Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |      
Autore: PuffKurtscat    27/05/2013    1 recensioni
E se Jared Leto fosse messo all'asta? Come reagirebbe la nostra DivaH? Forse per ha una dolce ancora di salvezza.. "Mi guarda sconcertato capendo che si riguarda dell’asta “A chi vuoi chiedere?” Mi mordo il labbro inferiore “Lo sai” “Ma non riesce ad avere tanto” Rimane shockato “Glieli diamo noi” Ride forte “Cos’è quel plurale? Glieli dai tu fratellino. Dopotutto sei tu all’asta, non io.”" [Scusate eventuali errori, ennesima OS su di lui. Se volete lasciare una recensione ve ne sarei grata]
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Se stavolta Becca non mi avrebbe aiutato sarei stato bello e fottuto, nel vero senso della parola. Infondo però lei non si tirava mai indietro per aiutare un amico, soprattutto se quell’amico sono io. Credo che Reb trovasse che Jared Joseph Leto, oddio parlo di me in terza persona, avesse qualcosa di molto simile ad un cucciolo di foca da salvare dal mondo crudele che lo circonda. A volte quella ragazza è pure fin troppo dolce. Non voglio intendere che sbagli a comportarsi così, ma la maggior parte delle volte lo fa nei momenti meno opportuni e con le persone che non lo meritano per niente. E non posso non salvarla. Non posso non metterla in guardia. È una delle persone più fantastiche che abbia mai incontrato.
                                                                                    ***                                                                                ***
Ero seduto nel backstage di chissà quale programma, chissà quale giorno. C’erano problemi con la casa discografica, mi sembrava di impazzire. Emma era in apprensione, come sempre perché è nel suo essere superefficiente. Avevo paura di tante cose, i problemi, le situazioni. Ero diventato la persona più facilmente irritabile di questa terra e quasi,quasi scappare in quel pianeta che tanto dicevamo di raggiungere, non era male come idea.
Sovrappensiero saltai appena sentii la porta aprirsi, anche se non era stata aperta con forza, ma con una delicatezza tipica di chi non vuol disturbare. Mi voltai con sguardo cupo e notai entrare una figura minuta che portava con se un borsone a tracolla e guardava come per scusarsi dell’intrusione. Mora, rayban a goccia a coprire gli occhi, jeans stretti, maglia larga che scendeva di lato e converse rosse a completare. Vestita normalmente in quel luogo pieno di persone famose e con un corpo che aveva tutto al punto giusto. Insomma belle curve. Ma ero troppo incazzato con tutti per anche solo provare a filtrare, insomma per provare a portarmela a letto, scoparmela. E poi sembrava troppo una ragazzina per i miei gusti. Se dovevo fare qualcosa del genere mi volevo divertire al punto giusto.
La osservai in malo modo mentre lei posava la borsa su una sedia vicina. Si tolse gli occhiali mostrando due occhi profondi e selvaggi che catturavano:
“Mi scusi, Mr. Leto non volevo disturbare, ma sono la truccatrice che dovrebbe sistemarla. Vuole che ripassi tra una decina di minuti”
Tutto quel darmi del lei mi infastidiva, ma il suo lieve rossore sulle guance aumentava il mio ego a dismisura.
“No, non preoccuparti. Anzi prima fai, prima finiamo tutto questo”
Sorrise amichevole, con una lieve nota di dolcezza, come se non potesse farne a meno, come se quelle labbra, belle labbra non potessero che curvarsi in quel modo.
"D’accordo.” Mi tolsi le lenti e le posai sul tavolino di fronte a me. Ero vestito come al solito casual. Non sapevo come potesse conciarmi. Prese delle cose dalla borsa e le posò sul tavolino. Si voltò con una crema sulle mani e arrossì nell’incontrare i miei occhi che la fissavano dal basso, essendo seduto.
“Potrebbe chiudere gli occhi?”
Un po’ irritato li chiusi: “Danno fastidio?”
Una leggera risata seguì: “No, assolutamente, ma devo passarle questa su tutto il viso.”
Sentii le sue mani sul viso e mi rilassai. Era morbida.
“E poi occhi come i suoi non potrebbero mai infastidire.”
Risi a mia volta rimanendo nel buio: “Oh, credimi, molte persone non la pensano così”
Sentii un leggero pennello spolverarmi “Strano, molto strano” Sussurrò.
Aprii gli occhi e la trovai intenta a perfezionare il suo lavoro. “Perché?”
Si fermò e mi guardò negli occhi senza imbarazzi alcuno “Occhi così non possono far del male”
“Ti sbagli ancora.”
“Se posso permettermi, perché?”
Valutai se dirle la verità o meno e mi resi conto che non l’avrei mai vista come una persona che avrebbe spifferato tutto “A volte la gente è cattiva, cara..?”
