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Autore: ADDICT    28/05/2013    1 recensioni
Non ci credo. Non c’è nessuno in giro eppure al MIO baracchino c’è coda. Un ragazzo un po’ più alto di me con i capelli castani disordinati sta ordinando un gelato. Non riesco a vederlo in faccia ma poco importa: deve muoversi o io non prenderò il mio caffè, arriverò tardi a lezione, mi addormenterò sul banco, verrò bocciata all’esame, e mi troverò fra qualche anno a gestire un lurido locale sulle autostrade con tanto di divisa rossa e cappellino da idiota con stampato il mio nome sopra.
Tutto se lui non si muove. Passano i minuti e noto che il ragazzo ha delle difficoltà a parlare italiano. Probabilmente è straniero. O idiota. Vada per la seconda.
- Non capisco, quanti soldi pagato?- chiede al venditore ambulante.
- Sono due euro,amico – spiega l’altro.
Mi piacerebbe dargli un calcione del sedere, urlargli che la sua lentezza è straziante ma appena vedo che il ragazzo tira fuori il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni non posso che rimanere in fissa su due cose: primo, il suo sedere, non è proprio niente male. Pervertita!
Secondo: il mio sguardo è catturato dalle sue mani. Sono sempre stata fissata con le mani. E le sue sono proprio stupende.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sofia
 
Sono felice di trovarmi in quell’abbraccio improvviso. Non voglio staccarmi, non farlo ti prego Louis, non staccarti da me!
Piano piano scioglie l’abbraccio ma mi tiene ancora stretta, le sue mani sui miei fianchi.
Mi guarda negli occhi. Ok, i suoi occhi sono tremendamente belli.
Mi scosta una ciocca di capelli dietro le orecchie, e sento il mio viso andare in fiamme.
Diamine, non lo conosco nemmeno o quasi, eppure al tocco delle sue dita sulla mia guancia mi sono come bruciata la pelle.
Non resisto più, devo dire qualcosa.
Ti prego non dire qualcosa di stupido.
Ti prego non dire qualcosa di stupido.
Ti prego non dire qualcosa di stupido.
-Dannazione. Tu sei perfetto. – dico in un sussurro.
Ecco. Ho detto qualcosa di stupido. Di terribilmente e maledettamente stupido.
-Cosa? – dice lui inarcando le sopracciglia. Ottimo, probabilmente non ha sentito. Tanto meglio, ho evitato una figuraccia.
-Niente…niente – scuoto impercettibilmente la testa, battendo le palpebre a velocità record.
-Ripetilo. Ripeti quello che hai detto – Maledizione, mi ha sentito.
-Ho solo detto che….bhe…insomma…sei p-perfetto. E-ecco. – balbetto, insicura. Mi guardo poi la punta delle scarpe.
Sento due dita sfiorrmi il mento e alzarmi il viso.
-Sei bellissima quando arrossisci. – dice.
Ora sono davvero in imbarazzo.
-Mi sei mancata sai? Pensavo non venissi, credevo di non doverti vedere mai più – aggiunge.
Mi scappa un ridolino – Mi spiace, ma dovresti davvero lamentarti con il servizio anti suicidi metropolitani del Comune di Milano, sempre che ne esista uno, è colpa loro se sono arrivata in ritardo.- dico e lui ridacchia.
Improvvisamente si sente bussare alla porta.
Si sente una voce, probabilmente è Harry, data la voce calda e roca: - Louis, muoviti, Paolo sta impazzendo perché non ti trova e le fan fra poco ci mangiano se non esci da lì! – e ridacchia. Louis non risponde, sembra quasi non considerare quello che il suo amico ha appena detto.
-Voglio rivederti – dice improvvisamente serio in volto. –domani, ti prego. – continua con gli occhi da cucciolo.
-Ehm…- sono indecisa. Come si fa ad accettare di uscire con un ragazzo tremendamente bello e sexy che canta è famoso e abita a Londra?
-Ti prego. Noi stiamo a Milano per due settimane, ma devo rivederti domani. Non resisto ai tuoi abbracci, sai com’è! – la mette sul ridere.
-Va bene – dico io. Un sorriso a trentadue denti si dipinge sul volto del ragazzo che sta in piedi di fronte a me.
