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Autore: outoftowngirl    27/05/2013    5 recensioni
Una vespa troppo rossa e troppo vecchia venne parcheggiata sul ciglio della strada da una ragazza dai capelli troppo rossi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate, Triangolo
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 IRIS 
1. Rosso







 





Non sono mai stato il tipo di ragazzo che passava da una camera all’altra, né tantomeno coraggioso e insensibile a tal punto da arrivare a pensare, guardare, desiderare un’altra ragazza se impegnato.

Quell’afoso pomeriggio del 2 giugno, durante il mio quotidiano turno alla caffetteria sulla via principale di Londra, mancai a me stesso.
Ed era colpa sua.

Versando la terza tazza filata di caffè alla vecchia signora Grun, le donai un sorriso tirato che non raggiungeva certamente gli occhi.
Lanciai uno sguardo veloce all’orologio di metallo sull’arco d’entrata e sospirai rassegnato. Ancora quarantacinque estenuanti minuti di lavoro, poi sarei potuto tornare nella piccola casa che condividevo con mio padre a Stratford, la sua compagna e i due bambini nati dalla loro relazione.
Mi passai una mano tra i capelli distrattamente, solo per essere sgridato - come d’abitudine - dalla proprietaria della caffetteria.
“Da un giorno all’altro quei capelli ti cadranno, ragazzino, facciamo solo in modo che non succeda proprio qui e proprio dentro ai piatti dei clienti, intesi?” sbuffai annuendo senza metterci il minimo sforzo e fissai fuori dalla vetrata.

Nessuno camminava sul marciapiede, ad eccezione di una donna orientale sulla trentina e un bambino alto non più di sessanta centimetri tenuto saldamente per la piccola manina chiara, che quasi fluttuava senza poggiare piede sul vecchio cemento, trascinato troppo velocemente dalla donna, così da lasciare il piccolino a inciampare qua e là nelle mattonelle rovinate pur di stare al passo della madre.

Qualche goccia d’acqua cadde dal balcone dell’appartamento sopra alla caffetteria, schizzando lo strato di vetro che io avrei dovuto pulire dopo.
Continuai a fissare l’esterno, quando una vespa troppo rossa e troppo vecchia venne parcheggiata sul ciglio della strada, nello spazio per carico-scarico, da una ragazza con un casco troppo rosso e troppo poco integrale.
Slacciò il laccio da sotto al mento e tolse la protezione dal capo, rivelando dei capelli troppo rossi che caddero perfettamente lisci poco sotto alle sue spalle.
Scese dalla moto accavallando una gamba sull’altra, stirando via per quanto poteva le grinze dai suoi pantaloncini di jeans nei quali era infilato un indumento leggero e fresco. Da quella distanza e con i riflessi sul vetro non riuscivo a identificare che tipo di indumento fosse.
Estrasse una borsa di pelle consumata nella fibbia e agli angoli da sotto alla sella della vespa e, con un ultimo movimento di capelli l’osservai tirare la porta d’ingresso. Ammaliato dal suo portamento non potei che notare l’espressione del suo viso. Aggrottò le sopracciglia, stringendo il labbro inferiore con canini e incisivi e l’attimo dopo ridacchiò.
Farfugliò qualcosa e con ancora un residuo del sorriso precedente, questa volta spinse nel verso giusto la porta ed entrò.

