucolare davanti
agli altri come una mocciosa.
"Uff..."
Sospirò
cercando di ingoiare l'amaro che i
discorsi, avuti la sera prima con suo padre, le avevano lasciato
dentro.
La scopa di
bambù le cadde
di mano con un leggero tonfo ma lei non la raccolse, rimase immobile a
fissarsi
le scarpe nere e gialle della sua divisa da cameriera mentre qualche
lacrima
cominciava a scenderle sul viso. Ancora non rispondeva e Retasu,
muovendo
qualche incerto passo in direzione dell' amica, le
mormorò di nuovo:
"Purin?
Che cos' hai?"
Purin avrebbe voluto
alzare
la testa e sorridendo dirle "Reta-chan...sempre
a preoccuparti per gli
altri..."
ma se già
non aveva potuto evitare di
cominciare a piangere ora almeno desiderava non farsi vedere, da lei e
dalle
altre, col viso bagnato dalle lacrime.
Non era solo per orgoglio che la biondina rifiutava
l' aiuto delle amiche
ma era rimasta presto orfana di madre, con un padre assente e dei
fratellini
piccoli da guardare quindi si era dovuta abituare a tirare avanti senza
appoggiarsi al prossimo. Oltre a ciò
pensava che non fosse giusto estendere anche a loro la
propria angoscia.
"Ma come posso sperare
di ingannarle ancora? Che stupida, ormai sono
tre anni che ci conosciamo... come ho potuto anche solo pensare
d' ingannarle?"
si
ritrovò a pensare tra le lacrime mentre gli
sguardi preoccupati delle sue amiche cominciavano a pesarle seriamente. Ormai la sua maldestra
recita non stava più in piedi e tentare di portarla avanti
era patetico oltre che ridicolo.
Con un
sospiro Purin rialzò la testa decisa a raccontare tutta la
verità su quanto le
stesse accadendo a casa e nella sua vita.
"Purin...perchè
piangi?" Dissero tutte in coro
mentre lei
distoglieva nuovamente lo sguardo e l' imbarazzo le bloccava
le parole
impedendole di rispondere. Deglutì e cercò di
racimolare un po' del coraggio
rimastole, poi con la voce che tremava appena balbettò: "Scusami
Reta-chan!
Scusatemi...scusatemi tutte!Io..." ma
non riuscì a proseguire a causa
dei violenti singhiozzi che le strozzavano in gola ogni parola. Le sue
amiche
assistettero ammutolite a quella scena patetica ed ognuna
sentì il proprio
cuore stringersi ad ogni singhiozzo della ragazzina bionda. "Vado...vado
in bagno!"Dichiarò
infine, Purin, rossa dalla vergogna
e con un tono che non avrebbe convinto nemmeno un bambino, per poi fare
un
rapido inchino e mettersi a correre, a testa bassa, verso
l' ingresso del
locale. Aveva
già superato i due bassi
gradini dell' entrata quando si sentì afferrare il
polso sinistro da una mano.
La biondina si voltò d' istinto trovandosi di
fronte il viso dispiaciuto, ma in
qualche modo confortante, di Ichigo.
"Purin...noi
tutte
vogliamo rivedere il tuo sorriso di sempre, siamo tue amiche
quindi..."
La biondina si
liberò dalla
presa sbuffando "Quindi cosa Ichigo?"
Chiese abbassando il viso per non sostenere lo sguardo
compassionevole
dell' amica. "Quindi cosa
Ichigo?" ripetè
e, cercando di mantenere la voce
stabile, aggiunse: "Faremo
come...come quando Minto era stata...offesa da
Zakuro?" S' interruppe tirando
su col naso per poi riprendere: "Verrete
tutte...tutte da me a..uff...
a fare a
cuscinate...per...per ohh...divertirci finché non avremo
più la forza
di...ridere?" Farfugliò
tra un in sospiro e
l' altro mentre le sue belle iridi nocciola erano vive fonti
di pianto. Smise di
parlare ma non sollevò la testa e
continuando a piangere ed a tremare pensò: "Ichigo...tu...non
puoi capire...perchè per te...."
