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Autore: A r l i e    27/05/2013    2 recensioni
Un ampio e dolce sorriso, solcò il volto della castana-Tu sei il bambino del finestra vero?- chiese indicando la finestra da cui si affacciava sempre, al ché il biondo si chiese come facesse a sapere che il pomeriggio le piaceva tanto spiarla dai vetri di quell’infisso -È da tanto tempo che vorrei giocare con te- continuò.
{Pairing: GerIta [Accenni alla PruHun, Spamano e FrUk]{AU, Gender Bender [Fem!Italia del Nord: Serena Vargas]}
Buona Lettura ^^
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Bad Friends Trio, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Sorry but I don`t remember
Prologo

Berlino 1955

L’estate per il piccolo Ludwig, era sempre stata  la stagione più noiosa e odiata dell’anno.
Non aveva mai niente da fare in quel periodo, e per lui non  c’era cosa più fastidiosa dello  stare senza far nulla.
A questo si aggiungeva anche l’insopportabile e afoso caldo, a Berlino poi, non c’era neanche il mare!
A differenza di tutti gli altri bambini della sua età, lui amava l’inverno. Amava tutto di quella stagione: il freddo che pizzica il naso; l’inizio della scuola; la neve che imbianca le strade di Berlino, perfino le temperature bassissime, a quelle poi , si trovava sempre un rimedio, bastava coprirsi.
L’estate in Germania non dovrebbe proprio esistere, pensava il bambino, osservando con aria annoiata il paesaggio fuori la finestra della sua stanza; se ne stava inginocchiato su una sedia con i gomiti poggiati sul davanzale e il viso sorretto  dalle mani, ecco come passava le sue giornate.
D’altronde quella era la cosa più interessante che poteva fare, oltre a guardare la televisione, che tra l’altro, era un lusso averne una a quell’epoca.
Suo fratello andava fiero di quella scatola magica –così la chiamava-; l’aveva vinta grazie ad una delle  stupide scommesse che faceva con i suoi due amici Antonio e Francis, infatti doveva appartenere ad uno dei due prima.
Si voltò per guardarla; era tentato di andare ad accenderla ma si sarebbe sicuramente annoiato.
Noia
Noia
Noia
Era quasi incredibile come il mondo intero riusciva ad essere noioso agli occhi di Ludwig in quella stagione.
Un tuono risuonò nell’aria facendo eco nella sua stanzetta, preannunciando un temporale. La prima goccia di  pioggia batté sul vetro , scivolando sul legno dell’infisso e dividendosi in altre goccioline più piccole; così fece anche la seconda, la terza, la quarta, finché le gocce non cominciarono a battere sul vetro con più violenza creando dei sentieri d’acqua che si catturavano a vicenda formando rivoli sempre più grandi.
Il vetro adesso era rigato da strisce d’acqua, e per Ludwig era diventato impossibile vedere cosa stava succedendo fuori, riuscì ad intravedere solo una sagoma nera incappucciata varcare la soglia della porta della casa che aveva di fronte e correre nel piccolo cortile, alternando ai salti alcune giravolte, sembrava essere felice, giocava.
Alzò il capo, e incuriosito, posò le mani sul marmo del  davanzale facendo leva in modo da sporgersi più avanti  che poteva alzandosi in piedi sulla sedia, ma la situazione non cambiava, non riusciva comunque a vedere.
“Deve essere la nipote del vicino” ipotizzò il bambino, mordendosi il labbro inferiore per trattenere la rabbia di non riuscire a vederla anche quel giorno.
Scese dalla sedia, indossò l’impermeabile e uscì fuori, confermando con piacere che la sua ipotesi: era proprio la nipote del vicino.
La bambina, giocava sotto la pioggia protetta da stivaletti e impermeabile. Saltava nelle pozzanghere, e rideva nel vedere l’acqua straripare da quella piccola conga.
Si divertiva per un niente, pensava il biondo, ignaro di aver disegnato sulle sue labbra un sorriso al vederla così felice.
Si avvicinò al cancello nero che divideva  il cortile della  palazzina in cui abitava dalla strada, e stette ad osservarla. Non l’aveva mai vista da così vicino,e a dire la verità non sapeva neanche il suo nome, il giorno si limitava ad osservarla dalla finestra quando usciva di casa: quella bambina aveva qualcosa di interessante.
-Ciao!-
Una vocina acuta e graziosa, arrivò all’orecchio del bambino. Sussultò riscuotendosi dai suoi pensieri, e notò  la vicina aggrappata alla ringhiera del cancello verde della villetta in cui abitava, che lo salutava sventolando la manina.
Ludwig, preso alla sprovvista  arrossì immediatamente. Non era molto abituato ad interagire con gli sconosciuti, neanche a scuola parlava molto, ed era sorpreso che proprio quella  lo stesse salutando -C-ciao-  rispose intimidito.
Un ampio e dolce sorriso, solcò il volto della castana-Tu sei il bambino del finestra vero?- chiese indicando la finestra da cui si affacciava sempre, al ché il biondo si chiese come facesse a sapere che il pomeriggio le piaceva tanto spiarla dai vetri di quell’infisso -È  da tanto tempo che vorrei giocare con te- continuò.
-Come ti chiami?-
-Serena e tu?-
-Io Ludwig, Ludwig Beishimidt-
-Che nome strano!- ridacchiò Serena socchiudendo gli occhi, Ludwig pensò che quell’espressione la rendeva ancora più carina -Allora Ludic, Ti va di giocare con me?-
-Si- esclamò senza dar molto peso alla pronuncia sbagliata del suo nome.