Comincia ad esultare come un dodicenne che ha appena scoperto di aver scampato ad un’interrogazione, poi sempre ridendo mi prende entrambe le mani e scuro in volto mi dice:
-Si staranno chiedendo che fine abbia fatto, ora devo proprio andare.- è triste.
-Non ti preoccupare – lo consolo io.
-Ma ci vediamo domani, vero? – e fa un altro sorriso, speranzoso che non gli abbia detto di sì per gioco.
-Certo! – rispondo.
Poi mi fa una carezza e si avvicina a me, la testa inclinata: mi stampa un bacio sulla guancia con le sue labbra morbide e sorride.
Non resisto più e gli butto le braccia al collo, in punta di piedi lo abbraccio forte. Lui mi lascia un bacio tra i capelli, poi mi prende una mano e dopo aver intrecciato le sue dita con le mie, sospira e mi guida fuori.
 
 
Louis
 
 
Ho passato le ultime ore sdraiato sul mio letto in hotel, le braccia incrociate dietro la nuca, la parte dal ginocchio in giù delle gambe penzolava dal materasso e la punta delle mie superga sfiorava terra. Una piccola macchia di vernice bianca infastidisce il colore pallido rosato del soffitto. Chiudo gli occhi per un attimo e come una lucina, quella piccola macchia rimane all’interno delle mie palpebre, un po’ come quando si fissa il sole per troppo tempo e una piccola lucina segue il tuo sguardo per qualche secondo, dandoti tremendamente fastidio.
Ma non sentivo fastidio.
Quella lucina da bianca che era era divantata azzurra e ci vedevo solo i suoi profondi occhi grandi. Rimasi così, con la luce dei suoi occhi impressa nei miei, per non so quanto tempo.
Solo quando Harry d’un tratto apre la porta, scaraventando i due cellulari che aveva in tasca e i rayban neri sul tavolino nell’ingresso della nostra suite, apro di scatto gli occhi e li fisso nei suoi, alzando di poco la testa.
-Fai pure. Sei solo in camera, nessuno sta cercando di riposare, Harry. - sbuffo. Lui fa quasi un salto, e lancia un urlo.
-A-ah! Eccoti! Ti abbiamo cercato dappertutto! Ci puoi dire cortesemente dove diavolo eri finito? Eravamo preoccupati sai! -  ha uno sguardo sincero mentre mi guarda con occhi sbarrati puntandomi un dito contro. Evidentemente non era stata una grande idea la mia.
-Boh mi andava di stare un po’ da solo e sono tornato in albergo- dico senza pensarci.
-Bhe, Tomlinson... lasciatelo dire: sei un idiota. – borbotta gesticolando.
-Grazie, anche io ti voglio molto bene – dico serio.
-Oh smettila Louis!ma che diamine hai si può sapere? Non sei molto in te a dirla tutta.-
-Sto benissimo! – e di colpo un sorrisone mi compare sul viso, ripensando a Sofia. In effetti ora sembro proprio un deficiente e il mio migliore amico sembra essersene accorto perché si avvicina con fare sospetto, si siede sul letto di fianco a me poi abbassa un po’ la testa e mi scruta con un’aria da grande e saggio uomo:
-Ma ti sei drogato? Non sei in te, no.- e scuote la testa meticolosamente come a rispondersi da solo.
-Certo che no, razza di imbecille.- dico allibito, sgranando gli occhi – sono solo felice.
Non faccio a tempo a dargli una risposta più precisa che altri tre cretini fanno irruzione nella stanza. Niall si guarda in giro borbotta un “ehi Lou, com’è?” poi si avvicina al frigo bar della stanza con l’intenzione sicura di saccheggiarlo.
Zayn si avvicina alla finestra, tira le tende, apre la finestra si infila una sigaretta tra le labbra e se la accende. Non fa in tempo a fare due tiri che Liam, gli lancia un’occhiataccia poi quest’ultimo si rivolge a me:
-Louis, seriamente dove diavolo sei scomparso? Ci hai lasciato a quella trasmissione radiofonica senza spiegazioni, non lo fare più. Ci hai preoccupati! – Poi prende un respiro e continua – Di sicuro non eri in te, era tutta la mattina che dicevi cazzate, più del tuo solito insomma! –
-Sempre che sia davvero possibile- aggiunge in un borbottio Zayn che si è appoggiato allo stipite della finestra dandoci le spalle. Alzo la mano come per salutarlo felice,ma nel momento in cui devo sventolare le dita, gli faccio il dito medio, e la mia faccia si oscura.
