Utage no mae
Prima del Banchetto
Dicendo
un tempo, e promettendo
Che
il cielo mai più sarebbe stato quello.
Dicendo
un altro tempo, e giurando
Che
una nuvola s’apprestava a coprirlo.
E
allora disse Mrs Dalloway:
“
Il cielo mai più sarà lo stesso”
parlò
anche.
Dicendo
un tempo, e osservando
Che
il cielo tardava a cambiare
Pensando
allora che nulla è eterno
Ma
che ultimamente le cose
Tendono
a durare di più,
a
non sparire bruciate dal gelo
di
un’estate immolata e atterrita.
Dice
l’estate:
“
Mani in alto!”
Diciamo
noi:
“
Fino al cielo”
E
poco più su, credo vi sia una volta celeste.
Credendo
un tempo, e dicendo
Che
un caldo autunno vogliamo vedere
È
il momento, è il momento.
È
il momento della storia
Che
torna e ci aiuta
Un
serpente di panna
Ci
vede e ci avvolge, dice:
“
Non è chiaro come
possiate
esservi tutti incontrati”
Ascolta
il cielo, qualcuno lo addita.
Non
fugge, non è neppure lo stesso.
No,
no, non più lo stesso.
Di
più lo stesso.
Mai
più lo stesso.
Dice
la storica dolce serpe:
“
Siamo qua, siamo qua, siamo qua”
Diciamo
noi:
“siamo
qua”
Dice
lei:
“
La più bella conversazione
che aveste mai fatto, ricordate?
Il
luogo non è chiaro, neppure l’ora.
Se
poi foste vestiti così o così.
Chi
lo sa?”
Prima
del banchetto esci fuori, sul balcone.
Dimentica
i libri, trai solo le parole.
Quante
– poche- sono bastanti.
Prima
del banchetto chiama un amico
Che
non senti da tempo
Non
invitarlo, ma parlagli
Delle
sue sventure, delle tue avventure.
Quante
storia c’è? Quanta storia?
Prima
del banchetto metti tutti i fiori nei vasi.
Spazza
le foglie da terra, ma non pulire
Ché
la tua polvere all’ospite sia sacra.
Che
la polvere dei tuoi scheletri
Riempia
le saliere e le oliere
Di
gioia mortale.
Prima
del banchetto spazza.
Ma
non cancellare.
Prima
del banchetto.
Pensa
alla storia,
e
il cielo, vedrai, è sempre lo stesso.