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Autore: ginny900    29/05/2013    0 recensioni
Draco si era appena svegliato. Ma non voleva alzarsi, non voleva che tutta la dura consapevolezza di quello che sarebbe successo di lì a poco lo investisse troppo violentemente. Era il giorno del rientro a Hogwarts. Era seduto nel suo scompartimento, solo. Non gli era nuova la solitudine… In realtà, pensandoci bene, la conosceva benissimo, lo accompagnava sempre: quando rispondeva in modo beffardo, quando offendeva, quando guardava tutti dall'alto in basso. Era quella che lo soffocava la notte quando voleva urlare e sfogarsi per le ingiustizie che subiva ma si ritrovava sempre a prendere a pugni il cuscino e a cadere addormentato, sfinito e con le guance rigate di lacrime di frustrazione. Era lei che quando era troppa, semplicemente troppa, lo spingeva fino al limite del detestabile, in una muta e incompresa richiesta d'aiuto.
Dopo la guerra, per Hermione il rapporto con Ron è difficile e Draco cerca di riscattarsi. E' la prima volta che provo a scrivere e mi sono dedicata a una Dramione per l'amore verso i due personaggi... Non so, provate a leggere il primo capitolo e fatemi sapere se vi è piaciuto o se avete critiche, accetto tutto :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E' una curiosa creatura il passato

Ed a guardarlo in viso

Si può approdare all'estasi

o alla disperazione.

 

Se qualcuno l'incontra disarmato, 

presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite

possono ancora uccidere!

 

-Emily Dickinson

 

 

Si era appena svegliato. Ma non voleva alzarsi, non voleva che tutta la dura consapevolezza di quello che sarebbe successo di lì a poco lo investisse troppo violentemente. Era il giorno del rientro a Hogwarts. 

Lui non avrebbe mai voluto tornare al castello ma Lucius e Narcissa non avevano chiesto la sua opinione, come al solito. Lo avevano iscritto all'ultimo anno spiegandogli che se voleva fare qualcosa della sua vita doveva finire gli studi, ottenere dei buoni M.A.G.O. e fare carriera, magari al Ministero… Lui dubitava fortemente che là avrebbero accettato un exMangiamorte ma non aveva discusso, tanto sapeva che non avrebbe portato a niente, ci era fin troppo abituato. In ogni caso la cosa che lo mortificava di più era che loro con capissero: non si rendevano conto quanto sarebbe stata dura per lui? Tornare a vedere ogni giorno i volti a cui aveva voltato le spalle, ai quali, anche per causa sua, erano stati sottratte tante persone care durante la guerra… Con che coraggio avrebbe affrontato tutto questo? Aveva chiesto di essere quantomeno iscritto a Durmstrang ma ovviamente sua madre, come al quarto anno, si era opposta e l'aveva avuta vinta. Come sempre d'altronde… Quindi ora toccava a lui, da solo, contro l'intera scuola. 

Con questo pensiero si alzò e andò a fare colazione.

 

Il binario nove e tre quarti era affollato come ogni anno ma questa volta c'era qualcosa di diverso. O forse era solo lui a vedere le cose da un un nuovo punto di vista. Non era più quel ragazzo con la sindrome di superiorità che camminava altezzoso e parlava con voce strascicata e arrogante, no, quel Draco ormai era lontano, quando ancora aveva l'illusione di poter scegliere per se stesso, di avere il libero arbitrio. Prima che Lord Voldemort lo costringesse a guardare impotente le morti e la disperazione che portava, fino a costringerlo a uccidere. Anche se non era diventato un assassino, poco c'era mancato.

Mentre caricava il suo baule sul treno, in uno scompartimento vuoto, sentiva gli sguardi degli altri fissi su di lui e continui mormorii alle sue spalle, poteva immaginare cosa stessero dicendo, ma non voleva badarci, fin dal primo momento aveva saputo che quello sarebbe stato un anno difficile e quella era solo la conferma a tutte le sue peggiori aspettative.

Mentre salutava i genitori cercò di ritrovare un po' del suo antico spirito e quando il treno cominciò lentamente a muoversi si sciolse faticosamente dall'abbraccio di sua madre e salì a testa alta. 

