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Autore: GretagGrace    27/05/2013    4 recensioni
Le litigate da Beckett non sono una novità purtroppo ma questa volta sembra proprio che la parola fine sia stata scritta. Vale davvero la pena rovinare in questo modo la propria vita, chiudere uno dei capitoli più felici solo per non accettare di non essere da soli? Ci sono alcune cose che vanno taciute, altre invece che vanno dette, anche se il momento non è dei migliori. Se ami qualcuno devi dirglielo, non quando ha una pallottola nel petto ma quando sei sicuro che ti sta ascoltando. Magari non subito, magari ci vorrà del tempo ma quella persona tornerà da te.
Genere: Comico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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La seconda confessione





Era piombato così in casa mia, senza avvisare. Ma non era la prima volta, per entrambi era routine andare e venire dall'appartamento dell'altro. Non mi ero certo preoccupata di quella sua visita in ora tarda. Poi la conversazione aveva preso una piega strana. L'invito a rinunciare, a mollare, e poi quella confessione. Beh, la prima confessione. Mi aveva totalmente sconvolta e non sarei riuscita assolutamente ad affrontare anche il peso di quello che mi aveva detto poco dopo. Il peso della sua seconda grande confessione di quella sera. Rick era riuscito a dirmi che mi amava.

"Perchè ti amo..."

Non mentre avevo un proiettile appena entrato nel petto ma finalmente quando non avevo nessuna scusa plausubile per fingere di non aver sentito. Lo sapeva, sapeva delle bugie che per un anno mi ero ostinata a far passare per realtà.

"...ma tu lo sai già da un anno."

E non era arrabbiato. Era rimasto al mio fianco quando tutti se n'erano andati, aveva rischiato di morire per me mentre sapeva che io ogni giorno lo guaravo negli occhi e gli mentivo. Era un peso enorme da accettare in quel momento, non riesco ancora adesso, da sola nel mio appartamento, a capire come qualcuno possa amare me a tal punto.
Sono ostinata, scontrosa e diffidente. Starmi accanto è una sfida ogni giorno e a me sta bene così.
Perciò non mi fido, perciò ho finto, perciò, anche se probabilmente sarebbe stata l'ultima volta in cui io e lui avremo parlato, non ero stata in grado a dire nulla. Riuscivo solo a pensare a mia madre e a quanto fossi arrabbiata con Castle, ignorando che forse lui ha ragione di essere arrabbiato con me quanto io con lui.
Forse anche di più.
Quello che mi aveva detto era bellssimo, era la dichiarazione d'amore più bella che io avessi mai ricevuto o visto al cinema ma io non ero riuscita...non avevo potuto in quel momento fare finta di nulla. La Kate che usa la menzogna come protezione aveva avuto la meglio e a quelle parole dolcissime e traboccanti d'amore ero stata in grado di rispondere solo con insulti e frasi egoiste.
Lui era rimasto lì, dritto di fronte a me ad accogliere tutto quello che stavo dicendo, tutte le follie che stavo urlando.
Pronta? Per una guerra? Ma chi volevo prendere in giro? Se non ci fosse Castle, se non fosse entrato nella mia vita quattro anni fa sconvolgendola completamente sarei ancora la detective con il serio caschetto rosso, fredda e impenetrabile a tutto e a tutti, completamente allo scuro di tutto ciò che è accaduto alla propria madre.
Castle...Rick, ha rischiato tutto per me ma poco prima, sopraffatta dalla rabbia, non ero stata in grado di rendermene conto. E lui aveva fatto l'unica cosa sensata che chiunque avrebbe già fatto da tempo. Se n'era andato via.
Mi aveva lasciata sola nel mio appartamento a maledirmi, a maledire la mia stupida lingua, la mia insensata paura e la mia irrazionale sfiducia nei sentimenti delle persone. Quando ero rimasta completamente avvolta dal silenzio e anche il rumore dei suoi passi era svanito mi ero finalmente resa conto di quello che avevo appena fatto, di quello che avevo detto.
Mi ero resa conto che Rick non se n'era mai andato, era sempre rimasto e se in quel momento mi aveva lasciata da sola non sarebbe bastata una tazza di caffè per convincerlo ad accettare le mie scuse.

***

Queste altalene mi ricordano di un anno fa, di come Rick aveva capito cosa gli stavo chiedendo e di come avesse risposto senza esitazione. Sarebbe stato con me, al mio fianco, per catturare gli assassini di mia madre.
Di come quindi mi avrebbe aspettato.
Ma questa sera piove, ho freddo e lui non è con me.
Ho rischiato di morire per mano di Lookwood, sono stata sospesa, ho lasciato il lavoro e perso qualsiasi traccia sul mandante dell'omicidio più importante di tutta la mia vita, tutto in meno di ventiquattro ore.
Abozzo un sorriso, tutto da quando ho chiuso con Castle.
So, dentro di me, che ha ragione. Come avevano ragione lui e Montgomery a dirmi di mollare la prima volta.
Sono circondata da persone che mi vogliono bene, che mi amano e io non faccio altro che deluderle e farle soffrire.
Basta.
Devo parlare con Rick.
Al telefono non risponde, non mi stupisco, sono la prima ad ignorare il telefono quando sono arrabbiata.
Solo che lui non è arrabbiato, no, lui è furioso.
Mi ha aperto il suo cuore e io l'ho ridotto in pezzi. La cosa migliore da fare è andare da lui.
Se mi troverà davanti alla sua porta dovrà per forza aprirmi.

"Beckett che cosa vuoi?"

"Voglio te."


**Angolo Autrice**

Questa storia breve è nata dopo una giornata intensiva di Castle è può riusultare un po' scema o sensa senso, sono le due di notte e mi rendo conto che mia lucidità in questo momento è discutibile ma ci sono delle situazioni in cui sento un bisogno impellente di scrivere, per aggiustare le cose, uno sguardo che non mi spiego, una frase che non mi piace quindi scrivo.
Spero che almeno un po' vi sia piaciuta, non ho un/una beta per questa storia e potrebbero esserci errori di ortografia o di concordanza dei tempi, siate clementi, ricrodate che sono le due del mattino ;)
Buona Notte a tutti i coraggiosi che sono arrivati fin qui, vi ringrazio di cuore!
Grace

  
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