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Autore: sunako chan    29/05/2013    1 recensioni
Beacon Hills gli aveva portato solo disgrazie, per lui non c’era nulla di buono in quella città; [...] non c’era più niente che lo legasse a Beacon Hills.
Non c’erano più amici di infanzia.
Non c’erano più persone da amare.
Non c’era più niente. Scott McCall non aveva più niente.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A te, che non smetterò mai di ringraziare per essere mia amica, la mia migliore amica.
Grazie perché sei con me, grazie perché sopporti i miei scleri.
Grazie Jess, sai che sei il mio cuore.

 

Revenge and Forgiveness.
- prologo –

 
 
Il numero cinque era una costante della sua vita.
Cinque erano gli altri membri del suo nuovo branco.
Cinque erano gli anni in cui non tornava a Beacon Hills.
Cinque erano stati i mesi più lunghi della sua vita prima della sua partenza.
Scott McCall odiava quel numero, era il numero della sfortuna, come spesso si ritrovava a pensare.
Scott McCall odiava qualsiasi cosa da quando, cinque anni prima, aveva dovuto lasciare la sua città natale. Quella città che tanto aveva amato ma che adesso disprezzava più di ogni altra cosa.
Beacon Hills gli aveva portato solo disgrazie, per lui non c’era nulla di buono in quella città; sua madre si era trasferita due anni dopo che Scott aveva lasciato la cittadina, quindi non c’era più niente che lo legasse a Beacon Hills.
Non c’erano più amici di infanzia.
Non c’erano più persone da amare.
Non c’era più niente. Scott McCall non aveva più niente.
 
Passeggiava in quella città che ormai non riconosceva, anche se da adolescente aveva percorso quelle strade più di una volta. Aveva creduto di aver dimenticato ogni più piccolo particolare di quella città, perché non voleva ricordare e non avrebbe mai immaginato che un giorno ci sarebbe tornato, ma era una cosa che doveva fare, una cosa che il suo branco gli aveva chiesto di fare.
 
« Hai vissuto lì, Scott. E’ giusto che la missione ricognitiva la faccia tu. »
 
Aveva detto Ethan, mentre lo guardava con un sorrisetto quasi angelico. Era il più subdolo di tutti, quindi per questo aveva fatto il nome di Scott quando avevano saputo della missione a Beacon Hills. Benché nessuno di loro sapesse il motivo per il quale aveva lasciato quella città, Ethan era intelligente e aveva capito che c’era qualcosa, in quella città, che Scott non voleva assolutamente affrontare.  Si sentiva male al sol pensiero di andare lì e incontrare quelli che una volta erano stati la sua famiglia. Gli stessi che lo avevano deluso, gli stessi di cui una volta si fidava più di ogni altra cosa ma che in quel preciso istante voleva disintegrare con le sue stesse mani.
 
Aveva guardato Ethan, con sguardo che non ammetteva repliche. Non voleva andare a Beacon Hills, non ci voleva proprio tornare. Lui sapeva fare tante cose, ma quella no. Ritornare in quella città, ripercorrere quei sentieri, sarebbe stato come aprire vecchie ferite, come se mille proiettili intinti di strozzalupo lo lacerassero da dentro e lui non voleva provare dolore. E lui era stato immune al dolore per cinque anni. Cinque. Voleva che continuasse ad essere così.
Ma mentre poteva uccidere con lo sguardo assassino Ethan e gli altri in quel modo, con Deucalion non poteva. In fin dei conti era stato lui che l’aveva salvato, cinque anni prima. Quindi, quando era stato lui a dirgli di andare a Beacon Hills sotto forma di ordine, per quanto non fosse un suo beta, era stato costretto ad accettare.
 
