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Autore: kymyit    28/05/2013    6 recensioni
C'era una volta un bel capitano rosso di capelli, perennemente abbigliato con una sgargiante pelliccia vermiglia. Si chiamava Kidd e un giorno il suo Massacratore lo spedì nel bosco per raggiungere il sottomarino del suo amato pinguino malato per portargli della carne molto speciale.
Nel bosco però si annidava una creatura infida, un mostro di gomma famelico di carne!
Seguì il sentiero nella foresta e s’inoltrò nella fitta boscaglia incutendo timore sulle povere bestie che vi vivevano.
Ad un certo punto, però, sentì una voce familiare e alquanto straziante. Un canto stonato in avvicinamento preannunciò l’entrata in scena di una di quelle persone che il Capitano avrebbe voluto evitare in circostanze come quelle.
-La testolina accaldata… oooooh l’isola d’estate, con il mare e con le stelle, senti le zanzare… -
Forse era ancora in tempo, pensò, scivolando come un’ombra dietro un albero, ma uno schianto poco sopra la sua testa lo costrinse a uscire dal suo nascondiglio.
-Ma sei deficiente o cosa?!- sbottò a un certo uomo di gomma di sua conoscenza che, scambiandolo per una belva, aveva deciso di seppellirlo sotto un tronco con uno dei suoi Gom Gom Pistol.
Genere: Avventura, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Monkey D. Rufy, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pelliccetta rosso sangue 





C’era una volta, un capitano pirata tra i più forti e pericolosi a solcare i mari. Il suo nome era (ed è tutt’oggi) Eustass Kidd, detto il Capitano. I suoi nemici preferiscono soprannominarlo Pelliccetta Rossa, per il suo costante indossare una pesante pelliccia vermiglia. Ovviamente, questo epiteto è tenuto ben segreto alle orecchie del filibustiere in questione, poiché è ben nota la sua propensione a uccidere per molto meno. E anche quest’autrice, per non incorrere nelle ire del suo bello… ehm, del Capitano, preferisce chiamarlo semplicemente Kidd.

