Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: AlberoDiBanane    29/05/2013    1 recensioni
E se i Jonas Brothers non fossero come li conosciamo noi?
E se Kevin fosse talmente pigro da non alzare un dito neanche per salvare il mondo?
E se l'umorismo di Joe fosse dato da una fastidiosa stupidità e da un ego spropositato?
E se Nick fosse un burbero ventenne anti-felicità?
Ecco cosa succederebbe se incontrassero una fan con poca pazienza.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano circa le dieci di sera.
Fuori dall’arena si poteva ancora udire lo sciamare di migliaia di ragazze, venute anche dall’altro capo del mondo, pur di assistere a quel concerto.
Dentro l’arena, in una piccola sala, una giovane ragazza sui diciassette anni batteva nervosamente un piede sul pavimento.
Grazie a numerosi contatti del padre, era riuscita ad ottenere uno speciale “pass” per il backstage.
Si trattava pressappoco di un foglio di carta plastificato con i suoi dati, un codice e una firma.
Era l’unica presente nella stanza (i meet&greet non erano stati organizzati per quel concerto) e l’ansia era a mille.
Prese a guardarsi intorno, mentre si torturava le mani.
Era stato disposto un tavolo, al centro, con qualche sedia attorno; lei era seduta su una di queste. Non erano presenti finestre, e, in un angolo, sostava una piccola pianta ornamentale. Sulla parete alla sua destra, una porta metteva in comunicazione la sala con un lungo corridoio.
Proprio questa, d’un tratto, si aprì.
Ne entrarono tre ragazzi, tutti sui venti o giù di lì; ma quelli non erano ragazzi comuni, quelli erano i ragazzi, coloro che aspettava, coloro che ascoltava il giorno e sognava la notte.
Quei tre ragazzi erano i Jonas Brothers.
Si alzò raggiante, con lo scopo di salutare i tre giovani.
Nick, il minore, non la degnò di uno sguardo, limitandosi a sedersi rumorosamente; Joe, il mezzano, le strinse la mano con così tanta foga che credette di poterla perdere da un momento all’altro; Kevin, il maggiore, le rivolse un cenno con il capo.
Non ci poteva ancora credere; i suoi cantanti preferiti, i suoi eroi, seduti proprio di fronte a lei.
«Tu devi essere Joey, giusto?» disse Kevin.
La ragazza annuì euforicamente.
«In persona! Oh, mio Dio... sono così felice di conoscervi!» esclamò.
A Nick scappò un grugnito, cosa che non sfuggì alla giovane.
Il mezzano allungò una mano verso la ragazza.
«Piacere, Joey! Io sono Joe... Ehi, i nostri nomi sono quasi uguali!» il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata.
«Comunque,» continuò «Perché sei qui?».
Joey gli rivolse uno sguardo perplesso.
Kevin gli mormorò qualcosa all’orecchio, ricevendo in risposta un ampio sorriso.
«Oh, che bello! Sei un ventilatore umano!» esclamò Joseph.
La ragazza sbarrò gli occhi.
Nick mormorò, molto poco garbatamente, qualcosa al fratello.
«Quindi sei una nostra ammiratrice, eh? Be’, come biasimarti, anche io sarei una mia ammirat...ore, un mio ammiratore»* concluse.
La giovane scosse la testa, un sorrisetto dipinto in volto.
Quanto era spiritoso il suo idolo!
«Allora, ragazzi, quando uscirà il nuovo album?» domandò.
«Più o meno verso la fine del tour; comunque, è già tutto pronto, dobbiamo solo rilasciarlo» rispose, Kevin.
«Vi costa tanto rilasciarlo prima, per la gioia di noi fans?» chiese scherzosamente la giovane.
«E a voi “fans” costa tanto aspettare?» domandò scontrosamente Nicholas.
Joey boccheggiò un attimo, prima di decidere di non farci caso.
«Nella mia borsa ci dovrebbe essere un poster da autografare, me la passi, Kevin?» chiese, indicando una piccola tracolla in fondo al tavolo.
Il ragazzo allungò un braccio, senza muoversi di un millimetro dalla sedia.
«Troppo lontano» decretò, lasciandosi scappare un sospiro affaticato.