“Il mio toast?” una biondina che aveva non da molto passato i sei mi riportò alla realtà, sventolandomi lo scontrino davanti agli occhi.
“Merda!” sussurrai più a me stesso che a lei e scorsi la madre che dal tavolo occupato, mi lanciava sguardi infuriati per aver pronunciato parole che la sua bambolina non avrebbe dovuto sentire. Che importa.
Tolsi il toast ormai bruciato dalla piastra; il formaggio fuso colava dai lati e gli angoli del pane erano carbonizzati. Lo misi in un piatto e mi girai nuovamente verso la bambina ormai sull’orlo di una crisi isterica.
“Non lo voglio così!” sbraitò battendo un piede sul legno della pavimentazione, strizzando gli occhi e gonfiando le guance arrossate come un piccolo criceto.
“Te ne fac-” non feci in tempo a finire la frase che un’ondata di rosso catturò il mio sguardo, bloccando le parole sul nascere.
Lei fiancheggiava la bambina, guardandola con un mezzo sorriso.
Qualcosa della sua espressione mi rapì nel primo attimo in cui la guardai.
“Io fossi in te lo mangerei. Mi hanno detto che i bordi del pane a fette se sono bruciati fanno crescere” si avvicinò all’orecchio della biondina e si tenne una manciata di capelli fra le mani “le tette.”
La bambina sgranò gli occhi e spalancò la bocca incredula, spostando lo sguardo da me a lei.
Ridacchiai senza spostare lo sguardo da Rossa.
“E tu lo vuoi un fidanzatino, non è così piccolina?” le chiese fingendosi - ed era evidente - un tono dolce, adulando la bambina che di tutta risposta scosse la testa.
“Io ce l’ho già un fidanzato, mi ha baciata anche. Proprio qui.” Puntò un indice sulla piccola guancia ancora arrossata e sorrise vittoriosa guardando Rossa con aria di sfida.
“Beh, vedrai che con un bel paio di tette gli piacerai di più e ti bacerà anche qui.” Rossa indicò le sue labbra ricoperte da un rossetto troppo rosso che contrastava con la sua carnagione quasi cadaverica e spostò i capelli da una spalla all’altra, non dando più peso alla bambina che correva disgustata dalla madre.
Senza il toast.
Si sedette su uno sgabello al banco della caffetteria, proprio di fronte a me e la osservai.
La osservai e notai piccole lentiggini sul dorso del nasino all’insù e sulle gote pallide. Notai le fini sopracciglia rossastre delinearle perfettamente il viso.
Notai un piccolo neo al limite del suo labbro superiore e notai anche due buchini nel lobo sinistro del suo piccolo orecchio.
“Una foto dura di più, Belsorriso fece un piccolo occhiolino e rise alla mia espressione sconvolta.
“Come prego?”
“Così mi consumi, non guardarmi in quel modo.” Il piccolo ghigno sparì dal suo viso e mi sentii avvampare. Per davvero. Arrossii come una quindicenne al liceo quando la propria cotta le fa un complimento per chissà quale dettaglio che lei aveva certamente messo in mostra pur di farsi notare e lui, chiaramente disinteressato le aveva buttato lì due paroline pur di levarsela dai piedi.
“Un tè verde con ghiaccio e una fettina di pompelmo, per favore.”
Ordinò, poggiando delicatamente una banconota da cinque sulla lastra di marmo.
Cercai in tutti i modi di ricompormi e non sembrare tanto coglione da imbambolarmi a guardarla ancora una volta e le versai in un alto bicchiere di vetro la bevanda richiesta; tagliando poi una fettina di pompelmo, lasciai che galleggiasse in una pozzanghera di tè e cubetti di ghiaccio, porgendoglielo poi con un sorriso.
Ricambiò velocemente e si andò a sedere in una panca alla vetrata della caffetteria, mostrandomi il suo profilo perfettamente adornato dal nasino alla francese.
Rossa toglieva davvero il respiro, in ogni modo possibile e immaginabile.

Giunta ormai la fine del mio turno alla caffetteria, tolsi il grembiule nero slacciandolo alla vita e appendendolo sull’appendiabiti all’angolo.
Rossa era da poco andata via ma era come se fosse ancora lì, sullo sgabello, seduta di fronte a me a sorseggiare il suo tè verde con la fettina di pompelmo.
Staccai la targhetta con su scritto Justin riponendola successivamente nella tasca del grembiule, e sospirai ripensando alla cascata rossa.

Quella sera, aspettai l’autobus numero 13 sotto alla piccola tettoia al lato opposto della strada e pensai a lei.
Schiacciai i bottone rosso per prenotare la fermata giusta e pensai a lei.
Mi gettai sul letto esausto e pensai a lei.
Chiusi gli occhi e pensai a lei.
Poi, caddi in un sonno profondo e sognai. Sognai la sua bellissima chioma rossa.
 




Iris
Sabato, due giugno, ruppi la prima di tredici regole.      
           












Note finali; 

Hey gente!
Lo so, lo so.
Ho già altre due storie in corso e a dirla tutta sono un po' bloccata con entrambe,
oggi mi è venuta questa idea e l'ho trovata carina e stoprattutto diversa dalle solite fanfiction che mi ritrovo a scrivere.
Non sarà lunga come ff, al massimo 15 capitoli, credo.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile in modo che possiate non perdervi, perché sarà un po' tutto confuso. Voglio cimentarmi in qualcosa di nuovo, perciò eccomi qui!
La ragazza non la immagino in nessun modo particolare, se non per i capelli rossi naturali.
Ah, ancora una cosa: la storia sarà sempre raccontata dal punto di vista di Justin, tranne le ultime righe di ogni capitolo che saranno 'narrate' dalla protagonista che ho scelto di chiamare Iris per motivi che scoprirete più a vanti.
Credo di aver detto tutto, mhm? Già.
Notte gente, un bacio; Valentina. :))

ps: qualcuno sarebbe tanto gentile da potermi fare un banner? :)

  
   
 
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