Da quel giorno, passarono all’incirca quattro anni, e Ludwig aveva finalmente cominciato ad apprezzare l’estate.
Era stata Serena a rendergliela più piacevole, finalmente aveva qualcosa da fare, anche se, doveva ammettere che gli impegni della scuola gli mancavano un po’.
-Ti piace molto l’azzurro- commentò il quattordicenne, osservando i disegni che Serena gli aveva  fatto vedere. Aveva notato questo particolare. Usava molto l’azzurro, non c’era un disegno dove quel colore mancava.
-È un bel colore non trovi?- chiese la ragazza alle sue spalle, vedendolo annuire debolmente -Veh…Ti piacciono?- domandò poi, curiosa di sapere il suo parere, chinandosi su di lui.
I capelli castani di Serena sfiorarono la guancia di Ludwig, che a quel contato non riuscì ad impedire alle sue guance di arrossire -S-Si, sono belli- balbettò, sentendo le braccia della dodicenne stringere attorno al suo collo. Si sistemò gli occhiali sul naso, e li posò sul tavolo -M-ma sono venuto qui per aiutarti con la matematica, Serena, non trovare diversivi per perdere tempo.- e la morsa attorno al suo collo si allentò  fino a diventare inesistente.
-Va bene, Ludic-  sospirò sedendosi accanto al tedesco. Aprì il libro di matematica e trovò la pagina con la lezione che gli interessava, per poi passarlo all’amico.
-Equazioni di secondo grado- lesse il titolo il ragazzo -Beh sono facili- commentò, sotto lo sguardo allibito di Serena -Si svolgono come l’equazioni di primo grado, ma qui c’è il termine a elevato alla seconda quindi bisogna trovare la delta e…- L’italiana si era persa già alla seconda parola. L’osservava sorridendo, con il gomito poggiato sul tavolo e il viso sorretto da una mano, immaginava a come sarebbe stato bello fargli un ritratto, avrebbe usato lo stesso azzurro che usava nei suoi altri disegni per gli occhi. Magari prima di ritornare in Italia gli avrebbe chiesto di poter fargli un ritratto, in modo da vederlo ogni giorno anche se lontani.
–Allora? Hai capito?- Ludwig concluse la spiegazione chiudendo il libro mentre Serena si svegliava dai suoi sogni ad occhi aperti -Eh?-
-Serena?!- esclamò il biondo intuendo che l’amica non l’avesse ascoltato-
-Veh, non riesco a concentrarmi, Ludic!-
-Nella matematica è richiesta molta concentrazione- spiegò il ragazzo sfilandosi gli occhiali -Te lo rispiegherò solo un’ ultima volta-
-No!- si affrettò a rispondere l’italiana -Non ne vale la pena- continuò chiudendo il suo quaderno -Credo che non ci capirò niente ugualmente se sarai tu a spiegarmelo- sorrise innocentemente
-Uso termini troppo complicati forse?-
-Anche- la mano di Serena scivolò su quella del tedesco stringendola
-C-cosa c’è che non va?-chiese, ma l’italiana scosse la testa chinando leggermente il capo. Si era per caso rattrista, a causa sua? Non l’aveva mai vista così triste. Con la mano libera sfiorò il  viso pallido dell’italiana constatando che la pelle al tatto era soffice e velluta. A quel contatto la castana alzò il capo, la sua espressione era sorpresa, Ludwig non era assolutamente il tipo da carezze.
 -S-scusa, devo tornare a casa- balbettò il biondo, non appena si accorse di quello che stava facendo. Afferrò le sue cose, salutò Serena e uscì di casa, con il cuore che martellava in petto.


