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Autore: Jooles    30/05/2013    3 recensioni
Saresti disposto a uccidere per la persona che ami?
La risposta è semplice: .
Anche se ciò non esclude che tu debba uccidere proprio la persona in questione.
[NarutoxSasuke][Accenni Team 7]
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Yamato | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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- Ruins -

 
 






 
 

Ha fame. E quella è l’unica cosa a cui la sua mente è rivolta.
Non percepisce i raggi del sole estivo che permettono alle suole di gomma dei suoi sandali di attaccarsi all’asfalto, lasciando dietro di sé ad ogni passo un residuo di materiale appiccicaticcio; se camminasse a lungo molto probabilmente si ritroverebbe senza sandali. Ma non sente nemmeno la fuliggine nell’aria e i suoi occhi non lacrimano per i fumi portati dal vento.
Naruto ha solamente fame e deve andare al più presto all’Ichiraku per ingozzarsi di ramen.
Scavalca con flemma quello che pare il residuo di un tetto, si possono ancora riconoscere le tegole nonostante siano nere per gli effetti del terribile incendio.

“Guarda, Naruto.”

Non può fermarsi a guardare, nemmeno se è lei a ordinarglielo. Un pezzo di quello che un tempo era stato qualcosa cade leggero dal cielo, ridotto a un sottile foglio di carbone ancora fumante, che si va ad adagiare sulla chioma scompigliata del ninja. Alza una mano, apatico, scrollandosi dal capo quel frammento fastidioso, pesante, che gli rallenta la camminata.
Deve andare da Teuchi ad abbuffarsi di ramen e niente potrebbe intralciarlo.

“Guardati intorno.”

Le case attorno a lui piangono i morti che vi sono rimasti intrappolati, che sono stati troppo lenti a capire il pericolo incombente, troppo lenti a scappare e mettersi in salvo.

“Zitta, dannazione, non ho tempo per queste cose. Devo mettere subito qualcosa sotto i denti.”

“Avrai i tuoi rimpianti da masticare.”

E Naruto lo sa; per questo forse gli viene ancora più fame.

 

~¤~
 

 
Cerca di liberarsi da là sotto; ha dovuto afferrare la sua katana, nonostante come lui sia sommersa dai detriti, cercando di farsi spazio per muoversi un pochino al di sotto delle macerie. L’ha trovata, vi è caduto sopra, ma riesce a trovare uno spiraglio per dirigerla contro l’altro suo braccio intrappolato e schiacciato sotto un pezzo di muro, troncandolo di netto senza troppi complimenti. Non fa caso al sangue che imbratta quel buco dove si ritrova, che sgorga copioso dalla spalla quasi voglia lasciar morire annegato il resto del suo corpo.
Il Mille Falchi fa sbalzare qualsiasi detrito che gli impedisce ancora di muoversi; Sasuke esce da quella che per una buona decina di minuti è stata la sua prigione.
«Dannazione» impreca, anche la gamba destra è andata. Ma non importa, deve trascinarla, lui si deve trascinare in giro per quello che rimane del villaggio e cercarlo.
 

 

~¤~

 

 
Alla fine lo ha trovato, l’Ichiraku; ne rimane solo l’insegna, sbalzata dal vento e salvatasi per chi sa quale miracolo, mentre le assi di legno che ne costituivano il perimetro ora fanno da concime al terreno, carbonizzate.
Lo ha trovato dunque, il chiosco di Teuchi, ma quello è ciò che ne resta.
E a quella vista Naruto non ha più fame.

“Sta arrivando.”

Si volta flemmatico, lo sguardo perso nel vuoto, le spalle ricurve come se gli pesassero. Una figura in lontananza avanza straziata, deforme. Pare infatti che non abbia un braccio e la gamba destra è piegata all’indentro in uno strano angolo. A pochi passi l’uno dall’altro calcolano i reciproci danni: Sasuke sembra il più malconcio, i segni di un’orrenda bruciatura si stanno espandendo dallo zigomo fino all’occhio, i capelli di quel lato della testa bruciati, si intravede il chiarore della cute tra lo sporco e la cenere.
A Naruto manca un dito, quello che è stato strappato con violenza dalla presa di Sasuke durante una fase del combattimento, ma sguardo perso a parte e qualche ematoma che già va a macchiare la sua pelle, non sembra in fin di vita.

“Voi avete fatto questo.”

No, non è vero, non è stato lui; Sasuke ha attaccato il villaggio, lui ha tentato di proteggerlo.
Sasuke cerca di sollevare la katana con fare minaccioso, ma tutto ciò che gli riesce è di cadere a terra, vomitando grumi di sangue.

“Avanti, fallo fuori. È così debole.”