Un giorno il vicecapitano dei Pirati di Kidd, Killer il Massacratore, entrò nella cabina del suo Capitano mal celando potenti colpi di tosse.
-Kidd, Kidd, devo chiederti un favore.- gli disse. -Potresti portare una cosa a Penguin?-
-No.-
Era cosa ben nota che a Kidd non piacesse quel pinguino, ma, a quanto pareva, Killer provava in tutti i modi a farli diventare ALMENO buoni conoscenti.
-Per favore.-
-Mandaci Wire.-
-E’ occupato.-
-Mandaci Heat.-
-Ha da fare.-
-Mandaci qualcun altro.-
-Vorrei mandarci te, visto che non stai facendo un cazzo.-
Kidd lo fissò in tralice.
-Ho appena finito di scrivere il diario di bordo e ora mi godo la mia pace. Sei il vicecapitano, imponiti e spediscici qualcun altro.-
Killer tossì diverse volte.
-Senti, ho davvero bisogno che gli porti questa roba, anche lui non sta bene e sono bloccati dall’altra parte dell’isola, non possono scendere in paese.-
Kidd insistette che, no, non avrebbe mai e poi mai fatto un favore al maledetto pinguino, ma poi Killer riuscì a farlo desistere. Perché era il suo vice, il suo più caro amico e il suo peggior nemico. Lo conosceva come le sue tasche e, trovando le parole giuste, riuscì a sbatterlo fuori bordo con un borsone in spalla e una mappa in mano.
Kidd ripromise a se stesso che l’avrebbe appeso per i capelli a fare la polena con due stelle marine nei capezzoli.
Mugugnando e maledicendo, il pirata s’incamminò seguendo lo sgualcito foglio di carta imbrattato con elementari schizzi di alberi e sentieri e casette. Giunse così al bivio che portava al villaggio. Killer gli aveva segnato di passare nel bosco per evitare la Marina e tutti i brutti ceffi che avrebbero potuto far aumentare la sua taglia attirando così, ancora di più, l’attenzione. Seguì il sentiero nella foresta e s’inoltrò nella fitta boscaglia incutendo timore sulle povere bestie che vi vivevano.
Ad un certo punto, però, sentì una voce familiare e alquanto straziante. Un canto stonato in avvicinamento preannunciò l’entrata in scena di una di quelle persone che il Capitano avrebbe voluto evitare in circostanze come quelle.
-La testolina accaldata… oooooh l’isola d’estate, con il mare e con le stelle, senti le zanzare… -
Forse era ancora in tempo, pensò, scivolando come un’ombra dietro un albero, ma uno schianto poco sopra la sua testa lo costrinse a uscire dal suo nascondiglio.
-Ma sei deficiente o cosa?!- sbottò a un certo uomo di gomma di sua conoscenza che, scambiandolo per una belva, aveva deciso di seppellirlo sotto un tronco con uno dei suoi Gom Gom Pistol.
-Oh, ciao Eu… Eu… Eustacchio!-
-Eustass! Eustass!- s’irritò ancora di più lui. Mai una volta che si ricordasse i nomi. Passi Torao, perché, cavolo, Trafalgar era impronunciabile persino per uno sano di mente, figurarsi per uno con la memoria di un elefante morto.
Ma Eustacchio no!
Eustacchio sapeva di monaco, tutto chiesa e preghiera, non di pirata, tutto oro e massacri, e che diamine!
L’altro rise a trentadue denti.
Kidd avrebbe voluto sapere in base a quale progetto divino lui doveva impazzire a quel modo, ma si astenne dall’alzare gli occhi al cielo e si rimise in cammino.
-Ehi, aspetta, dove vai?- gli chiese Rufy.
-Non sono affari tuoi.-
-Che buon profumino. Hai della carne nella borsa?-
Per colpa di quel coglione di Killer sì, stava trascinandosi della carne nel bosco con un maniaco dei cosciotti alle calcagna.
-Non è per te.- mise in chiaro -Devo portarla a un pinguino demente.-
-E non posso averne un pezzetto?-
-No.- rispose.
-Aspetta, ma i pinguini non sono carnivori.- fece Rufy, non capendo l’allusione.
-Per Penguin, idiota, per Penguin! Sto facendo un favore a Killer, perciò non rendermi le cose più difficili di quanto già non siano!-
-Un pezzettino, che ti costa?- insistette quello.
-Non hai nessun altro da importunare? I tuoi amici? Serpenti velenosi?- gli chiese sconsolato per poi accorgersi che l’attentatore di prosciutti non camminava più al suo fianco agitando il suo stupido bastone come uno scolaretto in gita scolastica. Un fruscio proveniente dalla borsa che teneva sulle spalle lo fece trasalire.
-Scendi, maledetta scimmia!- urlò agitandosi per farlo cadere. Ma quel bastardo aveva un’agilità spaventosa. Poteva competere con Killer, allegramente definito l’uomo saponetta, tanto poteva sgusciare e schivare ogni colpo, ogni assalto.
Kidd allora decise di fare l’unica cosa che poteva per levarselo dalle palle.
Con una potente ondata di magnetismo respinse il bottone dei suoi pantaloni e lo sbalzò dalla borsa.
Poi scappò.
Corse via a velocità stratosferica.
Il grande Eustass Kidd che fuggiva nel bosco inseguito da una belva di gomma affamata di carne.
Proprio una bella favoletta.
Dalla sua però c’era il pessimo senso dell’orientamento della suddetta belva, la quale purtroppo compensava il tutto con un ottimo fiuto per il cibo.
Kidd proseguì braccato come un animale, finché non giunse alla fine del bosco e scorse l’attracco del maledetto sottomarino giallo degli Hearts.
-Era ora.- disse fra sé. Avrebbe mollato la borsa a qualcuno con i saluti di Killer, poi se ne sarebbe andato e quella stramaledetta grana di gomma se la sarebbero gestita i fantasmini in pigiama.
Oppure avrebbe cercato Law, si sarebbe fatto pagare per il disturbo e se ne sarebbe andato augurando la morte del pinguino.
Non aveva tenuto conto, però, di un secondo dono naturale, conferito dall’alto dei cieli, al temibile capitano col cappello di paglia.
La fortuna.
Rufy aveva uno scarso senso dell’orientamento, peggio di lui c’era solo il suo vice, ma aveva un ottimo tempismo dovuto a grandi, clamorose, epiche, botte di culo.
I suoi amici erano in pericolo?
Lui sbagliava strada ma arrivava al momento giusto per cavarli d’impaccio!
Purtroppo questa legge naturale ed infida si applicava anche quando in pericolo non c’era nessuno e il mostro era semplicemente intenzionato a importunare qualcuno.
Fatto sta che, quando arrivò al sottomarino, Kidd notò un certo fermento. Molti degli Hearts si erano radunati sul ponte esterno e protestavano clamorosamente.
-Guarda guarda chi si vede.- fece Law, poi notò la borsa -Oh, sei venuto tu a portarla?-
-Mi chiedo piuttosto cosa t’impedisse di venire a prendertela tu, visto che è per il tuo pinguino!- sbottò lanciandogliela. -Dagliela in fretta prima che passi quella scimmia gommosa!-
Law scosse la testa, sconsolato, al che il campanello d’allarme nella testa di Kidd strombazzò chiassosamente.
-Dimmi che non è già arrivata… - disse, con un rivolo di sudore che gli scorreva lungo il viso.
-Ha sfondato il ponte.- disse Law, ritirandogli la borsa.
A questo punto, il Capitano poteva fregarsene e alzare i tacchi, lanciare nuovamente la borsa al Chirurgo della Morte, lasciare che Law si arrangiasse e salvare i pochi neuroni sopravvissuti alla cretinaggine che pareva dilagare a macchia d’olio per i sette mari da un po’ di tempo a quella parte.
Purtroppo però, quella cosa chiamata buon senso gli impediva di muoversi.
Aveva promesso a Killer che avrebbe consegnato a Penguin la sua carne e qualsiasi altra maledetta cosa ci fosse stata in quella borsa e le promesse vanno mantenute.
Non sia mai detto che Eustass Capitano Kidd non sia un uomo d’onore.
Non aveva altra scelta se non quella di avventurarsi per gli impervi corridoi del sottomarino, in compagnia di Law, perché non c’era tempo da perdere. Bisognava trovare Rufy ed evitare che facesse più danni di quanti ne avesse già fatti.

