When I’m losing my control, the city spins around..
You’re the only one who knows: you slow it down
Oh, oh be my baby
And I’ll look after you.
~The Fray
Come
al solito Louis si accorse che era da troppo tempo davanti al computer
dalle piccole lacrime di stanchezza che cominciavano a formarsi
nell’angolo interno dei suoi occhi.
Inizialmente
abbassò la luminosità dello schermo, ma il sollievo non durò quanto
aveva sperato e in poco tempo si trovò a dover demordere, nonostante
quei video di Adam Lambert non fossero poi così male.
Allontanò
la sedia dalla scrivania con uno spintone e si passò la mano sul viso,
togliendosi occhiali e auricolari in un movimento solo.
La
prima cosa che notò, una volta che la sua attenzione non era più
concentrata sullo schermo, fu il troppo silenzio che regnava in casa.
Lui non l’aveva lasciata così, prima di immergersi negli acuti di Adam.
Secondo,
faceva fin troppo freddo per i suoi gusti. La stufa in salotto stava
andando, l’ultima volta che aveva controllato. Diede una veloce occhiata
all’orologio e si alzò dalla sedia. Era davanti al PC da tre ore, non
c’era da stupirsi se il fuoco si fosse un pochino spento.
Con
passo lento ed incerto, ancora subendo i postumi delle sue prodezze
informatiche, uscì dalla cucina che aveva temporaneamente trasformato in
uno studio, e si avviò verso il salotto.
Louis
non fece in tempo a fermarlo, che il sorriso più intenerito di sempre
lo colse di sorpresa e si affacciò sui suoi lineamenti quasi perfetti.
I
titoli di coda di Grease scorrevano imperterriti sul loro televisore
21”, il fuoco nel caminetto si era effettivamente quasi estinto ed Harry
si era addormentato seminudo sulla pelle del loro divano.
Tremava
e cercava di darsi un po’di calore circondandosi il petto con le
braccia, il naso premuto contro uno dei cuscini e la guancia
rovinosamente finita sul telecomando.
Ai
suoi piedi, una coperta tutta sgualcita si era raccolta, spinta via
probabilmente dai movimenti involontari del ragazzo nel sonno.
Louis
si avvicinò piano, leggero; non voleva assolutamente svegliarlo. Si
accovacciò a lato del divano e fece scorrere i suoi occhi su quella
meraviglia. Neanche a dirlo si perse e fu solo un battito dei denti di
Harry a risvegliarlo dalla sua trance e a riportarlo concentrato su
quello che doveva fare.
Scosse la testa a destra e a sinistra, come una mamma fintamente delusa del comportamento del figlioletto e si rialzò.
Prese
la coperta e la stese con cura su quel corpo pallido e bellissimo, in
evidente bisogno di calore. Gli sollevò dolcemente la testa per sfilare
il telecomando che stava cominciando a lasciare i segni dei suoi tastini
sulla pelle liscia di Harry; lo appoggiò al tavolino in vetro, sempre
tenendo gli occhi incollati ad ogni minima reazione del riccio.
Poi
si volse al caminetto e in qualche minuto riuscì a ricreare fiamme alte
e calde come quelle di un tranquillo e rassicurante incendio,
riscaldando l’atmosfera e regalando al loro salotto un aria sublime da
baita, con tutte le sfumature rosse e le ombre grigiastre del caso.
Era
decisamente soddisfatto del suo lavoro. Harry non tremava più e si
stava finalmente godendo il suo sonnellino al caldo che lui gli aveva
procurato.
Louis
si poggiò le mani sui fianchi e si sciolse nell’ammirare quel
capolavoro. Mancava solo quel tocco che avrebbe reso la scena perfetta e
il ragazzo sorrise, riconoscendo che aveva le carte giuste per poter
donare ad Harry anche quell’ultimo elemento reagente finale alla
reazione.
Cercando
in tutti i modi di non disturbare il suo sonno, si infilò lentamente
sotto la coperta avvicinandosi il più possibile al corpo dell’altro.
Harry, una volta accortosi della presenza di qualcuno, lo catalogò
immediatamente come Louis, probabilmente dal profumo e gli si spalmò
contro. Si mosse e si agitò fino a non aver trovato la posizione
ottimale con una gamba tra quelle del maggiore e il viso schiacciato sul
suo petto, nell’incavo tra il collo e la spalla. Harry si strusciò
ancora un paio di volte, mentre Louis rimase assolutamente immobile
lasciandogli fare qualsiasi cosa volesse, e finalmente inspirò forte
l’odore della pelle dell’altro, rientrando in un sonno profondo con il
sorriso più bello del mondo.
Gli
occhi di Louis vagavano nuovamente sul profilo di Harry, reso ancora
più misticamente bello dalle ombre che il fuoco creava sulle sue guance
leggermente arrossate, quando con le dita fra i suoi ricci e le labbra
sulla sua fronte si addormentò.
Al
suo risveglio, trovandosi addosso un Harry più felice che mai, la luce
della gioia ad uscire a fiotti dai suoi occhi grandi e verdi come
smeraldi, Louis fu fiero di sé, fiero di essersi preso cura di lui;
esattamente come aveva promesso a se stesso qualche anno prima,
registrando una cover di quella canzone dei The Fray.