La calda afa di inizio estate unita all'intenso frinire delle cicale rendeva
l'aria quasi surreale.
Il tremolio dell'asfalto in lontananza, le poche macchine in giro per le strade
di Neo Tokyo 3.
Tutto sembrava quasi vuoto e paradossale, come se quel piccolo pezzetto di
mondo fosse stato fatto appositamente per ospitare solo due persone.
***
Era sola, in una stanza vuota.
Rei Ayanami era
all'interno di quel logoro ed angusto cubicolo pieno di poche cose, così poche
che sembrava infinitamente grande, vuoto, freddo.
Un freddo che la faceva pensare.
Un gelo capace di porle la domanda: "perché
è tutto così freddo, così vuoto?"
Era strano, per lei che obbediva unicamente agli ordini, avere questo dilemma
interiore.
Eppure era così.
Era il freddo della propria pelle, era il freddo della vita quotidiana vuota e
ripetitiva.
Odiava quella stanza, odiava i suoi soliti vestiti, odiava la propria esistenza
annacquata e priva di colore.
Di calore.
Da quando si era risvegliata nell'LCL, da quando la sua terza esistenza aveva
dischiuso gli occhi sul mondo, l'unica volta che aveva assaporato un tepore che
non fosse stato quello dell'LCL era stata una volta con Ikari.
La sua mano. Gliel'aveva stretta, delicatamente, ed aveva provato un sentore di
stranezza, una piacevole sensazione familiare ed intensa, tanto da desiderare
di farlo ancora.
Per la prima volta Rei Ayanami aveva desiderato qualcosa e da allora tutto era
cambiato.
Il grigiore della sua stanza era diventato evidente, quando prima - per lei -
non aveva alcuna importanza; il suo vestirsi sempre con i medesimi vestiti era
divenuto insopportabile, anche se dalla sua espressione - perennemente
immutabile - non traspariva nessuna insoddisfazione apparente; persino il cibo,
lo stesso di ogni giorno, o le medicine, le stesse di tutti i giorni, erano
divenute per lei qualcosa di cui avrebbe volentieri fatto a meno, per non
sentire più quel freddo senso di vuoto che la stava attanagliando.
Era strano, perdersi in siffatte elucubrazioni quando per tutta una vita - seppur
breve a conti fatti - non aveva fatto altro che obbedire.
Obbedire per lei era naturale, discutere non era un opzione e quindi lei faceva
ciò che le veniva detto, lo continuava a fare e lo avrebbe fatto nonostante
tutto, nonostante il suo senso di vuoto così tanto doloroso e freddo.
Persino la penna che stringeva in mano, una semplice Bic blu, le dava un senso
di freddo nulla.
La sua parentesi interiore, però, fu bruscamente interrotta dal suono
strisciante che fece la suddetta quando la First scoprì di aver terminato
l'inchiostro.
Doveva uscire a comprarne un'altra.
Non perse tempo tentando di farla tornare a scrivere. Gettò via - come un
oggetto inutile e superfluo - la penna che usava per compilare i moduli sul
tasso di connessione per la dottoressa Akagi ed uscì, senza nemmeno chiudere la
porta.
Tanto, se qualcuno fosse entrato per rubare, non avrebbe trovato assolutamente
niente.
Soltanto il gelo di quella stanza.
***
Rei
Ayanami, la bambola perfetta, il giocattolo con cui si trastullava il comandante
Ikari era lì, davanti ad una viuzza a bordo strada, attorniata da tre tipi
loschi, completamente immobile.
Asuka Soryu Langley era dall'altra parte, cartella in spalla, aria annoiata e
stressata per il caldo, non era con Stupishinji, non poteva sfogarsi su
nessuno.
-
Ehi bella, ti va di fare un giro con noi? -
Uno
dei ragazzi si avvicinò pericolosamente alla First con le mani in tasca, la
ragazza, immutabile, rispose.
-
Fare un giro? ... Dove? -
Il
resto della compagnia rise.
Asuka si fermò, odiava la First, odiava quel suo modo impassibile di affrontare
le cose, nemmeno quando qualcuno evidentemente la stava sfottendo si muoveva in
propria difesa, era davvero insopportabile.
Sin da quando era giunta alla base la bambola la fissava con occhi vuoti,
freddi, impassibili, ignorandola completamente, come con tutti, tutti tranne
che con Stupishinji.
Cos'aveva lui più di lei?
Lei era la migliore, la numero uno, quella con il più alto tasso di sincronia,
quella che si impegnava di più, quella con i risultati migliori, nella scuola,
nello sport, nella vita!
-
Ehi Kanata, perché non ce la portiamo a letto questa qui? Non ti sembra un po'
tonta? -
Ayanami
reclinò la testa, non capiva.
-
Non ho sonno. Tonta? Che significa? -
Altre
risate.
Asuka proprio non la sopportava.
Si disse che la First se l'era cercata, che doveva fregarsene e tirare dritto,
ma allora perché quelle stupide gambe non accennavano a muoversi?
Era perché voleva che la First implorasse il suo aiuto, era perché voleva
vedere la cocca del comandante che aveva bisogno di lei, della grande Asuka, in
preda al panico ed alle urla disperate che quei tipacci le avrebbero tirato
fuori da quel corpicino latteo e perfetto, che non doveva fare nulla per essere
tra le grazie del comandante.
Asuka strinse i pugni.
Era davvero fuori di sé.
Era davvero, davvero troppo vederla lì, imbambolata mentre quei tre idioti
stavano per portarsela via per stuprarsela chissà dove.
E magari poi... avrebbe pure suscitato la compassione di Stupishinji.
Proprio non lo sopportava.
No, non poteva permetterlo, detestava l'apatia di quella ragazza, detestava che
con quel faccino lindo riuscisse a fare tutto, che riuscisse a dimostrarsi
impassibile di fronte a qualunque cosa e riuscisse così a farsi notare dagli
altri, più di quanto lei potesse mai fare diventando la migliore in ogni campo,
ottenendo sempre il massimo dei risultati.
