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Autore: Lady Antares Degona Lienan    14/12/2007    5 recensioni
Lei alzò lo sguardo su di lui: l'aveva sempre tenuto basso.
I suoi occhi erano fatti d'oro, quello stesso oro che gli stava offrendo per ucciderla.
Era lui. C'era lui, riflesso nei suoi occhi. Lui guardò quell'oro sparso negligentemente per terra e lasciò che l'indecisione marciasse sulla sua intraprendenza.
Probabilmente in uno scontro diretto avrebbe avuto la meglio. Si chinò verso terra e afferrò il sacchetto di malagrazia. « Un mese. » ribadì.
Mayura Shimotane continuò a fissarlo, quegli occhi vuoti che lo inseguivano tenaci come fantasmi. « Un mese. Grazie. »
[ Prima classificata al concorso indetto da Suzako ]
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Angel [Masquerade]

Angel [Masquerade]

- Prologo -

"Sul libro erano scritte tre parole: amo, odio e vivo. Ne dimenticai una, mi scordai dell'altra. Una rimase nella mia testa, ma non l'usai mai."

« Era ora che arrivasse una notte così. »

L'altro guardò fuori dalla finestra smerigliata: un temporale squassava il villaggio, trascinando polvere, foglie e rami per le strade, con evidente soddisfazione dell'entropia, rifletté quello.

« Non mi dire: erano secoli che non mi chiamavi, e solo per questo? » distolse gli occhi dal panorama e li puntò sull'uomo di fronte a lui. Quello rise, e rise ancora: così Sasuke sperò. Che la smettesse, che finisse soffocato: semplicemente sperò. E basta.

« Una buona impressione è una buona impressione. » sentenziò Faccia da Gazza. E infatti: il suo ufficio era incorniciato da ragnatele talmente vecchie da essere segnate dal tempo, polvere e sporcizia si alternavano sui mobili, a volte convivevano persino. L'animale appollaiato sul trespolo odorava di marcio, le piume nere ormai sbiadite e quelle bianche appannate dagli escrementi caduti sul fondo della gabbia. L'odore era terribile, quasi pestilenziale.

« Come darti torto. »

« Ti vedo teatrale oggi, Sasuke. »

« Sarà l'atmosfera, che vuoi che ti dica. » grugnì. Si sentiva stranamente euforico, quasi sull'orlo dell'iperattivismo. Accavallò le gambe, prima la destra, poi la sinistra. Fece schioccare la lingua almeno tre volte in un minuto. « Cosa ci faccio qui, capo? »

« Quello che fa un ANBU di solito. » lo sguardo dell'uomo calò brevemente sul suo tatuaggio, che spiccava vermiglio sul braccio pallido come la morte. « Riceve un nuovo compito. »

Ah, l'adrenalina che colpiva i centri nervosi alla venuta di quella parola. L'unico modo per sentirsi di nuovo vivo, la sensazione provocata dalla mente lucida una volta in più.

« Un incarico. » ripeté l'Uchiha.

« Appena arrivato dalla provincia del The, direttamente dal palazzo reale. Qualcuno ha fatto arrabbiare Mizu. » Sasuke si richiuse in se stesso, scavando attraverso nomi, visi e ricordi. Sfiorò un volto di donna, triste e appena tiepido, un rivolo di sangue che colava dal naso, poi quello di un bambino, terreo, e di nuovo, un'altra donna. Mizu. Paese del The. Occhi scuri, capelli castani, uomo sulla sessantina, il re della provincia, incaricato speciale delle terre del fuoco: borioso, arrogante, approfittatore. Sì, infine si era ricordato. Mizu Katanabe. Aveva compiuto un paio di opere per lui, due estorsioni, se la sua mente non s'ingannava: a furia di obbedire agli ordini della sua sezione ANBU, ogni incarico era diventato uguale al precedente.

« Che tipo di incarico? »

« Devi uccidere una persona, una donna, una sorta di sovversiva. Non mi sono stati riferiti dettagli. e fai quel che devi fare. »

Gazza sventolò la mano, noncurante, come a chiudere simbolicamente il colloquio e lo scambio d'informazioni. Al solito, Sasuke si sarebbe dovuto arrangiare con quel poco che aveva. « Passerò solo un attimo da casa, poi partirò. Immediatamente. Farò rapporto appena arrivato. »

L'uomo sorrise. « Vai a salutare i vecchi fantasmi? »

« A salutare i vecchi fantasmi. », concesse Sasuke. E a crearne di nuovi, pensò mentre si allontanava.

**

Non appena aprì la porta di casa, fu come se mille luci si fossero accese nelle stanze, permeando soffuse tra le assi delle pareti. « Sono a casa. », disse.

Gli rispose un risolino alla sua sinistra, che lieve gli solleticò lo zigomo. « Ciao Jin. » Un'altra piccola risata, questa volta alla sua destra.

« Devo partire. Ci vediamo presto. »

Non una risposta, se non l'eco di qualche scricchiolio lontano.

Angel [Masquerade]

- Fine Prologo -

Io l'avrei postata tutta. Dico sul serio, non sono così egoista. Ma poi l'Héra ha iniziato a blaterare qualcosa sul "E' troppo corta, va allungata, allungala!" - cosa potevo fare? Ho accettato. Perché sono stupida. Ma questo è sostanzialmente un altro discorso. Quindi adesso mi metto qui da brava bimba e allungo. Spero in tempi brevi.

In caso, fate male all'Héra - cercate sotto il nome Suzako, la bestia è lei.

   
 
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