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Autore: Joliewithlove    29/05/2013    2 recensioni
Due ragazzi completamente opposti, fanno pensieri l'uno sull'altro, durante l'ultima prova scritta degli esami di stato.
Si sottolineano i complessi adolescenziali e a cosa essi, a volte, portano.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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>L'adolescenza: che mostro!<




Lui.

Eccolo.

Mi basterebbero pochi passi per raggiungerlo. Un metro circa di distanza.

Lì.

Usa il cellulare. L'ultima punizione non gli è bastata, evidentemente. La professoressa alza lo sguardo dal suo libro dalla copertina gialla e logora, lo scruta e sta per capire che lui sta imbrogliando. Alzo prontamente la mano e le chiedo un chiarimento sulla traccia dell'esame di italiano.
Sorride. Mi prende in giro, pensa che sia una stupida innamorata.
L'ultimo test in questa scuola. Una libertà diranno in molti, ma per me, in effetti, non è così.
Nonostante il bullismo subito, gli insulti e le merende rubate a me piace stare qui, anche quando Lui mi urla ''secchiona''. A me piace guardarlo da lontano.

Sporco dentro.

La bella Lisa lo guarda e gli sorride, facendogli un occhiolino. Gli passa un foglietto, ma non credo che sopra vi sia scritto qualcosa riguardante il test.
Lui legge velocemente il messaggio della giovane e le rivolge una smorfia. Lei gli piace davvero.
Ah, quanto vorrei che quella smorfia fosse dedicata a me. Per una volta, una soltanto.
È sempre così. Lui è così.
Non cambierà mai.

Bello.

-Elisabetta.- mi sussurra.
Io lo guardo, trattenendo l'imbarazzo.
-Me lo passi?-
Faccio un segno di assenso.
Per quanto sia sbagliato per lui sento di dover infrangere le regole.

Cambiato.

Lui non era così. Un padre drogato e una madre suicida non ti fanno vivere in allegria l'adolescenza. Ti portano a farti del male e farne altrettanto agli altri, solo perchè pensi che il dolore e il senso di colpa possano alleviare le sofferenze che hai dentro.

Vorresti cancellare quei mostri, vero Mario?

Vorrei aiutarti, sai? Ma, a meno che non si tratti di scuola, tu non vorresti mai l'aiuto di un'occhialuta.

Cambiata.

Ho provato a dimagrire: non ho mangiato per una settimana, ma nulla. La mia immagine allo specchio non cambiava: le smagliature erano ancora lì, l'acne insisteva sul mio viso, il naso arcuato con prepotenza si rifletteva e i capelli non volevano stare al loro posto.

Rinunciare.

Ho rinunciato, Mario. Tu sei così bello, popolare e simpatico. Io sono una secchiona che avrà una grande carriera, ma che gioirà nell'ombra e in solitudine dei propri successi.

 


 

Lei.

Eccola.

Mi basterebbero pochi passi per raggiungerla. Un metro e una cicca di distanza.

Lì.

Guarda il foglio attentamente. Vuole diplomarsi con la lode a tutti i costi e ce la farà.
Buon per lei, io di questa roba non ci capisco nulla. Maneggio col cellulare: non posso permettermi di venire bocciato.
Mio padre non può permetterselo. Quei soldi gli servono per guarire.
La professoressa alza lo sguardo dal suo libro dalla copertina gialla e logora, mi scruta e sta per capire che sto imbrogliando.
Lei alza prontamente la mano e le chiede un chiarimento sulla traccia dell'esame di italiano.
Sorrido: è così altruista.

Sporca fuori.

Lisa mi guarda e mi sorride. Mi passa un foglietto:
''Stasera a casa mia. Ti va?''
Le rivolgo la smorfia più disgustata che mi riesce. Lei mi fa schifo davvero.
Elisabetta guarda Lisa, come sempre, ed ha uno sguardo triste e invidioso.
È sempre così. Lei è così.
Non cambierà mai.

Bella.

-Elisabetta.- le sussurro.
Mi guarda arrossendo. Ho sbagliato di nuovo, forse?
Sbaglio sempre con lei.
Mi odia. Sono così stupido.
-Me lo passi?-

Cambiata.

Perchè vuoi cambiare? Perchè hai iniziato a truccarti come Lisa? Indossi perfino i suoi vestito ora!
Sei così semplice e dolce, innocente, pura.
Eppure ti fai del male. Lo si nota sai? Da quegli occhi spenti e lucidi, dal tuo fissarti in ogni vetro e rattristarti, dai tuoi vestiti larghi per nascondere quel po' di pancia.
E poi sei così stressata. Studi così tanto, ma per te o per tua madre?
Tua madre è una brava dottoressa, sta aiutando papà, ma forse non riesce ad aiutare te?

Vorresti cancellare quei mostri, vero Elisabetta?

Vorrei aiutarti, sai? Ma, a meno che non si tratti di mio padre, tu non rivolgeresti mai la parola al figlio di un drogato.

Cambiato.

Ho provato a cambiare, davvero. Ho pettinato i capelli per bene ed ho alzato i jeans, ma quei lividi sul corpo non sparivano. Mio padre è davvero forte. Vorrei che non vedessi mai quei lividi.

Rinunciare.

Ho rinunciato, Elisabetta. Tu sei così intelligente, buona e perfetta. Io sono solo il figlio del drogato, il bullo che avrà la stessa vita di suo padre probabilmente.


 




La campanella.

L'ora è finita. Si allontana. Per sempre. Mi volto e guardo finchè posso. Mi alzo in punta di piedi e vedo i suoi capelli scompigliarsi al vento. Mi guarda, sorride. Va via.

Avrai una vita felice?

 

Addio, Elisabetta. 
Addio, Mario.

Futuro.

Mario rischiò di morire all'età di venticinque anni per overdose.

Elisabetta affrontò un difficile periodo nel quale tentò il suicidio, ma lo superò, divenne un chirurgo e gli salvò la vita.

 

Ragazzi distruggeteli dal principio quei mostri!

  
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