Poi
successe.
Aaaaah se successe.
Un'occasione che Asuka Soryu Langley non poté farsi certo scappare.
Quando il più grosso dei tre fece per alzare le mani su Rei per portarsela via,
la pilota dello zero due scavalcò il guardrail e scagliò con tutta la propria
veemenza la cartella contro il teppista, per poi arrivare di corsa ed atterrare
in soli tre secondi netti gli altri due.
Li colpì, li menò, li percosse talmente forte che tutti e tre scapparono
praticamente subito, lasciando la Second in balia dei propri ansimi e della
frustrazione per aver appena aiutato la sua più acerrima nemica.
Strinse i pugni con forza.
Ma nulla era stato fatto senza un motivo.
L'avrebbe guardata, ringraziata, l'avrebbe osservata come un qualcosa di
irraggiungibile e supremo.
Lei, la bambola perfetta, avrebbe implicitamente ammesso che non era poi così
perfetta come tutti volevano far sembrare, che aveva avuto bisogno della grande
Asuka Soryu Langley e che senza il suo aiuto sarebbe stata violentata senza
possibilità d'appello.
-
Ma sei ammattita!? -
Eruppe
la rossa.
-
Non lo vedevi che volevano portarti da qualche parte per stuprarti? -
Lo
sguardo di Rei era impassibile, forse leggermente sorpreso.
Nessun segno di gratitudine, nessun turbamento causato dallo shock della
tentata violenza.
-
Stuprarmi... che significa? -
Frustrazione.
-
Come diavolo fai a non saperlo!? Significa... che volevano abusare del tuo
corpo, farti del male per il loro stupidissimo piacere fisico... Tsk!... maledetti porci... -
-
Volevano del piacere fisico? Con me? -
La
First stava facendo allusioni sessuali senza quasi rendersene conto e la cosa
più assurda era che ad imbarazzarsi era proprio la rossa che aveva di fronte...
-
Ma che diav-... Piantala! E non intendo una pianta! Voglio dire finiscila di
pensarci e basta! -
Rei
continuava a non capire.
-
Piuttosto che diavolo ci fa qui? -
Andava
bene tutto pur di cambiare argomento... anche se ciò significava interessarsi
delle scemenze delle First.
-
Dovevo firmare dei documenti che mi ha consegnato la dottoressa Akagi, ho
finito la penna che avevo a casa e stavo andando a comprarne un'altra, quando
quei ragazzi hanno cercato di avere del piacere fisico con me. -
-
MA DICO IO SEI IDIOTA!? Dirlo in questa maniera tanto indifferente... E'
SBAGLIATO! ... Sbagliatissimo avere piacere fisico con chi te lo chiede in quel
modo... e sopratutto parlarne senza provare il minimo imbarazz-... -
-
Hai caldo Soryu? Ti si sono arrossate le gote. -
-
Dannazione! Piuttosto che diavolo te ne fai di una sola penna? Compratene una
scatola. Un pacchetto, così non dovrai più uscire a comprartene per un po'...
ed eviterai di finire nuovamente abusata da degli scemi. -
-
Ma io devo comprarmi una penna... -
L'espressione
della rossa da paonazza divenne leggermente scocciata.
-
E che diavolo vuol dire, nel pacchetto ce ne sono tante, non capisci la
differenza? Tante penne uguale non uscire per tanto tempo per comprarne altre?
Capito? -
-
Ma io devo comprarne solo una, non me ne servono tante... -
Asuka
si mise le mani tra i capelli... per poi esplodere letteralmente in un impeto
di frustrazione mista a nervosismo per effetto del caldo, ma come diavolo
faceva quella ragazza a non sudare manco un po'!? (altra frustrazione)
-
AAAAAAAAAH!!!!! MALEDIZIONE! Resta qui e non muoverti! -
...
La
rossa sbottò e mollando persino lì la propria cartella entrò all'interno della
merceria che si trovava nel vicolo, per poi uscirne più scocciata che mai.
-
Toh! -
La
First reclinò leggermente la testa d'un lato, guardando il contenuto del
sacchetto.
In
semi trasparenza si potevano notare una confezione di penne Bic blu, una di
nere ed una di rosse.
-
Ma io-... -
-
Tu ti prenderai sti pacchetti di penne e basta! -
-
Ma io dovevo comprarmi una penna... -
-
Beh adesso ne avrai fin che ne vuoi di stupidissime penne! Quindi non avrai più
bisogno di comprartene per un po'. Ma tu pensa che stress! -
Rei
prese il sacchetto dalle mani di Soryu, lasciandolo ricadere lungo il fianco
destro.
-
Arigatou. -
Ed
infine era giunto. Il tanto agognato momento del "grazie".
Solo Asuka se lo figurava diverso tipo: lei sopra al cadavere di quei tizi e la
First che le aggrappava le caviglie guardandola con occhi lucidi e spaventati,
ringraziandola per averla salvata ed invece...
Essere ringraziati dalla First per un pacchetto di stramaledette penne sapeva
tanto di presa per il culo.
Che poi... che diavolo le era successo... l'avevano lobotomizzata!?
Come faceva a non sapere e capire cose tanto semplici!?
Asuka si perse qualche momento a scrutarla con un po' d'attenzione.
-
Che c'è? -
Rei
- un po' sorpresa - le chiese.
-
Bah, me ne frego. -
Sbottò
la rossa, dopotutto ci avrebbe pensato Misato ai suoi pargoli, già pensava a
quel cretino di Stupishinji... (al solo pensiero le salivano i nervi) e poi lei
era la First, no? Di certo non voleva averci a che fare...
Ma sentire quella parola nella sua testa "Arigatou" detta in
quel modo, in quella maniera... beh la giornata poteva essere peggiore di così
pensò.
Un grazie per il momento poteva anche andarle bene, per il momento...
-
E adesso che diavolo devi fare? -
Perché
diavolo se ne stava interessando? La domanda le morì in testa alla risposta
della First.
