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Autore: reginaincantesimo    29/05/2013    7 recensioni
AnnaxEmiliano
Cosa sarebbe successo se... Anna avesse fatto penare un po' Emiliano.
Dalla storia:
-Anna! Anna, aspetta! Dimmi come posso rimediare…-
Anna si gira, lo guarda, fa spallucce, un sorrisino e se ne va.
Emiliano si guarda intorno. Non ci crede che lei non lo voglia più. Non può credere che lei lo abbia già dimenticato. Non può finire così! Non adesso che lui è finalmente libero.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Martini, Emiliano Lupi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scriccioli

Salve. Questa fiction nasce come what if, cosa sarebbe successo se... Anna avesse fatto penare un po' Emiliano.

Ne è uscita fuori un'Anna un po' petulante e sicuramente testarda e un Emiliano molto paziente. Ad ogni modo, mi sembrano mplto dolci.

Grazie a chi passerà di qui. A presto

mm91

 

Rincorrimi

 

Emiliano scende dalla macchina di Lele.

Il beneplacito del dottore semplifica notevolmente l’ingarbugliata situazione in cui si è cacciato. Si sono cacciati, si corregge mentalmente. Da oggi saranno veramente in due.

Emiliano è contento. Da quando è arrivata non le ha staccato gli occhi di dosso. Mamma quanto è bella! E’ la più bella di tutte. “Non ce n’è, brillanti come te”: deve essere la frase di un cartone animato, pensa lui.

La chiama: -Anna!-

Lei sta chiacchierando con le amiche, si sente chiamare. D’istinto si gira, lo vede, sorride, ricorda, s’imbroncia.

Lui la guarda e… dovrebbe capire che qualcosa non va. Dove sono i sorrisi, gli abbracci, la vicinanza necessaria dopo tanto tempo lontani? Emiliano è troppo contento. Non vede l’ora di dire al suo scricciolo che non ci sono più ostacoli tra di loro, nessuno più a ostacolarli. Anche il dottore ha dato il permesso… cosa potrebbe andare storto?

Anna e Emiliano adesso sono vicini, ma non quanto dovrebbero. Lei è distante, troppo.

-Scricciolo, Sonia è tornata a casa, non ha più bisogno di me…-

-Mbé?-

-No, sai, adesso…. Io e te… si insomma, noi potremmo…-

-Cosa, noi potremmo cosa?-

-Ma si, stare insieme.-

-No scusa, fammi capire: tu preferisci un’altra a me e io dovrei stare qui ad aspettarti  a braccia a perte?-

-Ma Anna non è un’altra. Era una situazione complicata, lo sai: Sonia, il bambino, la malattia… Io dovevo…-

-Emiliano, tu DEVI sempre, con tutti. Ma non con me. Con me non devi mai! Tu pensi a tutti e ai sentimenti di tutti, ma non ai miei. Adesso scusami, ma io devo andare a scuola, la campanella è suonata-

Anna gli volge le spalle e si dirige verso il portone della scuola.

-Anna! Anna, aspetta! Dimmi come posso rimediare…-

Anna si gira, lo guarda, fa spallucce, un sorrisino e se ne va.

Emiliano si guarda intorno. Non ci crede che lei non lo voglia più. Non può credere che lei lo abbia già dimenticato. Non può finire così! Non adesso che lui è finalmente libero.

Il ragazzo si avvicina alla prima panchina nella vicinanze, si siede e nasconde il viso tra le mani.

“Non mi vuole più, basta. Ho tirato troppo la corda e si è spezzata. Questa volta l’ho persa per sempre. Meglio che me ne faccia una ragione.”

E rimane lì… a ripensare ai pochi attimi di felicità che ha assaporato con lei, ai pochi attimi in cui è stato solo un ragazzo innamorato.

Intanto c’è qualcun altro ad assistere a questa scena. Lele Martini, a bordo della sua auto, sperava di vedere il tanto atteso ricongiungimento dei due ragazzi, sperava che per la sua bambina questo fosse il momento della serenità. Non aveva fatto i conti con l’orgoglio ferito e si, pure un po’ di gelosia, della sua dolce bambina. Anche lui mesto mesto si avvia verso Villa Aurora. In serata avrebbe cercato di capire cosa fosse successo questa volta. E ora che ci pensava aveva anche bisogno di una valida alleata, possibilmente con una specializzazione in neuropsichiatria.

 

***

 

E’ scesa la sera su Poggiofiorito, ma a casa Martini non si è ancora trovata la pace.

Anna, oggi, è proprio arrabbiata. Tutti si sono tenuti alla larga da lei. E’ tornata da scuola con un diavolo per capello, si è chiusa in camera, ha studiato come una matta e poi si è rifugiata nella sua cameretta con le cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume.

E’ quasi ora di cena quando Lele e Maria bussano alla sua porta nella speranza di capire cosa è successo.

-Anna, ma si può sapere cos’è successo stamattina?- dice il padre.

-E tu che ne sai, scusa?-

-Ho accompagnato io Emiliano davanti alla tua scuola. Pensavamo saresti stata felice…-

-E invece non lo sono stata! E poi tu che c’entri scusa?-

-Anna!- la rimprovera Maria.

-Mi ha tirato giù dal letto alle sei stamattina per chiedermi il permesso di uscire con te. Voleva essere sicuro di non metterti nei casini con noi.-

Finalmente Anna accusa il colpo, la maschera della rabbia s’incrina e la sua espressione è incredula. Non ci crede che Emiliano ha chiesto a suo padre il permesso per vederla. Deve tenerci davvero tanto ma…

-Ah, ah… questa volta il tuo bell’Emiliano ti ha colta di sorpresa. Non te lo aspettavi, eh…- Questa volta è la sorella a prendere la palla al balzo.

-No, non me lo aspettavo. Ma questo non cambia le cose.-

-Cioè?-

-Cioè che questa volta non gli basterà chiamarmi scricciolo un paio di volte per farsi perdonare, adesso o corre o basta. Io sono veramente stanca! Ho perso il conto delle volte che mi ha mandata via e delle volte che io sono ritornata lo stesso. O si decide a tornare lui per un volta oppure niente. O mi cerca ancora e non abbandona tutto al primo ostacolo, o davvero non ne vale la pena.-

-Anna, ma tu gliele hai dette queste cose?-

-Non così chiaramente. Gli ho detto di essere stanca di venire sempre dopo e quando mi ha chiesto cosa può fare per rimediare ho fatto spallucce e me ne sono andata.-

-Ti rendi conto che sei stata un po’ sibillina?-

-Uffa, Maria! Io sono sicura che mi cercherà, però fin quando non lo farà non sarò tranquilla.-

-Va bene. Però, Anna, se lui è così importante per te non rischiare di perderlo per una stupidaggine. Urlagli contro, prendilo a schiaffi se serve, ma cercate di chiarirvi.-

Anna è colpita dalle parole della sorella, Maria ha proprio ragione, ma lei vorrebbe che lui facesse qualcosa per lei, almeno una volta.

-D’accordo…-

-Allora andiamo, si cena.-

-Voi avviatevi, io sistemo qui e vengo.-

Lele e Maria escono e Anna non può fare a meno di buttarsi a pancia in giù sul letto. Forse questa volta pretende davvero troppo da Emiliano. In fondo lui è un orso, anzi no, un lupo solitario. “Mi sa che questa volta mi sono data la zappa sui piedi. Uffa, e adesso che faccio? Magari aspetto due o tre giorni e poi se proprio non si fa vedere né sentire vado al negozio. Eh si, forse è meglio…”

 

***

 

Lele e Maria si chiudono la porta alla spalle

-Vabbè, allora tutto a posto. Domani mattina chiamo Emiliano, gli spiego come stanno le cose e si sistema tutto.-

-No, papà! Lasciali stare. Non metterti in mezzo! Poi se proprio non se ne esce vedremo il da farsi, ma per adesso lasciamo che se la sbrighino da soli. E poi secondo me Anna ha ragione in fondo: se si arrende al primo ostacolo che mette lei allora non ne vale la pena.-

-E va bene! Non mi intrometterò. Tu però, non conosci Emiliano. Se lei gli ha detto di non volerlo vedere lui non si farà vedere. Dopo averci parlato stamattina, dopo che mi raccontato un sacco di cose su di loro, ho capito che lui vuole solo che lei sia felice.-

-Pare proprio che siamo stati fortunati…-

 

***

Passa un giorno. Di Emiliano nessuna traccia. Non una telefonata, non un messaggio, né un’apparizione fugace. Scomparso, di nuovo. Anna si dice che è passato solo un giorno, magari le sta preparando una sorpresa, ha bisogno di tempo. La sera va a dormire raggomitolata nella felpa del suo Emiliano. Se si concentra riesce ancora a sentirne l’odore,un po’ aspro ma buono.

Passano due giorni. Stessa storia. Anna è inquieta, non si dà pace. La sera, sempre raggomitolata nella felpa, piange e si sente sola, si dà della stupida. Eh ma adesso basta!

Terzo giorno. Nemmeno a dirlo: Emiliano è scomparso, sparito, disperso, puff! Anna è arrabbiata. Lo prenderebbe a schiaffi. “Basta, ho deciso: domani è sabato e vado al suo negozio!”. E si addormenta, arrabbiata si, ma rincuorata dalla certezza di vederlo l’indomani. Questa volta la felpa l’ha lasciata nel cassetto.

 

***

 

Emiliano ha passato le ultime due notti sveglio. Ha detto a Marta di cancellare tutti gli appuntamenti della settimana, non sarebbe in grado di tirare una linea dritta, figuriamoci di tatuare qualcuno.

L’unica cosa che riesce a disegnare in questi giorni è Anna, il suo scricciolo. Ormai l’ha disegnata in tutti i modi: come l’ha vista la prima volta, di spalle mentre le infilava la sua felpa, seduta sulla chaise longue dello studio mentre le sistema il tatuaggio, tra le sue braccia il giorno che l’ha baciata per la prima volta, a casa sua mentre si prende cura di Sonia, mentre parla della sua famiglia, seduta sul muretto della clinica, arrabbiata quella mattina a scuola. E poi ancora le loro mani intrecciate, i suoi occhi dolci, il faccino che aveva in giardino quando gli ha detto “è vero che ce la facciamo a stare insieme?” , se l’è immaginata dormire sul divano di casa sua, guardare la tv, sentire la musica, salutarlo fuori casa e poi ancora quelle dita intrecciate, strette, unite. I disegni sono sparsi sul tavolo della cucina.

Sono le nove e come nelle ultime tre sere Emiliano prende il giubbotto ed esce…

 

***

 

E’ sabato. L’ultima volta che l’ha visto è stata martedì, davanti alla scuola, quando gli ha fatto spallucce, quando lo ha mandato via. Quando lui si è arreso. Perché che si sia arreso ormai non c’è dubbio.

Anna è al suo negozio. Fa un respiro profondo, come ha fatto la prima volta, ed entra.

Al bancone c’è la tizia col bikini, Emiliano le ha detto che si chiama Marta. Non ha proprio voglia di parlare pure con questa, ma non c’è altro modo.

-Emiliano è dentro?-

-Si, te lo chiamo.-

-Non c’è bisogno, conosco la strada.-

La ragazza si avvia verso l’interno del negozio e lo vede, nella solita stanza, intento a fare le solite cose.

Lui si accorge di lei, perché vede un movimento nello specchio.

