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Autore: Ino_Nara    30/05/2013    2 recensioni
Da un po' di tempo pensavo a questa storia e ho deciso di scriverla. In genere scrivo molte storie ma questa è la prima fanfiction che pubblico. Parla dell'amore tra una giovane ragazza e Ezio Auditore nato tra combattimenti e allenamenti. Cercherò di esprimere i sentimenti attraverso le parole perchè proprio di sentimenti parla la mia storia. Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cesare Borgia, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Mario Auditore, Volpe
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I rapimenti

Cecilia cresceva felice,aveva ormai due anni e io e Ezio ci divertivamo un mondo a stare e giocare con lei. Gli assassini e il popolo dell’isola Tiberina andavano molto d’accordo negli tempi e i templari si stavano ribellando alla nostra strana alleanza. Alcuni bambini erano stati rapiti e io e Ezio lasciavamo Cecilia molto spesso a Leonardo e andavamo a recuperare qui poveri bambini sicuri che la nostra piccola Cecilia stesse bene. Un giorno tornando da una missione di salvataggio Leonardo ci disse che Cecilia era sparita, io caddi in ginocchio e mi a piangere mentre Ezio cercava di consolarmi. “Cecilia! Cecilia! Bambina mia! Cecilia! Cecilia,i tuoi capelli,oro e dolore. Cecilia,le tue vesti,la tua vita,la tua voce! Cecilia non aver paura domani vengo da te,torniamo insieme… ” urlai e piansi.

Per parlare del problema organizzammo un’assemblea con il popolo e dopo meno di  3 ore tutti erano riuniti sotto il nostro covo. Ezio cercava disperatamente di condurre l’assemblea ma tutto il popolo diceva ad alta voce quello che gli passava per la testa. Io all’apice della sopportazione presi le redini di quel discorso tanto disordinato, e sguainando la spada attirai l’attenzione di tutti. “Basta! Discutere non serve più ormai i Templari sono qui. Rosie ti vedo accanto alla nostra Caterina. Da quanto tempo siete amiche?” Una vocina rispose “Da quando siamo nate” “Già come tutti noi. Siamo amici da quando siamo  venuti al mondo e da quando abbiamo imparato a camminare ci ritroviamo nelle piazze. Come oggi… Conosciamo ogni singola pietra di questo villaggio, ogni singolo rivo,ogni pianta ogni lago,ogni sentiero; sappiamo dove maturano le more più dolci e ogni primavera aspettiamo che fioriscano i ciliegi per le nostre feste. Voi donne, potreste mai rinunciare alle passeggiate sui promontori coperti d’erica? Uomini non vi piace più ammirare gli stormi che attraversano i nostri cieli? Vi siete stancati di andare  pesca? E voi,giovani mamme come me non aspettate con ansia di portare i vostri bambini a giocare nei prati? Davvero sareste pronti a rinunciare a tutto questo? Pensate che non sarebbe anche più facile per me,per noi, arrenderci, subito, pur di rivedere la nostra Cecilia? Ma non è questa la via. Noi dobbiamo combattere, come fecero i nostri padri e i padri dei nostri padri, e non cedere mai finché l’isola Tiberina sarà di nuovo libera. E saremo uniti, compatti, vinceremo, ve lo prometto. E andremo a riprenderci i nostri figli e i nostri cari. E torneremo a vivere la nostra vita, come piace a noi. Tutti,nessuno escluso!” La folla applaudì  e io mi ritirai. Ezio concluse l’assemblea non so come ma il popolo era dalla nostra parte. Non avremo di certo sconfitto tutti i templari ma li avremo spaventati a tal punto che non avrebbero più messo piede nel nostro villaggio!

Quella sera ero molto taciturna, mi mancavano i gridolini di gioia di Cecilia e Ezio era seduto sul tappeto dove solitamente giocavano, affianco al camino che Cecilia con le polveri di Leonardo aveva colorato. Io stavo facendo un maglioncino per Cecilia ma accecata dalle lacrime smisi di lavorare. “La nostra vita è annacquata, inutile, finita!” Urlai ricominciando a piangere. “Amore la Provvidenza vigila su di noi. Cecilia tornerà!” “Ezio non sopporto l’idea che non sia tra le nostre braccia, sarà sola e disperata.”  “Amore alla mia nascita mi dissero ‘Sei un Auditore,sei un combattente,perciò...combatti!’ lei è un Auditore, sa proteggersi,abbi fiducia in lei come lei ha fiducia in noi.” Io mi asciugai le lacrime, indossai l’armatura e con tono autoritario dissi “Io vado a salvare mia figlia, se vuoi puoi venire.” “Perché tu credi che ti lasci andare da sola” rispose il mio lui spavaldo. Quella sera partimmo, ma ci volevano 12 ore a cavallo per arrivare dove tenevano prigionieri i bambini. Gli altri assassini e il popolo ci videro e armandosi e salendo a cavallo ci seguirono. Eravamo un esercito numeroso e io e Ezio sui tetti ci guardavamo compiaciuti. Avremo vinto!

Note dell'autrice

Spero che questo capitolo vi piaccia mi sono impegnata tanto per farlo!
Huntress of Artemis perdonami se i capitoli non sono mai più lunghi di 800/900 parole ma proprio non ce la faccio :) Buona lettura a tutti! <3

  
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