Ichigo, che
l' aveva
ascoltata in silenzio per darle modo di sfogarsi, ora le
sollevò il mento e
sorridendole dolcemente le rispose: "Purin, se lo
desideri verremo tutte! Lo
sai quando succedono delle cose spiacevoli bisogna cercare di non
pensarci, solo
così le
preoccupazioni voleranno via come fecero le piume dei cuscini di
Minto." Seguitando
a piangere Purin fissò
attentamente il sorriso di Ichigo.
"Ichigo...per
te è sempre tutto così
semplice."
considerò
infine la ragazzina
bionda strofinandosi gli occhi
con la mano e ingoiando gli ultimi singulti per poi assumere
un' aria quasi
adulta. Nello
stesso momento Ichigo,
sempre sorridente, prese amorevolmente le mani dell' amica e
con i suoi occhi di
caldo e voluttuoso e cioccolato parve
chiederle: "Purin io voglio
rivedere il tuo bel
sorriso, tutte noi lo vogliamo!" Purin, con fare
incuriosito, si sporse un poco oltre la spalla
della sua interlocutrice per poter vedere quale fosse
l'espressione sui visi
delle altre ragazze che erano riamaste in disparte infondo al giardino.
"Ragazze..."
pensò disperata nel vedere, con i suoi occhi arrossati,
Retasu
stropicciarsi freneticamente
il suo
gremibile di pizzo e torturasi impaziente le trecce scure mentre
l'espressione
dei suoi occhi blu oltremare era coperta dal vetro spesso degli
occhiali che
ora rifletteva la luce iridescente del tramonto. Zakuro, invece,
ostentava
calma ed indifferenza ma dai suoi occhi di zaffiro si poteva scorgere
la
profonda amarezza che ora aveva nell'animo e che neanche una
brava attrice come
lei sapeva mascherare ed infine Berii teneva la testa bassa con i
lunghi
capelli biondi che le nascondevano il viso e le mani intrecciate come
se
pregasse. Per il resto le tre ragazze erano immobili in un angolo del
giardino
semispoglio per l'autunno mentre il vento, di nuovo
impietoso, le sferzava
fischiando e creando
piccoli mulinelli che sollevavano polvere e foglie.
La biondina affondò il viso tra i seni di
Ichigo aggrappandosi con forza alle maniche a sbuffo della divisa rosso
fragola
dell' amica. "Purin io voglio
rivedere il tuo bel
sorriso, tutte noi lo vogliamo!"
Purin
ricominciò a piangere mentre questa
richiesta le rimbombava nel cervello. Era ora di affrontarle.
"Scusatemi...ragazze...scusatemi...io...vi
ho mentito...non volevo darvi preoccupazioni...non
sono indisposta...e...non devo fare
nessun straordinario!" Gemette Purin
staccandosi un poco dal
petto di Ichigo. Era stata dura trovare le parole ed il coraggio per
cominciare
questo discorso ma ora già si sentiva più leggera.
"Allora
perchè sei qui
nel tuo giorno di riposo?" A parlare, laconica come
sempre, era stata
Zakuro.
"A casa mia
c'è mio
padre...con..."
Spiegò biascicante la ragazzina bionda
rimanendo aggrappata ad Ichigo ma fissando, adesso, la modella che
aveva di
fronte.
"Con quel
suo allievo
del quale non ricordo il nome? Intendo quello che era venuto tre anni
fa qui al
cafè e che era stato tuo ospite?"
Chiese
pragmatica la
ragazza dagli occhi di zaffiro.
"Yuebin...il
mio promesso
sposo..." Annuì
Purin spostando lo
sguardo e cercando di non
scoppiare nuovamente in lacrime. Probabilmente si aspettava delle
domande ma
nessuna aprì bocca: erano sconcertate da quello
che avevano
appena udito, solo
Zakuro restava impassibile. Successivamente quest' ultima si
limitò a dire: "Capisco..." per poi
avviarsi
verso la biondina, la quale si era rimessa con
la testa sul petto di Ichigo ma almeno aveva smesso di piangere.