-
Devo andare a casa del Maggiore Katsuragi per via di una questione della
massima importanza. Ha detto questo al telefono. -
-
Ed io non ne sono stata minimamente informata!? Ma dico io quella si è bevuta
il cervello!? Misato me la pagherà questa volta! Tu vieni con me! -
La
Second prese con forza la mano di Rei ed iniziò a camminare portandosela
dietro.
-
Almeno così eviterai di essere stuprata a caso da qualcuno. -
-
Arigatou. -
Di
nuovo, questa volta il suono della parola "grazie" sembrava diverso,
sembrava quasi un grazie per altre cose, per altri motivi, un grazie per averla
salvata? Diavolo, lo aveva detto! Lo aveva assolutamente detto! Con quel suo
visino di bambola, con quel suo visino in balia degli eventi, l'aveva
ringraziata.
Con la coda dell'occhio la rossa guardò leggermente Ayanami dietro di sé per
poi subito voltarsi in avanti scossa da un fremito d'imbarazzo.
Ma perché diavolo doveva essere tanto imbarazzante ricevere uno stupido
ringraziamento!?
Era quello che voleva, no? E allora!
Diavolo era davvero stressante.
-
Tsk! Non lo faccio mica per te sai!? Se sapessero che io sono qui e non ho
fatto niente per salvare la cocca del comandante la mia reputazione andrebbe in
declino ed io non posso di certo permettermelo. -
Troppo
orgogliosa per ammettere che lo aveva fatto apposta per far sì che lei la
notasse, che la ringraziasse per averla salvata, troppo imbarazzata perché le
aveva preso la mano a quel modo e se ne era accorta solo in quel momento per
sciogliere la presa e rivelare il suo disagio, troppo agitata ed accaldata per
pensare ad altro.
Aveva il cuore in gola, si sentiva assurdamente un misto di frustrazione,
agitazione ed incazzatura.
Eppure la mano di Rei non l'aveva mai toccata e quel tocco - non lo avrebbe mai
ammesso - era anche piacevole.
Misato quella sera l'avrebbe sentita.
***
Rei, d'altro canto, non riusciva a capire
bene cosa volesse dire Soryu con tutte quelle parole. Sentiva solo un gran
calore divampare nella sua mano sinistra, un calore piacevole, morbido, diverso
dal gelo che era sempre stata abituata a sentire. Tutte quelle parole
riempivano il silenzio della sua vita vuota, grigia. Il rosso dei suoi capelli
e l'azzurro dei suoi occhi erano colori così forti da oscurare la monocromia
della sua esistenza e la sua mano leggermente sudata dalle dita affusolate
riempiva di calore il suo mondo freddo e vuoto.
Di tanto in tanto la rossa stringeva le dita attorno alla sua mano sinistra per
tenere ben salda la presa.
Era una stretta calda, così calda che il calore prendeva a diffondersi in tutto
il suo corpo.
Rei non aveva mai sentito nulla di simile... o forse con Ikari? Non ricordava,
non riusciva a ricordare cos'era successo con Ikari. Non ricordava niente,
riusciva solo a pensare a quel calore che le univa.
Al calore di Soryu.
Al calore che assomigliava al tiepido tepore dell'LCL, alla sensazione che più
di ogni altra amava al mondo.
***
- Senti un po' tu... -
L'attenzione
della First fu attirata dall'uscita della rossa che spezzò così la tensione.
-
Ma te davvero non capivi che ti stavano facendo quei tipi? -
-
No, non capisco perché volevano avere piacere fisico con me. -
Le
gote della rossa divennero color porpora, per l'ennesima volta.
-
Ascolta... ma tu... -
Asuka
si voltò fermandosi davanti al palazzo in cui abitava con Shinji e Misato,
quardando negli occhi rossi Ayanami, che la stava fissando con le gote tutte
arrossate ed un leggero tremolio nelle pupille.
-
Io? -
Asuka
sviò lo sguardo, non voleva che la fissasse o forse sì?
Che razza di pensiero! Eppure no, nessuno l'aveva mai cercata guardata così...
-
Tu non devi farti toccare da quelle persone. Nel senso quelle che ti chiedono
di andare a fare un giro e che hanno l'espressione da maniaco, capito!? -
Ma
perché diavolo la stava aiutando? Perché - maledizione a lei - le instillava
l'istinto di spiegarle quella roba? Eppure non riusciva a farne a meno.
-
E come faccio capire quando qualcuno vuol-... -
-
Lo capisci perché hanno la faccia col ghigno! Perché camminano con le mani in
tasca, perché sono mezzi gobbi e perché sembrano scemi, non ci vuole molto! -
-
Ho capito... -
Asuka
guardò la First con aria rassegnata.
-
Mi sa che tu non hai capito niente... -
Poi
iniziò a salire le scale, portandosi dietro quel peso leggero come una piuma
che era Ayanami.
Le stava stringendo ancora la mano, questa volta consapevolmente, si sentiva a
disagio ad essere guardata a quel modo, eppure in un certo senso le dava una
sensazione piacevole, il sogno di una vita, l'attenzione spasmodica ed
emozionante che tanto desiderava, tutto racchiuso nello sguardo tremolante di
Rei Ayanami. La guardava... la guardava persino più intensamente di come guardava
Stupishinji, più intensamente di quanto guardava il comandante Ikari...
e questo la faceva tremare.
E forse, un po', le metteva anche paura.
Quando
però furono davanti alla porta di Misato, Asuka iniziò sbatterci sopra i pugni,
sbraitando come una forsennata, complice anche l'imbarazzo del suo attuale e
conturbante ragionamento.
-
MISATO APRI QUESTA PORTA! -
I
pugni che la rossa sferrava contro la porta sembravano volerla sfondare.
-
APRI IMMEDIATAMENTE! -
E
quando la porta si aprì il suo pugno sinistro impattò con violenza contro il
naso di Shinji Ikari, facendolo rovinare al suolo.