No, non così. Naruto si avvicina a quello che rimane del suo migliore amico sotto quei vestiti logori e quelle membra spossate. Gli passa una mano dietro il collo per sorreggerlo, per fare in modo che almeno lo guardi negli occhi. A quella vista pare ridestarsi un pochino, qualcosa dentro di lui sembra cambiare e cerca di rimediare con le parole ai danni che gli ha provocato; non voleva farlo, lo aveva sempre voluto salvare.
«Non doveva finire così, Sasuke.»
Sasuke non ha la forza di arrabbiarsi, figurarsi quella di parlare. Dunque lo lascia fare, sa che in ogni caso morirà da un momento all’altro. Fissa Naruto negli occhi, in cui è evidente la confusione, la battaglia interiore che lo vede protagonista deve essere dura, logorante.
Naruto inizia a piangere perché Sasuke sta per morire e la sua parte lucida se n’è resa conto.
«Volevo salvarti, riportarti a casa, volevo tenere al sicuro il villaggio…»
Sasuke ghigna, per quello che riesce a fare.
«Tsk…», ma inizia subito a tossire. Emettere qualsiasi suono deve costargli davvero molto. Allora sussurra, almeno non deve sforzare troppo le corde vocali e può parlare senza interrompersi ad esalare avido aria.
«Non sei riuscito a proteggere nemmeno Sakura, come pretendevi di poter fare qualcosa per me.»
Naruto ode una risata roca dai meandri del suo cervello, strabuzza gli occhi, incredulo.
«Tu… tu! Bastardo! Che c’entrava Sakura? Dovevi prendertela con me!»
Lo sguardo si annerisce nuovamente, così come la sua parte razionale. Prende Sasuke per la collottola, scuotendolo violentemente per riversare la frustrazione. Non sa che il colpevole è solamente lui e d’altro canto a Sasuke non interessa rivelargli di avere le mani pulite almeno del sangue della sua ex compagna di squadra. Lo lascia dunque fare, sa che prima o poi non vedrà né sentirà più niente di ciò che lo circonda. Mentre viene sbatacchiato duramente riesce ad afferrare la katana da dietro la schiena e senza esitazione la dirige fulmineo contro il cuore del mostro.

“Proteggiti!”

Naruto esegue, perforando con il braccio il petto del suo rivale. Entrambi rimangono immobili, Sasuke è stato troppo lento e ora Naruto si domanda se non abbia frainteso le sue intenzioni e se non l’abbia ucciso senza motivo.
«No… Sasuke, no», gli passa le mani sul viso cercando di pulirlo dallo sporco e dal sangue, ma quest’ultimo esce copioso dalla bocca, così Naruto smette solo perché le sue mani ne sono così pregne che non fa che sporcarlo maggiormente.
Gli afferra il volto tenendo le mani sulle sue guance, delicatamente, per fargli capire che è lì con lui; fa toccare le loro fronti e con un sospiro spezzato dalle lacrime sgorgate per quello strazio cerca di ribellarsi alla voce dentro di lui, che lo intima di farlo fuori una volta per tutte.

“Avanti! Cosa aspetti!”

«BASTA!» urla Naruto, nonostante sappia che non serve a niente.
«Ti prego Sasuke… fallo», strizza gli occhi per non guardare; strizza gli occhi perché crede che farà meno male.
Sasuke allora afferra più saldamente la sua spada e compie quello che prima era stato interrotto, straziandogli il petto all’altezza del cuore. Poi abbandona l’arma al suo fianco, passando una mano attorno al collo di Naruto e prende la forza per sussurrargli qualcosa all’orecchio.
Naruto sorride e stremato si abbandona addosso al corpo di Sasuke; combatte con tutte le sue forze per rimanere in vita ancora qualche secondo e gustarsi quel contatto così intimo.
 

Moriamo insieme Sasuke, ti va?

Una voce nella mente di Naruto lotta per fargli cambiare idea o morirebbe anche lei.
Ma la prospettiva di una fine così dolce è troppo allettante e Naruto decide di porre un punto a quello strazio.
 


 

~¤~

 

 
Attimi prima delle “rovine” (qualche ora prima).
 

La mano di Yamato brucia, i segni incisi tra le dita e la linea della vita corrodono ogni cellula che li riguarda. Con l’altra mano si trattiene il polso, spaventato, quasi voglia strapparlo per non assistere a quell’otto che diventa un nove.
«È troppo tardi», guarda Kakashi, in cerca di un segno, di un ordine.
“Sei stato il capo della mia squadra ANBU, dannazione, dimmi cosa devo fare!”
Ma Kakashi scuote leggermente il capo, ormai rassegnato.

 
La Volpe sprigiona tutto il suo potere attraverso il corpo di Naruto; Sasuke riesce a schivare il colpo solo perché il mostro è stato distratto da una gracile presenza ai suoi piedi.
«Naruto, fermati ti prego!» Sakura piange disperata, nasconde le mani tra i capelli, quasi li strappa quando un boato assordante si riversa nel villaggio; una delle code ha raso al suolo un altro chilometro quadrato di Konoha.
Il Jinchuuriki è ormai fuori controllo, la sua mente è stata presa in ostaggio dal demone che la dimora; è la Volpe che comanda, quel corpicino minuto è solamente un fastidioso involucro del quale si deve liberare.