-Gilbert!-
Serena intravide il fratello maggiore del suo migliore amico, erano giorni che non lo vedeva, e sperava almeno che venisse a salutarla prima che lei partisse per l’Italia.
-Uh?Oh! Ciao Serena, stavo venendo a salutarti, so che partirai per l’Italia oggi-
La ragazza annuì sorridendo, ma non aveva notato che in Gilbert c’era qualcosa che non andava. Non era il solito presuntuoso e arrogante sbruffone sicuro di se, non aveva il solito ghigno a incurvargli le labbra, ma un sorriso incerto appena accennato, quasi triste.
-Stavo proprio aspettando te e Ludwig- esclamò la dodicenne -Dov’è ?-
Ed eccola. La domanda che l’albino temeva di più. Abbassò lo sguardo per poi alzarlo subito. Serena sorrideva ancora, si sentiva stranamente in colpa, perché sapeva che a breve quel sorriso sarebbe scomparso -Ecco, lui…- sospirò -…lui ha avuto un incidente, circa una settimana fa -
E come aveva previsto, il sorriso abbandonò il voltò della castana, che sbarrò gli occhi e portò una mano davanti alla bocca-Cosa?!- la voce e le gambe cominciarono a tremare -C-come sta?-
Gilbert notò le lacrime girargli negli occhi, erano sul procinto di uscire e bagnare le guance della ragazzina.
-Il medico ha detto che le sue condizione sono critiche. Ma non preoccuparti, si riprenderà presto, non si farà solo vedere per un po’- non ce la fece a dirgli tutta la verità. Non riuscì a dirgli che molto probabilmente suo fratello non avrebbe ricordato più nulla al risveglio del coma.
-Stai tranquilla ok?- disse non appena la ragazza si aggrappò al suo petto, sentendo la sua schiena mentre  percorsa da singhiozzi  -Appena tornerai lui sarà di qui ad aspettarti, parola del magnifico.-
Ma forse non sapeva che le cose sarebbero andate molto diversamente.

_Note di Charlie_
Ciao ^^" 
Ecco la mia nuova storia. 
In questo prologo ho voluto un po' riassumere il rapporto tra Ludwig e Serena (Fem!Italia del Nord). 
Nei prossimi capitoli verrano compariranno altri personaggi e la storia è abbientata nel futuro.
Spero di avervi incuriositi e di ricevere qualche recensione.
A presto 
Charlie

   
 
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