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Autore: Rohchan    14/12/2007    13 recensioni
Cosa succederebbe se una stella cadente potesse esaudire un desiderio tenuto in fondo al cuore?
E se chi desidera sono Inuyasha e Kagome?
Se vi ho incuriositi abbastanza...buona lettura...
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Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- La Stella Cadente

Era la notte delle stelle cadenti nell'epoca Sengoku. Kagome e compagni avevano avuto un periodo di relativa tranquillità; dopo l'ultimo demone affrontato alla fine della settimana precedente non s'era visto nulla di pericoloso, e così avevano potuto riposarsi tutti.
Anche Inuyasha, sebbene cercasse di non darlo a vedere, era stanco e aveva qualcosa che lo impensieriva. Era sbadato, cosa per lui straordinaria, e pareva insofferente a qualunque cosa. Nemmeno le battute di Miroku lo risvegliavano da quella sorta di stato catatonico.
Seduto ai piedi del Goshinboku, la testa poggiata al tronco del grande albero, osservava le stelle in solitudine. Tutto il resto del villaggio ed i suoi compagni, erano andati in un campo nei pressi della capanna della vecchia Kaede, ma lui preferiva restare solo.
In solitudine, i suoi pensieri potevano volare più in alto.
Stancamente, il suo braccio destro si posò sul tronco dell'albero, dietro la testa.
Sospirò, mentre una brezza gentile e tiepida soffiava nella radura, portandogli alle narici il profumo dei fiori estivi, e chiuse gli occhi.
L'oggetto dei suoi pensieri eruppe come un fiume in piena nella sua mente…pelle candida, occhi grandi e scuri, lunghi capelli neri come l'ala di un corvo, il corpo esile ma ben proporzionato, vestito di quello strano kimono corto bianco e verde.
Inuyasha non si sorprendeva più di pensare a Kagome così spesso. Da tempo ormai gli accadeva, e nei modi e momenti più disparati; da sveglio o addormentato, lei, sorridente o in lacrime, concentrata o spensierata, in piedi o distesa, nuda o vestita….
Kagome era nei suoi pensieri. Ormai gli capitava, ogni volta che la guardava, di chiedersi come sarebbe stato baciarla. Scacciò di colpo quel pensiero. Lui non era tipo da lasciarsi andare a simili fesserie, aveva altro a cui pensare…la Sfera, Naraku, Kikyo…ma Kagome sembrava decisa a tormentarlo per il resto della notte. La immaginava arrivare a passi felpati nella radura, illuminata dalla debole luce della luna al suo primo quarto.
La immaginava venire verso di lui come mai aveva fatto prima, una luce di malizia negli occhi scuri. La vedeva vicina, sempre più vicina, sedersi accanto a lui, prendere tra le mani piccole e delicate la sua, calda e forte, dai lunghi artigli, e posarsela sul cuore. Sorridergli e sbilanciarsi in avanti e…
- Inuyasha!-
Il pensiero cadde a terra rompendosi in mille pezzi. Il mezzo demone pensò che, se si fosse potuto udire, avrebbe fatto di sicuro un gran fracasso. Si mise composto in fretta, voltandosi a guardare la ragazza che stava uscendo dal bosco alle sue spalle.
Era ancora più bella del solito…indossava un kimono estivo di un tessuto grigio pallido che rifletteva la luce della luna, stretto da un obi verde; i capelli erano lasciati ricadere liberi sulle spalle, e si muovevano leggeri alla brezza.
Si avvicinò al mezzo demone e si sedette accanto a lui, ai piedi dell'albero.
Emanava un delicato profumo di vaniglia.
- Cosa fai qui?- che domanda idiota gli aveva fatto. L'aveva visto, ed il suo cervello aveva chiuso i battenti ed era partito per un luogo imprecisato nei mari del Sud.
- Cosa credi stessi facendo?- le rispose lui, con la solita maschera d'arroganza. - Di notte, in una radura, in piena estate, cosa pensi stessi facendo?-
- Cercavi le lucciole?- chiese Kagome, sorridendogli. Ormai era abituata a quei modi da bullo di quartiere.
Inuyasha la guardò con sufficienza, sbuffando. Ma in realtà aveva il cuore che martellava furioso nel petto, ed una paura pazzesca che lei se ne accorgesse.
Kagome rise, poggiandosi all'albero e alzando gli occhi al cielo.
