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Autore: Hikari_Mireniamu    29/05/2013    5 recensioni
L'infanzia è quel periodo in cui si riceve l'affetto e le carezze della propria famiglia. E' fatta di gioie ed emozioni che a volte non riusciamo a ricordare, ma ci sarà sempre qualcuno a ricordarti tutti gli eventi che sono scomparsi dalla nostra memoria. E se continuiamo a non sapere quali siano le gioie dei bambini... basta che sostituiamo la felicità del passato con quella del presente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asutoraru /Astral, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Childhood
Childhood

Yuma sedeva sul pavimento della sua stanzetta, quella che non era altro che la soffitta di casa. Era pomeriggio inoltrato, e i muri di legno della stanza avevano assunto una colorazione aranciata, facendo sembrare quello spazio ristretto più caldo.
Il ragazzino dagli occhi scarlatti sorrideva tra sè e sè, un grosso album appoggiato sulle ginocchia.
Un familiare bagliore dorato illuminò il ciondolo che indossava, illuminando per un secondo la stanza per poi spegnersi: Astral fluttuava accanto a Yuma, curioso.
-Che cosa stai guardando, Yuma?-
Il ragazzino chiuse l'album di scatto, girandosi a guardare il suo amico, le guance rosse:-Non è nulla! E' solo un vecchio album... ci sono diverse cose, foto di famiglia, cose del genere...- borbottò sfregandosi la testa con la mano.
Astral si accucciò di fronte al ragazzino, la testa leggermente piegata e gli occhi socchiusi:- Non lo posso vedere anche io?-
Yuma sospirò, giocherellando col l'orlo della sua maglietta:-Non credo ti possa interessare... sono solo foto della nostra famiglia, e della mia infanzia.-
Astral piegò leggermente la testa:- L'infanzia è quel periodo in cui i bambini sono piccoli piccoli, non è vero?-
Yuma gli sorrise:- Più o meno è così...-
Batté una mano sulla copertina marrone del libro, piegandosi verso Astral con un sorrisetto impertinente:-Qui ci sono tutti i miei più oscuri segreti! Se qualcuno vedesse queste foto... sarebbe la fine!-
Astral lo guardò sorpreso:-Ma io non dirò nulla a nessuno, Yuma, te lo prometto.-
Yuma lo studiò curioso:- Se prometti solennemente di non dire nulla a nessuno... potrei anche fartelo vedere... mi posso fidare?-
Astral annuì energicamente.
Yuma ridacchia, battendo una mano sul pavimento, per invitare l'amico a sedersi accanto a lui.
Astral si accucciò di fianco al ragazzino, le ginocchia strette al petto e gli occhi eterocromatici che brillavano di curiosità.
Yuma aprì l'album: sulla pagina bianca c'era un'annotazione a mano fatta con inchiostro blu. C'era scritto "Tsukumo".
Astral appoggiò un dito affusolato sulla parola:-L'ha scritto la tua mamma, vero?-
Yuma lo guardò sorpreso, annuendo:-Come fai a saperlo?-
-E' una scrittura troppo elegante e raffinata per essere quella di un umano maschio. Tu hai una calligrafia tremenda.-
Yuma arrossì appena, girando la pagina. C'era una foto della sua mamma: i capelli dorati raccolti in una lunga treccia, seduta al tavolo della cucina, una mano sul ventre rigonfio.
Astral spalancò gli occhi, impressionato.
Yuma ridacchiò per la sua reazione:-La mamma aspettava un bambino, Astral, è normale che la sua pancia sia così grande.-
Astral sfiorò di nuovo la fotografia con dolcezza, come se avesse paura di rovinare l'immagine:-C'eri tu dentro la sua pancia?-
Yuma annuì:- Esattamente! Mamma mi diceva sempre che ero tremendo, scalciavo sempre e lei non vedeva l'ora che nascessi... diceva che non vedeva l'ora di stringermi tra le braccia, ma secondo me l'ha detto solo per non offendermi. A quanto pare, ero irrequieto anche da neonato.-
Yuma girò ancora la pagina: stavolta, la sua mamma aveva uno sguardo stanco, ma i suoi occhi simili a quelli del figlio brillavano di gioia. Kazuma aveva un'espressione inebetita, un sorriso enorme stampato in faccia. Akari, ancora bambina, appoggiava le sue manine sul braccio della madre. Un fagotto con qualche ciuffo disordinato di capelli scuri era stretto tra le braccia di Mirai.
Yuma sorrise appena, intenerito:-Questo sono io.. ero appena nato.-
Si girò a guardare Astral: i suoi occhi erano socchiusi, le braccia strette attorno alle sue gambe, e un piccolo sorriso increspava le sue labbra.
