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Autore: kami_is_lost_and_delirious    15/12/2007    0 recensioni
One-Shot molto romantica liberamente ispirata a quello che vorrei accadesse a me a scuola... Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta ne era certo, lei era quella giusta. Non poteva essere altrimenti.

Quegli occhi...non riusciva a toglierseli dalla testa. Il suo sorriso...era spettacolare.

Certo, era più piccola di lui ma era tanto bella. L'aveva sentita dire alla sua amica, quella che stava sempre con lei, che non si sentiva affatto bella. Ma come può una ragazza tanto splendida avere dubbi del genere?, si era chiesto incredulo guardandola sparire dentro la sua classe.

Lui la guardava e non aveva il coraggio di fare nulla. Ovviamente lei non lo degnava mai di uno sguardo, lui non era il tipo di ragazzo che potesse piacere a lei.

Non era come quell'altro. La vedeva sempre uscire all'intervallo e lanciare occhiate a uno più grande e disperarsi perché lui non la notava.

Buffo come ogni tanto le cose vadano a tutti allo stesso modo.

Era appena suonata la campanella della pausa, e come al solito Ian era già fuori dalla porta ad aspettare che passasse quella che tutti chiamavano Shay per scherzo.

Purtroppo non sapeva nulla di lei. Nessuno dei suoi compagni la conosceva e di lei sapeva soltanto che era la prima ad entrare in classe al mattino e la prima ad uscire al suono della campanella, oltre al fatto che era la ragazza dei suoi sogni.

Si appostò vicino alla vetrata come faceva di solito, così la poteva vedere meglio. Ovviamente lei non lo sapeva e mai avrebbe dovuto saperlo.

La cercò, ma non la vide. Eppure questa mattina è entrata, pensò mentre sorseggiava il suo caffè. Era malato di caffè. Da quando si era trasferito con sua madre in Italia dall'Irlanda non ne poteva fare a meno. Quello faceva davvero schifo, ma quando lo prendeva al mattino al bar sotto casa sua...

Perso in queste considerazioni sul caffè, non si era accorto che accanto a lui c'era qualcuno.

Si girò di malavoglia, pensando che fosse la ragazza che gli chiedeva sempre dell'Irlanda, Stefania. Stava già per risponderle male in inglese quando sentì un colpetto di tosse e un -ehi, ci sei...?- che non proveniva da Stefania, ma dalla voce che lui amava sentire, cioè dalla ragazza che stava disperatamente cercando per tutto il piazzale del liceo.

Oddio, pensò, e adesso? Adesso mi devo girare...sì, così, girati cretino, parlale...”

Lei era lì, bella come sempre, con un'espressione un po' scocciata in viso e lo guardava dritto negli occhi.

Si sentì morire. Quanto era bella...le sue labbra piene... Se fosse stato più coraggioso avrebbe fatto il primo passo già da mesi, ma l'insicurezza è una brutta bestia.

-Ehm...s-s-s-ì?- disse incerto.

-Ma che hai? Sembra che hai visto un fantasma. Non mordo mica eh! Volevo solo sapere se hai da cambiarmi 1€- rispose la ragazza.

Un po' su di giri, balbettò un -ehm...s-s-s-ì, certo, aspetta, ecco reggimi un attimo il caffè...- intanto che porgeva a Shay il bicchierino bollente che lei rovesciò per terra. Si scusò un milione di volte e lui rassicurandola le disse che non importava.

Trovò le monete che le servivano e disse -ancora scusa!- con un sorriso.

Appena se ne fu andata si maledisse per non averla trattenuta, avrebbe potuto...ma tanto non serviva a nulla, ormai era fatta, aveva ufficialmente fatto la figura del cretino.

Si stava ancora disperando quando si sentì toccare una spalla da una mano piccola con le unghie laccate di nero...ancora lei, oddio, no, basta figuracce per favore, pensò. Shay reggeva in mano un caffè.

-Ehi scusa ancora sai ma...sono stata maleducata prima, non mi sono neanche presentata e ti ho buttato via il caffè e quindi...io sono Shayleen, tutti mi chiamano Shay e beh ecco, ti ho preso un altro caffè...anche se obiettivamente fa un po' schifo. Dovresti provare il mio, è molto meglio.-

Un fiume in piena. Parlava senza sosta, ma era imbarazzata anche lei, o Ian si sbagliava?

Balbettando disse -g-g-grazie, non dovevi...io sono Ian, piacere di conoscerti Shay.-

Ancora quel sorriso strappalacrime... Sembrava come che qualcosa la turbasse, il suo sorriso era sincero ma dietro c'era un'ombra di tristezza che sembrava ormai fosse lì da sempre. Ian aveva una gran voglia di prenderla tra le braccia e accarezzarle i capelli e sussurrarle parole dolci fin quando non avesse visto la tristezza lasciare i suoi occhi...“sto ancora a bocca aperta a guardarla fisso! Demente, datti una mossa”, pensò.

