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Autore: BiVa    30/05/2013    1 recensioni
"L'avevo visto ballare una sera, in una di quelle feste organizzate dal quartiere, amava mettersi in mostra, ma lo faceva con garbo, senza dare nell'occhio. Tutti guardavano il modo in cui roteava i fianchi, che per essere un giovane ragazzo non era poi così usuale. Io, io guardavo gli occhi. Riuscivo a sentire il profumo anche a distanza, tra la folla che mi spingeva per comprare l'ultimo zucchero filato. Ed io ero lì, e ci sarei rimasta tutta la sera, immobile, a guardarlo danzare, perché, forse mi sbagliavo, ma ogni volta che faceva quel giro, ero sicura, cavolo se ero sicura, per una frazione di secondo, lui mi guardava. E in quello sguardo io ci vedevo tutto: passione, sentimento, nostalgia, amore. Io ci vedevo noi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Assolutamente no”.

“Dai mamma, non puoi farmi questo.”

“No, ho detto no ed è no!”

“Uff.. e io cosa gli dico ora?”

“Hai sbagliato a dirgli che saresti andata al cinema con lui senza prima avermi avvisata!”

“Ma perchè?”

“Hai solo quattordici anni, Bea. E poi non lo conosco neanche questo tipo.”

“Ha l'età mia e viene a scuola con me, che potrà mai succedere?”

“No. Il caso è chiuso. Ne riparleremo tra qualche anno.”

Aprile. Caldo. Con due semplici parole la madre di Bea le aveva rovinato la giornata, anzi, forse la settimana intera. Non solo non sarebbe andata al cinema con Marco quel venerdì, ma avrebbe dovuto anche dirglielo in faccia, e aggiungere che la mamma non voleva mandarla perchè era troppo piccola e non si fidava di lui. Avrebbe fatto la figura della bambina che non può uscire da sola, quando lui già portava il motorino e tornava tardi la sera.
Il giorno dopo Bea si mise la camicia che le piaceva tanto perchè la scollatura la rendeva più grande, si passò del rimmell tra le ciglia e arruffò i capelli, perchè nei film l'aveva visto fare così, e anche se il risultato non era all'altezza, andrà bene, pensò.
Arrivata davanti scuola le amiche le fecero mille complimenti, e lei si sentì lusingata. A ricreazione si fece forza, si guardò bene nello specchietto che Francesca portava sempre nello zaino per qualunque evenienza e si incamminò verso la classe di Marco. Lo vide, non era esattamente bello. Era alto, magro e biondo ma aveva un naso molto grande e gli occhi piuttosto piccoli, non le piaceva particolarmente per il suo aspetto fisico, ma lui ci sapeva fare, aveva due anni più di lei, l'aveva corteggiata molto a scuola e la cercava sul cellulare tanto da farla sentire importante ogni giorno di più. Lei si era innamorata, per forza di cose. Era gelosa di tutte le sue compagne di classe, che ci scherzavano e lo adulavano.

Quando arrivò davanti la porta, lo chiamò piano, lui si affacciò. Bea le spiegò la situazione, le raccontò della madre, avrei potuto ometterlo pensò più tardi, ma le avevano imparato a dire la verità e così fece, decise di essere sincera. Marco la guardò sbigottito, la faccia era quella di un ragazzo di quasi diciassette anni che pensa perchè sto perdendo tempo con questa bambina. Quando lei smise di parlare e di scusarsi, lui, fattosi grande davanti agli amici la liquidò dicendole che non avrebbe potuto aspettarla per un altro anno, e che era meglio non vedersi più.
Lei trattenne le lacrime, mentre gli amici di lui ridevano, qualcuno gli diede una pacca sulla spalla in segno di rispetto, qualcun'altro ci scherzò su. Bea tornò in classe, era arrabbiata con se stessa, con lui e con la madre. Avrebbe spaccato tutto, avrebbe pianto volentieri per giorni interi. Erano inutili frasi come è solo uno stronzo o non ti merita, lei avrebbe voluto star con lui e nient'altro.

Quando tornò a casa la madre si sentì un po' in colpa, ma sapeva che sua figlia era ancora una bambina, sapeva che sarebbe stato solo un vago ricordo una volta cresciuta, che l'avrebbe superata e che da grande forse gliel'avrebbe rinfacciato. 

  
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