Pov's Gio
Uscii dalla camera che condividevo con mia madre. Non capiva il mio bisogno del silenzio quando leggevo. Eppure leggevo tanto. Era la settimana subito dopo la fine degli esami di terza media, ed essendo uscita con un buon voto, mia madre mi aveva portato in questo agriturismo in Toscana. Era un posto molto carino, tranquillo, perfetto per rilassarsi e leggere i tanti libri che avevo portato. No, non ero così secchiona, però ho sempre avuto l’abitudine di leggere tanto ed ora non potevo di certo lasciare a metà il fantastico libro che stavo leggendo. Scesi nel giardino dietro il casolare, e vidi delle comode panchine un po’ sdraiate intorno a quello che doveva essere stato un fuoco. Mi sedetti lì convinta che fosse un posto perfetto. Faceva caldo, indossavo un paio di pantaloncini corti di jeans ed una maglietta con una scritta un po’ stupida “ho baciato troppi ranocchi”. Aveva un bel taglio ed era carina, ma a scuola non l’avevo mai messa proprio a causa della scritta. A dir la verità non è che fosse così stupida, solo che io non avevo mai baciato nessuno, ed in molti lo sapevano. Ne avevo avuto l’opportunità, ma ho sempre pensato che le stupide storielle d’amore da due giorni fossero una cosa davvero idiota, e me ne ero sempre tenuta alla larga. Oramai il cielo era quasi buio, ma grazie al tramonto avevo abbastanza luce per leggere. Dopo un bel po’ di minuti sentii dei passi avvicinarsi, ma, presa come ero dal libro, non mi interessò minimamente. La persona si sedette vicino a me, ma abbastanza lontana da non obbligarmi a calcolarla. Dopo un po’, una voce profonda mi chiese -sulla collana che hai al collo c’è scritto “Directioner?”. Stranamente mi sembrò di riconoscere quella voce inglese, ed allora alzai la testa per vedere chi avevo di fronte. Dio mio, non potevo crederci. Alla luce fioca riconobbi i suoi riccioli, i suoi lineamenti così familiari. Era lui non c’era dubbio. Ne sono certa, il mio cuore per quel minuto aveva smesso di battere. Con l’unico fantasma della mia voce che riuscii a trovare chiesi -Harry? sembravo gracchiante stridula. Un sorriso comparve sul suo volto. -Sì rispose. Sapeva che avrebbe fatto quell’effetto. Io, come potevo io, averlo incontrato? Sì, avevo sentito che questa sarebbe stata la loro settimana libera, ma mai avrei immaginato di poterlo incontrare. Cercai di districarmi tra la giungla della mia mente, in modo che ne venisse fuori un pensiero sensato. L’unica cosa che venne fuori fu un -wow. Lui rise, e il mondo sembrò brillare un po' di più. Era dannatamente bello visto dal vivo. Finalmente riuscì a trovare un filo di voce ferma per dire -ciao, io sono Giorgia. Pazzesco come si era attivato il mio inglese in sua presenza. Ero abbastanza brava, non eccellevo, ma me la cavavo egregiamente. L'anno dopo, cioè tra due mesi, sarei andata a fare un liceo linguistico, a Milano. Non abitavo propriamente in città quindi avrei fatto la pendolare. In quel momento vidi arrivare gli altri ragazzi, Niall con una chitarra in mano. Rimasi ancora stordita, come quando vidi Harry. Louis vide che stavano parlando, chiese, in un inglese molto stretto che riuscii a stento a comprendere, chi ero. Così senza pensare, mi alzai in piedi e gli strinsi la mano destra. -Giorgia . In tutta la mia vita ero sempre stata disinvolta, sempre quella in mezzo. Questo era da sempre preso per egocentrismo, passavo sempre per quella che doveva infiltrarsi. Non ero mai stata timida. Oramai esserlo era quasi di moda. Le protagoniste delle favole. Timide, imtroverse. Quelle di cui ci s'innamora al primo sguardo. Le favole ne sono piene. Da cenerentola, umile e sfortunata, alla sirenetta, per passare da tutte le favole. Essere timidi è un must. Ecco, io sono l'esatto contrario.
-Ciao a tutte, questo è il primo capitolo, spero vi piaccia, qualsiasi cosa abbiate da dire scrivetemi, sono qui. Scusate per eventuali errori di battitura, spero di poter aggiornare presto.
un bacio
-Gio<3