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Autore: Lunastorta98    27/05/2013    3 recensioni
Prendiamo Remus e Tonks, aggiungiamo una battutina di Sirius, utilizziamo Grimmauld Place come luogo in cui ambientare la storia e mescoliamo un po' tutto. Cosa potrebbe venir fuori? Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Discussioni, pianti, sofferenze. Di certo quel giorno non era iniziato nel migliore dei modi. Lei era scappata via piangendo, appena finita la colazione, lasciando tutti a bocca aperta. Lui la guardava correre via, senza fare niente, guardandosi le scarpe. Poi come se non ci fosse nessun’altro si era alzato ed era andato in quella che da un paio di settimane era diventata la sua stanza. Non ne era uscito per il resto della giornata. La sera lei era tornata, aveva salito le scale, oltrepassando la stanza dell’uomo e entrando nella propria. Poco dopo erano scesi a cena e si erano incrociati. Lei era inciampata, come suo solito, sul portaombrelli a forma di zampa di troll e lui l’aveva afferrata prontamente. Erano vicini e i loro sguardi si erano incontrati. Gli occhi di lei tradivano il suo sorriso imbarazzato: aveva finito di piangere da poco, aveva le pupille lucide. Lo sguardo di lui faceva trapelare la sua tristezza. Perché doveva sempre far soffrire le persone che amava?
Una voce li aveva chiamati e allora si erano staccati da quella posa imbarazzante ed erano entrati in cucina, sedendosi negli unici due posti liberi. Vicini.
Dopo cena, senza aspettare un secondo di più, lui si era alzato ed era uscito. Si era fermato sul pianerottolo perché qualcuno lo aveva afferrato dal polso. Non si girò a vedere chi era stato. Lo sapeva già.
"Non mi arrendo." aveva sussurrato la voce, talmente vicina al suo orecchio che lui aveva sussultato e un brivido lo aveva percorso.
Andava avanti così da molto tempo: giorni, settimane, forse un paio di mesi. Ma le cose sarebbero cambiate. Lei lo amava alla follia, lui non era sicuro dei suoi sentimenti, ma ormai era chiaro che quella ragazza suscitava in lui emozioni mai provate.
"Io, ti amo." diceva la ragazza appena si trovavano da soli e lui si sorprendeva ogni volta, come poteva essere che qualcuno lo amava? Come poteva essere possibile che lui fosse degno di meritare affetto
"Ne abbiamo già parlato!" rispondeva lui sforzandosi di sembrare il più freddo e distaccato possibile
"Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami! Solo allora io mi farò da parte!" aggiungeva lei, in tono di sfida e lui sorrideva
"Sei una bambina!" diceva prima di andarsene
E lei piangeva
Adesso basta però, le cose dovevano cambiare e lei sapeva di dover fare qualcosa. Era certa che lui ricambiava i suoi sentimenti, senno perché non diceva il contrario?
"Io ti amo!" aveva ripetuto costringendolo a voltarsi e a guardarla negli occhi
Lui non ce la faceva, non riusciva a sostenere quello sguardo, perché sapeva che se l’avesse guardata non sarebbe riuscito a mentire.
"Ti prego, guardami! Dimmi che..." lui aveva preso a fissarla e la interruppe, impedendole di ripetere la solita frase
"Io... io non ti amo, adesso lasciami passare!"
"Bugiardo." aveva sussurrato
Lei aveva fatto qualche passo indietro, poi era scappata via e si rinchiuse nella sua stanza. Lui tremava, si era messo una mano sulla faccia, per coprire gli occhi ce lasciavano uscire qualche lacrima. Aveva sentito l’impulso si stringerla a se e abbracciarla forte, urlandogli nell’orecchio che anche lui la amava. Aveva resistito. Si era seduto per terra, appoggiando la schiena al muro
"Se continuate così, tu e mia cugina, finirete in manicomio molto presto!" una mano si era appoggiata sulla spalla di lui.
"Questa volta è diverso, non l’ho rifiutata nello stesso modo di sempre."
"Nello stesso modo di sempre? Se non l’hai rifiutata, hai detto di si? Che hai?" si era fermata poiché l’uomo davanti a lui tremava
"Le ho detto che... che non l’amo!"
L’uomo dai capelli neri aveva sospirato e se n’era andato.