Niall ridacchia e Harry alza gli occhi al cielo poi rivolgendosi di nuovo al sottoscritto quasi urla:
-Insomma si può sapere che problemi avevi? Avevi la testa completamente da un’altra parte! Dicevi cose senza senso. Avevi la faccia di Alice nel Paese delle Meraviglie.
-Ma niente, sono semplicemente felice. Nel primo pomeriggio devo vedere una ragazza…ecco tutto. Quella ragazza. Quella che ieri pomeriggio avete visto davanti al tavolo…tutto qui. – sono arrossito, me lo sento.
I quattro rimangono in silenzio, guardandomi, Niall con una merendina in bocca, Harry con una faccia come se non avesse ancora capito bene se lo stessi prendendo in giro oppure no, Liam preoccupato, e Zayn sembra essersi momentaneamente di scenerare la sigaretta.
Faccio scivolare gli occhi su ognuno dei miei amici, contento che mi avessero capito, che avessero finalmente compreso perché ero così dannatamente felice. Ero contento che loro in qualche modo mi capissero, mi appoggiassero.
Non resistono e scoppiano tutti in una flagorosa risata.
Come non detto.
Maledetti migliori amici.
Alzo gli occhi al cielo nel vedere che Harry si tiene la pancia con le mani, Zayn lacrima, e Niall si è buttato per terra e ha cominciato a pestare pugni sulla moquette.
Favoloso.
Grazie, davvero. Le loro risate sono talmente contagiose che cominciai a ridere anche io a crepapelle.
-Vi voglio bene anche io, grazie per il vostro supporto da amici, davvero- dico sarcastico.
Liam decide di darsi una sistemata alla camicia, dal momento che dalle risate era caduto dal letto e rotolato sul pavimento senza nessun minimo di decoro.
-Ok, Louis- dice asciugandosi le lacrime Harry – E’ solo che credevamo tutti tu avessi un problema grave con la droga, invece ci racconti di una ragazza, tu! Tu non hai mai avuto questa faccia da sfigato quando parli di una ragazza! Mai! –
-Grazie dell’aiuto, siete fantastici – ironizzo ancora.
- Ok, facciamo i seri. Dove hai intenzione di portarla questo pomeriggio? – dice tornando scuro in volto Liam.
- non ne ho idea. Penso che la cosa migliore è che mi faccia lei da guida per la città dal momento che non conosco Milano per niente. – balbetto insicuro.
Harry scuote la testa convinto:
-Si. Decisamente è la cosa migliore. Dai amico, si vede che per te lei è importante! Ma non è che ha qualche amica da presentarci? Insomma, qui solo Liam è l’adulto fidanzato, devi aiutarci. Le ragazze italiane sono davvero carine! Ieri ne ho vista una che non era davvero niente male!-
-Vedrò cosa posso fare. Ma chi hai visto di preciso da rimanerne così folgorato?- aggiungo.
-Una ragazza con la frangetta, mi ha rapito il cuore! Aaaah! –
 Detto questo si lancia con fare teatrale sul letto con gli occhi sognanti e una mano sul cuore. Che imbecille.
Io e i ragazzi rimaniamo ancora un po’ a ridere e scherzare, quando poi guardo l’orologio e mi accorgo con stupore che l’ora dell’appuntamento si avvicina. Prendo il cellulare, e mi fiondo verso la porta, con un cenno di saluto ai miei amici.
-ci vediamo stasera, sempre se torno presto per mangiare con voi!- urlo a quelle facce sorridenti.
- Mi abbandoni così? Ma non posso vivere senza di te! – dice Harry con una strana vocina e fingendo di asciugarsi una lacrima. Alzo gli occhi al cielo, afferro un cuscino che c’era su una panca proprio all’ingresso e glielo lancio addosso, lui ridacchia.
Esco dalla porta e mi sento vivo,come non lo ero da tanto tempo. Quella città mi aveva stregato. Mi aveva fatto rinascere.
Milano ti amo! Scendo le scale di corsa, aggrappandomi alle ringhiere, arrivo nella hall dell’hotel e corro fuori alla luce del sole.
Arrivo Piazza del Duomo.
Arrivo Sofia.
Arrivo da te che sei il mio sorriso.
Arrivo, vita.
  
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