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Autore: Nialls_smile    27/05/2013    2 recensioni
-Allora?ti piace il gelato?-mi chiese divertita.
-Si si é buonissimo!-esclamai felice.
-Hai tutto il naso sporco di cioccolato-mi fece notare ridendo.
Mi vergognai tanto,ma la sua risata era così cristallina che mi fece piacere farla ridere e avrei voluto sentirla sempre,come un disco rotto.
-Harry,io ti devo dire un mio segreto!-mi disse poi tornando seria
-Dimmi- la incoraggiai curioso.
-però non lo devi dire a nessuno,me lo prometti?-
-certo! io mantengo sempre le promesse!-risposi fiero
-croce sul cuore?-domandò tentennante
-croce sul cuore-le dissi rassicurandola
-Io..ho un problema-disse vaga
-Di che tipo?-domandai
------------------
Harry e Charlie,due bambini di soli sette anni,divisi da un segreto troppo grande.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mamma io esco!-esclamai afferrando il pomello della porta per poterla aprire.
-Certo tesoro,ma ricordati di tornare prima del tramonto!-mi ricordò mia madre dalla cucina.
Aprii la porta,sferrai un calcio al pallone per farlo uscire e uscii anche io.
Avevo molti amici nel vicinato,tutti bambini della mia età,e ci ritrovavamo spesso a giocare nella piazza vicino casa.
Di solito noi maschietti occupavamo il centro della piazzetta,per usarlo come campo da calcio,e le ragazze stavano ai lati a raccogliere i fiori che crescevano nelle piccole aiuole.
-Matt passa!-urlò Lucas.
Matt fece come ordinato e Lucas segnò un goal.
Tutti iniziammo ad esultare e a fare dei coretti per festeggiare.
-Che bello!abbiamo vinto!-esclamavamo.
Quando ci calmammo un po' ci abbracciammo un ultima volta,quando una voce interruppe l'abbraccio.
-Scusate..posso giocare con voi?-una bambina ci interruppe. Aveva 7 anni,come noi,era magrolina,la pelle chiarissima,con dei capelli biondi splendenti,due occhi come il cioccolato e delle minuscole lentiggini che le riempivano il volto.
-No,non puoi,le ragazze non giocano a pallone,quindi non puoi giocare con noi.-ribatté John.
La bambina abbassò il volto e si girò per andarsene.
Anche gli altri si allontanarono e,poiché il tramonto era arrivato,decisi di avviarmi verso casa.
Mangiai velocemente, e andai a dormire. Per tutta la notte sognai quegli occhi innocenti che mi avevano guardato per chiedermi di giocare.
Il giorno dopo tornai come al solito alla piazzetta,mentre giocavo non facevo altro che pensare a quella bambina. 
-Harry,prendi la palla!!-mi urlò Steph da dietro.
Ritornai al mondo reale,ma era troppi tardi,la palla era già stata rubata dall'avversario.
-Harry ma che ti passa per la testa?-
-Perché non hai preso quella palla?!potevi fare gol-
-Harry stai attento che perdiamo!!- mi urlavano tutti i miei compagni di squadra.
Io,il bambino più bravo a giocare a calcio nella zona,non ero riuscito a giocare bene.
Ero distratto,non riuscivo a concentrarmi,speravo di rivedere quella bambina che però non spuntava mai.
Era uno strazio.
I giorni passavano,ma lei non si faceva vedere,da nessuna parte,e io continuavo a giocare male.
Erano passate due settimane da quell'incontro,e quel giorno ero nella piazzetta come sempre.
La partita era finita prima visto che nessuno riusciva più a giocare bene.
Senza capo,non c'é motivazione.
Senza di me,non riuscivano a vedere una speranza di vittoria.
Stavo prendendo le mie cose quando vidi una bambina guardarci da lontano.
Era lei.
Si stava alzando e se ne stava andando. Non potevo lasciarla andare via così,di nuovo. Dovevo almeno sapere come si chiamava. Decisi di seguirla,quindi senza fare rumore seguii i suoi passi, e vidi la strada che faceva. 
Lei non si accorse di me,infatti,arrivata a casa entrò e non uscì più.
Sconsolato ma allo stesso tempo felice tornai a casa.Il giorno dopo feci le stesse cose,andai in piazzetta a giocare e la vidi,nascosta in mezzo agli alberi che ci fissava.
Lei non voleva giocare con le altre bambine,voleva giocare con noi.
Sembrava più sciupata,più bianca,come un foglio dove sono state fatte mille cancellature.
Lei si accorse che la stavo fissando e si nascose ancora di più dietro le piante.
La partita finì e lei era ancora lì che ci osservava da lontano.
Decisi di farmi coraggio e andarle a parlare.
-ehi tu!-esclamai avvicinandomi
Lei indietreggiò spaventata.
-Nono tranquilla,volevo solo chiederti se volevi giocare con la palla-dissi per calmarla.
Lei accennò un timido saluto e con un movimento quasi impercettibile annuì.
-Come ti chiami?-le chiesi allungando la mia mano per aiutarla ad alzarsi.