Nick gli rivolse uno sguardo carico di disapprovazione.
«Uhm... okay...» disse Joey «Passiamo oltre. Volevo sapere-».
Prima che potesse finire, venne interrotta da Joe.
«Racconta una barzelletta! Mi piacciono le barzellette... Aspetta, ne racconto una io! Preparatevi perché è tosta: ...Joe Jonas è brutto!» e scoppiò nuovamente a ridere.
Kevin si passò una mano sul viso, mentre, a giudicare dal tic all’occhio, Joey poté giurare che Nick stesse per uccidere il fratello.
«Ora tocca a te!» disse Joe alla ragazza.
«Ehm... bene: cosa fa un cammello su un budino? Attraversa il dessert!».
Kevin rise di gusto, mentre Joe corrucciava la fronte, nel tentativo di comprendere la battuta.
«Sto morendo dalle risate» proruppe Nick, senza entusiasmo.
La ragazza tamburellò le dita sul tavolo: quel comportamento cominciava a infastidirla.
«Wow, che sete! Qualcuno che porti un po’ d’acqua?» disse lei, cercando di smorzare la tensione.
«Ci andrei io, ma... la macchinetta è lontana...» disse Kevin.
Joey aggrottò le sopracciglia. Come poteva qualcuno essere così pigro?
«Ehi, guardatemi!» esultò Joe, estraendo un cappellino da baseball dalla tasca posteriore dei jeans; lo indosso al contrario, coprendosi perfino gli occhi.
«Non sono meraviglioso così? Tsk, io sì che sono un vero dio! Alla faccia dei greci e delle loro stupide piramidi» urlò.
«Sì... ora puoi anche smetterla...» provò la ragazza.
Neanche la sentì, le orecchie ovattate dai suoi stessi elogi.
«Po-potresti fermarlo?» chiese a Kevin.
«Potrei, ma... fermarlo richiederebbe energia, e sono abbastanza stanco...» le rispose.
Joey si portò due dita alle tempie.
Era sull’orlo di una crisi di nervi.
«Basta...» sussurrò a se stessa.
Le urla di uno le trapanavano il cervello, la pigrizia dell’altro la infastidiva alquanto, mentre l’indifferenza dell’ultimo le mandava in tilt l’autocontrollo.
Non sarebbe resistita per molto.
«Basta...» mormorò ancora.
La sua preghiera silenziosa venne sovrastata da un urlo.
«Guarda, Nicholas! Non sono divino? Certo che sì! Ma io lo sono sempre, no?».
La goccia tanto attesa cadde, facendo traboccare il vaso della sua pazienza.
«Basta, basta, BASTA!» urlò.
I presenti ammutolirono.
La giovane si alzò in piedi, indicando Kevin.
«Tu! Ti costerebbe tanto alzare il culo dalla sedia per fare un favore a qualcuno?! O sei troppo superstar per esporti a questo pericolo?!».
Passò a Joe.
«Tu... Prima di incontrarti, non pensavo potessero esistere persone tanto stupide ed egocentriche! Ti consiglio vivamente di posare lo specchio e prendere in mano qualche libro!».
«E tu!» disse, arrivando a Nick «Dio, hai sì e no vent’anni e sembra che la vita ti faccia schifo! Ma ti rode il cazzo accennare un sorriso, di tanto in tanto?!».
Finì che aveva il fiatone; nella sala regnava il silenzio.
Come spinto da una forza invisibile, Kevin balzò in piedi e sparì oltre la porta; tornò poco dopo, con un bicchiere d’acqua per tutti.
Nel frattempo, Joe aveva riposto il cappello sul tavolo, e ora se ne stava composto in silenzio.
L’unico rimasto apparentemente impassibile, era Nick.
«Se prima avevo anche solo una minima ragione per “accennare un sorriso”, stai pur certa che l’hai spazzata via» borbotto costui.
 
È passato tanto tempo da quell’evento. Joe e Kevin l’hanno sicuramente dimenticato, ma Nick... Nick no. Perché se vi avvicinate a lui, e gli osservate attentamente la guancia, potete ancora scorgere i segni delle cinque dita impressegli quella sera dalla ragazza!
 
 
 

Non mi pronuncio, vi chiedo solo di non offendervi perché è una OS assolutamente demenziale.
 
*per chi non l’avesse capito, in inglese ventilatore si dice “fan”.

  
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