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Autore: lovelyvampire    29/05/2013    1 recensioni
Una continua lotta mentale di Damon che non sa più cos'é,ne più cos'ha.
Si perché per quelle due donne,lui era diventato matto,matto d'amore.
Ma la pazzia é e rimane sempre la pazzia e ora lui non poteva farci nulla.
Tutto quello lo aveva lacerato. Lo aveva consumato dall'interno.
Era stanco,troppo stanco per quella "lotta" continua tra se stesso ed il resto del mondo.
Era a pezzi,il suo cuore ne era rimasto pienamente danneggiato.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Damon alzo' improvvisamente il capo,dopo ore ed ore passate a pensare,a cercare di mettere ordine tra i pensieri e tra quelle piccole tracce di emozioni che gli restavano,troppo disordinate e troppo inutili per un vampiro che teoricamente non doveva averne.

Si sentiva come se si fosse addormentato per anni su quella poltrona nera di pelle,con il bicchiere di sangue appoggiato sul comodino imparte a lui.

Forse era stato l'odore di quelle poche gocce rimaste a farlo ridestare dalle riflessioni che continuava a farsi:

"Io non sono quello buono,non potro' mai esserlo" 

"Amo una ragazza che non potro' mai avere"

"Potrei morire in questo momento e nessuno se ne accorgerebbe"

"Sono un egoista Elena,fattene una ragione"

 

Queste frasi gli giravano e rigiravano nella mente da giorni ormai e in quelle poche ore che era rimasto li' in silenzio,nel salone della sua grande casa;nel buio della notte che entrava perfettamente in simbiosi con la sua anima oscura,priva di luce; si rese conto di quanto fossero vere,di quanto esprimessero il suo vero essere:

Lui non era buono,

lui amava una ragazza che non avrebbe mai avuto,

se fosse morto nessuno se ne sarebbe accorto,anzi sarebbe stata una liberazione,

lui era un perfetto egoista.

Eppure era un vampiro,era un mostro,era la sua natura uccidere,essere egoista:essere senza emozioni.

Ma ogni volta che faceva del male e vedeva Elena guardarlo con tristezza,vergogna e forse paura e disprezzo, si odiava per quello che faceva,per quello che diceva.

Per averle fatto del male,ancora.

Eppure era la sua indole comportarsi cosi'.

Santo Dio era un vampiro!

Perché nessuno riusciva ad accettare la situazione? Era un mostro senza cuore ed era quello che doveva fare.

Perché tutti volevano che fosse come Stefan? Il vampiro cosi' onesto che aveva scelto la via della redenzione,che era passato dal "lato oscuro a quello buono".

Perché non potevano accettare Damon per quello che era?

Perché lei non poteva accettarlo per quello che era?

Lei. 

Non loro,ma solo lei; a lui interessava ben poco degli altri,e gli interessava troppo di lei.

Lei che era il suo punto di luce,in mezzo ad un tunnel di oscurità.

Eppure non se ne accorgeva,non lo capiva.

Non comprendeva che per quanto lui le facesse del male,lei lo feriva nel profondo.

In un cuore che non pensava di poter avere,che credeva di avere seppellito insieme alla sua umanità;ma che inaspettatamente aveva ricominciato a battere per lei.

Lei.

Elena. 

Il suo nome continuava a rieccheggiarli nella testa come un promemoria; che gli ricordava perennemente che c'era.

Si alzo' di colpo afferrando il bicchiere imparte a lui e scagliandolo contro il camino che senza il fuoco che scoppiettava alleggramente sembrava quasi macabro.

-Cazzo!- urlo' nella quiete notturna che lo circondava,più a se stesso che a qualcun'altro.

L'amore per due ragazze che non avevano mai ricambiato,l'aveva logorato dall'interno,l'aveva ucciso schiacciando ogni barlume di lucidità che c'era in lui. 

Si perché per quelle due donne,lui era diventato matto,matto d'amore.

Ma la pazzia é e rimane sempre la pazzia e ora lui non poteva farci nulla.

Tutto quello lo aveva lacerato. Lo aveva consumato dall'interno.

Era stanco,troppo stanco per quella "lotta" continua tra se stesso ed il resto del mondo.

Era a pezzi,il suo cuore ne era rimasto pienamente danneggiato.

Torno' a sedersi abbassando solo per un attimo lo sguardo chiudendo le palpebre.

Quando le riapri' i suoi profondi frammenti di lapislazzuli blu erano spariti,al loro posto c'erano due pezzi di catrame completamente neri come il suo cuore -che lo era diventato dopo parecchie delusioni- e rossi come il sangue che bramava.

Sotto di essi,sulle gote chiare vi erano delle minuscolz vene scure e dalle morbide labbra rosee spuntavano due piccole punte bianche che erano i suoi canini.

Il sorriso che si formo' sul suo volto fu il più inquietante ghigno che avesse mai solcato le sue labbra,tanto che se qualcuno avesse avuto la sfortuna di vederlo avrebbe urlato.

Si alzo' e velocemente usci' senza lasciare traccia di essere stato li in quelle ultime ore,tranne il bicchiere in frantumi,i quali pezzi giacevano a terra.

Il Damon di qualche minuto prima,di tutti quegli anni era scomparso.

Non si sarebbe mai più innamorato.

Non avrebbe ceduto a nessuna emozione,qualsiasi essa sia.

Si sarebbe nutrito,si sarebbe divertito fino alla stanchezza.

Avrebbe ucciso,non badando a niente e nessuno.

Avrebbe fatto quello che la sua natura gli ordinava di fare.

Avrebbe congelato per sempre la sua umanità.

Ormai non avrebbe indossato nessuna maschera.

La sua mente era vuota,pensava solo alla voce delle ragazze che aveva sentito fuori,poco lontano da li,in una casetta;a come le avrebbe uccise,oppure portate a letto;divertendosi in ogni caso.

Si sarebbe comportato da vampiro quale era.

Damon Salvatore era morto. Ora era solo una semplice persona:

Damon il vampiro.

  
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