-Charlie -rispose in un sussurro.
-Bene,Charlie! Io sono Harry! Dove abiti?sei del quartiere,no?-domandai per farla parlare un poco.
-Si,abito qua vicino,nella casa infondo alla strada-disse piano
Le passai la palla e con dei piccoli calcetti la passavamo l'uno alla'altra.
-Sta arrivando il tramonto,io devo andare-mi disse d'un tratto.
-Ti accompagno,so dove abiti!-insistetti.
-Okay,ma sei sicuro che poi tua mamma non ti sgrida?-disse preoccupata
-Oh,nono tranquilla-mentii.
Sapevo che quando sarei tornato a casa mi sarebbero toccate tante punizioni.
Camminavamo per la stradina in silenzio e quando arrivammo davanti casa sua la salutai.
-allora,a domani!-dissi 
-A domani,Harry!-esclamò lei sorridendo un po'.
Il tramonto era già arrivato e stava per passare alla notte,quindi corsi velocemente per arrivare a a casa in fretta.
-Harold Edward Styles si può sapere perché non sei tornato prima del tramonto?-disse mia mamma infuriata
-Mamma ho una buona ragione!-dissi
-E sentiamo,qual é?-disse diventando paonazza in viso.
-ho accompagnato la bambina che abita infondo alla strada a casa e poi sono corso subito qua!-spiegai
La mamma si addolcì di botto-La piccola Charlie?-chiese
-Si,proprio lei!-
-oh,allora va bene tesoro!-disse accarezzandomi il viso.
Ero ancora perplesso da quella reazione,prima era arrabbiata e il momento dopo si era calmata,ma decisi di andare a dormire,dopo aver cenato.
Finalmente pomeriggio. Potevo vedere Charlie,anche se non la vedevo dal giorno prima.
Corsi in piazzetta e la trovai li seduta su un muretto,così mi avvicinai lentamente.
-Ehi Harry vieni a giocare?-mi urlò John
-No ragazzi,oggi non voglio!-risposi a mia volta
-Ma sei il capitano!-
-Lo so,ma non voglio giocare con voi-
-sei un bambino antipatico!-mi insultò Jake,un altro mio compagnetto di squadra.
-E tu un bambino viziato!-dissi 
Jake si avvicinò a me e mi diede un calcio sulla gamba,così io gli diedi un pugno sul braccio,e nacque una piccola rissa.
-Harry!Harry,smettila!-disse spaventata Charlie.
Io mi fermai e un pugno sulla guancia mi stordì.
Ero a terra con del sangue che colava dal naso e i capelli ricciolini che mi ricadevano sugli occhi verde prato. 
-Harry?Harry,stai bene?-disse Charlie muovendomi.
-Si Charlie sto bene-risposi cercando di rialzarmi ma lei mi bloccò in un abbraccio.
Era così tenera,anche se mi sembrava molto fragile,come se da un momento all'altro potesse rompersi in mille pezzi.
-Andiamo a giocare?-le chiesi
-Ma ti devi medicare!-mi ricordò lei.
I suoi occhioni castani e preoccupati penetravano i miei.
Mi sentivo strano,non avevo provato mai sensazioni simili ma erano piacevoli. Molto piacevoli.
-Se andiamo alla fontanella posso togliermi il sangue che c'é e cominciare a giocare-la rassicurai
Ci avvicinammo alla fontanella e mi pulii il viso,subito dopo iniziammo a giocare.
Correvamo per tutta la piazza rincorrendoci,dato che non avevo portato la palla,e non ci stancavamo mai. Correvamo e correvamo,ci sentivamo liberi. 
Poi l'accompagnai a casa e infine tornai da mia mamma.
Stavolta non fece domande e non si arrabbiò nemmeno.
Quando avevo accompagnato Charlie a casa,mi aveva chiesto se il giorno dopo sarei voluto andare a casa sua,accettai subito senza esitare un attimo.
Quindi mi ritrovavo li,a casa sua,dopo un pomeriggio di giochi vari.
Eravamo sul dondolo e mangiavamo il gelato che ci aveva offerto sua mamma.
Era una signora davvero simpatica e gentile.
-Allora?ti piace il gelato?-mi chiese divertita.
-Si si é buonissimo!-esclamai felice.
-Hai tutto il naso sporco di cioccolato-mi fece notare ridendo.
Mi vergognai tanto,ma la sua risata era così cristallina che mi fece piacere farla ridere e avrei voluto sentirla sempre,come un disco rotto.
-Harry,io ti devo dire un mio segreto!-mi disse poi tornando seria
-Dimmi- la incoraggiai curioso.
-però non lo devi dire a nessuno,me lo prometti?-
-certo! io mantengo sempre le promesse!-risposi fiero
-croce sul cuore?-domandò tentennante
-croce sul cuore-le dissi rassicurandola
-Io..ho un problema-disse vaga
-Di che tipo?-domandai
-Harry!Tua mamma é arrivata!-urlò dalla cucina la mamma di Charlie.
-Vabé te lo dico un'altra volta-mi rispose
-Okay- la salutai e con molta perplessità tornai a casa.