-
GWAAAAAAAH! -
-
Levati Stupishinji! Come al solito sei a mezzo. -
-
Asuka io... -
La
Second lo scavalcò lanciando disordinatamente i mocassini della divisa
nell'ingresso dell'abitazione, mentre sciolse inconsapevolmente la presa dalla
mano di Ayanami per poi correre verso il salotto di casa, dove sicuramente il
maggiore stava scolandosi la solita birra.
-
Adesso mi sentirai Misato Katsuragi! -
Ayanami
si tolse delicatamente i mocassini e li lasciò ordinatamente affiancati a
quelli malmessi di Soryu, per poi osservare Shinji al suolo.
-
Buon giorno, Ikari-kun. -
Ed
ignorarlo passando oltre.
-
B-Buon g-giorno Ayanami. -
Il
Third Children osservava le ragazze dirigersi - una più arretrata rispetto
all'altra - verso il salotto, quando Asuka impattò violentemente contro al seno
prosperoso di Misato, esattamente come un bisonte in carica.
La donna era spuntata dal nulla e guardava con aria minacciosa la rossa che
aveva davanti, che per contro iniziò a sbraitarle addosso di tutto.
-
Cos'è questa storia che la First è stata informata ed io no di una questione
della massima importanza eh!? Che diavolo significa!? -
La
donna la guardò con uno sguardo malefico mentre sogghignava divertita.
-
No... non può essere... -
Non
poteva essere... Misato stava sogghignando sempre di più, ciò stava a
significare solo una cosa...
-
FESTAAAAAAAAAAAA!!!! -
Asuka
voleva morire... era stata totalmente gabbata, e Misato se la rideva divertita
conscia che loro tre sarebbero stati i suoi oggetti del divertimento di quella
serata.
-
Shinji và a mettere la cena sul fuoco e porta quattro birre! -
Quella
donnaccia gliel'aveva messa nel sacco... La grande Asuka era caduta in
trappola.
-
COOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAA!?!?!? -
Incredulità,
frustrazione, infinito mare di maledizioni.
***
Nel frattempo che Asuka litigava con
Misato per il fatto di aver invitato la First a casa loro senza un maledetto
valido motivo e sul fatto che lei ci era cascata come una pera, Rei Ayanami non
poteva far altro che pensare al calore che la mano di Asuka Soryu Langley aveva
lasciato sulla sua.
Era strano, un po' doloroso, che quel calore stesse pian piano affievolendosi,
destinato a svanire.
Perché doveva tutto tornare gelido e vuoto? Perché quel calore era tanto
confortevole ed era capace di riempirla?
Nessuno poteva capire la muta sofferenza di Rei Ayanami, mentre osservava il
rosso e l'azzurro che l'avevano riempita, mentre si perdeva nell'ascoltare
quella cascata infinita di parole e gesti che era Asuka Soryu Langley mentre si
agitava di fronte a Misato.
Nessuno avrebbe potuto capire quanto nell'animo vuoto di Rei Ayanami una
sensazione chiamata dolore stesse pian piano diffondendosi.
***
Asuka
si sentiva osservata dalla First, ancora, ancora con quello sguardo che tanto
aveva desiderato dal signor Kaji, da quello stupido di Stupishinji.
Era frustrante che lei, proprio lei
la stesse guardando con quegli occhi adoranti, occhi che la cercavano, che le
mettevano l'ansia addosso.
Poi faceva dannatamente caldo, era nervosa, agitata, sentiva ancora ed ancora
sulla pelle la sensazione degli occhi di Ayanami che quasi le entravano dentro
per com'erano profondi, tutto fino alla battuta finale di Misato.
-
Twister. -
-
No. -
-
Sì. -
-
Mi rifiuto. -
-
Lo farai. -
-
Categoricamente! -
-
Truccherò i dati sul tuo tasso di sincronia. -
-
Assolutamente no! -
-
Spargerò per la base foto di quando ti cambi e pezzi della tua biancheria
intima. -
-
NON PUOI FARLO! -
-
Se non lo farai ti farò dormire nello stesso letto con Shinji! -
-
Piuttosto dormo con la First pur di non dormire con quel pervertito malato di
Stupishinji! -
-
Ok, allora siamo d'accordo. -
Asuka
sbottò con violenza verso il Third Children, che nel frattempo cucinava il riso
al curry con indosso il grembiulino rosa che gli aveva comprato Misato.
L'occhiata malvagia che Asuka gli rivolse lo fece raggelare sul posto
congelandolo.
-
Se provi anche soltanto a sfiorare il mio delicatissimo corpo di adolescente in
piena crisi ormonale ti distruggo, ti eviro, ti faccio rimpiangere di essere
stato messo al mondo... CHIARO!? -
Shinji
in quel momento provò un'ondata di puro terrore.
***
Misato stava guardando compiaciuta lo spettacolino.
Tre adolescenti incastrati gli uni sugli altri in strane forme corporee.
Shinji messo a ponte a pancia in su, sopra di lui Ayanami messa a quattro zampe
con il viso rivolto verso quello di lui ed i piedi vicini ai suoi; Asuka era
invece sopra alla schiena di Rei, con la mano destra di fianco a quella
sinistra di Shinji ed il piede destro davanti a quello destro della First, in
equilibrio perfetto sul corpo dell'eterna rivale.
Misato poi proclamò l'ultima mossa.
-
Piede destro... GIALLO! (ghigno malefico) -
Toccava
a Rei.
Il viso di Ayanami era a pochi centimetri da quello del ragazzo e lui non
riusciva a far altro che guardarle le labbra.
-
Che ti guardi scemo! Muoviti e ti ammazzo! -
-
S-si! -
All'ennesimo
rimprovero della rossa, Ikari - mentre Rei con tutta calma si ruotava cambiando
posizione per mettere il piede dentro ad un cerchio giallo - mosse il proprio
piede destro ad occhi chiusi sulla casella dove doveva essere un giallo.