Era venuta lì perché si sentiva tremendamente sola tra la gente del villaggio. Sango e Miroku erano troppo impegnati a battibeccare tra di loro, Shippo stava giocando con i bambini del villaggio, e la vecchia Kaede…bhè, era la vecchia Kaede.
Aveva passato molto tempo col naso all'insù scrutare il cielo, e aveva visto due stelle cadenti. Ad entrambe aveva chiesto la stessa cosa: Inuyasha.
Quel mezzo demone era ormai diventato un chiodo fisso, per lei: forte, coraggioso fino al limite della pazzia, permaloso, irascibile…bellissimo. La tormentava in ogni istante, con ogni singolo, piccolo movimento. Conosceva a memoria la sua schiena, su cui era molto spesso trasportata, e sapeva che le braccia erano come acciaio, perché l'aveva visto fare cose incredibili.
Ed i suoi occhi…così selvaggi e prepotenti, due pericolosissime pozze dorate.
Gli occhi di qualcuno maltrattato dalla vita, che per autodifesa era diventato così sprezzante e sgarbato.
Aveva perso il conto delle volte in cui si era chiesta come sarebbe stato amarlo, e donargli sé stessa. Invidiava Kikyo, perché immaginava che, con lei, Inuyasha fosse diventato adulto.
Un sorriso strano le piegò le labbra…la prima volta che aveva formulato quei pensieri aveva dato la colpa alla primavera; ma la primavera era passata e aveva ceduto il posto all'estate, e i suoi pensieri non erano cambiati.
Impazziva dal bisogno di sapere ogni più piccolo dettaglio di Inuyasha.
Si sentì arrossire, e d'istinto portò le mani al viso. Inuyasha si voltò a guadarla, con quell'espressione insondabile che lei adorava tanto.
- Qualcosa non va?- le chiese. La sua voce però non era fredda, ma bassa e modulata, calda come una coperta.
Kagome si distese sull'erba profumata, cercando qualcosa nel cielo.
- Vuoi guardare le stelle cadenti con me?- gli chiese, voltandosi. Il cuore ebbe un sobbalzo quando lui sorrise di sbieco.
- Perché no?- le rispose- In fondo è la notte giusta.-
Si sdraiò accanto a lei, così vicino che se avesse allungato la mano avrebbe potuto toccarla.
La guardava, estasiato, a stento capace di contenersi. Osservava il suo profilo, il collo liscio, la curva dei seni e il ventre piatto, fasciato dall'obi verde del kimono.
Portò gli occhi al cielo, perché se l'avesse guardata solo un secondo di più non avrebbe più risposto delle sue azioni.
Ma il cielo rimaneva immobile, e lui poteva solo sentire il proprio respiro ed il cuore che spingeva furioso il sangue nelle vene.
Kagome guardava il cielo con l'interesse che metteva nello studio della trigonometria; in realtà guardava Inuyasha con la coda dell'occhio, e si sentiva bruciare dal desiderio di lui. Era così bello che le riusciva difficile respirare, ed i pensieri le fluivano dalla testa come bolle di sapone; volavano sempre più su, fino a sbattere contro il soffitto del mondo.
Ad un tratto, una scia luminosa attraversò il cielo, e Kagome sussultò.
- L'hai vista?- chiese, felice di avere qualcosa che la distraesse. Senza pensarci allungò un braccio, e la sua mano si posò sul petto del mezzo demone accanto a lei.
Quel gesto mozzò il respiro ad Inuyasha. Come vittima di una scarica elettrica sobbalzò, mentre il suo corpo reagiva istintivamente a quel tocco. La mano destra scattò verso quella della ragazza, imprigionandola sul suo petto.
Kagome non era meno stupita di sé stessa.
Lei aveva chiesto alla stella cadente Inuyasha, e la sua mano era scattata verso di lui prima che la potesse fermare.
E lui l'aveva stretta, e la teneva ferma, senza lasciarla ritrarsi.
- Si, l'ho vista.- le rispose, a bassa voce. Lui aveva chiesto Kagome alla stella, la stella aveva fatto in modo che lei lo toccasse.
In fondo, la stella cadente non poteva mettergliela tra le braccia…aveva fatto il possibile.
Kagome sentì il cuore accelerare i battiti, e ogni fibra del suo corpo tremò.
Il mezzo demone se ne accorse, e sorrise, senza dire nulla. Aveva deciso.