Camminava in quella stradina che sembrava tranquilla, ma quella tranquillità lo inquietava. Non era abituato a tutto ciò, a Beacon Hills non c’era mai stata quella quiete. A parte in quei cinque mesi. Scosse la testa più volte, per cancellare quell’immagine tenue che stava per entrargli nella testa. Non doveva pensarci, non l’aveva fatto per cinque anni, doveva continuare a non farlo. Era cambiato, non era più il ragazzino che si struggeva per ciò che gli accadeva, adesso era un’altra persona, una persona diversa. Era cresciuto ed era migliorato, grazie all’aiuto dei suoi Fratelli Lupo. Era uno Scott diverso, uno più forte, più maturo, non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno e soprattutto non si sarebbe fatto sovrastare dai ricordi amari che quel posto gli dava.
 
D’un tratto, si fermò quando sentì il battito di un cuore. Un piccolo cuore, batteva all’impazzata quasi come se avesse paura. Fece una smorfia quando si rese conto che l’odore era di un bambino piccolo; non sopportava i piccoli umani, da cinque anni. Il battito di quel cuoricino non era poi così vicino, ma neppure lontano ed ebbe quella strana sensazione di deja-vu. Si era ripromesso, cinque anni prima, che non ci avrebbe più pensato, ma lo stava facendo e si sentiva ridicolo.
 
« Non dirmi che ti stai nascondendo ancora da Evelyne, perché non ci credo. »
 
Quella voce lo fece rimanere spiazzato.
Che cazzo? No. Stava solo sognando, si sarebbe svegliato preso e si sarebbe trovato nella sua stanza, non più in quella città maledetta.
 
« Lyn mi ha colpito con la freccia sul sederino e mi ha fatto male. »
 
Rispose il bambino, con un tono di voce triste e arrabbiato. Quasi gli fece tenerezza, ma scosse la testa e lasciò che quella sensazione se ne andasse via velocemente, così come era arrivata.
 
« Evelyne sta già dormendo ed è tardi, è ora che anche tu vada a letto. »
 
Ancora quella voce, quella voce che aveva cercato in tutti i modi di cancellare dalla propria testa. Non la sopportava, per quanto l’aveva amata in passato, in quel momento la detestava più di qualsiasi altra cosa.
 

***

 
L’aveva cercato in tutti i posti, dove si era cacciato? Era possibile che ogni volta che Evelyne dormisse da loro, lui doveva sempre trovare il modo per fuggire? Era un bambino coraggioso, era sempre in mezzo alla mischia quando si trattava di fare a botte, ma quando Evelyne Argent veniva a trovarli, si trasformava e aveva paura di tutto. Evelyne era figlia di una cugina di secondo grado di suo padre e visto che era solo di due anni più grande di Lukas, passavano molto tempo insieme e lei alle volte restava a dormire da loro. Lukas non sembrava mai entusiasta di stare nella stessa stanza con lei, ma alla fine si convinceva e ci giocava allegramente. Fin quando lei non prendeva la sua balestra e cominciava a far finta di essere a caccia di “lupi cattivi” e ovviamente, il suo obbiettivo preferito era il sederino del bambino.
Cercò di assottigliare lo sguardo e di usare il suo sesto senso da cacciatrice, per scoprire il nascondiglio di suo figlio. Con il fatto che i licantropi erano quasi del tutto spariti da Beacon Hills, il suo sesto senso da cacciatrice si era affievolito giusto un po’, quindi non le veniva più tanto facile capire i nascondigli delle sue prede.
 
« Lukas Scott Stilinski, dove ti sei nascosto? »
 
Funzionava sempre quando lo chiamava con il nome completo. E infatti, poco dopo, vide un paio di piedini uscire fuori da sotto il tavolo del giardino. Sorrise appena, sentendosi un po’ in colpa per aver usato quel tono di voce. Non gli piaceva urlare contro suo figlio, ma ogni tanto ci voleva.
 
« Non dirmi che ti stai nascondendo da Evelyne, perché non ci credo. »
« Lyn mi ha colpito con la freccia sul sederino e mi ha fatto male. »
 
Sorrise appena, sentendo con che tono di voce aveva pronunciato quella frase. Lukas si trasformava dal bambino più malvagio del mondo a quello più dolce in pochi secondi. Aveva problemi, a scuola, finiva sempre per litigare con tutti ed era sempre al centro di ogni lite, difatti veniva sempre chiamata a scuola per colpa di ciò; ma quando arrivava il momento in cui doveva punirlo, bastava che lui la guardasse in quel modo dolce e lei si scioglieva, finendo per non metterlo mai in castigo.
 
