Prologo

Kaori ricordava con chiarezza il giorno in cui aveva fatto la conoscenza di quel ragazzo dall’aria tenebrosa e vagamente inquietante. Ricordava di averlo considerato bello, malgrado lo sguardo duro che aveva negli occhi, ma soprattutto ricordava con precisione il loro colore rosso: proprio come uno dei suoi. Per un attimo aveva pensato di essere finalmente riuscita a risalire alle proprie origini, lei che era cresciuta in un orfanatrofio e di sua madre non aveva altro che un’immagine fissa nella memoria: capelli neri come le ali di un corvo.

- Che ci fa una ragazzina come te da sola in giro a quest’ora? –
Kaori alzò lo sguardo verso il suo interlocutore, pronta ad incenerirlo con una delle occhiatacce che all’orfanatrofio erano ormai passate alla storia. Itachi la fissò con aria assorta; quella non poteva essere un’ Uchiha, non ricordava di averla mai vista al villaggio e l’unico superstite, a parte lui, era Sasuke. Doveva trattarsi di una meticcia, pensò, notando che l’altro occhio era di un singolare color lilla.
- Non sono una ragazzina, ho già compiuto dodici anni. – replicò, con un tono che la diceva lunga sul livello di maturità che pensava di avere e che fece scoppiare a ridere il ragazzo.
- Le mie scuse, se hai dodici anni sei decisamente un’adulta. –
Kaori arricciò il naso, puntandogli un dito contro in modo accusatorio: - Non mi piace il tuo atteggiamento. –
Che ragazzina impertinente, chissà da dove saltava fuori.
- Com’è che ti chiami, ragazzina? –
- Ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo… -
Itachi alzò una mano con aria annoiata, - Questo lo so, rispondi alla domanda. –
- Kaori. –
Il ragazzo fece spazio nei suoi ricordi, cercando di capire se quello fosse un nome conosciuto o meno. No, non gli diceva assolutamente nulla.
- Kaori Hyuga? –
La mora scosse la testa, mentre gli occhi perdevano un po’ dell’aria battagliera e si velavano di tristezza.
- Kaori e basta, non ho idea di quale sia il mio clan, sono cresciuta in un orfanatrofio. – spiegò con la voce rotta, sforzandosi di mantenere un minimo di dignità; non aveva alcuna intenzione di scoppiare a piangere davanti ad un perfetto estraneo.
Il ninja annuì, ora tutto aveva senso. La ragazzina doveva essere frutto dell’unione di un membro del clan Hyuga con uno di quello Uchiha; una combinazione curiosa, con un potenziale pressoché inesplorato.
- Io sono Itachi e, se vuoi, puoi unirti a me nel viaggio che sto per intraprendere. –
Kaori sgranò leggermente gli occhi, sorpresa dall’identità del suo interlocutore. Aveva sentito parlare di Itachi Uchiha, la voce che circolava era che fosse un grande combattente, il migliore del suo clan e uno dei più dotati dell’intero villaggio della foglia. Soppesò per un paio di minuti la sua proposta. In fin dei conti lei non aveva alcuna intenzione di tornare dal suo clan, dove veniva considerata né più né meno come un curioso incrocio da esaminare e mettere alla prova, e una dodicenne non sarebbe durata molto vagando da sola e senza meta.
- Ci sto, Itachi Uchiha, verrò con te. – decretò solennemente, porgendo la mano al ragazzo che gliela strinse con delicatezza.
S’incamminarono uno al fianco dell’altra, lasciandosi il tramonto alle spalle. Kaori non aveva la minima idea di dove fossero diretti, ma qualcosa in lei le diceva che poteva fidarsi di quello strano ragazzo incontrato per caso.