Durante i mesi successivi giocavamo al parco,o andavo a casa sua o lei veniva a casa mia.
Eravamo diventati ottimi amici e ci dicevamo sempre tutto.
L'unica cosa era che ogni volta che la vedevo era sempre più pallida,più magra,delle volte non veniva in piazzetta,altre dovevamo fermarci per qualche minuto perché lei si sentiva male.
Io mi preoccupavo e,lo ammetto,avevo paura,ma lei era rimasta dopo la rissa quindi io dovevo aiutarla.
Quel giorno non era venuta,e neanche il giorno successivo,nemmeno quello dopo,io aspettavo e aspettavo,ma lei non arrivava.
Quando tornai a casa,l'ennesimo giorno che lei non era venuta,vidi mia mamma piangere così corsi da lei e l'abbracciai,a Charlie piaceva quando lo facevo quindi poteva piacere anche a lei.
-Mamma che cosa é successo?-
-Charlie,tesoro,é andata in un posto migliore -disse per poi scoppiare a piangere.
Io me ne andai offeso,lei se n'era andata via,si era trasferita senza dirmi niente.
Eppure noi ci dicevamo tutto.
10 anni dopo
-Mamma io esco!-dissi aprendo la porta
-Si tesoro,cerca di non tornare ubriaco però!-rispose lei dalla cucina.
Non avevo niente da fare a casa,era estate,ero tornato da Cambridge e mi ero appena diplomato quindi niente compiti,i miei amici erano tutti fuori città e la mia ragazza era dai suoi nonni a Liverpool. 
Vidi un piazzetta abbandonata,così decisi di entrare,giusto per rilassarmi un po'.
Aveva qualcosa di familiare. Iniziai a vagare senza meta,quando trovai un'uscita.
Io conoscevo quella strada.
La percorsi e continuai fino alla fine della strada,finché non vidi una casa.
Ma certo,Charlie.
Corsi per tornare a casa e con il fiatone mi diressi in cucina.
-Mamma ma Charlie,te la ricordi?-
-Oh,figliolo,certo!che bella bambina che era...-
-Mi avevi detto che si era trasferita,dov'era andata?-
-Io non ho mai detto che si era trasferita-
-Si avevi detto che se n'era andata in un posto migliore!-riflettei bene sulle parole che avevo appena pronunciato.
Lei non si era trasferita,lei era morta.
-Tesoro...-mia mamma mi abbracciò
-perché é andata via?-chiesi in preda alle lacrime
-Aveva il cancro,tesoro-disse dispiaciuta
Non ci potevo credere.
-Ma..i suoi genitori che fine hanno fatto?-Le chiesi
-Dopo la morte di Charlie sono andati via,troppi ricordi,però hanno voluto lasciare Charlie nel suo luogo di nascita-mi rispose abbracciandomi.
Dopo averla stretta,uscii di casa sconvolto e iniziai a correre verso il cimitero.
Trovata la sua tomba mi sedetti di fronte e la guardai per un po'.
C'era una foto che la raffigurava,era una bimba bellissima. Mi ricordavo di quella foto,ce l'avevano scattata nel suo giardino mentre eravamo sdraiati a pancia in giù sul prato. Però quella foto era stata ritagliata.
-Scusami,ero solo un bambino,non riuscivo a capire cosa succedeva, mi sono pure arrabbiato quando te ne sei andata. Ero solo un bambino ingenuo.
Ora capisco cosa mi volevi dire quel pomeriggio a casa tua. Ora capisco perché eri sempre più debole. Ora capisco perché eri sempre più bianca. Ora capisco molte cose. Tu eri diversa. Ti piaceva giocare a palla mentre le altre bambine ne avevano quasi il terrore,ti piaceva arrampicarti sugli alberi,sporcarti di fango,ed eri bellissima.
Sei bellissima,e mi manchi tanto.
Ogni tanto ti sognavo ma non riuscivo a capire chi eri,ora si fa tutto più chiaro.
Mi manchi.-dissi mentre le lacrime scendevano libere per il mio viso.
Dopo aver salutato un'ultima volta Charlie,me ne andai.
Nei mesi successivi,Harry tornò ogni mese,non gli importava dove si trovava,lui prendeva la macchina e si metteva in viaggio. Inoltre era andato a vedere come stavano i genitori di Charlie,avevano fatto un altra bimba,aveva 7 anni ed era bella,ma non come la sorella.
Ogni volta che li andava trovare gli lasciava dei soldi,in caso di bisogni della piccola,o bisogni familiari.
Li avrebbe protetti ad ogni costo,glielo aveva promesso,lo aveva promesso a Charlie e non poteva tirarsi indietro,lui manteneva sempre le promesse.
 
 
Mi sa che diventerò famosa come “la ragazza che non sa scrivere qualcosa con un lieto fine”.
Tutte le mie os/ff sono drammatiche e fanno deprimere persino i polli ewe
Comunque…vorrei sapere cosa ne pensate,quindi se vi va scrivetemelo in una recensione J
Gudbaii(?)
   
 
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