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Autore: Piska    13/12/2007    14 recensioni
"Ich bin da.." Ma ich bin da cosa?! Tu non sei mai stato qui accanto a me.. e mai lo sarai.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non scrivo questa storia a scopo di lucro, i Tokio Hotel non mi appartengono, come del resto gli altri personaggi della fanfiction e i fatti sono frutto della mia mente.

“…Vaffanculo!”
Strappai le pagine di quel maledetto giornale.
Non poteva essere lui, di sicuro era un fake.
Guardai le immagini accartocciate che tenevo ancora in mano.
Cercai di convincermi di aver visto male. Dovevo andare dall’oculista.
Il mio cellulare vibrò, ma lo ignorai.
I miei occhi erano fissi su quelle due bocche troppo attaccate.
Io una di quelle bocche la conoscevo.
Non per esperienza personale, intendiamoci, ma l’avevo vista miliardi di volte.
Su foto, immagini, in video e persino dal vivo.
Ma quell’altra.. La odiavo. Non aveva nessun diritto di starsene lì.
Non aveva nessun diritto di farmi soffrire. Non aveva nessun fottutissimo motivo di uccidermi.
Quei lineamenti.. Li conoscevo fin troppo bene per sbagliarmi però.
Era lui, ne ero più che sicura. Nessun inganno.
Sospirai, rassegnata ormai alla dura realtà. In fondo era la sua vita, io non avevo nessunissimo diritto di intromettermi e soprattutto giudicare. Io ero solo una stupida fan, nulla più; e lui non era reale.. Insomma, mica lo conoscevo personalmente, mica eravamo amici.
E allora perché stavo così male?
Non avevo mai pensato a questa possibilità. Lui, il ragazzo dei miei sogni, la ragione per cui mi alzavo ogni mattina, aveva trovato una ragazza.
Ero rimasta completamente spiazzata da quella notizia, so che può sembrare egoista o strano o che altro, ma non me lo sarei mai aspettata! Così, di punto in bianco. Quelle foto, quelle parole scritte nero su bianco..
Rilessi velocemente l’articolo, soffermandomi su alcune parti.
‘ […] Un fotografo è riuscito ad immortalare un bacio appassionato tra i due.. […] In realtà i due stanno insieme, dormono nella stessa stanza e appena possono si scambiano tenerezze lontano dagli sguardi indiscreti..’
Inorridii nello scorrere di nuovo su quelle parole.
Qualcosa di caldo e bagnato mi rigò la guancia. No, non potevo permettermi di piangere per lui. Non potevo sprecare le mie lacrime per quello lì.
Lo detestavo con tutta me stessa. So che sarebbe potuto sembrare stupido ed infantile, ma era così.
Fissai un’ultima volta quelle pagine stracciate, prima di buttarle.
- Se un giorno ti dovessi mai incontrare..- sussurrai, lasciandole cadere in un cestino - Ti sputerò in faccia - conclusi, con una freddezza che non sapevo di possedere.
Con me aveva chiuso, questo era sicuro. Non avrei mai detestato tutta la band e sarei rimasta loro fan, ovviamente, ma da quel momento, per me, i Tokio Hotel avevano perso un componente.
Incazzata nera, tornai sui miei passi, diretta a casa.
E dire che ero pure uscita per andare apposta in edicola. Avevo sprecato tempo e tre euro per cosa? Uno stupido articolo di uno stupido giornalino.
Il problema non ero solo io però. Quello che mi dava più fastidio è che altre migliaia di ragazze stavano come me, se non peggio.
“Scommetto che tu non hai pensato a questo, vero brutto babbuino?!”
Certo che no. Come avrebbe potuto? Bello, ricco, famoso. E ora pure con la ragazza. Cosa poteva volere di più dalla vita?
E ovviamente chissene frega delle fan che vedono le foto, comprano il giornale, si tagliano, bevono, stanno di merda.
Massì, fottiamonece altamente.
Ora si che avrei proprio voluto sputargli su quella brutta faccia. E prima o poi l’avrei fatto, questa era una promessa. La prima volta che avrei avuto la possibilità di incontrarlo, avrei mantenuto la parola.
Comunque ora non era tempo di pensare a lui. Dovevo fare i compiti per domani, ci mancava solo che prendevo un bel quattro a causa sua..
Dopo cena, puntualmente mi chiamò la mia amica Martina.
Era una ragazza strana, ma mai quanto me, che mi definisco troppo lunatica. Ci conoscevamo dalle medie, ovvero da quasi sei anni. Ogni sera, aveva la pessima (secondo me) abitudine di chiamarmi, proprio mentre stavo per sedermi sul divano con l’idea di passare le successive tre ore a guardare un film. Alle volte, pensavo avesse un radar per beccare proprio il momento più bello ed intenso del film per far squillare quel maledetto aggeggio. Nonostante questo, però, le volevo molto bene, ed eravamo legatissime.
Lasciai passare una manciata di secondi, prima di rispondere, con la voce più normale che riuscì a far produrre alle mie corde vocali.
- Ciao Marty! -
- Hey Anny! - mi salutò lei raggiante - Oggi ho provato a chiamarti sul cellulare, ma non hai risposto.. comunque, devo dirti una cosa importantissima!! Indovina oggi cosa mi è arrivato a casa? -
Sentivo che dall’altra parte del telefono lei stava sorridendo e ne intesi subito il motivo.
- I biglietti - risposi, piatta.
- Non vale! Con te non c’è gusto uffa.. Comunque si! Non sei contenta?? EEEH?? -
- Ehm.. si..- risposi, concentrata su un filo che non voleva saperne di staccarsi dalla mia maglia.
- Eddai Anny, ma che hai? È da una vita che aspettiamo questi due pezzi di carta! Possibile che ora tutto il tuo entusiasmo sia finito sotto le suole delle scarpe? -
Ponderai un minuto buono, prima di rispondere.
- Io al concerto non vengo. -
Allontanai repentinamente la cornetta dal mio orecchio, ma riuscii ugualmente a sentire l’urlo disperato della mia amica.
Quando fui sicura che si fosse calmata (più o meno mezz’ora dopo), riavvicinai la cornetta.
- Marty calmati, non è una tragedia..-
- COSA DIAMINE VUOL DIRE “NON E’ UNA TRAGEDIA”?! DICO IO, MA SEI IMPAZZITA? SECONDO TE CI VADO DA SOLA?! MA CHE CAVOLO TI E’ PRESO!!-
Mi sentii strillare questo nelle orecchie. Credo di aver perso almeno cinque decibel quella volta. Inspirai a fondo per non sclerarle addosso, e aspettai qualche secondo, contando fino a dieci.
- Ok, iniziamo dal principio.. Ma parlo solo se non urli più in quel modo! -
- Mmmh.. Va bene, spara..-
Così iniziai a raccontarle quello che avevo fatto, visto e scoperto lo stesso pomeriggio, interrotta qualche volte da un suo ‘noo’ ‘ma dai!’ ‘che stronzo!’ ‘non ci posso credere..’ quasi fosse lei quella arrabbiata.
Alla fine del mio avventuroso racconto, ci fu un attimo di silenzio.
- Ma non puoi lasciarmi solaaaaa!! - piagnucolò alla fine Marty.
- Tu vai, divertiti. Io non ne ho sinceramente la minima voglia di venire. Per me Bill Kaulitz è morto. -
Con questa frase chiusi la chiamata e mi stesi sul divano, gustandomi finalmente quel maledetto film.

  
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