Vedendo il
comportamento della modella, Retasu, si prese coraggio e mosse qualche
passo
per seguirla ma Berii la trattenne afferrandola per il braccio destro.
La
ragazza con gli occhiali tondi si voltò lentamente verso
l' amica che la
guardava interrogativamente.
"Reta-chan?
Che tipo è
questo Yebin?" Chiese
la ragazza dopo un
attimo d' incertezza.
L' altra le
sorrise gentile
e disponibile come sempre "È
vero! Tre anni fa
Berii non lavorava con
noi..."
si ritrovò
a pensare sempre sorridendo poi, con una confidenza che
di solito non le riusciva, le prese la mano e
l'avvicinò a sé per risponderle
senza che Purin la sentisse. Quando
l' altra ragazza fu alla distanza giusta, Retasu,
mormorò:
"Beh...io...a
dire il vero
non lo conosco molto bene...quando è venuto si è
fermato solo una settimana, però
ho visto lui e Purin sfidarsi a kempou
dentro il locale."
Berii la
guardò perplessa
non capiva bene cosa c' entrasse l' essere dei
campioni di arti marziali col
matrimonio e stava per chiederle delle delucidazioni quando Purin
cominciò ad
urlare:
"Taruto! Me
lo avevi
promesso!Sei un bugiardo!"Gridò la
biondina per poi ricominciare piangere sul seno di
Ichigo mentre Zakuro cercava di consolarla accarezzandole materna i
capelli e
ravvivandole i codini biondi. Dal viso della modella, Berii, parve
intuire che
questo Taruto doveva essere stato molto importante per la sua amica,
forse come
per lei lo era
Tasuku. Tirò ancora il
braccio di Retasu.
"Chi è
Taruto?"
Bisbigliò alla ragazza con le trecce
"Beh...Taruto...Taruto
è..." Stava per
risponderle ma il suo sguardo
si posò su Purin, la quale aveva alzato il viso ed ora
pareva osservarla tra le
lacrime. La ragazza con gli occhiali tondi impallidì "Che
mi abbia sentita?"
Si chiese mentre
Berii la fissava in
attesa di una risposta. Per fortuna di Retasu la ragazzina rimise
giù il viso,
ma questa volta scelse Zakuro come cuscino per le sue lacrime. Tirando un sospiro di
sollievo la ragazza con
le trecce si voltò verso Berii e cominciò a
bisbigliarle una lunga spiegazione
mentre la ragazza bionda l' ascoltava ed ogni tanto sul suo
viso si leggevano i
segni sia del turbamento che della gioia a seconda di cosa le veniva
raccontato. Un racconto davvero stupefacente e più la
narrazione procedeva più
Berii ne voleva conoscere i particolari, Retasu si lasciò
tirare e finì col
raccontarle ogni cosa che conoscesse o che ricordasse, non solo su
Taruto ma
anche su gli altri due, finché
Berii non
venne a sapere una cosa che la fece arrossire violentemente e,
guardando di
sottecchi Ichigo, prese a sghignazzare "E brava
Ichigo..."
Intanto
la destinataria di queste occhiate allusive era impegnata
assieme a
Zakuro a tener ferma Purin, la quale tra le lacrime scalciava come un
mulo e
sbuffava come un toro in una corrida lanciando improperi contro suo
padre,
contro Yuebin e naturalmente contro Taruto.
Improvvisamente
comparve
sulla porta Shirogane, probabilmente attirato fuori dal locale dalle
urla della
biondina o peggio venuto per controllare come le cinque avessero pulito
il
viale. Appena videro il ragazzo tutte si zittirono e, temendo qualche
rimprovero per la confusione causata dalle urla di Purin, si voltarono verso di lui
per ascoltarlo nel
caso avesse avuto qualcosa da dire, ma il biondino si passò
una mano fra i
capelli come infastidito poi si rivolse alle dipendenti: "Ragazze,
sentite
lasciate stare tanto con questo vento non se ne viene a capo, non
importa per
il viale tanto non credo verrà nessuno oggi, venite dentro
che chiudiamo
prima." Tutte
tirarono un sospiro di
sollievo quando videro il biondo
voltarsi per rientrare,
ma il
ragazzo fece appena un gradino per poi voltarsi di nuovo ed aggiungere: "Ah
dimenticavo! Raccogliete le scope ed i sacchetti e poi venite subito
dentro!" Aveva un viso davvero
serio mentre
diceva queste parole al punto che le ragazze si preoccuparono e
raccolsero le
loro cose in silenzio ed alla svelta, per poi trovarsi tutte di fronte
a lui
che se ne stava appoggiato allo stipite della porta
d' ingresso senza mutare la
sua espressione.