Mentre la ragazza si ostinava a guardare il cielo, combattuta tra il ritirare la mano e seguire l'istinto, Inuyasha iniziò a tormentarla, tracciando con l'unghia appuntita dell'indice dei segni indecifrabili sul palmo. Percorreva la mano avanti e indietro, dal polso alla punta delle dita, fermamente deciso a fermarsi solo se la ragazza l'avesse implorato.
Ma lei stava zitta, e ascoltava il suo corpo fremere. Inuyasha poteva sentire il suo respiro aumentare il ritmo.
Sollevò la mano della ragazza con la sinistra, mentre la destra continuava a disegnare strane forme sul palmo, e se la portò al viso.
Un'altra stella attraversò il cielo, e due desideri complementari schizzarono verso il cielo, come lanciati da una catapulta.


Istintivamente Kagome chiuse la mano al sentire il fiato caldo del mezzo demone sfiorarle le dita. Ma lui non la lasciò andare, prendendo invece a sfiorarne il dorso con le labbra.
Kagome stava perdendo il controllo… deglutì, chiudendo gli occhi. Non l'avrebbe fermato per nulla al mondo. Rilassò la mano e attese.
Inuyasha non aspettava altro. Delicatamente, con una lentezza esasperante, prese a far correre le labbra sulle dita della ragazza, ascoltandola respirare.
Gli piaceva quel gioco.
Piano, poco alla volta, le dita della giovane venivano accarezzate da quelle labbra, senza che mai giungessero alle punte.
Quando credette che fosse abbastanza, sornione, il mezzo demone prese a morderle delicatamente la punta delle dita, provocando nella ragazza la reazione che desiderava. Il respiro di lei perse il ritmo, e lui seppe che era in suo potere.
Il cielo li osservava immobile. Nella testa di Kagome si scontravano centinaia di pensieri, e nessuno era innocente.
Sentiva di essere al limite, e sapeva che Inuyasha lo sentiva a sua volta.
Sapeva che non avrebbe avuto scampo, ma non voleva fuggire.
- Kagome…-la chiamò lui, con voce talmente bassa da darle i brividi.- mi devo fermare?- le chiese, allentando la presa sulla sua mano.
- No…-gli rispose, la voce così sottile che le sembrava provenisse da decine di kilometri da lì.- no, non ti fermare…Inuyasha.- esalò, in un sospiro.
Il mezzo demone si sollevò sulle braccia, voltandosi poi verso la ragazza che, immobile, giaceva al suo fianco. Il respiro le si era calmato un poco, ma decise che non gli bastava. Lui voleva di più, molto di più.
Ed ora che lei era lì ed aspettava, con gli occhi chiusi, non si sarebbe fatto pregare.
Kagome sentiva Inuyasha muoversi accanto a lei; voltò la testa ed aprì gli occhi; il mezzo demone la stava guardando in un modo che lei aveva visto solo nei suoi sogni, con le iridi dorate calme come le sabbie mobili, e allo stesso modo pronte per catturarla e non lasciarla andare mai più.
Si sentiva come presa in trappola, ma non era infelice.
Aveva paura, ma sapeva di essere in buone mani.
Sorrise ad Inuyasha, e la sua mano sinistra si mosse verso il suo volto, posandosi sulla guancia del mezzo demone.
- Che cos'hai chiesto alla stella cadente, Inuyasha?- gli chiese, e rimase colpita dall'espressione del suo viso; seria, dannatamente seria, puntata nei suoi occhi.
Lui si chinò sul suo viso, sfiorandole la punta del naso con le labbra.
- Sicura di volerlo sapere?- le chiese, sussurrandole all'orecchio. Kagome stava morendo…
La mano che lui teneva ancora stretta si sciolse dalla presa e andò ad afferrare il colletto dell'abito rosso che il demone indossava, attirandolo più vicino a sé, sbilanciandolo finchè, per sostenersi, non fu costretto a circondarla con le braccia.
La ragazza desiderò con tutta sé stessa che non fosse un sogno.
Sarebbe stato crudele, troppo crudele, doversi svegliare ancora da un sogno simile.
Ma mentre apriva la bocca per dire qualcosa, Inuyasha non potè più contenersi; la baciò, con tanta foga che Kagome quasi non poteva respirare.
Il bacio del mezzo demone scottava come lava, ed entrambi erano senza freni. Troppe ore passate a farsi domande inutili, a frenare sguardi e gesti, a reprimere la voce che li chiamava uno all'altra. Avevano aspettato anche troppo.