 

Era seduto nel suo scompartimento, solo. Non gli era nuova la solitudine… In realtà, pensandoci bene, la conosceva benissimo, lo accompagnava sempre: quando rispondeva in modo beffardo, quando offendeva, quando guardava tutti dall'alto in basso. Era quella che lo soffocava la notte quando voleva urlare e sfogarsi per le ingiustizie che subiva ma si ritrovava sempre a prendere a pugni il cuscino e a cadere addormentato, sfinito e con le guance rigate di lacrime di frustrazione. Era lei che quando era troppa, semplicemente troppa, lo spingeva fino al limite del detestabile, in una muta e incompresa richiesta d'aiuto.

Proprio mentre rifletteva così, ammettendo a volte e altre rifiutando i pensieri che gli affollavano la testa, guardando fuori dal finestrino, sentì qualcuno venire verso di lui. Fece un po' di fatica a capire chi fosse a parlare ma quando realizzò chi si stava avvicinando pregò con tutto se stesso che quelle maledettissime voci non si fermassero proprio davanti alla sua porta. Purtroppo nessuno aveva tempo di dar retta a lui lassù, perché all'improvviso vide aprirsi lo sportello e apparire lo Sfregiato, Lenticchia e la Mezzosangue. "Ecco" pensò "ed io che credevo che peggio di così non potesse andare."

 

-No ragazzi! Qui non ci resto, posso passare anche tutto il giorno in corridoio ma nello scomparto con lui non ci sto!- sbottò Hermione. "Carina come sempre la Granger" commentò dentro di sé Draco alzando un sopracciglio. Anche Harry e Ron non erano contenti di chi si erano trovati davanti, però il primo disse:- Ragazzi, il treno è pieno… Pieno! Vogliamo seriamente passare il viaggio in piedi con tutta questa roba?- E indicò con la testa i bauli, il cestino di Grattastinchi e le due gabbie che ospitavano Leo e Lilith, la nuova civetta che era stato costretto a comprare per rimpiazzare Edvige, anche se non era stato facile superare la perdita di quell'amica silenziosa (più o meno) che lo aveva accompagnato per tanto tempo. Ron storse la bocca e Hermione annuì vigorosamente:- Si, lo preferisco.- Harry rincarò la dose:- Dai, figuratevi se a me fa piacere stare con Malfoy ma non abbiamo altra scelta, siamo arrivati tardi e questo è il risultato.- -Si, siete costretti a stare con l'appestato.- s'intromise il diretto interessato che trovava decisamente fastidioso questo parlare di lui come se non ci fosse. Il trio lo guardò irritato ma poi Harry richiamò l'attenzione:- Che dite allora? Rischiamo il contagio o un probabile incidente con il carrello del pranzo?- Poi senza aspettare una risposta entrò e sistemò la sua roba sulle reticelle, lo stesso fece Ron sbuffando un po', Hermione invece non si mosse, si mordeva il labbro e lanciava occhiate torve al Serpeverde che nel frattempo ridacchiava sotto i baffi per la goffaggine della ragazza che riusciva a stento a tenere la gabbia del gatto, che evidentemente stufo di stare rinchiuso si divincolava tenacemente, e a non far cadere i libri che non erano entrati nel vacillante baule che rischiava di caderle su un piede da un momento all'altro. D'un tratto, come se avesse notato all'improvviso anche lei tutto ciò, si decise a infilarsi nello scompartimento ma nel farlo il già instabile baule cadde e finì non sul suo piede ma dritto sul ginocchio del biondissimo ragazzo che guardava divertito la scena. -Aaah! Per Salazar, Mezzosangue, vuoi forse uccidermi?!- gridò furente Draco calciando via in malo modo "l'arma del delitto" con la gamba sana. -In realtà sì Malfoy, peccato che non ci sono riuscita!- replicò stizzita Hermione e andò a sedersi il più lontano possibile da quel biondino platinato. 