Prese una matita dal suo fidato borsello “Rebecca” Abbassai lo sguardo ritrovandomi a fissare il suo ventre piatto “Mmm, Rebecca. Bel nome” Sorrise di nuovo in quel modo dolce che mi avrebbe fatto venir voglia di urlare.
Perché lo faceva? Non vedeva che attorno era tutto una merda?
“Grazie” Mi fece aprire l’occhio destro per contornarlo “Guardi a sinistra. Quindi se la gente è cattiva, lei risponde allo stesso modo? Guardi a destra.”
“E un modo per difendersi.” Sorrise.
“Crede che sia davvero necessario così? A terra.” Spostai gli occhi in basso. “Ha degli occhi buoni.”
Risi quasi di gusto. “Credi che la gente sia tutta buona?”
Finì il suo lavoro anche all’altro occhio. “Si.” E mi guardo con dolcezza. “Infondo si. Ne ho una prova qui avanti. È tutta una questione di difesa, Mr. Leto”
Rimasi sorpreso da quello che disse. Che stessi sbagliando ad affrontare il problema in quel modo? No, assolutamente.
“Non voglio dire con questo che deve essere buono con tutti. Ma rivolga la sua rabbia o al diretto interessato o a qualcosa di produttivo.”
Ci pensai un po’ su: “Lo sto facendo”
Cominciò a mettere a posto “Allora la smetta di guardare gli altri come fossero il male, che hanno solo la paura di dire qualcosa di sbagliato e si troverà con altre persone che potrebbero aiutarla.”
Era pronta ad andare via. Mise gli occhiali sui capelli e mi sorrise, con un sorriso che avrei potuto dire aveva rubato a mia madre e mi salutò.
Le sorrisi a mia volta. Forse aveva ragione.
Aveva troppa fiducia negli altri e non avrebbe meritato di soffrire per qualcuno che se ne sarebbe approfittato. Era il miele. Decisi di ritracciarla finita l’intervista, stranamente andata bene, perché volevo proteggerla.
Volevo anche un po’ della fiducia che poneva negli altri. Dopotutto era una gran sognatrice e lo è tutt’ora e io con i sognatori vado d’accordo.
                                            ***                                                                                                   ***
Comunque oggi avrebbe dovuto aiutarmi a tutti i costi il mio cucciolo di Panda.
Si, evitiamo. È la mia migliore amica da allora. Ci proteggiamo a vicenda. Ci salviamo.
C’è stata sempre insieme a Shan per aiutarmi e io non mi sono mai tirato indietro se aveva problemi o se qualcuno la feriva. E poi se non chiedo un favore ad un’amica a chi posso chiederlo? 
Corro in salone a prendere il telefono, devo fare in fretta. Shannon arriva “Brò, tutto bene?” “Devo pararmi il culo” Mi guarda sconcertato capendo che si riguarda dell’asta “A chi vuoi chiedere?” Mi mordo il labbro inferiore “Lo sai” “Ma non riesce ad avere tanto” Rimane shockato “Glieli diamo noi” Ride forte “Cos’è quel plurale? Glieli dai tu fratellino. Dopotutto sei tu all’asta, non io.” Lo guardo truce “Egoista!” E se ne va bevendo.
Compongo il numero ed aspetto che squilli. Becca, Becca, Becca rispondi.
Il classico rumore di un telefono che viene preso e la sua voce: “Jay, tutto bene?” Sempre così apprensiva, lei.
“Ciao, Bec, si tutto a posto.” “Fiuu, meno male. Non so ho sognato qualcosa di brutto stanotte.”
Rido “Dai conto ai sogni adesso?”
La sento sbuffare “Sempre.”
Penso a come cominciare. “Allora? Che vuoi? Stavo andando a lavorare Leto.” “Mmm.. si, ecco?”
“Oddio perché così titubante?” Rido di nuovo, perché si preoccupa sempre? È così dolce. “A che ora finisci?”
La sento trafficare con delle chiavi “Il tempo di truccare una persona ed ho finito, perché?”
“Hai presente l’asta a cui partecipo stasera?” “Mm.. si me ne avevi parlato, ma non ho capito cosa mettono all’asta”
Rido “Ecco, questo è il punto.” La sento annuire come ad assecondarmi. “Mettono all’asta me ed altri attori.”
La sento quasi trattenere un’imprecazione di sorpresa e dopo scoppia a ridere “Sul serio? Sei all’asta?”
Continua senza sosta, fino a che non mi chiede “Ma qual è il problema allora? Non capisco.”
Mi inumidisco le labbra “Non possono partecipare all’asta persone famose, ma solo fans.” L’ho lasciata di stucco, lo so.
