- Elucubrazioni di un garofano binoculare.
Branco d’iridi al mercurio sulle cappelle dei crani inclinati,
sussurri in transito in triviali gesti alle vergini in donazione.
Abbreviazione all’anima mi scaraventano i pendoli moltiplicati,
pellegrinaggi travisati mi proferisce il mantra attitudinale.
Spirali d’acidi venerei da preghiere lavorative nutrite;
dimmi, un’assunzione di trachee alla cera di Marte è satura?
S’annette inflazione in famelici banchetti di prolisse frattaglie
da mendicanti spettri colmati.
E’ reiterazione endemica, è recesso abitudinale.
Travaso madeleines in raccoglitori di navigazioni in alto mare,
costeggio archivi di ninfe estintesi in manubri d’ibride statistiche laminate.
Cavalco la paranoia bipede degli innesti gravitazionali,
la libidine delle sventate cataste urbane d’anticoncezionali torrenziali,
gli incesti voraci delle marce ai troni vaganti di morbi comiziali.
Epilessia nutrizionale nei crocevia dei quotidiani colloqui popolari;
infezione lambita degli echi diagonali si coltiva nelle fauci solenni,
esalato brontolio convesso nelle metrò parametriche dei chimici ermetismi.
Filtrata la fisiologia trascendentale delle mie girovaghe iperboli catartiche;
è docile chimera il trespolo utopistico dei bozzi ai futurismi non illustrati.
Contrazione astigmatica m’esibisce la sintetica trasfigurazione dei vagiti,
ma la mia elucubrazione ardente deglutisce garofani di sedizioni binoculari
...e assale, rantola, divampa.