Kagome stringeva il mezzo demone come se avesse avuto paura che le sfuggisse, ma Inuyasha non voleva andare da nessuna parte. Giocava con la sua bocca, baciandole le labbra, percorrendone il contorno con la lingua…le lasciava un momento di tregua per poi gettarsi di nuovo alla carica coinvolgendo la lingua di lei in una danza veloce come il suo cuore. Temeva che gli sarebbe scoppiato in petto.
Kagome lo lasciava fare, lo seguiva senza pensare a nulla. Le sue mani correvano avanti e indietro sulla schiena del mezzo demone, tentando inutilmente di graffiarne la spessa stoffa.
Poi, mentre lui le lasciava andare le labbra per attaccare il collo, Kagome fece scivolare le mani sotto le sue braccia, andando a slacciare il nastro che gli chiudeva l'abito.
Il tocco di quelle mani gentili fece sussultare Inuyasha, che spostò una mano dal terreno al seno di lei. Caldo, sotto l'abito sottile, si fece subito turgido e Kagome gemette. Era riuscita ad aprire la casacca, e aveva infilato le mani sotto la camicia bianca del mezzo demone, sentendone gli addominali e i pettorali forti e ben scolpiti, tesi nello sforza di reggere il peso.
Le mani di lei erano tiepide, ed il contatto con la sua pelle calda gli diede i brividi. Si scostò dal collo della ragazza, dove le sue labbra avevano lasciato un piccolo segno rosso, e la mano scese dal seno verso l'obi del kimono, che si tagliò di netto allo scorrere delle sue unghie, che però non sfiorarono il tessuto sottostante.
Kagome sentì la stretta della fascia allentarsi e trattenne il respiro.
Inuyasha la guardava indecifrabile, la mano ferma sul suo ventre, in attesa di un suo gesto.
Kagome mandò al diavolo le sue remore e attirò a sé il mezzo demone, baciandolo. Lui fece scivolare la mano sotto il suo kimono, aprendolo sull'erba. Si allontanò dalle sue labbra, scendendo prima sul collo, poi verso i seni.
Kagome si sentiva incendiare, mentre le sue mani tentavano febbrili di slacciare la cintura dei pantaloni del mezzo demone. La mano di lui non smetteva di fare avanti e indietro sul suo fianco, mentre con le labbra si divertiva a stuzzicarle i sensi.
La stava provocando, e lei stava alle sue regole. Gemeva sotto il suo tocco, e questo era un paradiso per Inuyasha, che sentiva di essere prossimo allo stremo. Mai si era sentito così.
Voleva darle di più, e sapeva che Kagome non si sarebbe ritratta.
La torturava dolcemente, come un aguzzino che aspetti che la sua preda ritrovi la pace, come un gatto che giochi col topo prima di decidere di mangiarlo, e Kagome non faceva altro che chiamare il suo nome.
Era dolce, tremendamente dolce.
E lui era spietato.
Con un gesto deciso si liberò di casacca e camicia, e la sua pelle si riempì di minuscole punte al tocco gentile dell'aria. Kagome era scivolata fuori dall'abito, che ora giaceva sotto di lei senza vita, come una coperta gettata in terra. Solo una striscia di stoffa lo separava da lei, ormai. Ma decise che non era ancora il memento.
Le sorrise, beffardo, ma non disse nulla.
La stava studiando in ogni singolo, minimo particolare, e gli occhi di lei lo fissavano, come persi nel vuoto.
Ansimavano entrambi, sorpresi uno dall'altra, mentre nel cielo un'altra stella cadente tagliava il velo nero della notte.
La ragazza scivolò di lato, mettendosi proprio sotto il corpo dell'amato. Non voleva più aspettare, ma il mezzo demone la fermò.
- Non così in fretta, Kagome…- le disse, prendendole le mani che tentavano di spogliarlo del tutto.- c'è ancora tempo…-
Prese a darle minuscoli baci sul viso, percorrendolo centimetro per centimetro, come se fosse stato cieco. Kagome sorrideva felice, le mani allacciate dietro la schiena del mezzo demone, ascoltando il proprio cuore battere rabbioso.
Era meraviglioso. Aveva continuato a sognare una cosa simile per tanto di quel tempo che ora non credeva potesse essere vero.
Ma il tocco insieme gentile e possessivo di Inuyasha era tutto fuorché irreale.
I loro capelli sparsi al suolo formavano un curioso miscuglio sale e pepe, illuminato dal bagliore delle stelle alte nel cielo, e nella radura non c'era nessun rumore.
