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Autore: angel mentira    29/05/2013    0 recensioni
vi prego di essere clementi con me è la prima volta che mi cimento in una cosa del genere,ho provato a scrivere diverse storie cercando di creare trame complicate,molto intrecciate,ma poi non mi sono mai riuscite,allora ho pensato perchè non iniziare da una trama semplice e banale?!una storia normale, riguardante l'amore tra due donne,i problemi che la loro storia comporterà,come reaggiranno le famiglie? e gli amici? sarà tutto facile? saranno felici? che passato avranno le due ragazze?....se volete scoprire tutto questo leggete i prossimi capitoli. spero di immeggermi insieme a voi in questa piccola pazzia che ho creato... un saluto a tutti voi e grazie in anticipo se la leggerete...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A volte mi sembra tutto cosi difficile,complicato. L a vita giorno dopo giorno ha un sapore sempre più amaro, finché però qualcosa,qualcuno non ti stravolge completamente la tua esistenza,ti spezza quell’equilibrio che ,tu, dopo anni e anni di lavoro hai costruito. Arriva cosi all’improvviso senza avvertirti entra e prende ciò che vuole, si comporta senza regole, cerchi di domarlo ma non sai come fare, non ne hai la possibilità, non puoi scappare, devi solo stare al suo gioco. È lui a dettare le regole, è lui a decidere se ti tocca soffrire o gioire, se sentirti tormentato o accarezzato. Mentre leggete non so cosa vi state immaginando, vi starete chiedendo se forse questo “ LUI” è una persona, un uomo o una donna, se è un animale, ma vi svelo un segreto è semplicemente un sentimento L’AMORE. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo provato questo sentimento,questa sensazione, che ci ha reso felici,ci ha distrutto,ci ha fatto soffrire. Eppure vi sembrerà strano ma io non l ho mai provato, o meglio negavo al mio cuore di volerlo provare. Per paura,angoscia,inquietudine,spavento, forse, non so cosa dirvi,ma il mio unico obbiettivo era il mio lavoro, realizzarmi,per me crearmi una famiglia era inutile,i bambini davano solo problemi,richiedevano troppo tempo e attenzioni e io non ne avevo. Sono la proprietaria di una multinazionale di smaltimento di rifiuti tossici, la mia azienda la “ ITW” “ INTERNATIONAL TOXIC WASTE” contava circa 400.000.000 milioni di dollari l’anno, 6.000 operai, documentazioni,leggi burocratiche, smaltimento, i bambini sarebbero stati solo d’impiccio. Sui giornali dicevano di me che ero la donna più ricca al mondo,ma non gli davo importanza per me ero una comune persona come tutte le altre eppure non tutti la pensavano così,addirittura c’era chi mi evitava. Vivo a Manhattan, ho una villa di due piani in cui vivo da sola con i miei domestici Caroline e Josef, e le mie guardie del corpo Alex, Alan e Jonathan. Sono le uniche persone che mi conoscono veramente,conoscono la mia storia personale e la maggior parte delle volte mi stanno accanto nei miei momenti bui. All’apparenza sono una donna forte,dura,brusca,antipatica e arrogante,insomma tutto ciò che esiste di brutto è concentrato in me,ma in realtà non è così,nella mia città natale Milano,in Italia, si dice “l’abito non fa il monaco “ed è proprio vero; io non sono quella persona che descrivono gli altri, io sono Alexia Warr, una semplice ragazza ventottenne,che si trova nella sua piena gioventù a dover governare una mega azienda,a dover rinunciare a tutto per paura di deludere mio padre,che sin da piccola mi ha insegnato a vivere nella società,a portar profitto alla mia vita,infischiandomene di tutto e tutti, pensando solo ai miei interessi,in un certo senso mio padre mi dava l’impressione di assomigliare al “Principe” descritto da Machiavelli, anche se a differenza sua il principe cercava di raggiungere il bene per il popolo, mio padre no. In fondo sono una ragazza molto semplice,che cerca da molti anni la felicità che da anni ha perso, soprattutto da quando la vita ha deciso di portarmi via il mio unico punto di riferimento la mia dolce mamma, il destino se le presa quando io avevo soli 10 anni, da quel momento in poi la mia vita è stata tutto un decadere verso la montagna infernale di lucifero. Oggi è un giorno comune come tanti altri come al solito ho il notebook pieno di impegni e tanto per non cambiare il mio risveglio è un risveglio di merda. Sento ad un tratto Alan gridare dal giardino: - “ O cazzo! No! Non è possibile proprio oggi doveva capitare? Alex corri immediatamente qui sbrigati” Alan ha un timbro di voce molto alto,anche quando tenta di dirti una cosa sotto voce,stai sicura che l’ha sentito anche chi si trova a 200m da te. Sobbalzo dal letto corro ad affacciarmi alla finestra e invito Alan a calmarsi e a chiarirmi cos’è che lo portasse a sbraitare con cosi tanta ferocia. -“ Alan ti conviene trovare una scusa validissima per il tuo cosi forte gridare, perché se no ti consiglio di fare le valigie che sei licenziato!” gli dico con un tono di voce abbastanza arrabbiato e duro - “ Ho signorina Warr mi dispiace,mi scusi se l ho spaventata e l ho svegliata, ma quel cretino di Alex ieri ha usato la sua macchina e adesso è senza benzina e tra meno di 10 minuti ha un’importante appuntamento con un industria francese, e sappiamo bene che a quei tipi non piace aspettare!” Alan era la mia guardi dal corpo con più anni di carriera alle spalle, era un ottimo ragazzo, anche un bel tipo alto circa 1.87 m, robusto e muscoloso(dei pettorali che farebbero invidia a chiunque),scuro di carnagione, era quello che si preoccupava di più di non farmi fare tardi,era molto puntuale e non gli piaceva ritardare,soprattutto per sciocchezze,che la maggior parte delle volte commetteva Alex il più giovane dei tre. -“ Dai Alan lascialo stare non ci pensare sappiamo che combina sempre guai, Alex aspetta di ritrovarsi senza lavoro(anche se non l ho avrei mai fatto perche mi ci ero affezionata a loro,erano diventati la mia famiglia). Piuttosto trova un mezzo veloce e scattante che mi accompagni il più velocemente e possibile in azienda, con i francesi ci sono in ballo molti milioni e non intendo perderli per colpa di un cretino”. Finisco la frase ridacchiando,Alex arriva e sento Alan gridargli contro,queste scene mi provocano un riso fortissimo, Alan gli fa quasi da papà ad Alex e litigano sempre. Vado in bagno mi preparo velocissima, ho cinque minuti per arrivare in azienda e veramente non so come fare. Indosso uno degli abiti più importanti che ho nel mio armadio, è firmato “Wrangler”,scarpe col tacco e scappo giù saluto Caroline e Josef con un veloce “ ciao” e senza ascoltare la loro risposta mi precipito da Alan in giardino. -“ Allora? Avete risolto?” rivolgendo un occhiata da assassina a Alex -“ signorina mi dispiace non era mia intenzione” replica Alex abbassando lo sguardo - “ Si ma purtroppo non abbiamo trovato nessun mezzo per accompagnarla,e lei è in un ritardo spaventoso” dice Alan molto preoccupato e arrabbiato. - “ Cosa?? Ragazzi stiamo scherzando? E io dai francesi come ci arrivo? Volando? “ gli dico urlandogli contro - “ Io una soluzione c’è l’avrei? Se mi permette signorina Warr” disse impaurito e cercando di aggiustare le cose Alex - “ E sei ancora qui a pensarci? Sbrigati?” - “ Ho un amica che frequenta la mia stessa scuola,abita a pochi passi da qui potrebbe darle un passaggio “ - “ Cosa? “ il mio sguardo diventò ancora più assassino - “ è l’unico modo per arrivare all’appuntamento signorina! “ disse Alan - “ E … va bene chiama questa ragazza,ma guarda cosa ti dico Alex prega che io arrivi in tempo o altrimenti ti ucciderò e credimi non sto scherzando!” Ad Alan scappò un sorriso, mentre Alex era impaurito in men che non si dica la ragazza arrivò,per mia fortuna o sfortuna, non lo sapevo finché non la vidi scendere da quella minicooper nero con il tetto bianco. La portiera si aprì,oddio credevo che dall’auto fosse sceso un angelo, era bellissima,per un attimo rimasi a fissarla senza spiccicare parola,forse nemmeno il respiro mi usciva dalla bocca. Era alta,mai quanto me, capelli lunghi castani con piccoli riflessi biondi,occhi castani, corporatura perfetta, poco trucco sul volto, vestita molto sportiva con un cappello nero poggiato sui suoi bellissimi capelli,maglia bianca a strisce nere un piccolo gilet nero aperto che lasciava vedere il teschio disegnato sulla sua maglia, jeans nero e convers al piede. In poco tempo mi resi conto di avergli fatto una radiografia meglio dei raggi x,un brivido mi percorse la schiena ma Alex mi riportò alla realtà. -“ Signorina Warr! Lei è la mia amica Helena! “ Speravo che nessuno si fosse accorto del mio sciock nel vederla,dei brividi e delle sensazioni che mi avevano attraversato in quel momento,ma soprattutto i pensieri che avevano attraversato la mia mente,comunque ritornai alla realtà -“ Si Alex la vedo sai?! Non sono ancora ceca! Ok dai andiamo? Che per colpa di questo cretino sono in ritardo di un ora, spero che i francesi ancora non siano arrivati.” Avanzai verso la macchina senza nemmeno presentarmi all’angelo,ma che dico alla ragazza. -“ Ma è sempre così simpatica e amichevole la tua amica?” disse Helena con fare spiritoso. -“ Scusala e che è in un ritardo pazzesco a un appuntamento importantissimo, quindi Helen ti prego se ci tieni alla mia pelle fai il più in fretta possibile ad arrivare alla “ ITW” “ le disse Alex con tono sarcastico,ma preoccupato,sapeva che quando perdevo degli affari cosi importanti ero in grado di distruggere il mondo intero con un solo dito. -“ Ok! Ma mi devi un enorme favore,perché persone così antipatiche nella mia piccola coop(cosi chiamava la sua macchina) non le faccio salire” - “ Grazie mille!” e le stampò un bacio sulla sua dolce,tenera e soffice. Ma cosa mi passa per la mente …. Semplicemente sulla sua guancia. Helena salì in macchina, accese il motore e sfrecciammo via in un lampo,mentre io avevo il cuore che batteva a mille e non sapevo per quale motivo.
  
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