“Lo dicevo io che oggi era in pericolo la tua vita!” Sbuffo stanco che anche lei rida di me “Simpatica. È in pericolo altro di me.”
Sta guidando la sento dal vivavoce. “Sei volgare.” È così pudica, stranamente, per essere la mia migliore amica. Eppure la sua dolcezza vince su tutto.
“Come posso aiutarti?” Come volevasi dimostrare. Farebbe di tutto per aiutare questo dolce cucciolo di foca
“Comprami”
Ride “Con quali soldi? Lì saranno tutti ricconi”
“Quelli te li diamo io e se lo convinco anche Shan”
“L’animale non lo farebbe mai, si diverte troppo all’idea di te all’asta” E su questo ha pure ragione. “Ok, io sono arrivata Jay. Ci vediamo alle 20.00 da te, così mi dai il malloppo e dopo ti compro. È anonimo vero”
Cazzo, speravo non me lo chiedesse “No.” La sento sospirare “Ti prego, ti prego, ti prego” La anticipo. “D’accordo.”
Non so cosa farei senza di lei. Molti giornali di gossip l’avevano etichettata come una mia fidanzata o possibile amante, ma dopo parecchio tempo si sono rassegnati a non vedere altro che giri a fare shopping. Molti Echelon la definiscono adatta a me. Ma diciamocelo, è mora e troppo ragazzina per i miei gusti e gliel’ho detto senza problemi. Come lei mi ha detto che sono megalomane e troppo narcisista per i suoi gusti.
È venuta  a prendere l’assegno di 150.000 che le avevo preparato. So che puntano in alto con queste aste e non voglio sia impreparata. È andata via dicendo che andava a cambiarsi per poi presentarsi al grande hotel dove si teneva tutto.  
Mi hanno fatto indossare un gessato nero e la cravatta abbinata per la serata e ora mi ritrovo a parlare con qualche collega. Sono preoccupato che mi lasci qui nelle grinfie di qualcun’altra.
D’accordo, mi piace sedurre, filtrare, sbattere, ma con chi voglio io. Odio non avere tutto sotto controllo e non decidere io la preda.
Mi volto verso il palco stando dietro nei camerini e lascio i miei pensieri vedendo Colin Farrell ridere come un bambino. Un grande uomo, un grande attore che è diventato anche un grande amico.
Mi avvicino, cogliendo così l’occasione di sbirciare nella sala. “Hey, Cole” L’irlandese si gira e mi sorride “Leto, da quanto tempo” Mi abbraccia affettuoso
“Un bel po’ a quanto pare” Ridacchia “Anche tu all’asta”
Rido. “Non ne parliamo. Non ti sale un po’ il terrore?” Guarda nella sala seguendo il mio sguardo “Devo ammettere di si.”
Beve un po’ del drink che ha tra le mani e mi indica una donna, la stessa che guardavo io, di spalle “Ma se mi comprasse lei, sarei debitore a quest’asta.”
La osservo. Ha un vestito nero che segue le sue curve aprendosi nella gonna che le arriva alle cosce. La schiena è in parte scoperta e ha una treccia di capelli castani al centro di essa. Tacchi alti e pouchette neri. Le maniche del vestito a tre quarti strette. Non so cosa mi attira tra tutte queste cose, so soltanto che vorrei che si girasse verso questa direzione.
È davvero bella. “Son d’accordo con te, Farrell.”
La presentatrice ci riporta all’ordine, mentre io non ho ancora trovato Rebecca tra tutta quella gente. Cavolo. Sono fregato.
Saliamo sul palco e la folla in sala applaude contenta. Mi guardo in giro e vedo che la donna di prima sta posando il bicchiere sul tavolino avanti a lei, prima di girarsi. Mentre la paillettata (presentatrice) ci indica ad uno ad uno, scopro dov’era la mia salvatrice.
Il mio cucciolo di Panda è la Pantera dal vestito nero ed il trucco è ben marcato.
È bellissima. Rebecca è lì che mi sorride mentre applaude.
Lo fa fino a che non le mimo con le labbra “Sei un incanto”, dato che la sua gote si colora di rosso ed abbassa il volto. Non l’avevo mai vista così.
Oddio, l’avevo vista vestita in modo impeccabile in certe occasioni, ma non con vestiti così vistosi e con tanta sicurezza. Eppure ha quell’alone di dolcezza, con il suo sorriso, che completa tutto.
Comincia l’asta ed il fortunato Colin capita con una bella bionda dal vestito rosso. Io fisso quella che spero diventerà la mia accompagnatrice, improvvisando un discorso con le labbra. “E se ti lasciassi qui, Leto?”
Come faccio a capirla, non lo so “Non lo faresti mai”
Fa una risatina “Non sfidarmi.”