Yuma girò ancora la pagina.
-Oh, questa me la ricordo!- esclamò entusiasta, sfregando con le dita la pagina.
-Come eri piccolo...- mormorò Astral.
-Be', avevo .già quasi un anno, non ero così piccolo...- sbuffò indispettito Yuma.-Mamma e papà erano appena tornati da una delle loro esplorazioni, e la prima cosa che hanno fatto è stata incitarmi a correre da loro. Nonna me lo raccontava quando ero alle elementari: diceva che ero buffissimo, perché non riuscivo a stare bene in piedi! Però ce la feci e quando mi aggrappai a papà mi addormentai subito perché ero stanco.-
Astral sorrise, guardandolo con affetto.
-Ne hai alcune di quando eri più grande?-
Yuma sfogliò le pagine in fretta, un sorriso divertito stampato in volto:- Te ne faccio vedere una... ma non lo dire a nessuno, mi vergogno ancora adesso per quello che è successo.-
La pagina che il ragazzino mostrava ad Astral era abbastanza comica. L'essere astrale si tappò la bocca con la mani, per evitare che Yuma vedesse il sorriso divertito.
Yuma gli tolse l'album da sotto il naso, imbarazzato:-Ehi, non ridere! Non l'ho fatto mica apposta!- lo sgridò arrabbiato.
La foto mostrava Yuma in riva al mare, il suo sederino pallido all'aria, gli occhioni rossi pieni di lacrime, e il suo faccino paffuto contratto in un'espressione imbarazzata.
Astral scosse la testa, ricomponendosi:-Perdonami... ma era una scena così comica. Cosa ti era successo?-
Yuma riaprì l'album alla pagina esatta, sdraiandosi a terra e mettendo le mani dietro la testa:-A cinque anni mi portarono al mare. C'erano delle onde molto alte, ma io insistetti per andare a fare il bagno. Un'onda fu talmente potente che... mi portò via il costume. Papà non la smetteva di ridere... e io rimase nell'acqua per l'imbarazzo finché la spiaggia non fu deserta. Alla fine, mamma e Akari mi costrinsero ad uscire. Me lo ricordo ancora adesso. Mi vergognavo da morire.-
Rotolò su un fianco, dando la schiena ad Astral, che lo osservava divertito. Allungò una mano per girare lui stesso la pagina, ma le sue dita affondarono nel nulla, trasparenti.
Strinse la mano al petto, sospirando.
Yuma scattò a sedere, e gli girò le pagine fino a giungere all'ultima foto inserita nell'album della famiglia Tsukumo.
-Questo sei tu adesso...- mormorò Astral.
Yuma annuì:-Ho compiuto tredici anni qua.-
Una grande torta con tredici candeline accese era appoggiata sul tavolo di fronte al ragazzino. Haru, visibilmente invecchiata rispetto alle foto precedenti, sedeva al fianco del nipote, mentre Akari, ormai cresciuta, cingeva le spalle del fratellino. I genitori di Yuma non c'erano nella foto.
-Sono scomparsi qualche mese prima del mio compleanno. E' stata l'unica festa a cui sono mancati.- disse Yuma, come se avesse letto nel pensiero ad Astral, che sedeva in silenzio di fianco a lui.
Yuma ridacchiò, gattonando verso il suo baule su cui erano appoggiate varie cianfrusaglie, tra cui la foto dei suoi genitori. Afferrò un pezzetto di carta lucida, e tornò verso Astral che lo guardava perplesso.
Sollevò la foto con un sorrisetto stampato in volto:-E adesso dobbiamo mettere questa!-
Girò ancora una volta la pagina: un foglio bianco era pronto per incollarci una nuova foto. Yuma appoggiò la foto che lui e Kotori, quando avevano tentato di impedire l'incidente con il dirigibile. Dietro a Yuma, confusamente, si intravedeva qualcosa di bianco e brillante: una figura incorporea che fluttuava nell'aria.
Yuma si voltò verso il suo amico, che fissava l'immagine sorpreso:- Anche tu fai parte della mia infanzia, in fondo, anche se ormai non sono proprio un bambino.. volevo inserire una foto dove ci fossi anche tu.-
Astral sospirò, chiudendo gli occhi. Fluttuò via, avvicinandosi alla finestra aperta della soffitta.
Il sole stava tramontando dietro i palazzi della grande città. Il traffico era intenso: tutti stavano tornando a casa dalle loro famiglie.