"C'è
qualche problema
Ryou?" Chiese
Ichigo con circospezione.
Shirogane
spostò lo sguardo
su di lei rimanendo in silenzio ad osservarne malinconicamente il viso avvolto nella luce
infuocata del tramonto che
ne esaltava il rosso naturale dei capelli
mentre Ichigo si sentiva in un forte imbarazzo e Retasu
sentiva la
tristezza invaderla. La
ragazza con le
trecce e gli occhiali tondi era innamorata di Ryou ma non si era mai
sognata di
competere con
l' altra, sapeva che Shirogane aveva un debole
per la rossa con
gli occhi di cioccolata, così come sapeva che questa era
già fidanzata, da
almeno tre anni, con un altro ragazzo e che tra loro non
c' era mai stata una lite od
un' incomprensione.
Persa nei suoi ragionamenti Retasu non udì la conversazione
tra Ichigo e
Shirogane, l' unica cosa che sentì fu solo lui che
annunciava:
"Vi avevo
detto che ci
sarebbe stata una sorpresa: Keiichirou
ha fatto i Wagashi*** da
mangiare bevendo il the verde!"
"Ah
e pensare che Minto se li sta perdendo!" Urlò
Ichigo appena seppe che avrebbe
finalmente assaggiato quei dolci tanto buoni quanto costosi, che non si
era mai
potuta comprare, e che Keiichirou
sapeva
preparare in maniera a dir poco sublime.
"Uff...ma
devi sempre
urlare in modo tanto rozzo?" La ragazza che aveva
parlato si trovava al cancello del locale,
proprio sotto il portico d' accesso al giardino, e dietro di
lei s' intravedeva
una grande auto scura. Ichigo
si
voltò mentre un brivido le percorreva la schiena: "Mi...Minto!?
Ah ma guarda
arrivi giusto in tempo!" Esclamò la
rossa cercando di cavarsi d' impaccio,
ma Minto si limitò a farle un sorriso di circostanza per poi
annunciare: "Sono
venuta per portare un regalo alla mia Onee-sama Zakuro!****"
Poi si
voltò verso un' anziana donna con indosso un kimono
scuro e stretto in vita da un obi color susino, la quale venne avanti
prodigandosi in inchini e reggendo un involucro di seta
prugna con decori a foglie d' oro. Minto prese
il dono e raggiunse Zakuro e quando le fu di fronte
cinguettò: "Onee-sama
Zakuro accetta questo modesto dono fatto per te con le mie
mani!" Sollevò
dunque il velo di seta che
nascondeva un delizioso Ikebana nel quale i fiori, bellissimi,
degradavano dal
viola intenso al lilla più delicato mescolandosi con il
verde acceso delle
foglie ed alcuni rametti erano posti in maniera artistica. Tutte
restarono
esterrefatte nel vedere quella meraviglia creata dalla loro amica, ma
Zakuro
ringraziò freddamente e con un inchino appena accennato.
Questo deluse
parecchio Minto, la quale senza dire una parola si voltò e
fece per andarsene;
era quasi arrivata alla sua auto scura quando sentì che
Ichigo l' aveva
raggiunta ed ora la stava tenendo per un braccio.
"Minto?