-Allora per quel caffè?- disse lei.

-Eh?- fece lui, confuso.

-Accetti l'invito o no?!

-Invito?! Ah si...scusa...sono un po' distratto...

-Quindi?

-Eh...mi farebbe molto piacere provare il tuo caffè

-Ma che hai capito?! Mica ti invito a casa mia la prima volta che usciamo insieme! Andiamo a prendercene uno al mio bar preferito ok? Quando?- disse lei ridendo.

Stava forse sognando o lei aveva detto sul serio la prima volta che usciamo insieme? “Dai una risposta convincente, idiota, forza, ce la puoi fare”, pensò.

-Ehm...- cominciò -oggi pomeriggio dopo scuola? O hai da fare? Perché se hai da fare va bene anche un'altra volta, non c'è problema, e...- con un gesto della mano e una forte risata lo zittì e gli disse -Perfetto. A più tardi, Ian.- mandandogli un bacio e facendogli l'occhiolino.

Oddio! Sto per uscire con la ragazza dei miei sogni. Oggi pomeriggio. Oggi pomeriggio. Oh God help me”, disse fra sé.

La campanella suonò, quei dieci minuti con lei erano sembrati solo due...la voleva terribilmente, non poteva farci niente. Ma forse anche lui piaceva a lei. In fondo, l'aveva invitato ad uscire e gli aveva mandato un bacio. Ian-su-di-giri pensò a tutto questo durante le due ore successive, arte e francese, che sembravano non finire più.

Il resto del pomeriggio passò tranquillo, insomma, senza attacchi di cuore per Ian quando vedeva Shay nel corridoio con la pizza in mano che lo salutava e gli sorrideva.

Quando l'ultima campanella suonò, il cuore di Ian balzò fino in gola. “Dove la aspetto? Cosa faccio? Oddio...”. Sebbene fosse impaziente di vederla, ritardò l'uscita per pensare a cosa fare. Quando uscì trovò Shay ad aspettarlo fuori dalla porta della 4B, la sua classe. Sul suo volto si dipinse un enorme sorriso quando la vide, e lei gli sussurrò -sei bello quando sorridi- e arrossì. Un altro sorriso. Più grande. Nonostante l'imbarazzo Ian disse -Allora, che si fa?-

-Abbiamo un piccolo problema- rispose lei -io me ne devo andare alle 17.30, ho il treno da prendere...però abbiamo due ore e mezza da passare insieme!- e sorrise.

Lui mentì -figurati, nessun problema, anche io devo essere a casa più o meno a quell'ora-, e pensò “Uffa...alle cinque e mezza?!? Vabbè dai è già tanto che si sia degnata di guardarmi! E poi ha detto che sono bello! La amo, la amo!”

Uscirono da scuola e si incamminarono lentamente verso il bar, parlando di loro, della loro famiglia, interessi, hobby, musica. Lui scoprì che lei era una emo, ma che non si tagliava le vene perché era emofobica (-ho una paura assurda del sangue!!!- come disse lei).

Si resero conto entrambi che parlare era facile, era spontaneo, era bello.

Davanti a due tazze di caffè bollente e fumante nel bar che Ian aveva scoperto essere della madre di Shay, una bella donna bionda sulla quarantina di nome Sylvia, si trovarono a parlare dei loro sogni e ben presto Ian le confidò la sua voglia di tornare in Irlanda e il motivo della separazione dei genitori (il tradimento del padre) e perciò del trasferimento in Italia, patria della madre di Ian, Loretta.

Anche Shay parlò del suo sogno di tornare a Juneau, in Alaska, dove erano nate sua madre e poi lei, trasferitesi poi in Italia per la malattia del padre che doveva essere curato proprio qui sei anni prima, che purtroppo era morto per una brutta forma di tumore ai polmoni.

Ian vide la tristezza tornare negli occhi dolci di Shay mentre parlava del padre, ne era stata molto affezionata, a differenza di Ian che suo padre l'aveva sempre odiato per il male che aveva fatto alla sua famiglia.

Improvvisamente si resero conto che erano già le cinque e Shay doveva essere alla stazione entro mezzora, quindi si avviarono alla cassa, dove Ian insistette per pagare.

Durante il tragitto fino alla stazione parlarono un sacco di argomenti leggeri, e Ian si trovò a pensare che erano fatti l'uno per l'altra, sul serio.