Asuka e Rei ora si fissavano, la prima paonazza, la seconda sempre con quegli
stessi occhi.
Peccato che a muoversi doveva essere Ayanami, che impattò contro il piede di
Ikari ed entrambi scivolarono a terra, facendo conseguentemente scivolare anche
Asuka che, con grande sorpresa, si ritrovò labbra contro labbra con Rei.
...
...
...
Il cuore pompava ad una velocità straordinaria, il cervello era svanito per
lasciare spazio unicamente a quegli occhi rosso sangue così profondi e così
grandi da perdercisi dentro.
Asuka stava sbarellando e pericolosamente anche, rischiava assolutamente di
svenire.
Le gote di Ayanami si arrossarono leggermente mentre a spezzare l'incantesimo
ci pensò l'ennesima battuta di Misato.
Un po' per fortuna, un po', forse, un peccato.
-
Oh ooooh! Che scena hot! Non dirmi che hai cambiato sponda Asuka! -
La
rossa si erse in piedi con potenza subitanea fregandosene di Shinji, che nel
frattempo era schiacciato dai loro dolcissimi pesi.
-
COSA!? I-IO.... -
Divenne
paonazza, così rossa da evaporare nell'aria già calda di quella maledetta
stanza.
Lei amava il signor Kaji! Lei voleva Stupishinji! Come poteva quella maledetta
stronza parlare di cambio di sponda, di innamoramento tanto alla leggera!
Come poteva.
Come potevano tutti essere così insensibili, come poteva un solo bacio fare
così maledettamente male, perché doveva essere lei ad averla desiderata, ad essersi imbarazzata ad averla cercata,
anche se solo per un caso, per un'unica volta?
-
SHINJI SEI UN DEFICENTE! -
Voleva
un pretesto per fuggire, qualcuno a cui dare la colpa, e chi meglio di
Stupishinji? Lui serviva anche a questo, centro di ogni colpa, figura maschile
su cui riversare i suo odio, la sua frustrazione per la mancanza d'affetto che
in vita aveva sempre avuto.
Asuka se ne scappò in camera sua, correndo come una forsennata per poi
richiudere la porta scorrevole sbattendola dietro di sé, per poi buttarsi a
pancia in giù sul letto ed abbracciare il cuscino.
Lacrime. Schegge di vetro che facevano male.
Coltelli piantati uno ad uno nel suo cuore.
Per un uomo che non la voleva.
Per un bambino che non la capiva.
Per una ragazza che la desiderava.
Si
immerse di più nel cuscino, quasi soffocandosi.
***
Perché doveva essere lei? Perché dopo aver dato il suo primo bacio a
Stupishinji quella sensazione doveva provenire proprio da lei?
Asuka aveva caldo, maledettamente caldo.
Nonostante avesse addosso solo gli shorts e la maglietta il sudore le colava
ovunque lungo il corpo. Era fastidioso, ed in più era pure una sensazione
avvampante, che le stringeva il petto quasi senza lasciarla respirare. Il cuore
le batteva, batteva e batteva ancora, senza fermarsi. Era da quel maledetto
pomeriggio che non riusciva più a guardarla con occhi normali, da quando la
First aveva preso a guardarla interessata, cercando le sue risposte,
stringendole la mano forte, più forte di Shinji, più del signor Kaji che non
aveva mai neanche tentato di sfiorargliela.
Asuka
era stanca, stanca di essere ignorata, derisa ed abbandonata da tutti. Lei era
la migliore, la migliore in ogni cosa, desiderava essere notata, premiata,
lodata per questo.
Ma perché soltanto la First sembrava accorgersene in quella sua così assurda
incoscienza del mondo?
Perché doveva essere proprio la bambola
a venire catturata dalle sue azioni, perché dovevano essere quegli occhi a
premiarla per il suo continuo impegnarsi nell'essere la maschera che tutti
volevano che fosse?
Stremata dai suoi stessi ragionamenti la Second si voltò mettendosi a pancia in
su sulla superficie del letto.
...
Minuti
passarono nel completo silenzio, mentre la sensazione morbida e piacevole delle
labbra di Ayanami le martellava a più non posso la testa.
Dopo pochi istanti, con sua grande sorpresa, la porta si aprì.
-
Mh!? -
Era
Rei, bloccata sulla porta con indosso solamente una maglietta bianca,
probabilmente di Stupishinji (solo lui avrebbe indossato una t-shirt della
Nintendo...).
-
E tu che ci fai qui? -
-
Il maggiore Katsuragi ha detto che essendo che non potevo dormire da Ikari
dovevo dormire con te, Soryu. Ha detto che è stata una tua idea.
-
Quella dannata... Grrrrrr... ma allora mi ha presa sul serio! -
Lo
sguardo di Rei sembrava confuso, mentre costantemente si guardava la mano
sinistra.
-
C-che fai lì impalata... entra. -
Asuka
si sentiva a disagio. Le sembrava di infierire su qualcuno sul quale, davvero,
non aveva bisogno di sentirsi superiore. Ed anche nel suo maldestro tentativo
di essere... gentile? Si sentiva dannatamente fuori posto.
-
Fa vedere sta mano... che hai, ti sei tagliata? -
Rei
si avvicinò, mentre l'imbarazzo di Asuka aumentava.
La First le porse la mano, ed Asuka gliela prese mentre l'altra si sistemava al
suolo, in ginocchio accanto al suo letto.
Rei arrossì al contatto con la mano destra della rossa.
-
E' calda. -
Disse
sottovoce Ayanami.
-
Eh? -
-
La mano di Soryu. -
Asuka
con un colpo di tosse quasi da rimanerci secca si staccò dalla mano di Rei per
poi darle le spalle e voltarsi, sdraiandosi nuovamente sulla superficie delle
coperte.
-
S-sarà meglio dormire adesso. -
-
Si. -
Asuka
non riusciva a chiudere gli occhi, sentiva il cuore batterle a mille all'ora,
sentiva il cervello esploderle, sentiva la mano calda come non l'aveva mai
sentita, perché diavolo doveva sentirsi così agitata? Era quella scema di
Ayanami ad agitarla così?