Certo, allora non avrebbe mai pensato che, a distanza di tre anni, si sarebbe trovata a camminare verso Konoha al fianco di quello stesso ragazzo, che nel corso degli anni era passato dall’essere suo amico a mentore e amante. Il legame che li univa era particolare, Kaori non avrebbe saputo dire esattamente cosa fosse, ma c’era e con ogni probabilità sarebbe durato fino a che uno dei due non fosse passato a miglior vita.
- Non mi hai ancora spiegato perché stiamo tornando a Konoha, dove tra l’altro sei ricercato. Non mi sembra un buon piano farsi vedere in un posto che brulica di Jonin. –
Itachi le rivolse quel suo sguardo enigmatico che voleva dire tutto e niente insieme. Dannazione, non lo sopportava quando faceva il sostenuto con lei; lui e la sua maledetta imperscrutabilità.
- Stiamo cercando una persona. –
Wow, addirittura una frase di quattro parole, stava facendo progressi.
- E chi sarebbe? –
- Lo saprai a momento debito. –
Kaori lo oltrepassò, fermandoglisi davanti e incrociando le braccia con aria risoluta.
- Sono stufa di questi indovinelli, Itachi. Dimmi di chi si tratta o giuro che non muoverò un muscolo. –
Il ragazzo la scrutò attentamente, indugiando per una manciata di secondi sul suo occhio dello Sharingan. La vide sostenere con fermezza il suo sguardo, un’espressione di sfida dipinta sul volto dai tratti lievemente affilati. Capì che era sincera, non avrebbe fatto un passo senza ulteriori spiegazioni. Per un attimo rivide la ragazzina di dodici anni che aveva conosciuto anni prima e che s’impuntava su ogni cosa che non le andava bene; non era cambiata per niente, era la solita testarda.
- Stiamo cercando colui che racchiude lo spirito della volpe a nove code. –
Lo sguardo di Kaori si fece immediatamente attento e interessato.
- Sai già di chi si tratta? –
Scosse la testa, allontanando una delle ciocche di capelli corvini che gli era finita davanti agli occhi.
- È qui che entri in gioco tu, pensi di essere in grado di infiltrarti tra i Chunin di Konoha? –
La ragazza inarcò un sopracciglio con aria sarcastica.
– Ehy, ti ricordi con chi stai parlando, vero? Certo che posso farlo, sarà un gioco da ragazzi. –
Itachi le rivolse un sorriso compiaciuto; quella era esattamente il tipo di risposta che si sarebbe aspettato da una come lei, del resto lui aveva sempre avuto occhio nel riconoscere l’indole e il potenziale di chi lo circondava.
- Allora ci salutiamo qui, tornerò tra qualche mese con Kisame. –
- D’accordo, salutami il ragazzo pesce. – replicò ironicamente, avvicinandoglisi e consegnandogli il mantello che gridava a chiare lettere la sua appartenenza all’Organizzazione Alba. Lasciò che il ragazzo le sistemasse il copri fronte del villaggio della foglia, sostituendolo con il suo, il cui simbolo come di consueto era stato sbarrato.
- Questo te lo tengo io e credo che anche questo vada a me. – aggiunse, chinandosi leggermente verso di lei e catturandole le labbra in un bacio lieve ma carico di passione. Kaori ricambiò alzandosi leggermente sulle punte e gettandogli le braccia al collo, mentre le mani correvano a giocherellare con le ciocche lisce che gli incorniciavano il volto.
- Sarò un’infiltrata perfetta. – assicurò, quando si furono separati.
- Ne sono certo, ora va. – le ordinò.
Si scambiarono un ultimo saluto, per poi separarsi per la prima volta da quando si erano incontrati.

Spazio autrice:

Ok, non linciatemi, vi prego. È la prima fic che scrivo su Naruto e spero di non scadere troppo nell’ OOC, nel caso lo fosse eccessivamente ogni critica sarà ben accolta. Insomma, non avendo mai scritto su questo fandom devo un po’ prenderci la mano, ma spero che la storia vi piaccia. Dunque, del personaggio di Kaori scoprirete tutto andando avanti nei capitoli… Itachi, bè lui è il mio personaggio preferito (insieme a Kakashi, subito dopo ci sono Sasuke, Temari, Shikamaru e Gaara) e spero di riuscire a renderlo nel modo più realistico possibile. Che altro dire, spero che la storia vi piaccia e vi incuriosisca e, magari se ne avete voglia e tempo, che mi lasciate una recensioncina con il vostro parere. Alla prossima.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt