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Autore: avalonne    27/05/2013    2 recensioni
Questa storia ha partecipato al Contest "Essere uomini nel mondo magico" indetto da Risaslytherin, con l'aiuto di Mitsuki come co-giudice.
Il mio personaggio è James Potter, colto nel momento della maturità al settimo anno. Ho voluto descrivere cosa significhi per lui essere "un vero uomo", che non dipende da quello che gli altri si aspettano da lui! Un pretesto inventato, un litigio nei corridoi, una risposta inaspettata, con conseguenze inaspettate.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Storia partecipante al Contest "Essere uomini nel mondo magico" di risaslytherin con la collaborazione di Mitsuki. Contrariamente a quanto successo per l'edizione "Essere donne nel moneod magico" questa volta ho azzeccato il tema e mi sono classificata seconda! :)



Autrice:
avalonne
Titolo: Un vero uomo
Personaggio: James Potter
Introduzione: James Potter era sempre stato all’altezza di quello che gli altri pensavano di lui, per questo molti si stupiscono quando non reagisce alle provocazione di MacDougal. Ma per James, essere un vero uomo non significa più mettere immediatamente mano alla bacchetta, ma qualcosa di più.
NdA: La vicenda narrata si svolge il settimo anno di James e gli altri, quando Potter aveva già iniziato a “mettere la testa a posto” e Lily Evans a rivalutarlo, sebbene ancora non stessero insieme. I MacDougal sono una famiglia Purosangue citata dalla Rowling. Due dei suoi studenti sono Smistati in Corvonero durante gli anni di Harry e ho supposto che anche questo loro parente fosse un Corvonero (sfatiamo il mito che gli antipatici siano solo a Sereverde) e che giochi a Quidditch. Anche la pro-zia è un personaggio da me inventato (non dimentichiamo che, sebbene di mentalità aperta, i Potter sono pur sempre Purosangue).
 
 
 
James Potter era sempre stato all’altezza di quello che gli altri pensavano di lui.
Era stato smistato a Grifondoro, come si auguravano i suoi genitori, era diventato un Malandrino, come segretamente sperava suo padre, era persino diventato amico di un Black, come gli aveva intimato la sua prozia (sebbene sospettasse che si trattasse del Black sbagliato). Era il Capitano della squadra di Quidditch, uno dei migliori studenti del corso di Trasfigurazione Avanzata e, forse suo malgrado, un punto di riferimento per gli studenti più piccoli.
Per tutte queste ragioni, quella mattina, lasciò che i commenti malevoli e le risatine gli scivolassero addosso senza sfiorarlo. La sera prima si era rifiutato di battersi in duello con MacDougal, che lo aveva apertamente provocato, arrivando anche ad insultare la Evans. James lo aveva lasciato parlare e non aveva colto le provocazioni, tanto che in molti avevano insinuato che non fosse coraggioso come si diceva, né così leale, insomma, che non fosse un vero uomo.
Solamente gli altri Malandrini sapevano il vero motivo per cui si era tirato indietro: quella notte ci sarebbe stata la Luna Piena e Ramoso non avrebbe mai abbandonato Remus; senza contare che la Evans era perfettamente in grado di difendere il suo onore da sola, come James aveva proclamato la sera prima di fronte a tutti.
James entrò in Sala Grande con il sorriso sulle labbra. MacDougal poteva pensare quello che voleva, la domenica successiva, sul campo da Quidditch, gli avrebbe dimostrato chi dei due valeva davvero. La sua squadra era con lui, la stima dei giocatori nei confronti del Capitano non si era incrinata di una virgola e questo rendeva Potter fiero di sé. La seconda ragione del suo buonumore si chiamava Lily Evans: la ragazza, quella stessa mattina, lo aveva fermato per ringraziarlo di aver affermato che lei era perfettamente capace di difendersi da sola, senza farsi trascinare in quell’inutile bagarre. Le sue ultime parole “Sono fiera di te, James” gli risuonavano ancora nelle orecchie. Dal tavolo della colazione diede una rapida occhiata alle clessidre e notò con piacere che Grifondoro aveva appena superato Corvonero, mentre la sera prima erano a pari merito. Lanciò uno sguardo al tavolo dei professori e gli sembrò che la McGranitt avesse fatto un cenno di assenso con la testa. Qualcosa gli diceva che la bravata di MacDougal era arrivata al suo orecchio.
 
James Potter era sempre stato all’altezza delle opinioni delle persone che contavano per lui: i suoi genitori, la sua professoressa preferita, la sua squadra, i suoi amici e, infine, Lily Evans. Era passato il tempo in cui metteva mano alla bacchetta solo per fare il gradasso, nel giro di un’estate, come Remus continuava a sottolineare era cresciuto e aveva capito come volesse davvero essere.
Essere un vero uomo, per James Potter, significava essere presente nel momento del bisogno di un amico, rivendicare il diritto di una ragazza di difendersi da sola e essere chiamato per nome dalla donna che amava, tutto il resto erano solo chiacchiere.
 
 
 
 

  
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