Era dannatamente imbarazzante che notasse particolari tanto sciocchi a voce
alta... cavolo non aveva proprio il senso dell'imbarazzo...
E come poteva... la bambola imperfetta
del comandante.
Così tanto vuota da lasciarsi riempire da cose tanto stupide.
Asuka ci pensò, che l'unica persona che perdeva tempo con Rei era proprio quello
stupido di Stupishinji. Era ovvio che la First fosse così incosciente.
Era ovvio che cercasse in lei - che era la migliore in ogni cosa - la fonte
dell'ispirazione, della conoscienza.
Era remunerativa, vista da quel punto di vista, quella situazione.
Sentiva che Ayanami la cercava, che aveva bisogno di lei e delle sue doti, non
si sentiva inutile, per la prima volta nella sua vita.
Alcuni momenti dopo entrambe erano sdraiate nei loro letti.
Asuka a destra, sul suo comodo letto all'occidentale e Rei a sinistra, distesa
su di un futon tirato fuori dall'armadio.
...
...
Asuka
non si dava pace.
Non riusciva a chiudere occhio.
Rei popolava i suoi pensieri, sensati od osceni che fossero.
Non riusciva a pensare ad altro se non alla sensazione tremolante e calda che
aveva avuto nello sfiorare le labbra umide e morbide di-...
-
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! -
Distrusse
quel pensiero alzandosi di scatto e mettendosi seduta, imitata dalla First che
parve visibilmente turbata, per non dire preoccupata.
-
Hai male, Soryu? -
-
Io? N-No! M-Mi distendevo solamente perché... Ho caldo! -
Non
aveva mai fatto una figura più idiota di quella... menomale che Misato non se
n'era accorta...
-
LA VOLETE PIANTARE DI FARE CASINO VOI DUE!? -
Come
non detto...
-
Tsk, stupida donna discinta! -
Asuka
si ributtò sul letto, questa volta voltata verso sinistra, verso di Rei.
Rei
la stava guardando.
-
C-che hai da guardare? -
-
Soryu... -
-
C-Che c'è? -
-
Perché balbetti? -
-
I-io non sto affatto balbettando... detto da una che se ne va in giro a
comprarsi solo una penna poi... che non si accorge che la stavano per
stuprare... che non capisce nemmeno che cosa sia uno stupro, o una violenza...
che non si imbarazza nemmeno a baciare un'altra ragazza... -
Lo
aveva detto, il pensiero la stava ossessionando, non riusciva a togliersi dalla
testa che lei e Rei si erano baciate, ma l'espressione di Rei e la sua
incomprensione delle cose destarono in Asuka un interesse strano, diverso,
quasi spinto da un senso di... compassione?
Asuka non ne era cosciente, se ne interessò e basta, perché voleva
interessarsene, voleva interessarsi a Rei.
-
Rei? -
-
Sì, Soryu? -
-
Chiamami Asuka. -
-
Sì, Asuka. -
La
Second arrossì vistosamente quando la First la chiamò senza suffisso, in
maniera così intima, confidenziale, ma dentro di sé il pensiero che
quell'imbarazzo sarebbe stato provato solo da lei perché Ayanami non ne aveva
coscienza la distrusse, peggio di qualunque altra cosa, non voleva essere
nuovamente sola, non in quel momento, non davanti a chi l'aveva guardata con
occhi così profondi ed interessati a lei.
Non davanti al fantasma del signor Kaji, non davanti al ricordo di quello
stupidissimo bacio insulso e vuoto che aveva dato a Stupishinji sperando che
lui potesse capirla.
-
Ascolta, ma tu l'hai mai dato un bacio a Stupishinji? -
-
Un... bacio? -
-
Si, il tuo primo bacio... -
-
No, io e Ikari non abbiamo mai avuto un contatto fisico di questo tipo. -
-
Ma lui ti piace, no? -
-
Piacere? Cos'è piacere? -
-
Come diamine fai a non... aaaaaah piacere è quando ti senti bene quando qualcosa
ti piace, quando fai qualcosa che quando lo fai ti fa sentire una sensazione
piacevole. -
-
Le mani di Soryu. -
-
Eh? -
-
Mi piacciono le mani di Soryu... di Asuka. -
Asuka
cadde d'un fianco sul letto con il cuore in gola. -
-
Ma che razza di risposta è!? Io ti chiedo se ti piace quell'idiota e tu
rispondi... che ti piacciono le mie mani!? -
-
Anche le labbra di Asuka sono calde... mi piacciono, anche quelle. -
Ayanami
la guardava con quegli occhi, gli occhi tremolanti ed interessati, le gote
arrossate, le labbra leggermente dischiuse (perché gliele stava guardando!?).
Asuka
si voltò nuovamente a pancia in su.
Si
sentiva morire.
Quindi
le era piaciuto! Quindi quel rossore sulle gote, quella sensazione tremolante.
Ayanami
respirava forte, ansimava.
Asuka
si spaventò.
-
R-Rei! -
Scese
dal letto e la mise a sedere prendendola tra le braccia.
-
Stai bene? -
-
Il mio corpo... brucia. -
-
C-Cosa? -
Asuka
si mise fronte con fronte per sentire se aveva la febbre, ma la fronte di
Ayanami era fredda, solo dopo si accorse che il cuore di Rei, di quella che
aveva sempre chiamato "la
bambola" stava correndo, forse anche più del suo.
Asuka
sgranò gli occhi, quando Rei la guardò nuovamente.
-
Soryu... -
Ansimava.
-
... ancora... -
Ansimava
con gli occhi lucidi, quasi sofferenti per un concetto che non poteva capire.
-
... se tu sei vicino a me il mio corpo brucia... -
Rei
la guardava con occhi tremolanti. Le sue gote erano arrossate, scottavano,
Asuka sentiva leggeri fremiti percorrere il suo corpo stretto tra le sue braccia.