« Evelyne sta già dormendo ed è tardi, è ora che anche tu vada a letto. »
 
Lukas la guardò con lo sguardo furbetto e lei capì subito che c’era qualcosa che voleva chiedergli e sapeva già dove voleva andare a parare.
 
« Ok, dormirai con me e papà, però questa è l’ultima volta! »
 
Si avvicinò ancora di più al tavolo del giardino e prese le piccole caviglie di suo figlio con le mani, lo trascinò da sotto il tavolo e poi lo prese subito in braccio e gli diede un bacio sulla guancia morbida. Lukas era la gioia della sua vita, non avrebbe potuto chiedere un bambino migliore di lui, con i suoi difetti e i suoi pregi ovviamente. Ma, cosa poteva aspettarsi? Era pure sempre il figlio dell’uomo che amava.
Sorrise appena, lasciando scivolare via quel ricordo, così come era arrivato, e diede un piccolo buffetto sulla testa di suo figlio. Non doveva pensarci, non poteva. Allison Argent non poteva permettersi di provare dolore.
 

***

 
Sentì qualcosa muoversi dentro di se, per la prima volta dopo tanto tempo. C’erano sensazioni che Scott non aveva più provato, da cinque anni. E quella era una di queste. La sensazione di calore interiore, come se si fosse appena sdraiato al sole. Si morse l’interno della guancia e si nascose meglio dietro l’albero, per non farsi vedere, non voleva essere visto ed essere scoperto, nessuno doveva sapere che era tornato. Ma se ne sarebbe andato il prima possibile, non voleva provare quelle sensazioni. Ne avrebbe parlato con Deucalion e lui avrebbe capito, era l’unico che sapeva ciò che era successo e forse si sarebbe convinto che non era la persona adatta a quell’incarico; non conosceva più Beacon Hills e si sentiva irrequieto a stare lì, non si fidava di se stesso e delle sensazioni che stava provando.
Eppure, una parte di se, voleva restare li e guardare quella scena ancora. Non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma Allison gli mancava, forse più di quanto lui stesso poteva immaginare. Ma non avrebbe potuto perdonarla, non dopo ciò che aveva fatto, l’aveva tradito, illuso, l’aveva fatto sentire sbagliato ed erano sensazioni che lui non voleva più provare.
 
« Allison, è ora di entrare, sta cominciando a far freddo e non vorrei che Lukas si ammalasse e avesse una scusa per non andare a scuola. »
 
Si irrigidì quando riconobbe la voce del suo ex migliore amico. Era maturata, era diversa, ma nello stesso tempo non era cambiata affatto. Così come lui, era rimasto identico, forse un po’ più alto e i capelli lasciati spettinati, ma non era cambiato neppure di una virgola.
Deglutì affondo, cercando di non prendere a testate il primo albero che gli capitava sotto tiro per la forte rabbia che provava.
 
« Allison, cosa c’è? »
 

***


Sorrise quando sentì la voce di Stiles alle sue spalle e si allungò per dargli un bacio sulla guancia. Aveva ragione, si stava facendo tardi e non voleva che Lukas avesse un motivo in più per non alzarsi dal letto, l’indomani.
 
« Papà, papà domani la mamma mi ha detto che posso restare a casa! »
 
Guardò di scatto suo figlio e gli diede un colpetto sul naso, scuotendo la testa.
 
« Non è vero, non ho mai detto una cosa simile. Ma sei un mascalzoncello. Non è ancora arrivato il giorno del mese in cui tu devi restare a casa, quindi fila a letto. »
 
Lo mise per terra e gli diede un colpetto sul sederino per farlo correre. Lukas guardò entrambi e fece la linguaccia, poi prese una palla spinata dal giardino senza farsi male e la trascinò dentro casa. Allison non voleva immaginare che cosa stava cercando di fare.
 