Ora, Rufy non è propriamente il bravo ragazzo che tutti credono. Non farebbe mai del male a nessuno per motivi futili, ma il cibo non è robetta, è una questione delicata della massima importanza.
La sua idea di pirata è diversa da quella di un eroe e in quel momento il tesoro su cui voleva mettere le mani ad ogni costo era la borsa piena di carne ed altre leccornie che Eustass Kidd si portava dietro.
Doveva portarla a Penguin?
Molto bene, l’avrebbe intercettata e se ne sarebbe preso un poco.
Non tutta, sembrava davvero importante, ma un poco sì.
E aveva avuto anche una bella botta di fortuna a centrare il sottomarino quando si era fiondato oltre le cime degli alberi per raggiungere Kidd.
Ad ogni modo, quei corridoi sembravano tutti uguali, non riusciva a ricordare dove fossero le cabine della ciurma.
Poi, d‘un tratto, la rivelazione!
-Come sarebbe a dire che l’hai mandato, Kirachan? Non si sarà perso? Coff coff… cavolo… e, io aspetto, aspetto, ma se non si muove crepo… coff coff… -
La voce di Penguin veniva da una stanza in fondo al corridoio, gli occhi di Rufy brillarono maligni.

-Seriamente, mai pensato di cambiare colore?- domandò Law.
-No, il rosso va bene.-
-Mah, secondo me anche il nero non è male, poi sarebbe anche ora di metterla a lavare questa pelliccia. Ci hai vomitato sopra?-
Kidd sospirò.
-No, mammina. Scusa tanto se non ho una lavanderia sulla mia nave.-
Law sogghignò divertito e fece per ribattere, quando giunsero davanti alla porta della cabina di Penguin, Shachi e di un’altra decina di uomini.
La porta era socchiusa, non si sentiva un rumore e in lontananza non si avvertiva nulla di sospetto.
Law bussò e sentì una voce soffocata rispondergli -Avantiiii.-
Kidd non voleva entrare, non ci teneva proprio a fare l’amicone del pinguino, ma Law l’aveva afferrato per la pelliccia e se l’era tirato dietro, costringendolo a un clamoroso declino della sua ferrea volontà.
Penguin se ne stava imbacuccato sotto le coperte, in vista c’era solo il suo cappello che si muoveva ritmicamente insieme al piumone al ritmo del suo respiro affannato.
Kidd scaricò la borsa proprio davanti al letto, con un gesto secco.
-Killer mi ha stressato per portarti questa roba, cerca di non crepare, ciao.- disse d’un fiato e tentò di riguadagnare la porta, ma poi pensò di potersi prendere qualche soddisfazione e riafferrò la borsa proprio un attimo prima che lo facesse la mano del malato.
-Dimenticavo. Come si dice, pinguino?-
La mano rimase interdetta e si ritirò sotto le coperte di fretta. Law inarcò il sopracciglio.
-Cough cough… - fu l’unica risposta.
-Come? Non ho sentito bene!- esclamò il rosso con una mano dietro il padiglione auricolare -Grazie infinite, grande Capitano? E poi? Sono uno stupido pinguino e non merito le tue gentilezze? Ho sentito bene?-
Il Chirurgo della Morte scosse il capo.
-Quanto sei infantile… -
-Zitto tu che dormi ancora con l’orsacchiotto.-
-E tu con la tua barbie pelosa!-
L’aria della stanza si fece molto tesa. Da un lato c’erano i due capitani che si lanciavano furiose occhiatacce omicide con scintille annesse, dall’altra c’era Penguin sotto il piumone che emetteva strani gorgoglii da morto di fame. Il malato allungò la mano verso la borsa ai piedi del letto, mancavano pochi centimetri soltanto e sarebbe riuscito a mangiare quella carne squisita…
-Ora che ci penso, dove sono i tuoi tatuaggi, Penguin?!-
La Nodachi di Law si abbatté improvvisamente sulle sue dita, inchiodandole sul pavimento e trascinando così il malato fuori dal suo nido di coperte.
-Mugiwara… - ringhiò Kidd dall’alto dei suoi due metri suonati.
Rufy, scoperto ma non abbattuto (né psicologicamente, né fisicamente) si ricompose in fretta e in furia, agguantò la borsa e tentò di conquistare la porta.
-Eh no!- ruggì Kidd magnetizzandogli fibbie e bottoni -Molla l’osso, ladro!-
Il capitano dal cappello di paglia si aggrappò con tutte le sue forze agli stipiti della porta. Le pareti in metallo sembravano risentire del potere del Capitano, perciò Law pensò di evitare la sciagura con la sua Room, avvolgendo i due e sbatacchiandoli senza grazia qua e là per la stanza in un vortice di gomma e pelliccia.
-Vi siete calmati?- domandò al termine della tortura, irritato e con le braccia conserte.
Kidd e Rufy si guardarono in cagnesco per alcuni secondi.
-Quando sarebbe diventata colpa mia?!- borbottò il Capitano.