Keiichirou ha
fatto i Wagashi, rimani li mangiamo tutte assieme!" Disse la rossa mentre
le sorrideva ma
l'altra la guardò con aria
superiore per poi replicare: "Uff...vedo
che
basta poco per contentarti! Ecco perchè non sopporto i
poveracci come te!" Poi
si sistemò meglio il nastro giallo tenue che le fermava i
capelli scuri ed
ondulati e cercando di rimanere calma
per non far tremare la voce aggiunse: "Sono
venuta solo per
consegnare personalmente il mio regalo alla Onee-sama
Zakuro,
ora l' ho consegnato. Non c'è
più motivo che io rimanga! Ci vediamo domani!" La mora
salì elegantemente sulla sua auto
e l' anziana chiuse lo sportello per poi mettersi accanto al
conducente. Pochi
minuti e Minto era già sparita lasciando le amiche
interdette.
"Zakuro...cosa
ti costava farle un sorriso?"
Pensò
Ichigo, probabilmente interpretando il pensiero di tutte, e guardando
il
polverone lasciato dall' auto dell' amica. "Ichigo!
Lascia stare dai
vieni!" Le urlò Shirogane mentre quasi
tutte le altre erano già rientrate o lo stavano facendo; si
avviò anch' essa
verso il locale cercando di non incontrare lo sguardo del ragazzo,
neanche lei
sapeva perchè ma ultimamente non riusciva guardare i suoi
occhi azzurri senza
sentirsi strana. Ichigo
camminava lenta
ma era già a metà strada quando Berii le si
parò davanti facendole uno sguardo
complice ed addirittura malizioso, Insinuando: "Ma...Ichigo
potevi anche
dirmelo..."
"Eh? Che
cosa?" Chiese la rossa un
po' preoccupata,
sperando che non volesse chiederle perchè fosse arrossita di
fronte a Shirogane
nonostante lei fosse già impegnata con Masaya.
La ragazza con i
capelli
lunghi le si avvicinò poi le fece una smorfia sorniona e
toccandole con
l'indice la punta del naso le chiese: "Che un
alieno si era innamorato di
te!"
"C...Co...Come
fai
a...saperlo..?!?!"Esclamò
Ichigo mentre sul suo viso si
poteva scorgere un diffuso rossore. "Co...cos'altro
sai!?" S'affretto a
chiederle sempre più agitata.
Sentendola Berii
rise, le
fece una boccaccia e saltellando si avviò verso
l' ingresso del locale quando fu
sui gradini si voltò e le disse: "Vuoi
sapere cos'altro so?"
Ichigo la raggiunse
ed
annuì fissandola quasi temesse che la bionda sapesse troppo,
l'amica la guardò
e le fece segno di avvicinarsi, quando l' ebbe vicina le
bisbigliò:
"Shh...io
so...che...so che Keiichirou ha fatto i
Wagashi da mangiare bevendo il the verde! Approfittiamone
chissà quando ci
ricapiterà di mangiarli!"
"Andiamo!" Rispose la rossa
sorridendo, sentendosi
più serena. Salì i gradini d' ingresso
del cafè e stava per chiudersi la porta
alle spalle ma si fermò
per poi voltarsi
ancora un attimo a vedere il cielo, dove ormai le ombre della sera
stendevano
il loro manto dai colori incerti e Venere salutava la Terra come prima
stella
della sera. "Ichigo...cosa
ti costava fargli un sorriso?"
Pensò
con un moto di nostalgia prima di rientrare e chiudere la porta.
Intanto, in altro
luogo,
qualcosa scivolava elegante tra le mille stelle dello spazio, come una
razza
guizza tra i mille
pesci nell' oceano.
Solo il pianeta Álfaheimr***** costruisce astronavi
tanto belle, veloci
e resistenti. Nella parte superiore del suo corpo piatto e romboidale
si trova
la cabina di pilotaggio dove ha posto l' equipaggio che, la
grande tecnologia
aliena permette di ridurre al minimo: un pilota, un copilota ed un
membro di
riserva.
"Tks! Tempo
perso...ma non
possiamo lasciar fare al consiglio?"