Cadde un silenzio imbarazzato. "Certo, non parliamo davanti a quel traditore di un Mangiamorte" pensò Draco imitando nella sua testa la voce saccente della Granger. I tre lo guardavano di sottecchi scambiandosi a volte qualche commento sui nuovi libri, gli insegnanti che avrebbero avuto e sciocchezze simili. Sentì qualche complimento sul nuovo animale di Potter, tese l'orecchio e:- Oddio, è davvero carinissima Harry, ha uno sguardo molto dolce!- Si voltò e vide la nata Babbana dare dei buffetti sul becco della bestiaccia. "Basta, non voglio stare con questi qua un secondo di più!" pensò disgustato alzando gli occhi al cielo. Era appena uscito nel corridoio che sentì il rosso esclamare:- Oooh, si è levato di torno finalmente! Non sopportavo più di averlo davanti agli occhi!- Hermione lo riprese ridendo:- Zitto Ron, potrebbe sentirti!- Poi Draco capì da un suono disgustosamente inequivocabile che gli aveva dato un bacio.-Dai Hermi, non adesso…- Lo sentì commentare. Il serpeverde fece una smorfia disgustata ma decise di stare un po' ad ascoltare. -Via ragazzi non siate così crudeli con lui… Non lo possiamo sopportare ma dobbiamo ammettere che anche lui ne ha passate tante, cerchiamo di essere più comprensivi…- Il nostro SanPotter non si smentiva mai. Hermione smise di ridacchiare e rispose seria:- Tutti i guai in cui è finito quello stupido furetto non sono stati altro che opera sua, è senza spina dorsale, se avesse avuto forza di volontà ci avrebbe evitato un bel po' di casini, ma no! Sia mai fare qualcosa di testa propria! E non cambierà mai, Harry, è inutile avere qualche speranza. E' il peggio del peggio, Malfoy, ve lo dico io!- 

-Ah beh, allora se ce lo dici tu!- disse Ron ridendo e contagiando anche gli altri due. Poi decisero di fare una partita a scacchi e Draco si allontanò… Camminò un po' per il treno pensando a quello che aveva detto la Granger. Non riusciva a toglierselo dalla testa, aveva la fronte corrugata e rifletteva, ma soprattutto si chiedeva come le parole di una lurida Mezzosangue potessero fargli quell'effetto: sentiva la testa leggera ma dolorante e non riusciva a formulare un pensiero che avesse un senso. Si sentiva in qualche modo ferito? Forse. Poi uno sportello che si apriva lo distolse dai suoi pensieri. -Oh, ciao Draco!- esclamò sorpreso ma stranamente non disgustato il suo compagno Serpeverde Blaise Zabini. -Ciao Blaise.- rispose cauto ma sollevato che qualcuno non lo stesse guardando come un Infero. 

-Come va?- continuò tranquillo Zabini. Draco era ancora più sorpreso:- Bene, te invece?- 

-Io sto alla grande, ma tu sei sicuro che è tutto ok?-

-Certo, perché non dovrebbe?-

-Così… Sai, con quello che è successo… Pensavo solo di ricordarti, ecco, che per qualsiasi cosa io ci sono… Tutto qui…- Riuscì a sputare fuori l'amico con un po' di imbarazzo. Malfoy aveva gli occhi sgranati dallo stupore e rispose lentamente:- Grazie… Me ne ricorderò.- 

-Fantastico! Ora devo rientrare, ci si vede!- 

-Si, ci si vede.- Si fecero un mezzo sorriso e si separarono. La conversazione aveva avuto decisamente un effetto positivo su Draco che riuscì per un attimo a pensare che la Granger si sbagliava, lui non era il peggio, aveva fatto degli sbagli ma c'era ancora una speranza per lui, nonostante tutto. Tornò al suo scompartimento con un sorriso sbieco che nemmeno Lenticchia che mangiava come un morto di fame all'ora del pranzo riuscì a spegnere.


Scesi dal treno, poiché erano gli ultimi dell'ultimo vagone, furono costretti a prendere tutti e quattro la stessa carrozza. Una scocciatura che Draco avrebbe evitato anche con la prospettiva di arrivare a piedi al castello ma visto che diluviava preferì sorbirsi altri cinque minuti di Grifondoro piuttosto che arrivare nella Sala Grande con l'aspetto di un pulcino bagnato. 

-Adesso quasi tutti vedono i Thestral ormai…- disse inaspettatamente Hermione con uno sguardo triste oltre la piccola finestrina della carrozza. -Si, dopo… dopo la guerra… era inevitabile.- confermò Harry. Ron fece uno strano rumore e abbassò lo sguardo. Draco fingeva di non ascoltare ma torceva di nascosto con una mano la cinghia della borsa. Ne dovevano proprio parlare in quel momento? Rimpianse di non aver affrontato il diluvio. Era in uno stato tra l'imbarazzato e l'irritato quando poté finalmente scendere con grande sollievo e raggiungere Blaise, che gli aveva tenuto un posto, al tavolo dei Serpeverde.

