RED
-Sei la mia rosa...la mia rosa
rossa...-
Me lo dicesti la prima volta che lo abbiamo
fatto.
Ricordi?
Eri su di me e mi guardavi con quei tuoi neri, sfavillanti,
ricolmi di desiderio, d’amore.
Volevo diventare tuo, ad ogni costo, e tu volevi entrare a
far parte di me, del mio corpo, della mia anima. Volevi
raggiungere la perfezione unendoti a me a me.
Buffo, no?
Mi passasti le mani tra i capelli ricci e rossi; ti vidi
godere nel fare quel piccolo gesto, per me così effimero. Ti abbassasti
verso di me, posasti le tue labbra sulle mie e fu come baciare i petali lisci e
profumati di un fiore.
Poi entrasti in me.
Fu doloroso, pensai, per un attimo, che avrei ceduto, se nel
tuo fare non ci fosse stato qualcosa di estremamente
dolce che, attenuato il dolore, mi portò all’orgasmo
E fu proprio mentre stavi per
venire, che, con la fronte appoggiata alla mia, a fior di labbra, me lo sussurrasti,
con la voce incrinata, rotta dal piacere:
-Sei la mia rosa...la mia rosa
rossa...-
Tirasti indietro la testa gemendo; il dolore scomparve,
lasciando il posto ad una sensazione di calore e di pace indescrivibili.
Bellissimo e doloroso.
Ma mai così doloroso, così atroce, come adesso. Perché adesso non c’è niente di bello.
Sono stato la tua mela rossa e succulenta, sono stato il tuo
peccato più grande, il tuo peccato originale, sono stato la tua lussuria,
il tuo godimento.
Hai assaggiato ogni parte di me, senza mai stancarti del mio sapore,
del mio odore. Hai continuato a desiderarmi, a volermi,
proprio come la prima volta.
Forse eri ingordo, ma a me non importava; amavo tutto di te,
ogni tuo pregio, ogni tuo difetto.
Senza contare che neppure le mie labbra avrebbero mai voluto
staccarsi dalla tua bocca, dalla tua pelle, dal tuo corpo, il corpo che tanto a
lungo ho stretto al mio, il corpo che tanto a lungo ho
accarezzato, lo stesso corpo che mi rendeva felice.
Eri anche goloso, oltre che ingordo. Ogni volta che facevamo
l’amore ti muovevi come se fossi stato sul punto di mangiare una fragola
rossa, maturissima, il cui sapore si rivelava a te solo un secondo dopo il
morso, sciogliendosi in bocca.
Mi dicevi che non avevi mai assaggiato una fragola salata ed
io trovavo la mia vendetta in un colpo di reni ben assestato, che ti portava
sotto di me, sotto le mie carezze, sotto i miei baci, sotto la virilità,
che dura si opponeva alla tua.
Mi dicevi che per te ero la cosa più importante di questo
mondo.
Io ero un rubino, un diamante scarlatto, incastonato nell’oro
più belo e più prezioso, il mio corpo
incastonato nel tuo, nella più completa armonia, era il gioiello più
belo che Amore avesse mai ordito generare.
Ma i gioielli sono cose futili.
Con il tempo l’oro perde la
sua brillantezza, s’incupisce, si logora; i cristalli, per quanto belli e
resistenti si infrangono, si decompongono, perdono ogni antica bellezza.
Eppure tu sei bello, sei meraviglio anche adesso, e la tua bellezza
è per me la cosa più struggente, più straziante. E’
come se mi stessero facendo a brandelli l’anima, come se me la stessero
dilaniando con un pezzo di vetro affilato, lo steso pezzo
di vetro che s’è conficcato nella carne morbida della tua gola.
Come non si può avere pietà di una creatura
meravigliosa come te?
Come può Dio, o chi per lui, permettere che ti
riducano così?
Così, tra le lamiere contorte
e piegate della tua auto, così, con il volto, il colo ed il petto
crivellati dalle schegge del parabrezza, che è andato in mille pezzi.
E te ne stai lì, immobile, come addormentato, il volto
inespressivo, sporco di quel fluido, che per il suo colore, un rosso vivo e
brillante, avresti adorato.
Le mie grida, il mio pianto, i miei
sforzi sono vani, mani forti di persone in divisa mi trattengono.
Vorrei toccarti, baciarti, fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma
non posso.
E intanto il sangue continua a fluire, senza sosta, da quelle
ferite che hanno deturpato, senza alcun rispetto il tuo meraviglioso corpo.
Ho amato molto il rosso.
Finché non ho scoperto che è anche il colore
del sangue.
Fine.
Pochi giorni fa mi sono chiesta cosa fosse il rosso...ecco la
risposta...
Se vi ha fatto venire il magone,
allora significa che è riuscita bene...
Lasciate un commentino, mi raccomando...
Vostra Isi.