Sbottò per
l' ennesima volta
il giovane copilota ed, incrociando le braccia dietro la testa, assunse
un' aria
scocciata. Tutta colpa di quella missione che non lo convinceva e poi
l' obbligava a tornare sulla Terra, cosa della quale avrebbe
fatto volentieri a
meno. "E da quando lasci decidere agli altri per
te?" Ribatté, con fare
provocatorio, il membro di riserva mentre si appoggiava con
l' avambraccio allo
schienale del suo sedile facendolo ruotare in direzione del copilota,
il quale
non si era ancora degnato di rispondergli. Taruto, questo il nome del
membro di
riserva, vide che il suo compagno si stava stiracchiando sul sedile del
copilota come se neanche si fosse accorto della domanda, o meglio la
stava
deliberatamente ignorando. "Odioso..."
Sibilò
Taruto voltandosi dall' altra parte
incrociando le
braccia, l'altro gli lanciò
giusto uno sguardo per poi sbuffare:
"Andiamo!
Per questa cosa possono decidere
anche loro! Tanto, per quello che vale!"
Proferì agitando la mano sinistra
come fosse un ventaglio e
chiudendo gli occhi. Il membro di riserva si voltò di scatto
poi lo fissò e,
con un tono fintamente ingenuo e decisamente provocatorio, gli chiese: "E
tu
accetteresti senza fare storie? Eh Kisshu?"
Per aumentare l'enfasi si
portò pure un dito sotto il mento quasi
stesse pensando mentre di sottecchi studiava il suo compagno per
vederne la
reazione. "Taruto?
Il sarcasmo è una
dote naturale e tu ne sei drammaticamente sprovvisto, quindi esimiti
dall' utilizzarlo!" Affermò
Kisshu
con aria di sufficienza. "Pai digli
qualcosa!" Urlò Taruto cercando
l' aiuto del più grande.
"Si Pai,
fammi stare
zitto!" l'
anticipò
sarcastico Kisshu.
Pai si
voltò verso di lui e
per un attimo i due si squadrarono mentre Taruto si preparava ad
assistere
ad una splendida
schermaglia verbale fra
i suoi due fratellastri maggiori. Rimase perciò molto deluso
quando Pai si
limitò a mormorare:
"Kisshu, lo
sai cosa
succederà se falliremo! Non ci vuoi neanche
provare?"
"Ma si, si!
Solo non
capisco perchè ci dobbiamo fare un simile viaggio della
speranza quando la
soluzione era già a casa nostra e, per quello che vale,
poteva andare
benissimo!" Rispose Kisshu
chiaramente stizzito.
"Se andava
benissimo
allora perchè è comparsa la clessidra di
Freya?" Proruppe Taruto con
un tono indecifrabile,
ma chiaramente curioso di sentire quale risposta ingegnosa avrebbe dato
il
fratellastro. "Tks! Io un' idea
l' avrei ma se te la dico dopo Pai mi accusa
di essere troppo sospettoso!"
Replicò
l' altro alzando le braccia in segno di resa.
"Beh...dai
guarda il lato
positivo." Insinuò
Taruto rivolgendosi ancora a
Kisshu il quale, capendo dove volesse andare a parare,
sfoderò uno dei suoi
ghigni maliziosi prima di rispondere: "Cosa? Che tu
rivedi la tua scimmia
delle foreste Brasiliane?" All'
altro
però non
sfuggi la nota di disprezzo
contenuta nella frase ed offeso gli urlò:
"Purin non
è una
scimmia!"
"Beh Taruto
che dire:
divertitivi nella foresta pluviale!"
Schernì
nuovamente il più grande.
"E tu
divertiti tra le
montagne
ed i rilievi
accidentati!" Rispose di getto
Taruto non accorgendosi del sussulto di
rabbia di Kisshu il quale, se non ci fossero state le cinture di
sicurezza a
tenerlo saldamente ancorato al sedile, gli sarebbe saltato addosso per
massacrarlo. Pai notò la cosa e con un' occhiata
tentò di far capire ai due che
non era il caso di continuare. Kisshu se ne accorse e sbuffando si
voltò
dall' altra parte "Taruto? Penso che
comincerò ad ignorarti accuratamente!"
Aggiunse seccato.
"Cos'è
non vuoi rivedere
Ichigo?" Malignò
Taruto perdendosi una buona occasione per tacere, mentre Pai, guardando
l'espressione dell' altro fratellastro, si stava
già preparando al peggio.