Quella notte Draco non riuscì a dormire. Aveva troppe cose a cui pensare, troppi interrogativi, riflessioni, stralci della giornata appena trascorsa che riaffioravano nella sua mente. E soprattutto una voce. Una voce irritante e pedante che lo definiva "senza spina dorsale", "il peggio del peggio". Quanto la disprezzava! Diede un pugno forte al cuscino. Credeva che fosse senza speranza eh? Un altro pugno. Beh, si sbagliava! Gliel'avrebbe fatta vedere, altroché! Draco Malfoy poteva cambiare, l'avrebbe dimostrato a quella sudicia Mezzosangue, l'avrebbe dimostrato al mondo intero! Ormai il suo guanciale era un fagotto informe pieno di protuberanze scomode quando finalmente si addormentò e passò qualche ora di sonno senza sogni.
 

                                                                                        

"No, ma dico io, si può essere più sfigati di così?!" ringhiò Draco a se stesso mentre zigzagava per i corridoi affollati con l'orario in mano e tentando di annodarsi la cravatta decentemente. "Si può sapere dove devo andare adesso?" Si fermò di botto e sentì qualche nanetto del primo anno andargli addosso. "Calmati ora." si disse. "Guarda con calma quella stupida tabella, riordina le idee e dopo-solo dopo- riparti. Colpa tua se ti sei svegliato tardi!" Quella notte aveva fatto un sogno bellissimo… Era diverse notti che tornava e la mattina non riusciva mai a svegliarsi, tanto era rapito. Ma non era il momento di pensarci, si scostò un ciuffo biondo dalla fronte e si decise a fare le cose con calma, ma:- Merda!- La borsa che non aveva chiuso bene per la fretta di uscire dal dormitorio si era sganciata e tutto il contenuto si era sparpagliato in terra. Imprecando a mezza voce cominciò a raccogliere le sue cose, grato solo del fatto che nel frattempo erano tutti entrati nelle classi. O meglio, quasi tutti. Infatti vide due gambe lunghe piazzarsi proprio davanti a lui. -Serve aiuto bellezz…- Cominciò alzando lo sguardo con un sorrisetto accattivante ma s'interruppe subito vedendo chi era la sua interlocutrice. -In realtà, caro furetto, era quello che volevo chiederti io.- Hermione lo guardava dall'alto in basso decisamente divertita alla vista di Malfoy a quattro zampe come un elfo domestico. -Granger, se sei venuta a rompere, ti chiedo gentilmente di levarti dai piedi, chiaro?- La ragazza alzò un sopracciglio e si chinò a raccogliere delle piume e qualche pergamena. -Potresti accettare l'aiuto degli altri a volte Malferret… E' una cosa che non hai mai saputo fare eh?- Affermò Hermione cercando il suo sguardo che invece restava fisso in terra. -Tu invece potresti farti gli affari tuoi a volte, fidanzatina della donnola!- rispose tagliente Draco. -Bene, è così che reagisci se qualcuno prova a tenderti una mano? Sei proprio irrecuperabile!- Draco la guardò e fingendosi afflitto disse:- Perché sei così cattiva Hermi, che problema c'è? Il rosso ti respinge?-. Hermione reagì male:- Sai che ti dico allora? Vai al diavolo! Anzi no, continua così Draco Malfoy, continua e vedrai quante persone avrai ancora intorno tra un po'! Oh, ma che parlo a fare con te? Sei solo ridicolo, addio.- Se ne andò lasciandolo solo in mezzo al corridoio, punto sul vivo e decisamente contrariato. 

Alla seconda ora aveva Erbologia con i Grifondoro e all'inizio aveva seriamente pensato di farsi un qualche incantesimo alla pelle per passare l'ora in infermeria ma aveva concluso che sarebbe stato come darla vinta alla Mezzosangue e non aveva intenzione di farlo, quindi finita Trasfigurazione si diresse di malavoglia verso le serre. 

