Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Ashtart    28/05/2013    6 recensioni
A volte ancora gli tornava in mente, la sensazione della pelle di Grell contro la propria. [...] Gettava uno sguardo al letto vuoto, allora, ricordando i tempi in cui un altro corpo vi riposava tranquillo mentre lui continuava a lavorare fino a tardi, e rimpiangendo il suono del respiro calmo che per un lungo periodo lo aveva accompagnato durante quelle notti insonni.
[Grelliam]
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Grelliam love.'
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Amore che vieni, amore che vai

 

Quei giorni perduti a rincorrere il vento 
a chiederci un bacio e volerne altri cento 

 
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
A volte ancora gli tornava in mente, la sensazione della pelle di Grell contro la propria. Faceva parte delle cose che aveva catalogato e archiviato in un file in un angolo della sua mente, in attesa di essere rimosse, ma che tuttavia ritornavano di tanto in tanto a riaffacciarsi prepotenti alla sua mente in serate come quella, quando le ore che lo separavano dall’alba erano ancora troppe,  e le scartoffie rimastegli da esaminare ancora troppo poche. Gettava uno sguardo al letto vuoto, allora, ricordando i tempi in cui un altro corpo vi riposava tranquillo mentre lui continuava a lavorare fino a tardi, e rimpiangendo il suono del respiro calmo che per un lungo periodo lo aveva accompagnato durante quelle notti insonni.
Troppo tardi s’accorgeva dello sbaglio, ovvero quando già ormai la sua mente vagava sul corpo del rosso, rammentando con struggente dolcezza il profumo dei suoi capelli, il sapore delle sue labbra, ed il suono della sua voce in tutte quelle notti passate ad impregnare le lenzuola della loro passione. Ricordava la morbidezza della sua pelle e della sua bocca, il calore del suo abbraccio, e i suoi sorrisi, e le sue carezze. Un sorriso ancora gli solleticava gli angoli delle labbra, a quei ricordi, prima che la realtà lo riportasse bruscamente alla sua casa vuota ed al suo letto freddo. Si malediceva, quindi, prima di tornare ai suoi rapporti da firmare, rinchiudendo di nuovo i ricordi ed i rimpianti a chiave in un cassetto nascosto del suo animo, mai del tutto presenti, mai del tutto dimenticati.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
 
 

un giorno qualunque li ricorderai 
amore che fuggi, da me tornerai 


Non aveva pianto, o almeno era quello che avrebbe voluto poter dire. La realtà era che aveva passato gli anni successivi alla morte di Grell a impregnare il proprio cuscino del profumo preferito del rosso, tentando di convincersi che fosse ancora li in giro, e che l’avrebbe raggiunto a letto, svegliandolo nel bel mezzo della notte, di ritorno da una delle sue solite scorribande. Chiudeva gli occhi e si diceva che andava tutto bene,  negando l’innegabile per rimanere sano.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
Per lungo tempo era tutto rimasto lì, i vestiti di Grell, la sua borsa del trucco, le mensole del bagno ancora colme di tutti i prodotti di bellezza che il moro aveva tentato più volte, ed inutilmente, di fargli spostare per avere un po’ di spazio anche per se. Ora che aveva a disposizione tutto lo spazio del mondo, non aveva la forza di gettare via nulla. Aveva conservato il suo shampoo alla fragola, ed aveva lasciato le decolté tacco dodici, quelle di vernice rossa, le preferite dell’altro shinigami, nell’angolo dove le aveva gettate l’ultima volta che se le era sfilate.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
Quando infine aveva realizzato che Grell non sarebbe mai tornato a rimetterle a posto, o a indossarle di nuovo, le aveva afferrate e rinchiuse in una scatola, seguite dai vestiti, i profumi, tutto. Aveva però continuato a piazzare il proprio dopobarba nell’ultima mensola in basso, l’unica che in passato gli fosse stata concessa da quella fiammeggiante primadonna.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
 

e tu che con gli occhi di un altro colore 
mi dici le stesse parole d'amore 
fra un mese, fra un anno, scordate le avrai 
amore che vieni, da me fuggirai 


Era morto durante una missione. Era una cosa comune tra quelli della loro specie, ma a William piaceva pensare che era morto così come era vissuto: combattendo.
Lui non era con Grell, in quel momento, ma l’aveva sentito, l’esatto istante in cui Grell aveva chiuso gli occhi per l’ultima volta. Era stato come se una parte di sè gli fosse stata strappata via improvvisamente, e così aveva saputo. E quando avevano chiuso la bara, per seppellirla, alla presenza dei pochi che davvero avevano tenuto a Grell, anche Will era morto.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
Era stato tanto, tanto tempo prima, e Will non aveva più vissuto da allora. Aveva rifiutato inviti, saluti, qualsiasi cosa. Aveva ignorato duramente le avances che ancora ogni tanto qualche nuovo arrivato o arrivata gli faceva, senza nemmeno curarsi di respingerle, specie perché queste ultime gli facevano particolarmente male. Gli ricordavano continuamente lui, e il modo in cui usava buttarglisi tra le braccia ogni volta che poteva. E le sue mani, e il modo in cui gli sfioravano la cravatta, e poi le spalle, per finire a massaggiargli delicatamente il collo dopo una lunga giornata in ufficio. E il suo ghigno malizioso, e il suo sorriso euforico, e il modo in cui i suoi occhi s’illuminavano quando era davvero felice.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.

venuto dal sole o da spiagge gelate 
perduto in novembre o col vento d'estate 

 
A volte lo andava a trovare, in quelle poche occasioni in cui il lavoro si faceva meno pressante, e l’ufficio non richiedeva la sua presenza anche durante i suoi giorni liberi. Si inginocchiava di fronte alla sua lapide, sfiorandola con le dita, insicuro di come comportarsi con Grell ora che era morto tanto quanto lo era quando era vivo. Ogni volta gli portava una rosa rossa, quasi a voler fare ammenda per tutte quelle che non gli aveva mai donato quando ancora avrebbe potuto.
Nome. Cognome. Data. Causa del decesso. Firma.
Non gli aveva mai detto che lo amava.

io t'ho amato sempre, e non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai 
io t'ho amato sempre, e non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai







 


Angolo fossa oscura dell'autrice:

Ho sfanculato l'interrogazione d'italiano per scrivere ciò. Perche, sia dannato De Andre e il suo angst fottutamente ispiratore, William ha iniziato a deprimersi nella mia testa, e mi sono sentita in dovere di mettere per iscritto le sue pene.
E mi sta finendo la batteria del portatile, e mi rompo di alzarmi a prendere l'alimentatore, quindi la chiudo qua prima che si scarichi e io rimanga fregata.

Alla prossima - si spera non a mezzanotte passata -

Ps: cliccando sul titolo c'è il link alla canzone ;)

  
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