-Andiamo, era solo un po’ di carne Torao! Non siamo amici?-
-No, non lo siamo.- fece quello, tanto per puntualizzare -Solo perché siamo alleati, non significa che puoi venire qui, distruggere il mio sottomarino e rubare il cibo ai miei uom… un momento, dov’è Penguin?-
Un mugugno soffocato giunse in risposta dall’armadio e il medico si diede una manata alla faccia, mentre Rufy sfoggiava la sua espressione da cucciolo fesso.
-Ma perché non è la stessa cosa?-
-No, razza di deficiente.- rispose Kidd, irritato per l’essere stato coinvolto in una storia così assurda.
-Aspetta… - Rufy si fece due conti -Anche voi due siete alleati, perciò non siete amici… ma allora perché dormite insieme?-
Colpito e affondato, Kidd sbiancò e il sudore freddo gli scorse in viso come impazzito.
Quando cavolo li aveva visti “dormire insieme”?!
Law intanto si era immediatamente prodigato di salvare il suo compagno da dentro l’armadio e l’aveva rimesso a letto con gentilezza.
-Scotti ancora.- gli disse misurandogli la temperatura, poi afferrò il sacco portatogli da Kidd e se lo mise in spalla -Riposa un po’, ti preparo la medicina.-
-La mia carneeeee.- piagnucolò Rufy.
Kidd a questo punto voleva solo tornarsene sulla sua nave, perciò fece per uscire dalla porta, quando Penguin gli afferrò la pelliccia.
-Ehi, Grande Capitano, grazie per il disturbo.- ridacchiò facendogli l’occhiolino.
-Tsk, cerca di non crepare, che se no Killer rompe.- gli fece di rimando, leggermente imbarazzato.
Voleva andarsene, vero, però a quel punto era anche curioso di vedere che cosa voleva farci Law con quella carne.
E Rufy a quanto pare l’aveva seguito per elemosinare qualcosa. Li trovò entrambi in cucina, il medico ai fornelli e Rufy armato di cosciotto.
-Non sapevo fosse una medicina… - biascicava.
-Questo perché non chiedi.-
Kidd rimase sulla porta a osservare il Chirurgo mentre puliva la carne, la tagliava in piccoli pezzi e la pressava insieme a delle strane foglie azzurre per ottenerne il succo.
-Che fai, la cena per i tuoi bambini, mammina?-
-No, Kidd, è la medicina per Penguin, anzi, aspetta, te ne do anche per la tua barbie assassina.-
-Posso fargli anch’io del succo di carne.- protestò infantilmente per rifiutare di trovarsi in debito con lui.
-Non è così semplice, è una carne speciale questa, devo applicare altre procedure. Avevo chiesto a Killer di procurarla perché aiuta a guarire da questo virus che gira sull’isola. Hai presente quegli animali strani che pascolano qui intorno? Nell’isola ne mangiano da sempre per rimediare alla malattia. Aspetta… - si zittì per versare, concentrato, della polverina nel recipiente dove stava il succo -Bisogna che calcoli bene le dosi, è carne velenosa, come il fugu, bisogna lavorarla in un certo modo per eliminare le tossine.-
Kidd provò un brivido d’inquietudine a quelle parole, ma rimase in silenzio a guardarlo mentre lavorava. Law era serio, concentrato. Non era esaltato come quando operava, ma nei suoi occhi leggeva la stessa passione per la medicina. A volte era decifrabile come un libro aperto. Un po’ lo spaventava, conosceva un sacco di medicine e rimedi che rasentavano la stregoneria, ce lo vedeva proprio a mischiare code di rospo e ali di pipistrello. Solo a vederlo pestare la carne gli venivano i brividi.
Squadrò Mugiwara, aveva una faccia piuttosto abbattuta per non essere riuscito nel suo intento.
Ben gli stava, poteva andargli peggio.
Law era troppo buono, altroché! Fosse per lui, sarebbe finito in fondo al mare con la pancia piena di pietre (non che sarebbero servite per mandarlo a fondo, era solo uno sfizio che voleva togliersi), ma il doc se lo teneva buono offrendogli la dispensa, quasi si sentiva geloso.
-Mmm… - mugugnò Rufy, mettendo in moto il suo cervello -Ma quindi, Torao, se noi due siamo alleati, io sono alleato anche con Eu… Eustacch-
-Eustass!- lo interruppe il diretto interessato.
-Eustacchio, giusto?- Io ignorò totalmente lui.
-Non è così semplice, ma sì… -
-Ma anche no!- protestò il rosso.
-Perciò perché non dormiamo tutti e tre insieme?- se ne uscì con quella richiesta come se nulla fosse.
I due raggelarono sul posto, avvolti in cupe atmosfere d’inquietudine.
Era una frase ingenua o quello diceva sul serio?
-Laaaaw… - sibilò Kidd dal suo cantuccio d’oltretomba -Perché non gli offri un po’ di quella carne cruda?-