“Liberati di quella schifosa piattola!”

Volge lo sguardo a terra, cerca una figura umana tra le macerie. La trova, è nascosta dietro lo scheletro di una costruzione e l’afferra, come un gigante con un topolino.
Sakura si divincola, ma ha forza solo per piangere. E ad un certo punto urlare.
«NARUTO TORNA IN TE!»
Il Jinchuuriki cambia espressione; il suo corpo rimane dell’aspetto della Volpe, ma lo sguardo si colora di azzurro.
«Sa…Sa…kura.»
Sakura riprova, forse il contatto emotivo potrebbe calmarlo.
«Sì! Sì Naruto, sono io, guardami! Guarda quello che…» ma la voce della ragazza gli arriva d’un tratto lontana perché un’altra ha preso a rimbombargli nella testa.

“Non ascoltare questa bastarda! Uccidila e poi cerca Sasuke; è stato lui ad attaccare il tuo amato villaggio.”

Naruto deve dargli ascolto, il suo richiamo è troppo forte. La grossa zampa della Volpe che è diventato stringe sempre più la presa sull’esile corpo della ragazza, fin quando – zac -, un colpo secco e lei si rompe, le ossa si spezzano sotto la presa del demone. Viene gettata via come uno scarto, qualche metro più in là, gli occhi sbarrati e il collo ripiegato su se stesso, spezzato.
Con la coda dell’occhio percepisce una figura dietro di sé; Sasuke approfitta dello scompiglio per nascondersi dietro qualche detrito. Naruto lo ha visto.
Spalanca le pericolose fauci, facendone scaturire un chakra potentissimo, che squaglia qualsiasi cosa sotto tiro. Sasuke urla mentre viene bruciato sul volto; stringe i denti e cerca di contrattaccare. Naruto è pronto a ricaricare, fin quando –
«Sakura, no!», Kakashi è arrivato troppo tardi.
Alla vista del maestro che piange l’allieva, le iridi rosse iniziano a tingersi nuovamente di azzurro, ma la voce riprende ad ammonirlo.

“Sasuke! Devi cercare Sasuke!”

In quel momento però l’amore per i compagni è troppo forte per essere sopraffatto.
«Basta! Ancora tu?? Ti prego, basta, esci dalla mia test-»

“Fai quello che ti dico!”

Gli occhi riprendono a riflettere il demonio. Ma il chakra si esaurisce; l’aspetto torna normale, anche se la mente viene ancora controllata.
 

Naruto vaga per quella che poco tempo fa era una strada. La battaglia è durata talmente a lungo che anche il chakra della Volpe si è affievolito; non ha più l’aspetto mostruoso di poco prima, sembrerebbe un normale ragazzo. Ma il demone vede ancora attraverso la sua mente e si riflette attraverso i suoi occhi.
Ho fame.

“Non hai tempo per queste cose, sta arrivando Sasuke.”

Si volta; eccolo arrivare.
 

 

~¤~

 

 
Il braccio di Naruto è conficcato nel petto di Sasuke; quella era la sua punizione per aver attaccato il villaggio.
Naruto lo guarda e annuisce. Sasuke allora comprende: prende la sua katana e la spinge dentro il cuore del ragazzo. Naruto sorride; finalmente sarebbero stati insieme e lui non avrebbe più fatto del male a nessuno.
Sasuke passa un braccio attorno al suo collo, facendo pressione per avvicinarlo a sé; preme le sue labbra contro l’orecchio del Jinchuuriki per sussurrargli qualcosa.
«Sei contento? Ora… ora staremo insieme… idiota.»
Naruto è felice per il fatto che non ha più la forza di parlare per dire a Sasuke quanto abbia aspettato il momento di riunirsi a lui, così ha una scusa valida per baciare le sue labbra e passargli quel messaggio, incurante del sangue.
Si appoggia al petto del suo uccisore. Era comodo e morbido morire tra le sue braccia.






































Note
La storia ha partecipato al "Prompt's Contest" di Lady Athena.
Avevo una dannata voglia di pubblicare e questa storia giace nel mio computer da due mesi, giusto per sentire di aver concluso qualcosa dato che sono bloccata su un'altra storia che non riesco a portare avanti. :(
Prima la parte seria: il titolo “Ruins” si traduce dall’inglese come “Rovine”, che qui prende duplice significato: fa riferimento sia alle rovine, alle macerie delle case di Konoha che sono state distrutte, sia alla “rovina”, quindi alla “fine, morte” dei protagonisti.
Niente, ho dentro il vuoto. Non riesco a credere di aver sfornato questa schifezza. Nella mia testa era molto più bella, molto più sentimentale e meno splatter.
Scrivendo questa fanfiction mi è però venuta una voglia matta di creare qualcosa sul Team 7, che qui è solo accennato (ho dovuto dare la precedenza al SasuNaru, suvvia comprendetemi u.u). Perciò, ecco, siete avvertiti.
 
Alla prossima EFPiani. ^^

 

Jooles

  
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