-Anna!-

-Ma allora sei proprio stupido!-

-Ma che…-

-Allora è vero che al primo ostacolo ti arrendi! Non faccio in tempo a fare un po’ l’offesa che tu subito ti arrendi. Subito rinunci. Bravo Emiliano, ti sei comportato davvero bene. Si vede quanto ci tieni. Sei bravissimo a scomparire, lo sai?-

-Anna, aspetta… fammi parlare. Io non ci sto capendo niente. Mi hai detto di non voler stare con me, ma adesso sei qui e sei così arrabbiata. Io pensavo che tu non volessi più vedermi… io… scusami… perdonami… -

-Io non ho mai detto queste cose. E sai che c’è. Me ne vado. Vado a casa mia. Dalle persone che mi vogliono bene.-

-Anna, aspetta!-

Troppo tardi, Anna è già sparita dalla sua vista. E’ corsa via.

E’ corsa via pensando che questa volta ha veramente esagerato ma che oramai era fatta.

Ma Emiliano questo non può saperlo.

Al bancone del negozio trova Marta.

-Falla sbollire, lasciala stare un po’.-

-Mi sa che l’ho lasciata stare fin troppo. Tu puoi rimanere per chiudere il negozio?-

-Si certo.-

-Allora io mi vado a cambiare e la vado a cercare. Ha detto che andava a casa…-

 

***

 

Emiliano arriva a Poggiofiorito che è quasi ora di cena. Bussa e gli apre Lele.

-Emiliano, ciao.-

-Posso vederla?-

Sembra un pazzo. Ha la faccia di uno che ha perso tutto o che sta per perderlo.

-Certo. Entra, accomodati. Quando si è ritirata s’è chiusa in camera sua.-

-Sono un idiota. Patentato.-

-Ho cinquant’anni e le donne ancora non le capisco. Son fatte così. Le amiamo per questo.-

-Mhn.-

Emiliano bussa alla porta della camera di Anna e la apre.

-Scricciolo, sono io, posso entrare?-

-No!-

-E io insisto!-

-Troppo tardi! Ci dovevi pensare prima.-

-Dai…-

Lui si avvicina al letto, si siede e le accarezza la schiena.

-Non mi toccare.-

Lui la ignora e continua: -Mi guardi, per favore?-

-No-

-Girati!-

-Uffa! Smettila di dirmi cosa devo fare-.

-Mai vista una ragazzina più cocciuta di te!-

Si china per darle un bacio sulla spalla.

-Ci vieni un attimo fuori con me? Devo farti vedere una cosa… -

-No Emiliano, non ne ho voglia-

-Vieni!-

-E va bene…  Andiamo fuori-

Fuori dalla villetta dei Martini, nascosti dalla siepe e dal muretto sono infilati nel terreno tre fiori di carta bianca. Emiliano li mostra ad Anna e le spiega che sono uno per ogni notte che è andato lì. Anzi no, ne manca uno. Manca il fiore per martedì notte: è andato lo stesso sotto casa sua, ma non le aveva portato niente. Le spiega che ogni volta era andato lì nella speranza di vederla, magari anche con l’idea di intrufolarsi in casa per parlarle, ma che poi ogni volta si era accontentato di rimanere lì fuori per gran parte della notte, nascosto, a fissare una finestra buia. Ad Anna  non basta, non questa volta e se ne ritorna a casa. Emiliano riesce a strapparle una promessa. Si vedranno l’indomani.

Il ragazzo prende la sua moto e se ne torna a casa.

La ragazza aspetta che lui sia lontano, esce di nuovo, raccoglie i tre preziosi fiori di carta e li porta dentro.

Dopo giorni, finalmente, un sorriso le illumina il volto.

 

***

 

Il tatuatore oggi è stranamente entusiasta. Si veste, prende i caschi, avvia la moto e parte. Anna lo aspetta fuori. Lo vede arrivare in sella alla moto nera acquistata di recente. Lui scende dalla moto, le va incontro, le dà un bacio su una guancia, lei non è tanto convinta, le sistema il casco e si va, verso la sorpresa che ha preparato per lei.

