Il sole oramai era alto e non ci consentiva di restare sulle sdraio. Andammo sotto l'ombra di un albero, la schiena poggiata sul possente tronco. -Vedi- incominciò Harry -tutto quello che voi vedete, che vi fanno credere di vedere, non siamo noi. Sono quello che ci fanno diventare. Finti. -Voi non siete finti!- esclamai. -Invece sì. Ci dicono dove fare i concerti, cosa fare durante i concerti, i ruolo che dobbiamo recitare. Ci dicono dove andare, chi frequentare. Tutto. Decidono tutto. Abbiamo smesso di vivere.- Stetti in silenzio. Per la prima volta nella mia vita mi fu davvero difficile trovare qualcosa da dire. -Ma perché tutto ciò?- chiesi io. -Marketing. Economia. Soldi. Gira tutto attorno a quelli. Non hanno capito che alla fine non servono.- Le sue parole, erano proprio ciò che avevo sospettato. Nel passaggio scale/stelle li avevano fatti perdere. La domanda che feci uscì istintiva dalle mie labbra. -Vuoi rincominciare a vivere?- nei pochi secondi che erano passati la mia testa aveva preso una via tutta sua, aveva elaborato un piano fottutamente complicato e infattibile, ma con tutta me stessa volevo solo che quello. -Ovvio che sì- rispose.
-senti- incominciai a dire io. -qualsiasi cosa io ti dica non prendermi per pazza- -Perché dovrei?- -Ti assicuro, potresti. Quanti giorni hai prima che incominci il tour americano? -Quasi due settimane, ad oggi saranno dodici giorni. -Bene, allora si può fare. -che cosa si può fare? -Bè, hai detto che vorresti tornare a vivere. Vieni a vivere per una settimana da me. Ti assicuro, non c'è niente di sospettabile. Credo sia l'ultimo posto sulla terra dove ci si aspetterebbe di trovare Harry Styles. Sì, ci sono molte directioner, ma una volta incontrate quelle non ci sarà nessun altro. -Dove vivi?- Chiese lui. Stranamente non sembrava né imbarazzato né che pensasse fossi pazza. -Hai presente Milano? Circa a mezz'ora di treno da lì, una delle tante cittadine della conurbazione. Ti avviso, non aspettarti assolutamente niente. Io la ritengo davvero brutta. Non che ci sia brutta gente o che, solo che proprio non c'è niente.- conclusi. -Ma come posso sparire per una settimana?- chiese. -Adesso come mai siete qui? Solitamente so sempre dove siete o cosa fate. Mentre stavolta mai avrei immaginato che poteste essere qui. Sapevo solo che avevate un po' di tempo libero prima che inizi il tour americano. Poteresti dire che ti trovi talmente bene qui che hai preferito restare un'altra settimana.- Ora che lo avevo detto sembrava ancora più assurdo che nella mia mente. Invece con mia immensa sorpresa disse - si potrebbe fare. I paparazzi, non so se hai notato, non ci sono, perché pensano che noi siamo distribuiti ai quattro angoli del pianeta. Potrei continuare a fingere che sia così.- Solamente ora che l'idea aveva preso forma, mi resi conto di ciò che sarebbe potuto succedere. Harry Styles. A casa mia. Era un sogno. Neanche nelle mie più rosee aspettative avrei potuto immaginare qualcosa di simile. Ora restava uno scoglio. Mia madre. Sua la casa sue le regole. Ma avevo già in mente un piano che non sarebbe fallito.
Entrai in camera, dove mia madre si stava preparando per andare a mangiare. Oramai era ora di pranzo. Assunsi la faccia stupita, estasiata, sconcertata che tuttora mi spuntava sul viso al solo pensiero di averli a due minuti da me, l'unica espressione possibile quando sei cosciente di aver appena incontrato il tuo idolo. Quasi urlai, la voce appositamente stridula -Mamma! Mamma! Non puoi capire! Non hai idea di chi c' è qui!- sembrò sorpresa, ma vidi anche una traccia di paura data probabilmente dal fatto che ero entrata e avevo cominciato a urlare improvvisamente. -Chi?- disse -Hai presente i miei idoli? Hai presente i ragazzi per i quali sarei voluta andare ad Assago con un preavviso di un ora? Hai presente tutte le canzoni che metto a volume alto? Ecco sono loro! -Gli one direction intendi? -Sì mamma loro! Li ho incontrati, sono qui! -Ne sei sicura? Non può essere! - Sì, mai stata piu certa. Li vedrai di sicuro. Mi cambiai, un paio di pantaloncini e una Canotta, poi scendemmo a pranzare
Harry's pov
Vidi arrivare la ragazza e quella che supposi fosse sua madre. Quando la donna ci vide spalancò la bocca in segno sorpresa. La ragazza mi fece un occhiolino. Non mi ricordavo il nome. Si sedettero nel tavolo affianco al nostro, in modo che potessi sentire. Devo ammetterlo, la sua idea era completamente pazza, e forse era proprio per quello che mi piaceva. La sentii parlare in Italiano, e non capii una parola. Era davvero diverso dall'Inglese. Anche il cibo, che era appena arrivato, era molto differente, ma assolutamente fantastico. Finimmo di mangiare, ci alzammo e me ne andai nella zona delle altalene, dove avevamo deciso di incontrarci. Lei arrivò con un enorme sorriso stampato sul volto, prometteva buone notizie. - Le ho raccontato tutto.- Esordì lei con un il fiato corto -Ha detto che non si aspettava che fosse così. Sembrava avesse quasi pena. Il gioco è fatto. Adesso facciamole vedere che parliamo e poi domani le propongo l'idea. Potrebbe anche dire di sì.- Ne ero felice, davvero. Non so perché ma la cosa mi esaltava. Lei si sedette sull'altalena e cominciò a dondolare. -Che ne pensi? - chiese. -Ne sono davvero felice.- Ed era così.
Gio's pov
Glielo si leggeva addosso. Era felice. E pure io. Come non mai. Il piano consisteva, in poche parole, ad una sua ultima apparizione in un paesino della zona, poi con la macchina di mia mamma, a fine vacanza, saremmo partiti. Ora spettava tutto alla sua decisione. Quella notte non dormii, agitata per l'importante proposta che avrei dovuto farle. Devo dire che il giorno prima ero stata molto brava a recitare la mia parte, bastava solo ripetermi. E così feci. Fu il discorso più ben fatto, più convincente della mia vita. E lei disse sì. A quella parola mi esplose letteralmente la cassa toracica. Fegato, cuore, milza, stomaco, tutto, sembrava essere stato riempito di esplosivo ed era stato fatto esplodere. Programmammo tutto. Saremmo partiti la sera dopo, come previsto. Quella sera scesci in piscina per comunicare a Harry la notizia. Fu davvero felice. Era fatta. Quel giorno avevo portato giù il mio computer. Volevo fargli vedere cosa voleva dire essere directioner, e non c'era cosa migliore della mia home di facebook. Pagine su pagine riguardanti loro. Ci sedemmo sull'erba, e accesi il PC. Entrata su fb l'unica cosa che trovavo da dire fu -Benvenuto nel nostro mondo- Passammo un'oretta in cui io spiegai e lui vide, la nostra vita, la musica. Tutto. Quando fui troppo stanca per poter restare tornai in camera, dove mi addormentati cullata dai ricordi, dai pensieri e dalle prospettive del giorno dopo.
*spazioautrice*
Ciao a tutte, scusate l'ora ed eventuali errori,ma non ho dovuto studiare e l'ho scritto di fretta. Spero davvero che vi piaccia. Recensite, recensite, recensite.
Besos
Gio