Ma
non era la sola a tremare, anche lei tremava.
Dio
se tremava.
Era
a pochi centimetri da quelle labbra sottili, morbide, rosa, bagnate.
Bagnate.
Delicate.
Calde.
Calde...
Così
calde che sentiva di volerle ancora. Sentiva nello stomaco quel gorgoglio
pericoloso e naturale, quella voglia un po' perversa di averle ancora, di
affondare a piene mani in quel tremolio violento e scellerato che le dava
starle vicino. Che le faceva pungere gli angoli degli occhi da quelle cose che
tanto odiava.
Lacrime.
Calde e stupide lacrime, un po' di tristezza, un po' di gioia.
Si sentiva stupida, oscena e pervertita.
Ma non le importava, erano sole, solo lei e Rei.
Che avrebbe importato se...
-
Vuoi rifarlo? -
-
Eh? -
Rei
ansimava ancora.
-
Vuoi ancora toccare le tue labbra con le mie? Vuoi ancora baciarmi? -
Asuka
la guardava, Rei ansimò per l'ultima volta.
-
Sì. -
Asuka
non aspettava altro. Forse, era lei che lo desiderava più di ogni altra cosa al
mondo, forse era lei che voleva che Ayanami dicesse di sì, era sempre lei che
voleva baciarla e sentirsi desiderata, sentirsi cercata, osservata, guardata,
davvero.
Era
la sua purezza a toccarla, la sua ingenuità davanti al mondo che la
incuriosiva.
Davanti ad un mondo rosso ed azzurro chiamato Asuka Soryu Langley.
Davanti al calore che Rei Ayanami desiderava di più.
Era il modo così tenero che aveva di stringerle la mano nonostante fosse un
lago di sudore, oppure il modo con cui timidamente si imbarazzava quando si
guardavano, quando si erano baciate.
O
forse era il suo tremolio, i suoi ansimi dovuti all'agitazione,
all'eccitazione.
Rei
era calda.
Cazzo.
Rei
era bagnata!
Sentiva quel calore in quel punto scaldarle il ginocchio destro che aveva in mezzo alle sue gambe.
Sentiva
quella piccola stufetta calda inumidirle la pelle mentre timidamente la
cercava.
Dio Ayanami si stava muovendo sul suo ginocchio!
Era morbida, morbida lì.
Ed Asuka piangeva per l'emozione, sia per l'imbarazzo che per la sensazione
maledettissimamente imbarazzante che sentiva sulla punta del suo ginocchio...
ed ora sulla coscia, dio quanto era calda! Ed anche lei... lo era.
Dio se lo era.
Asuka,
di puro istinto prese a baciarla più profondamente, avvinghiandole la lingua
con la sua, fino a che non sentì i gemiti soffocati di Rei, che la fecero
staccare stranita.
Rei
prese un gran respiro.
-
FUAAAAH! -
-
C-Che c'è? Non dirmi che non respiravi! -
Dio...
non poteva essere a questi livelli... cioè... era ovvio che quando si baciava
si doveva respirare con il naso, no?
-
Dovevo... -
Ansimò.
-
...respirare? -
Perché
le aveva fatto quella domanda se tanto sapeva che le avrebbe risposto con
un'altra domanda? Asuka si mise la mano destra sugli occhi, voleva sprofondare.
-
Ma certo che dovevi! Scema! -
-
Sei arrabbiata, Soryu? -
-
Ti ho detto di chiamarmi Asuka. -
-
Sei arrabbiata... Asuka? -
-
No. -
Asuka
tremava ancora.
Rei
ansimava.
Rei
sorrideva.
Asuka
stava osservando qualcosa di assurdamente bello e surreale in quel momento, Rei
non aveva mai sorriso ed ora... sorrideva per lei.
Sembrava che con quel suo semplice "no" avesse liberato Ayanami Rei
di un enorme peso, ed ora, la First giaceva tra le sue braccia sorridente e
rilassata, mentre il suo petto ancora martellava.
Dio se martellava.
-
Asuka? -
Rei
richiamò l'attenzione della rossa che nel frattempo si era persa nei propri
pensieri.
-
C-Che c'è? -
-
Sono tutta bagnata lì in mezzo. Prude, che devo fare? -
-
Ossantoddio... -
L'imbarazzo
di Asuka raggiunse livelli epici.
Poi prese Rei in braccio e la portò sul letto.
Il suo.
-
Asuka? -
-
Ti metto solo più comoda... i-io non-... -
Fu
Rei a baciarla.
E quasi la rossa la fece cadere sul materasso per questo.
Caddero infatti tutte e due.
Rei sotto ed Asuka sopra di lei.
Asuka non sentiva nuovamente più nulla se non la voglia intensa di baciarla
intrecciando la sua lingua con quella della ragazza che aveva di fronte.
Non più una bambola, ma solamente occhi profondi da cui essere guardata, labbra
morbide da cui essere baciata, mani da cui essere cercata.
Rei le cercava le mani, le toccava, timidamente, delicatamente, facendo tremare
e vibrare il corpo in piena esplosione ormonale della rossa.
Asuka moriva, tremava, Rei la solleticava con un leggero respiro che si
propagava dalle sue narici.
Era
bello.
Come non lo era mai stato in vita sua.
Avvitarsi abbracciandosi in quel letto, come animali che cercavano timidamente
di coccolarsi in una buia e profonda grotta.
Il piccolo antro oscuro e freddo del loro animo.
***
Era bello. Era bello toccare quel calore
così tante volte. Così intensamente.
Era bello sentire il calore di Asuka sul proprio corpo.
Anche le labbra di Asuka erano calde.
Anche il seno, le gambe, il ventre di Asuka era caldo.
Tutto di Asuka la riempiva, la faceva tremare, la faceva sorridere.
Sorridere.
Non aveva mai capito come si sorridesse, la sensazione piacevole che Ikari le
aveva donato quella volta, dopo l'operazione Yashima.