I giorni continuavano a passare. Lei aveva rinunciato. Si sembra impossibile, ma lei si era arresa. Dopo il chiarissimo rifiuto che l’uomo le aveva fatto, che senso aveva combattere? Ancora...
Lui si sentiva sempre peggio, che stava succedendo? Senza la continua insistenza della ragazza, lui si sentiva vuoto...
"Posso dirti una cosa?" aveva detto fermandola
"Vuoi ripetermi che non mi ami? No grazie io non ho alcuna intenzione di essere trattata..."era stata bloccata
"Hai ragione: ho mentito."
"Che intendi dire?"
Lui non rispondeva, guardava in basso. Lei sembrava abbastanza infastidita. Si era girata e se ne stava andando. Lui l’aveva chiamata di nuovo, afferrandola per un braccio
"Io... io ti amo!"
A quelle parole lei non era riuscita a trattenersi, era scoppiata in lacrime. Lacrime di gioia! Si era girata e si era lanciata addossi all’uomo. Erano caduti a terra. Lei gli cinse il collo con le braccia e lo stesso fece lui, prendendola dalla vita. Erano rimasti in quella posa per diversi minuti, poi lei si allontanò quanto basta per guardarlo negli occhi. Le loro fronti si sfioravano, tanta era poca la distanza che li separava. Lei si era avvicinata alle labbra dell’uomo, che si era ritirato
"Aspetta."
"Che c’è?"
"Io non posso stare con te..."
"Perché no?!"
I suoi occhi erano di nuovo lucidi. Si stava per alzare
"Non perché non ti amo."
"E allora perché?"
"Sono troppo vecchio per te, tu meriti un uomo più giovane."
"Tredici anni, non mi interessa. Io non voglio un uomo più giovane!"
Lui aveva sorriso: la sua prima carta era stata giocata e aveva fallito. Si sentiva sollevato, ma lei doveva abbattere ancora due ostacoli.
"Sono troppo povero, tu meriti qualcuno che ti sappia rendere felice e io non rispondo a questa descrizione. Non potrei regalarti niente."
"Ti ricordo che sono un Auror. Guadagno molto, riuscirei a mantenere entrambi! Per quanto riguarda i regali, con te al mio fianco non avrei bisogno di niente."
Lui aveva sorriso di nuovo. Possibile che quella ragazza era così determinata? Ma la sua ultima carta avrebbe funzionato di sicuro.
"Sono un lupo mannaro, rischierei di farti del male e io non voglio far soffrire nessuno. Non voglio far soffrire te e condannare la tua vita."
"Un lupo mannaro..."
Ecco stava cedendo. Lui aveva abbassato lo sguardo, ma lei lo aveva preso dal mento e gli aveva fatto sollevare di nuovo il volto.
"Non mi interessa. Una volta al mese diventi una belva incontrollabile? Vuol dire che per quella sera io mi allontanerò, problema risolto."
Anche l’ultima barriera che lui aveva creato, era crollata in un secondo. L’aveva abbracciata e lei rispose
"Hai altre scuse?" aveva chiesto lei trattenendo a mala pena una risatina
"No, nessuna."
Si erano allontanati di qualche centimetro e i loro occhi si erano incontrati di nuovo. Quelli color cioccolato di lei si erano socchiusi mentre il suo volto si avvicinava a quello di lui. Gli occhi ambrati dell’uomo lasciavano trapelare tutta la felicità che provava in quel momento. Le loro labbra si erano sfiorate. Era stato un bacio lungo, pieno di amore. Lei aveva socchiuso la bocce e il bacio era diventato più profondo. Si erano staccati solo quando a entrambi mancava l’aria.
"Ti amo, Remus!" aveva detto appoggiando il volto sul petto dell’uomo
Lui aveva iniziato a accarezzarle quei capelli color rosa cicca che tanto gli piacevano, notando che anche il suo perfetto volto a cuore stava tendendo al rosso. Sorrise ancora incredulo a quanto era appena successo. Lui, un mostro, era riuscito a trovare qualcuno che lo amava e lo accettava. Un sogno diventato realtà.
"Ti amo anche io, Dora"

Questa è la primissima One Shot che scrivo. L'ispirazione mi è venuta mentre guardavo un video su Remus e Tonks : cominciavano a ronzarmi per la testa le parole , allora mi sono messa subito a scriverle .
Spero che vi sia piaciuta e un commento e sempre ben accetto
Lunastorta98
  
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