La porta nel posto dove si sono incontrati, quella stradaccia dispersa in mezzo al nulla. Lei sorride, ricorda la paura e il sollievo, la sicurezza dello stare insieme a quello sconosciuto così bello, così gentile, così misterioso.

Poi fanno una puntatina al distributore di benzina.

La terza tappa è la gelateria con la fragola che si illumina. Prendono un gelato. Lei non parla, non si sente a suo agio.

Poi vanno al negozio di lui, le fa vedere il bilocale dove vive, nel retro del negozio. Ci sono i suoi primi disegni. Una foto della mamma. Le poche cose che ha portato via da casa sua. Le cassette dei cartoni animati. Lui è premuroso, lei ogni tanto sorride, ma è assente. Lui lo sa, lo sapeva. Prende un pacco che nasconde nel baule della moto e vanno via. La riaccompagna a casa.

 

***

 

-Allora, scricciolo. Fammi indovinare, non sono riuscito a farmi perdonare nemmeno questa volta, eh?-

-Emiliano, mi dispiace, ma io proprio non ci sono….-

-Eh, ma io lo sapevo, lo immaginavo. Quindi… ho preparato un’ultima cosa, poi mi arrendo. Per oggi! Mi aspetti dentro?-

- Va bene- dice lei rassegnata

Un bacio a tradimento di lui, l’ennesimo, questa volta sulla fronte, e lei si avvia in casa.

Lui prende il pacco dalla moto e la segue. Una volta in camera sua glielo porge.

Anna apre la scatola: c’è un raccoglitore per fogli chiuso da un fiocco rosso. Tira via il fiocco e apre il raccoglitore.

Lei felice.

Lei arrabbiata.

Lei addormentata.

Lei triste.

E poi loro.

Che si tengono per mano. Che si baciano. Che si abbracciano. Che si guardano.

E poi ancora lei.

Le spalle. Il volto. Gli occhi. Le labbra. Persino i capelli.

-Quanti sono?-

-Quarantasette. Quelli che ho fatto in questi tre giorni. Alla fine ci sono quelli che ho fatto da quando ci siamo conosciuti, sono un’altra ventina.-

-Hai fatto quarantasette disegni di me in tre giorni?-

-Si. Avevo bisogno di te, dei tuoi occhi. Mi andavano bene anche di carta. Sei stata il mio unico pensiero, scricciolo.-

-Sono bellissimi…-

-Quindi?-

-Quindi…. Va bene…-

-E’ un si questa volta?-

-Si!-

-Vieni qua!-

 

***

 

Quando ad ora di cena Maria vide uscire i due ragazzi dalla stanza se ne uscì con un urlo che fece tremare la casa. Lele arrivò in cucina correndo come un pazzo e invitò Emiliano a rimanere per cena. Maria dal canto suo lo invitò a rimanere per sempre. Anna cercava di nascondersi nel petto di Emiliano tanto era imbarazzata da tutta quell’attenzione per lei e il suo, adesso possiamo dirlo, nuovo ragazzo.

Dopo cena, dopo gli inviti, dopo i racconti…. Insomma dopo… i due innamorati si ritrovano fuori di casa a salutarsi.

-Emiliano?-

-Si, scricciolo?-

-Scusami , sono stata una ragazzina petulante. Tu mi fai andare fuori di testa-.

-Perdonata!- Un bacio- Ti chiamo quando arrivo a casa,ok?- Altro bacio

-OK!-

-E lunedì ti vengo a prendere a scuola-

Ultimo bacio.

 

E questa volta pare che nessuno squillo molesto romperà questa promessa.

 

 

 

 

Alcune frasi sono state riprese dalla sceneggiatura originale, altre sono frasi riarrangiate  da cartoni animati

 

  
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