« Stiles, vedi che guaio sta per comminare tuo figlio, adesso! »
 
Stava quasi per entrare in casa anche lei, quando si bloccò per un momento. Un paio di occhi dorati la stavano guardando, non era un riflesso, erano reali… per forza. Quegli occhi li avrebbe riconosciuti tra mille, non avrebbe mai potuto dimenticare la profondità di quello sguardo. Quelle iridi color dell’oro, quelle sensazioni che gli trasmettevano, il calore interiore ed esteriore che provava ogni volta che quegli occhi la guardavano dalla fine del corridoio, a scuola. Il cuore che batteva forte ogni volta che lo vedeva e che batteva forte anche in quel momento, sensazioni che non avrebbe mai potuto dimenticare, erano vive dentro di lei e forse lo sarebbero state per sempre.
 
« Allison, cosa c’è? »
 
D’un tratto si sentì trascinata via da quelle sensazioni, come se una mano le avesse stretto il cuore e l’avesse portata a galla. Prese un respiro profondo, riempiendo d’aria i polmoni, aveva anche dimenticato di respirare. Si portò le mani sul cuore, che martellava ancora e ancora, non voleva smetterla. Era da troppo tempo forse che non succedeva e non ci era più abituata, si sentiva tremendamente stanca.
Si voltò un secondo verso Stiles e poi di nuovo verso quegli occhi, che non c’erano più.
 
«  Allison, pronto? Se non ci sbrighiamo, Lukas farà danni con quella palla spinata. »
 
Allison scosse la testa e annuì in direzione di Stiles, la quale la prese per mano trasciandola dentro. Sembrava come se non avesse vita, il suo corpo, come se fosse una bambola in quel momento. Quegli occhi l’avevano scombussolata a tal punto da credersi pazza. Non erano reali, certamente li aveva solo immaginati. Lui non era lì e non sarebbe mai tornato, lei stessa si era accertata che non succedesse.
Scott era al sicuro, da qualche parte. Al sicuro da lei e dalla sua famiglia.
 
 
 
To be continued… maybe.
 
 
Eccomi qui, dopo un sacco di tempo, ad iniziare questo cammino. E’ da un po’ che non scrivo Long Fic, non so neppure se ne sono in grado, sinceramente. Ma voglio provarci, magari esce qualcosa di carino.
Non voglio anticiparvi nulla sulla trama, altrimenti non c’è bello XD
Vi dico solo che questa fic non prende in considerazione gli eventi della terza stagione e neppure qualcuno della seconda. Vi anticipo subito che il nostro simpaticissimo Gerard è ancora vivo e vegeto, sta benissimo! Non ha mai provato a cercare di diventare un Alfa, come alla fine della seconda stagione, quindi lo vedremo purtroppo.
Per il resto, spero vi piaccia e magari fatemi anche sapere cosa ne pensate. Spero di migliorare nello stile, anche perché, ripeto, non scrivo da un bel po’, a parte la breve FlashFic postata qualche settimana fa, sempre su questo Fandom, con protagonista Allison!
 
Volevo fare un'ultima precisazione. I nomi dei due bambini sono qualcosa che mi trascino dal mio Gioco di Ruolo, per me sono importanti e quindi volevo che apparissero anche qui. Non sono sicura che ci sarà interazione tra loro due, anche perché non è una fanfiction sulla nuova generazione di Teen Wolf, però sicuramente qualcosa vorrò metterla, un po’ per mio capriccio personale!
Con Lukas e Evelyne volevo fare un piccolo regalo ad una persona per me troppo speciale, spero che possa apprezzare. Che poi è la stessa persona a cui è dedicata la storia. JESS TI VOGLIO BENE TROPPO! *guarda verso la telecamera e la saluta*
 
Ok, basta così, imparerete a conoscermi e capire che di normale in me non c’è niente ahahahah
Ci si vede al prossimo capitolo, se riesco a scriverlo ahahaha XD
  
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