Non l’avevo mai vista così intraprendente e quasi non mi rendo conto che inizio a filtrare con lei.
“Non lo faresti” Ci pensa e risponde “Perché?”
Abbasso lo sguardo per poi riportarlo su Bec “Sei buona. Non saresti capace di non difendermi.”
Si morde il labbro inferiore contornato dal rossetto rosso e non ho mai trovato così invitanti delle labbra. “E se invece non ti volessi lasciare ad altre” Sottolinea l’ultima parola.
“Allora mi sa che hai capito che non voglio che tu lo faccia.” Si, stiamo decisamente filtrando.
La presentatrice arriva da me, per il mio turno. “Allora? Quanto offrite per Mr. Leto?” Sorrido verso la sala. Si alza il primo cartellino.
È un signore, accompagnato dalla figlia che non mi ha tolto gli occhi di dosso per un attimo. La vedo nera
“20.000” Oooh, avanti, non valgo così poco caro “Vi ricordo che Jared è un famoso cantante, attore, regista,modello. Insomma, chi più ne ha più ne metta.” “60.000” La mia Bec, mi difende.
Vedo la ragazzina tirare la giacca del padre che ripunta. Si continua così fino a che non arriva l’ultima puntata che Rebecca può fare. “150.000” Dice alzando il cartellino.
Aspettiamo per un po’. Il cuore mi martella in gola, la ragazzina parla con il padre, Becca si tortura le mani. “150.000 e uno. 150.000 e due. 150.000 e tre. Mr. Leto aggiudicato alla signorina con il numero 30”
Faccio un sospiro di sollievo e lo fa anche lei sorridendomi, con quel sorriso che mi fa sciogliere il cuore. E se tutto quello di cui ho bisogno è semplicemente dolcezza. Infinita dolcezza? Non ho mai trovato quella giusta. E se fosse perché si comportavano come se l’unica cosa che volessi da loro fosse il corpo, la mente e mai coccole e carezze? Se lei mi stesse sconvolgendo?
Scendiamo tutti dal palco ed andiamo verso i nostri compratori. Facciamo finta di non conoscerci fino a che non saliamo sulla mia macchina nera.
Sospira e mi abbraccia. “Grazie, Rebby. Sul serio.”
Si sistema di nuovo sul sedile mentre parto e ridacchia. “Ammettilo, il tuo ego ne è uscito un poco ammaccato” Rido, perché riesce sempre a buttarla sullo scherzo.
“Ammetto che anche se non volevo, credo di valere di più.” Mi guarda.
Siamo arrivati a casa sua. Non era lontana. “Tu vali di più, Jay. Niente di eguagliabile con il denaro.”
Riesce a scaldarmi il cuore.
Scendo dall’auto e le apro la portiera. Mi guarda curiosa. “Guarda, che io so essere galante.” Ride, dandomi una pacca sulla spalla. “Lo so, lo so.”
Si avvicina al portone. Ho paura che se non lo faccio stasera ne perdo le facoltà. Ho scoperto troppe cose. Mi son reso conto di ogni particolare, come faccio con la musica, come faccio con la band, ma adesso lo sto facendo con lei e mi sto rendendo conto che ne ho bisogno.
Ho bisogno che sia sempre dolce con me, ho bisogno che ci sia sempre.
“Bec! Aspetta!” Si gira con aria interrogativa. Sorride “Dimmi”
Le resto lontano per continuare. “E..e.. e se ci fosse di più?”
Si avvicina un po’ “Jay, non capisco cosa?”
Mi giro verso la macchina e sospiro. Ho il cuore che martella come non mai. Le farfalle nello stomaco.
Dio, che mi succede?
Mi volto velocemente e a grandi passi vado da lei. Le prendo la mano e me l’appoggio sul cuore. Rabbrividisce e spalanca gli occhi.
“Becca? Che mi succede? Perché mi succede solo quando sto con te?”
Rabbrividisce ancora e alza lo sguardo nel mio. Non impaurita, ma curiosa. “Se ti dicessi che succede anche a me, ma che mi son accorta prima, da sempre, cos’è?”
Le sorrido col suo sorriso, con la dolcezza di chi ha il cuore da dare ad un'altra persona. “Allora, spiegamelo, perché voglio continuare a sentirlo.”
Sorride. “Se ne avessi paura?”
Le guardo le labbra sempre più invitanti. “Ti sono accanto, lo sai.”
Si sporge in avanti, tenendo ancora la sua mano sul mio petto. Le prendo l’altra e l’appoggio sulla mia guancia. Ci guardiamo e sorridendo copriamo le nostre labbra con quelle dell’altro. 


Note dell'autore: Grazie per aver letto la storia. Non so m'è venuta così all'improvviso. Pace, Amore ed Empatia
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: PuffKurtscat