Ma questo sorriso era diverso.
Asuka riempiva il suo vuoto.
Asuka scaldava il gelo della sua vita.
Colorava il grigio della sua esistenza incolore.
Voleva ancora quel calore.
Rei Ayanami voleva disperatamente essere ancora toccata da quelle mani.
Essere guardata da quegli occhi.
Sfiorata da quel corpo.
Baciata da quelle labbra.
***
- Asuka. -
Rei
ansimava dopo che le loro labbra si disgiunsero.
La rossa non riusciva a parlare.
-
Perchè mi lecchi in bocca? -
Rei
non conosceva il bacio alla francese.
-
C-Cosa!? P-Perchè!? ... Uff... i baci degli adulti si danno u-usando la lingua.
-
Rei
le leccò timidamente le labbra, quella timidezza ad occhi socchiusi,
quell'incertezza leggermente macchiata dalla voglia che agli occhi della rossa
era così maledettamente sensuale... Asuka tremò, già tremendamente fradicia di
se stessa.
-
Ho capito. -
Le
mani di Rei si strinsero attorno a quelle di Asuka. Tanto lentamente e
caldamente che sembrava stessero facendo del sesso, sesso con le mani.
-
Anche la lingua di Asuk-... -
Basta
parlare.
Lo sapeva che ad Ayanami piaceva la sua lingua perché era calda, lo sapeva che
le piaceva il suo corpo, le sue mani, tutto di lei perché stava letteralmente
andando in fiamme.
Era lei che ora non ce la faceva più.
Era Asuka che irrimediabilmente non riusciva più a trattenersi dalla voglia di
farlo.
Di dare sfogo alla pulsione irrefrenabile che aveva di sfregarsi, di esplodere
guardando quegli occhi rossi che tanto desiderava la guardassero.
Sì, lo voleva, lo voleva così tanto che se ne fregò di dire altro, di
assecondare nuovamente le parole di Rei, voleva farglielo capire, capire con il
corpo, con il cuore, che lei voleva farlo, che lei la voleva, che lei la voleva
così maledettamente che sarebbe morta se non lo avesse capito, come
Stupishinji.
Invece no.
Le mani di Rei si mossero su quelle di Asuka che nel frattempo vibrava, mentre
i loro corpi s'incastravano nel calore dell'estate, mentre la maglietta di Rei
si sollevava da sola per i loro movimenti, lasciando scoperte le sue mutandine
bagnate; mentre i pantaloncini di Asuka facevano il percorso inverso, lasciando
la sua femminilità a nudo sulla pelle della bambolaragazza, tanto bianca e liscia che il solo sfiorarla fece morire la
rossa.
Asuka urlò, schiacciandosi sulla delicatezza di Rei, staccandosi dal loro bacio
salivoso.
Rei le strinse le mani forte, inarcandosi verso il piacere, gemendo ed urlando
a sua volta.
Poi la Second ricadde sul corpo di Ayanami, tremante, Rei si spostò le
mutandine bianche ormai troppo zuppe, fastidiose, lasciandole cadere oltre il
letto con il piedino algido.
Finalmente.
Finalmente era nuda, erano nude, pelle contro pelle, con Asuka.
Asuka ancora non ci credeva.
Lo aveva fatto.
Aveva avuto per la prima volta qualcosa in cambio della sua muta e disperata
richiesta.
La guardava.
Asuka guardava Rei ancora allibita, ansante ed incredula per ciò che avevano
fatto.
Inchiodata alla visione che i suoi occhi non riuscivano ancora a credere di
stare guardando.
Era Rei Ayanami, la ragazza che timidamente prendeva con ambo le mani la sua
mano sinistra, che con la guancia destra si strofinava sul suo palmo, cercando
carezze, cercando il calore del suo tocco.
Che sorrideva, come non aveva mai sorriso per nessuno.
Cercandola con alle gote lacrime che non capiva.
Lacrime di gioia per aver finalmente abbracciato il calore che cercava per
riempire la sua vita.
-
Senti Rei... -
-
Sì, Asuka? -
-
Ti piace? Quello che... -
-
Sì. -
Rei
sorrise arrossendo e strofinandosi ancora sulla mano della rossa.
-
Mi piace Asuka. -
Asuka
sorrise, commossa, stringendola al petto tra i seni caldi, sudati.
-
Stupida! -
-
Asuka mi piace anche qui! -
-
Stupida, stupida, s-stupida Rei... -
Asuka
piangeva, mentre sentiva il cuore correre dove Rei si era poggiata.
Mentre sentiva le labbra incurvarsi in un sorriso di liberazione.
Era
arrivata, finalmente. La persona che l'aveva cercata, capita, accettata.
Era imbarazzante ed ancora bene non riusciva a spiegarsi il perché, ma il
musetto di Rei Ayanami nel suo petto che si strofinava, oltre a farle un po' di
solletico le faceva dimenticare del caldo, dimenticare del dolore che aveva provato
in vita, del suo odio per le bambole, della solitudine, di tutto.
Rimaneva
solo una ragazzina incoscente e sorridente, dalle gote arrossate e dalla pelle
liscia e fresca.
Il cuore le era nuovamente in gola, non disse più niente.
Restò in silenzio ad osservarla addormentarsi dolcemente, nel silenzio che era
solo loro, in quel momento che era stato solo loro, per le loro mani, ora
unite.
Il
suo battito cardiaco non accennava a rallentare.
Dannazione, aveva il batticuore?
Era innamorata?
Della First?
Di certo questo Rei Ayanami non se lo stava chiedendo.
Un po' la invidiava, un po' la odiava per non poter capire come si sentiva, ma
sicuramente lo avrebbe fatto, ora ne era certa, avrebbe capito, voleva capirla,
guardarla, osservarla.
Perché solo qualcuno di profondamente ed inconsciamente innamorato avrebbe così
tanto abbracciato e ricercato il loro calore.
Quel calore che le univa.