Astral si girò a guardare Yuma:-Io non credo di aver mai avuto un'infanzia, Yuma. Sei gentile a considerarmi come parte della tua, ma io al contrario non posso conservare il tuo ricordo come parte della mia.-
Yuma scoppiò a ridere:- Astral... a volte dici davvero delle cose sciocche, sai?-
Si alzò in piedi, raggiungendo l'amico alla finestra.
-L'infanzia è quel periodo in cui si riceve l'affetto e le carezza della propria famiglia. E' fatta di gioie ed emozioni che a volte non riusciamo a ricordare, ma ci sarà sempre qualcuno a ricordarti tutti gli eventi che sono scomparsi dalla nostra memoria. E se continuiamo a non sapere quali siano le gioie dei bambini... basta che sostituiamo la felicità del passato con quella del presente.-
-Tu hai appena cominciato a vivere, Astral! La tua infanzia è appena cominciata, e tu rimarrai per sempre nei ricordi della mia, come io, se tu vorrai, non scomparirò dalla tua memoria.-
Sollevò una mano, ridacchiando, e stringendola a pugno per appoggiarla sul petto impalpabile di Astral:-Tutto ciò che vuoi ricordare è qui, dentro di te.-
Astral annuì, appoggiando la sua mano dalle lunghe dite affusolate sulla mano rosata di Yuma.
Yuma spalancò gli occhi, allontanandosi in fretta da lui e correndo di sotto facendo un gran fracasso.
Astral lanciò un'occhiata all'album, per poi riprendere a guardare dalla finestra, in attesa.
-Astral, mi è venuta un'idea!- esclamò Yuma, arrampicandosi su per la scaletta che portava alla soffitta. In mano teneva una vecchia macchina fotografica.
-Vieni qui, vieni, dai!- lo incitò Yuma, allegro.
Astral fluttuò verso di lui perplesso:- Quella a cosa serve?-
Yuma corse al suo fianco, avvicinandosi a lui quel tanto che bastava perché i loro corpi si sfiorassero:-Tu non ti preoccupare, basta che tu faccia un bel sorriso, ok?-
Sollevò la macchia fotografica, avvicinando la sua testa a quella di Astral, sorridendo radioso.
Il flash abbagliò per un secondo lo spirito astrale, che si allontanò da Yuma sfregandosi gli occhi.
Yuma ridacchiò divertito, aspettando le la foto si sviluppasse, e appoggiando la macchina a terra non appena quella sputò fuori l'immagine.
Il ragazzino sbuffò:- Astral, non sei per niente fotogenico, vieni sempre sfocato.-
-Cosa c'entra l'essere fotogenici con l'immagine sfocata?- mormorò Astral leggermente offeso.
-Ti prendo in giro, sciocchino. Ecco, guarda!-
La foto mostrava il viso sorridente di Yuma: i suoi occhi cremisi erano luminosi quasi quanto il suo sorriso, mentre un braccio era sollevato a cingere quello che apparentemente sembrava il nulla. Ma se si guardava attentamente, si notava una figura eterea al fianco del ragazzino. Ogni particolare non era ben chiaro, anzi, la forma delle creatura non era facile da interpretare. Ma si distingueva chiaramente un timido sorriso e un occhio dorato e magnetico: guardando quell'orbita d'oro, si poteva vedere dentro una gioia a stento repressa, simile a quella dei bambini.
-E' bella...- sussurrò Astral.
-Lo so, e adesso la mettiamo nell'album!- esclamò Yuma, correndo a inserire la foto al suo posto.
Sollevò la testa sorridendo ad Astral:-La tua infanzia è appena iniziata, amico. E mi assicurerò di raccontarti tutto quando sarai grande e non riuscirai a ricordare qualcosa. Ma mi raccomando, non dimenticarti di me!-
Astral scosse la testa, sorridendo:-Non potrei mai dimenticarti. Grazie, Yuma.-




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Buonasera a tutti, wonders!
Hm.. sapete, ogni tanto l'ispirazione coglie all'improvviso. A volte, per scatenare la fantasia, basta guardare qualche vecchio album di famiglia e trovare una vecchia macchina fotografica, di quelle che sviluppavano le foto immediatamente, per far nascere delle storie assolutamente senza senso.
Sapete, scrivendo la mia altra fanfiction, "Baby Astral", mi sono accorta che l'infanzia di Yuma non era mai stata così chiara... così ho voluto inventare una situazione quasi un po' comica in cui i due amici potevano scoprire gli oscuri segreti di uno Yuma bambino.
Spero che abbiate potuto apprezzare l'idea e che sia stata una piacevole lettura per tutti voi!

Hikari
   
 
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