Non chiedo altro
che il tuo amore
Capitolo 1
Un timido sorriso
Cara Hermione,
mi dispiace di non
poter essere lì con te. Comunque, se vuoi, potrei venire all’ospedale. So che
non posso aiutarti in alcun modo per i tuoi genitori, ma sappi che ti sono vicino
in questo momento. Se vuoi, puoi anche telefonarmi. Il numero lo sai. Ti voglio
bene.
Harry
“Così dovrebbe andare
bene...” pensò Harry “Povera Hermione... Non ci voleva proprio l’incidente dei
suoi genitori... Perlomeno non sono morti, è già qualcosa...”
Harry si stiracchiò e guardò
fuori per vedere se stesse arrivando Edwige, ma la sua attenzione fu attirata
soltanto da un lampione che illuminava Privet Drive a intermittenza.
Ma poi, un puntino candido,
si andò allargando poco a poco, fino a diventare una splendida civetta.
-Ciao Edwige... devi portare
questa a Hermione, ma fai attenzione, perché è probabile che sia in ospedale e
non devi farti notare... grazie-
Le diede la lettera e un
biscotto gufino.
Edwige si appollaiò un
momento sul davanzale e, dispiegando le ali, volò via verso il sole al
tramonto.
Un paio d’ore dopo, la solita
voce sgraziata gridò a Harry: -Tu di sopra, è pronta la cena...-
Così Harry, obbedendo a zia
Petunia, andò in sala da pranzo.
Fatto, piuttosto insolito,
però, a metà della cena squillò il telefono. Zio Vernon andò a rispondere:
-Pronto?-
-Pronto, ehm, sono un’amica
di Harry... potrei parlargli, per cortesia?-
-Un attimo...- sibilando
disse al nipote -vedi di non prendere l’abitudine delle telefonate...-
Harry prese la cornetta e
dubbioso chiese: -Pronto?-
-Ciao Harry...-
-Hermione... come và? Ehm,
domanda stupida, scusa...-
-Lascia stare...-
-Come stanno i tuoi
genitori?-
-Sono in coma entrambi...-
-Mi dispiace davvero, credimi...
Al momento sei all’ospedale?-
-Si. Perché?-
-Beh, se posso esserti utile,
beh, potrei venire lì...-
-Grazie Harry; mi servirebbe
avere qualcuno vicino...-
-Prendo un taxi. Arrivo tra
venti minuti-
Ed Harry mise giù la
cornetta. Quindi si rivolse ai Dursley, salendo le scale: -Devo uscire, non so
quando torno- Entrò nella sua stanza, prese la bacchetta e uscì, in una tiepida
sera inglese.
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Harry entrò nella hall
dell’ospedale e si recò al banco informazioni.
-Mi scusi, può dirmi dove si
trova la camera dei signori Granger?- l’infermiera lo guardò un attimo e
replicò –Lei è un parente?-
-Veramente... sono un caro
amico della figlia...-
-Al momento sono in terapia
intensiva e possono accedervi solo i parenti. Se desidera, posso andare a
chiamarle la figlia, ma dovrà aspettare qui.-
-Va bene, aspetterò qui-
Detto questo Harry si sedette
in una delle scomode sedie nella sala d’aspetto.
Qualche minuto dopo,
l’infermiera tornò, accompagnata da una ragazza bruna che Harry conosceva bene.
Il ragazzo si alzò ed
Hermione gli si avvicinò.
Aveva gli occhi rossi di
pianto, ma era pur sempre bellissima
Harry l’abbracciò e con tutto
l’affetto che provava le sussurrò: -Non ti preoccupare, vedrai che si
sveglieranno presto...-
Poi Hermione si staccò e lo
guardò con gli occhi pieni di lacrime.
-Lo spero tanto Harry... ah,
grazie per essere venuto...-
-Di niente, figurati...
quando è successo l’incidente?-
-Quattro giorni fa...-
-Mi dispiace di non poterti
essere d’aiuto...-
-Nessuno ormai può fare più
niente... anche i medici, hanno detto che al momento sono in coma reversibile,
ma se non ricominceranno a respirare autonomamente, potrebbero rimanere in coma
per sempre...-
Hermione si mise una mano
davanti alla bocca, e cominciò a singhiozzare sommessamente. Poi, vedendo che
Harry la stava per riabbracciare, levò la mano dalla bocca e la mise sul petto
di Harry, distanziandolo.
-No Harry, sto bene...-
-No che non stai bene...
andiamo al bar e prendiamoci qualcosa... anche se, forse posso appena appena permettermi due bicchieri d’acqua, sai, fondi
limitati...-
Hermione lo guardò e azzardò
un timido sorriso.
-Su andiamo...-
Harry la prese a braccetto e
si allontanarono verso il bar dell’ospedale.
Dopo aver ordinato la
fatidica acqua, si guardarono per alcuni minuti senza dirsi nulla. Poi Harry
chiese: -Non è venuto a trovarti Ron?-
-No, non ha potuto. Era in
vacanza con i suoi in Egitto. Comunque tornerà tra tre giorni e ha detto che
verrà subito a trovarmi...-
-Ok... sai, stavo pensando
che Grimmauld Place adesso è attivo solo parzialmente e, visto che è più vicino
rispetto a casa tua, potremmo trasferirci lì, che ne dici?-
-Hai ragione... sono due
notti che dormo qui e le poltrone sono per niente comode... accetto-
-Bene... senti, io vado a
prendere la mia roba. Quando torno passiamo da casa tua-
-Va bene... ti aspetto
qui...-
Harry tornò alla casa dei
suoi zii e cominciò a riempire il proprio baule. Dudley entrò nella camera del
ragazzo e lo guardò per qualche secondo, poi disse: -Te ne vai in anticipo, quest’anno?-
-Proprio così-
-Vai dal tuo solito amico
svitato?-
-No-
-E dove andrai?-
-Questi non sono affari che
ti riguardano- rispose seccamente Harry, chiudendo di colpo il baule.
Harry lo sollevò e dando una
spallata al cugino iniziò a scendere le scale.
Arrivò in salotto, e si
schiarì la gola, per attirare l’attenzione degli odiati parenti.
-Ehm, io me ne vado...-
-Te ne vai prima,
quest’anno?-
-Sì...-
-Vai dalla tua amichetta che
ha chiamato a cena?-
-In un certo senso...-
-Va bene... ci vediamo
l’estate prossima...-
E Vernon ritornò a guardare
il film alla tv.
Harry afferrò la maniglia
della porta, e nella notte inglese, si incamminò verso la fermata dell’autobus.
(N/A Allora,
cosa ve ne pare? L’inizio sa ancora di poco, ma se i prossimi capitoli verranno
come mi aspetto, la storia dovrebbe diventare più divertente. Inoltre, avrei
bisogno di un aiuto: qualcuno sa come si risolve il gioco della camera dei
segreti nel dvd “Harry Potter e la camera dei segreti”? Se sapete come si
risolve, contattatemi o ditemi qualcosa nei commenti, please!! Ringrazio in
anticipo tutti quelli che sapranno aiutarmi e che commenteranno!!!)