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Autore: JayGatsby    30/05/2013    0 recensioni
Sassolini grigi, che rotolano via. Ciò che partorisce la mia penna dopo essere stata da me violentata. Vocali, consonanti, così come da sotto un tappeto, pulsano, scalciano, si contorcono sotto la mia pelle. Aspettando che una Bic nera apra un varco ormai insperato. Scava dentro di te.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa c'è dentro di te, Giulia? 
C'è qualcosa in ogni parte, in ogni organo, nel nucleo di ogni cellula;
Prova a scavarti dentro, Giulia. Farà paura? Forse sì. Ma se mentre lo fai scrivi ne farà di meno.
 
Voglio crescere. No, Giulia. Tu non vuoi crescere. Tu hai paura di crescere. Giusto. Vero. Paura. Ma non si dovrebbe avere solo paura del buio, dei fantasmi, dei mostri? No, Giulia. Sono paure da bambini quelle. Non sei più una bambina. Allora sto già crescendo. E non fa paura. 
Quattordici anni. No. Tredici. Quattordici a ottobre. Ma ne hai comunque ancora tredici. Sei piccola Giulia. Chi ti ha fatto questa domanda, se la leggerà, riderà di questa bambina che gioca a scrivere da adulta.
Ma tanto ormai. Almeno hai fatto ridere qualcuno. Ridere fa bene alla circolazione. Hai fatto bene al cuore di qualcuno, Giulia. 
I suoi occhi. Smettila di pensare a lui. Invece ci penso. No. I suoi occhi contengono tutti i segreti del mondo. Va bene. Ma i tuoi occhi adesso contengono solo lui. Eterocromia. Cosa c'entra, Giulia? I miei occhi. Due colori. Uno grigio. Sinistra. Uno verde. Destra. Due modi di vedere il mondo. Oceanomare. I suoi occhi. 
Hai paura? Sì. Di cosa? Degli esami. Due settimane. Tredici giorni. No, due settimane. No, tredici giorni. Scambi spesso il tredici con il quattordici, Giulia. 
Uno. Due. Tre. Quattro. Cosa conti? Niente. Perchè conti? Non lo so. Sei un po' matta, Giulia. Forse. Parli con te stessa. Sì, e allora? Niente. 
Sei strana, Giulia. Ecco. Quello sì. Ma cosa vuol dire essere strano per te? Per me? Sì. Per te. Tu sei strana. Sono strana? Sì. Che onore. 
Tu sei pazza. 
Forse. 
Ora fai ordine, Giulia. Va bene. Ricaccia tutto dentro. Occhei. Hai scavato troppo. Lo credo anche io. Ci rivedremo? Ogni volta che vuoi. Come faremo? Basta che tu ti guardi dentro. Sarai sempre lì? Sempre. Arrivederci. Arrivederci. Che formalità. Cosa? L'arrivederci. Dopotutto, siamo la stessa persona.
Allora ciao, Giulia. Che banalità. Cosa? Il ciao. 
Allora niente. 
Niente anche a te.
Sei strana. 
Anche tu. 
Ti voglio bene. 
Bene.
  
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