Il mezzo demone scese di nuovo sul collo della ragazza, dandole i brividi, mentre lei lasciava le mani libere di correre avanti e indietro sulla sua schiena muscolosa percorsa da decine di cicatrici.
E ogni volta, con la punta delle dita scendeva sempre più in basso, finchè la corsa prese ad iniziare dalle spalle per terminare sotto i pantaloni, provocando una reazione sempre più difficile da controllare nel compagno.
Inuyasha le sorrise; un sorriso chiaro, luminoso, come Kagome non glie ne aveva mai visti. Gli carezzò il viso, fermandosi con la punta delle dita a disegnare il contorno delle labbra.
Era come ipnotizzata dalla sua bellezza.
Il mezzo demone la baciò ancora, e mentre rispondeva al bacio, Kagome sentì Inuyasha fremere dal desiderio.
Si lasciò sfuggire una breve risata, soffocata dalle labbra di lui, e le mani sciolsero il nodo, ormai lento, che fermava in vita i pantaloni del mezzo demone, facendoli scivolare più in basso. Sentì che ormai erano al limite, e non si sorprese quando Inuyasha scivolò piano fuori dai pantaloni, con il respiro affannato.
Un'altra stella cadente percorse il cielo, e Kagome seppe cosa voleva, in quel momento più che mai.
Inuyasha rimase colpito dall'audacia della ragazza. Il suo corpo era ormai preda della febbre, ogni fibra tesa nello spasimo di averla.
- Kagome…- disse, quasi incerto.
Ma lei non rispose; lo trasse invece a sé, baciandolo, e sentendo sul viso e sulle spalle il tocco leggero dei suoi capelli. Si sentiva come in punta alla discesa più alta delle montagne russe, deliziata dal pericolo illusorio della caduta in totale sicurezza.
Sentire la pelle fresca di Kagome sotto si sé fu per Inuyasha come il suono argentino di una campana; la voleva, e con un ultimo tocco delle sue mani la ragazza fu del tutto libera ed indifesa sotto di lui.
Appoggiò la sua fronte su quella di lei, mentre la sentiva aprirsi come un fiore.
Non era possibile, non poteva essere.
Non poteva davvero succedere a lui di poter amare una come lei. Ma stava succedendo davvero, e mentre si faceva strada in lei con lentezza esasperante, la sentiva gemere felice, e la vedeva sorridere.
Kagome abbandonò le braccia sul terreno cosparso di piccoli fiori, e Inuyasha le prese la mano destra, intrecciando le dita con le sue.
E in un momento fu come se il vagoncino si fosse sganciato e fosse iniziata la lunga discesa. Inuyasha era parte di lei, ora, come una goccia di pioggia che cade in un lago, e lei si sentiva come se le fossero esplosi dentro i fuochi d'artificio.
Si sentiva completa e felice, libera. E voleva che per lui fosse lo stesso.
Inuyasha stringeva la mano di Kagome, la fronte imperlata da piccole gocce di sudore, mentre si muoveva in lei al ritmo del battito del suo cuore.
E poi, d'un tratto fu come se sotto di lui si fosse aperta una voragine, e lui stesse cadendo nel vuoto, o come se, dopo essersi gettato da una rupe, avesse scoperto di avere le ali e di poter volare.
Strinse più forte la mano della ragazza, mentre il suo nome gli scivolava dalle labbra, dolce come miele.
Kagome inarcò la schiena e gemette, mentre il respiro le si mozzava in gola. Come vittima di un fulmine, aveva perso il controllo di sé stessa e si muoveva avanti e indietro sul kimono al ritmo battuto da Inuyasha. Un flebile grido le sfuggì dalla bocca, subito sigillata dalle labbra del mezzo demone che la stringeva a sé pazzo d'amore e desiderio.
Quando si separarono, entrambi erano senza fiato. La luna era ancora alta nel cielo, e tutto era illuminato dalla luce fioca delle stelle.
Kagome tirò di fianco a sé Inuyasha che, come lei, stava tremando. Gli sorrise, mentre lui si gettava addosso la sua casacca rossa, stringendola a sé e coprendola perché smettesse di tremare.
La ragazza gli si rannicchiò contro, sentendosi protetta e al sicuro tra quelle braccia forti.
Si addormentarono lentamente, cullati dal reciproco battito dei loro cuori, quando ormai l'aurora occhieggiava dietro i monti ad est.


  
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