Mentre tagliavano accuratamente ognuno il proprio Alioto, Draco gettò qualche sguardo alla Granger notando, non senza un briciolo di rimorso, che doveva aver pianto perché i suoi occhi nocciola erano gonfi e rossi. Cominciò a sentirsi leggermente in colpa pensando che potesse essere colpa sua ma fu interrotto da un urlo agghiacciante. Si voltò spaventato cercando freneticamente la bacchetta nella divisa ma, appena si rese conto che era semplicemente Paciock, non si trattene dal ridere insieme a tutti gli altri. Il povero Grifondoro non aveva resistito alla tentazione di un pezzetto di Alioto dall'aspetto succulento, che l'aveva fatto diventare isterico. Urlava e agitava le braccia mentre una professoressa Sprite decisamente in difficoltà cercava di trascinarlo verso l'infermeria. Draco sentì una ragazza con la divisa oro e scarlatta sussurrare all'amica:- Da quando sta con Luna ha la testa da un'altra parte… Più del solito!-. -Già, e pensa che Erbologia è la materia in cui va meglio!- Il Serpeverde sogghignò sadicamente, in fondo alcune cose non erano cambiate affatto.

Finita Erbologia Draco aveva un'ora libera perciò decise di andare a sdraiarsi un po' al sole di quel tiepido metà Settembre e si sistemò dietro una grossa quercia vicina al Lago Nero. Stava sonnecchiando serenamente quando sentì, per la seconda volta in un lasso di tempo abbastanza breve da scocciarlo, le voci di Weasly  e Potter avvicinarsi. Erano concitate e sembrava quasi stessero litigando. Per la seconda volta decise di origliare un po'. -Insomma Ron, ti chiedo solo di spiegarmi quale è il problema!- 

-Non c'è nessun problema Harry, smetti di tormentarmi con questa storia!-

-Senti, entrambi conosciamo Hermione abbastanza bene da sapere che non scoppia a piangere senza motivo! E dalle occhiate che ti lanciava mentre chiacchieravi con Seamus, direi proprio che il motivo riguarda te!- Gli sembrò quasi di vedere il rosso avvampare fino a diventare dello stesso colore dei capelli, perché rispose balbettante:- Harry… Che… che ne so io perché piangeva?! Lo sai che ultimamente è sempre giù… Insomma…- Era decisamente teso. -Ron sei un bambino! Lo sai anche te che ha qualche problema e sai che probabilmente tu c'entri qualcosa! Non voglio continuare a vederla così, prova almeno a risolvere la situazione!-

-E va bene! Proverò a parlarle ma sicuramente non ne ricaverò niente.- E si allontanarono. "Così ci sono problemi anche in paradiso eh?" ghignò Draco. "Ah beh, probabilmente la Granger si è resa conto che Weasley non è alla sua altezza." Rimase scioccato da quel pensiero che gli aveva attraversato veloce la mente prima che riuscisse a controllarlo. "Ma che cavolo ti salta in testa? Una stupida Mezzosangue non è certo migliore di un traditore del suo sangue! Sei proprio stanco Draco, stasera vai a letto prima." E con questo liquidò la questione.

Se il ragazzo avesse potuto sbirciare in quel momento nella torre di Grifondoro, nel dormitorio delle ragazze, si sarebbe subito ricreduto: non c'erano problemi in paradiso, ma direttamente il finimondo. 

-Come hai fatto a ridurti così Herm? Non ti ho mai vista così sconvolta…- Ginny si stava davvero preoccupando per la salute fisica ma soprattutto mentale dell'amica che singhiozzava affranta tra le sue braccia. -N..on capisc..co perché fa..fa così!- Gemette forte e Ginny le accarezzò dolcemente un braccio invitandola a continuare. -Insomma..so..sono io il problema? Do..ve sbaglio? Non mi rivolge… quasi più la pa..pa.. la parola!- E qui Hermione scoppiò in un pianto incontrollato che fece fremere l'amica di rabbia. Perché suo fratello era così idiota? Cosa gli era preso all'improvviso? Nessuno lo sapeva, semplicemente l'avevano visto allontanarsi sempre più dalla sua ragazza nonché amica storica lasciandola sempre più abbattuta. La scostava, non la cercava più come aveva fatto i primi tempi… Questo cambiamento era proprio inspiegabile, ma non gliel'avrebbe fatta passare liscia, nessuno conciava così la sua migliore amica, nemmeno suo fratello. Ah, ma tra poco l'avrebbe sentita.

  
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