Dovette pensarlo anche lei perché, subito dopo aver comprato e timbrato il biglietto del treno, lo trascinò fuori, dove ormai era buio, e lo baciò con tanta passione e tanta tenerezza.

Quando si staccarono, lei disse -forse può sembrare avventato, e se è così me ne dispiaccio. Ma è già da un po' di tempo che ti osservo, Ian, e anche tu osservi me. Quando oggi ti ho parlato non credevo saremmo arrivati a questo punto, ma è evidente che siamo fatti l'uno per l'altra e...- lui la zittì con un bacio, il coraggio infuso dall'amore che provava per lei. E poi un altro e un altro ancora. Tra un bacio e l'altro le sussurrò -sono d'accordo con te. E non è avventato, perché ho sempre saputo che ti amo, Shay.-
Arrivò il treno. Si separarono di malavoglia, e dal finestrino Shay gli disse -ehi Ian, guarda nella tasca della tua giacca quando me ne vado. Ma solo quando me ne vado, ti prego. E poi...- stava partendo il treno -chiamami!- gridò.

Chiamarla? Ma se non ho il suo numero? A meno che...” guardò nella tasca e trovò un biglietto piegato che diceva


Ian, ecco il mio numero.

Ho saputo che stasera ci saranno le stelle cadenti, mi chiamerai?

Sarà come guardarle insieme. Mi raccomando.

<3

Shay”


E un numero di telefono. “La chiamerò? Ma certo che la chiamerai, cretino”, pensò.

Si avviò verso casa, con il cuore pieno d'amore e il numero di Shay in tasca.

Quella sera dopo cena prese il cellulare e si mise in balcone, mentre sua madre gli gridava di non uscire che faceva freddo. Ma a lui non importava, doveva chiamare Shay, non l'avrebbe certo fatto con la madre a un passo da lui.

Fece un bel respiro e digitò il numero. Shay rispose al primo squillo, poteva quasi sentire il suo sorriso mentre rispondeva con un “sìììì?” squillante.

-Ehm, Shay, sono io, Ian.

-Lo so benissimo chi sei, Ian.

-Ehm, bene...senti, le stai guardando le stelle?

-Certo che sì, e tu?

-Ovviamente. Mi sto prendendo una bronchite per guardare le stelle e pensare a te.

-Ma sei pazzo?! Io sono in camera mia, le vedo dal lucernario.

Una risata.

-No, io sono in balcone, e fa freddo!

-Copriti amore, che non ho intenzione di farti ammalare il primo giorno che stiamo insieme...

-Il...primo giorno...?

-Ehm, scusa, io credevo...oddio che stupida, scusami...

-No, hai ragione, sono solo un po' stupito. Ti amo così tanto che non te lo puoi immaginare...

-Se è almeno la metà di quanto ti amo io me lo posso immaginare eccome.

-Penso sia il doppio.

-Esagerato.

-Eh si...

-Ehi, lo sai, sto ascoltando una canzone bellissima...la vuoi sentire?

-Certo, perché no?

Avvicinò il telefono alle casse dello stereo e Ian sentì una melodia dolcissima che diceva


Seasons are changing,
And waves are crashing,
And stars are falling all for us.
Days grow longer and nights grow shorter,
I can show you I'll be the one

I will never let you fall. (let you fall.)
I'll stand up with you forever.
I'll be there for you through it all. (through it all.)
Even if saving you sends me to heaven.

'Cause you're my, you're my, my,
My true love, my whole heart.
Please don't throw that away.
'Cause I'm here... for you!
Please don't walk away and,
Please tell me you'll stay... here!

E poi Shay che diceva:

-Allora Ian, me lo dici o no? Hai sentito la canzone, le stelle cadono tutte per noi.

-Te lo dico...sì che te lo dico! I'll stay here forever 'cause you are my true love and my whole heart.

-Ti amo.

-Anche io.

-Devo chiudere, mia madre rompe.

-Anche la mia. Ciao cuore mio, ci vediamo domani. Aspetterò con ansia il momento in cui ti bacerò di nuovo.

-Anche io. Dolce notte e sogni d'oro, amore.

-Anche a te.

Poi Ian rientrò e quando la madre sorridendo gli chiese se per caso avesse chiamato una ragazza lui sorrise e rispose -No mum, I didn't. I've just called my heart.- e andò a letto, sognando Shay e le sue dolci labbra e pensando a quanto desiderasse che lei stesse accanto a lui per sempre.

L'ultimo suo pensiero prima di addormentarsi fu “Ti amo, cuore mio. Ti amo. Ti amo...”

Note dell'autrice
canzone citata: Your Guardian Angel, The Red Jumpsuit Apparatus
  
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