Law non lo fece, come non prese il malcapitato per gettarlo al mare con lo stomaco pieno di pietre e sassi. Si limitò a spegnere il cervello per ignorare strani commenti che gli avrebbero fatto venire gli incubi per sei notti di seguito.
Kidd tornò turbato nella sua nave e scaricò a Killer il suo succo di carne e diavolerie varie. Il Massacratore non osò fargli domande. Il suo Capitano gli dava l’impressione di essere una belva ferita pronta ad azzannare alla gola. Rimase immobile a chiedersi che cosa fosse successo di diverso dal solito per turbarlo a quel modo.
-Killer.- fece il rosso sulla porta della propria cabina -La prossima volta che vuoi che ti faccia un favore, ricordati che non porterò mai più carne in spalla, ne andasse della tua vita.-
-Ehm… - il biondo tentò di ribattere, ma non trovava le parole giuste. Che cavolo era successo!?
-Mai.- sibilò il Capitano con aria tetra chiudendosi la porta alle spalle.
E il suo mai era un mai definitivo.

La morale di tutta questa storia è che non bisogna mai dare troppa corda a nessuno, specialmente se questo qualcuno è di gomma e tende ad avere le orecchie foderate di prosciutto. Diffidate dai sorrisi a trentadue denti, specialmente se avete una borsa piena di carne sulle spalle e, soprattutto, ricordatevi di mangiare il fugu solo in ristoranti specializzati.

E ricordate di ringraziare il Capitano per il suo immenso sacrificio.





Note: Volevo scrivere qualcosa a tema favole e... spero vi sia piaciuta X°D Povero Kidd, a volte vorrei trasformarlo in un principe e farlo vivere agiato per i secoli a venire, ma vederlo coinvolto in situazioni simili è appagante X°°°°D
Ambientata dopo i due anni, bla bla bla bla. Ecco perché Killer è una Barbie pelosa X°D
Rufy... beh, non è ingenuo, alla fine credo sappia molto più di quello che i suoi occhi da cerbiatto lascino intendere e poi... cavolo, sembra fatto apposta che le tre ciurme si incontrino sempre. Un disegno del destino *fischietta*

   
 
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