"Preferirei
evitare!" Si sfogò
Kisshu, poi portandosi le dita
alle labbra, sospirò: "No, sul serio:
preferirei non vederla mai più!"
Le parole gli erano uscite
come strozzate al
punto che a Taruto venne spontaneo domandargli:
"Kisshu...cosa
c'è?"
Kisshu
percepì il tono
preoccupato del fratellastro minore "Niente, non
c'è niente! Ma Taruto
lascia che ti dica una cosa: se stai tornando solo per Purin allora sappi che la bambina che
cerchi non esiste
più! Preparati pure ad una delusione colossale
perchè ci sono buone probabilità
che questa lo sia!"
Ora si era
sfogato, aveva finalmente espresso cosa lo infastidisse della missione
ed
avrebbe aggiunto altro magari sul conto di Pai ma improvvisamente dalla
postazione trasmittente arrivò un massaggio:
"Qui Álfaheimr la clessidra
si è attivata, la prima fragola è
caduta!"
"Grandioso! Si
è attivata e noi manco siamo arrivati
sulla Terra!" Sbottò
stizzito l' alieno dai capelli verdi
per poi incrociare le braccia e chiudere gli occhi.
Proprio
così la sfida era stata lanciata, il tempo aveva cominciato
a scorrere ed la
prima fragola era caduta.
Note
dell' autrice:
*
Ginkyō: Ginkgo biloba una
pianta della famiglia Ginkgoaceae
** Ikebana: Arte giapponese della
disposizione dei
fiori recisi, anticamente conosciuta come Kadō. Il termine Ikebana
significa "Fiori
viventi".
***
Wagashi:
Sono dolci giapponesi
a
base di farina di riso, cereali e crema
di fagioli rossi di soia. La forma varia in base alla stagione,
così come i
colori, e sono veramente belli da vedere. Vengono considerati come un
dono di
lusso dal momento che alcune confezioni arrivano a costare anche 3.000
Yen e contengono
solo 9 pezzi.
****Onee-sama Zakuro:
Sorella maggiore
Zakuro.
*****Álfaheimr:
Il pianeta degli
alieni, il suo nome deriva dalla mitologia
norrena è il mondo dove dimorano gli Elfi chiari
detti Liósálfar.
Commenti delle
autrici:
Caomei:
"Bene!^^ ecco
finito il primo capitolo! Nel ricordarvi che il prossimo
sarà scritto
interamente da Anil13. Rinnovo l' avviso di non risarcimento di
prima e...
Compare Aoyama da
chissà
dove.
Aoyama:"Ma
come? Tutti vogliono diventare come me! ^^ Siete
venuti nel
posto giusto!"
Gary:"Ecco
la ragione che stavate cercando per scappare via,
mandare
una bomba alle autrici e distruggere il vostro computer."
Anil13:" NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!! Sei tornato!!!
Mi hai seguito anche
qui! Com' è possibile! Tornatene nella
fiction 'Che la mew
story (r)inizi!!!!"
Gary:"Spiacente.
Devo salvare il mondo dal diventare zombie
controllati
da due pazze sfasciate."
Caomei:"Gary? L' Aoyamanizzazione si
abbatterà su di te!" U.U
Infatti da Masaya
esce uno
spettro ameboide che ricorda un vegetale: una specie di broccolo. Il broccolo si
avvia verso Gary ma lo
manca e colpisce
Hitler ( che è venuto perchè ha sentito
che ci
sarà una guerra).
Il nazista comincia a sorridere come un idiota, gli spuntano due
treccine
bionde con nastrini rosa confetto ed un vestitino rosa da bavarese. Infine, saltellando come
Heidi e con la
grazia di un ippopotamo, lancia in giro
margherite canticchiando L'inno all'Ecologia di Ludvig Mark Bethoven.
intanto Gary scappa verso l'orizzonte sempre inseguito dal terribile
'virus'.
Anil13:"Se
questo è l'inizio...l'apocalisse sembra un
paradiso..."
Caomei:"Boh! Magari il peggio deve ancora venire!"
^^'''
Siamo ansiose di
ricevere i
vostri commenti!^^