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Autore: FoodForever    30/05/2013    2 recensioni
‘LouLou devo andare’ mi disse e quello fu un colpo al cuore.
‘Ricorda solo una cosa Haz: ti amo e continuerò ad amarti fino alla fine, cadesse il mondo, io continuerei ad amarti, ricordalo sempre’
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GAYLAND

*TRE ANNI PRIMA*
‘Lou ti rendi conto, ho ricevuto una lettera dalla base aereospaziale’ mi disse
‘Haz sono fiero di te, allora ti hanno preso per questa missione?’ da una parte speravo rimanesse a casa per poterlo riempire di coccole quando volevo, ma l’altra parte sperava potesse realizzare il sogno che coltivava fin da piccolo.
‘No, voglio aprirla insieme a te, amore’ quella risposta mi riempì di felicità perché lui aveva pensato a me anche in una situazione così importante.
‘Harry, due minuti e sono da te’ dissi prendendo il giubbotto e le chiavi della macchina.
‘Ti aspetto’ disse poco prima di chiudere la chiamata.
Entrai in macchina diretto a casa Styles e appena arrivai lo vidi sulla soglia della porta con quella busta in mano su cui c’era scritto il nostro destino.
Una volta entrati in casa, naturalmente non prima di esserci salutati con il nostro solito bacio pieno di amore, ci sedemmo e solo dopo qualche minuto ci facemmo coraggio e aprimmo quella busta.
‘Si’ disse Haz sul punto di scoppiare a piangere vista la lucidità che avevano assunto gli smeraldi  che aveva al posto degli occhi che a volte avevano delle sfumature blu.
‘Si cosa?’ gli chiesi non volendo ancora accettare la realtà.
‘Mi hanno preso, mi hanno ingaggiato per una missione sulla Luna’ mi rispose con quel suo sorriso che  brillava più di qualunque altra stella.
‘E quando si terrà questa missione’ domandai spaventato dalla risposta che avrei potuto ricevere.
‘Ehm, ecco, qui c’è scritto che dovrò partire fra una settimana esatta’ mi rispose con la voce più bassa di qualche ottava forse per la paura della reazione che avrei potuto avere ed aveva ragione, ma mi sarei sfogato solo una volta arrivato a casa, non volevo che rinunciasse al suo più grande sogno solo per un mio stupido capriccio.
‘Boo va tutto bene?’ mi chiese forse per la mia faccia e per gli occhi persi nel vuoto.
‘Certo Haz, sono felicissimo per te, finalmente realizzerai il tuo sogno, finalmente dopo 15 anni diventerai quello che da piccolo facevi solo per gioco e indosserai i vestiti che prima potevi mettere solo a carnevale’ una lacrima solitaria scese dai miei occhi al ricordo di quei giorni lontani che nella mia mente erano ancora nitidi come se fossero accaduti appena qualche giorno prima.
‘Lou non piangere tornerò presto e ti prometto che non ti lascerò mai più per più di un giorno’ quella promessa fatta in quella circostanza mi rallegrò, mi sembrò l’unico spiraglio di luce in quell’immenso nero.
‘Ti amo Haz’ ‘Anch’io Boo’

|Harry|
Dire che ero felicissimo era poco, provavo una gioia indescrivibile, qualcosa che non avevo mai provato, ma che non superava l’amore che provavo per il mio amato Boo, già Boo non dimenticherò mai il suo sorriso, quello che però ha sfoderato solo per farmi felice, perché so che lui non vuole lasciarmi andare, ma lo fa per me, perché mi ama come in amo lui e anch’io farei di tutto pur di vederlo felice.
Era già passata una settimana dal giorno in cui avevamo aperto quella busta, era arrivato il giorno in cui sarei dovuto partire; inutile dire che avevo passato gli ultimi sette giorni con Lou, non volevo lasciarlo, anche se solo per un mese, non volevo, mi sarebbe mancato, lo sapevo, mi sarebbero mancati i suoi baci, i suoi abbracci, le sue carezze, ma ormai non potevo più tornare indietro, avevo accettato.
Louis mi avrebbe accompagnato, era appena arrivato, bello come sempre.
‘Hey Haz sei pronto?’ mi chiese.
‘Non so’ risposi, ma non perché non lo sapevo davvero, perché io ero pronto, lo ero sempre stato, ma avevo paura di quello che lui stava provando.
‘Come non lo sai? Hazza, tu sei nato pronto e non ti devi far condizionare da nessuno, ne tanto meno da me’ era impressionante vedere come cercava di far realizzare il mio sogno anche se esso lo stava facendo soffrire.

|Louis|
Stava partendo, era arrivato il momento di separarci, ma anche se sapevo che era solo per un mese, mi sentivo solo, come un cane abbandonato dal suo padrone al quale si era affezionato tanto da rincorrere la sua macchina in cui era risalito il padrone, quello che aveva protetto, quello che gli lanciava la palla per giocare.
‘LouLou devo andare’ mi disse e quello fu un colpo al cuore.
‘Ricorda solo una cosa Haz: ti amo e continuerò ad amarti fino alla fine, cadesse il mondo, io continuerei ad amarti, ricordalo sempre’.

*UN MESE DOPO*
|Louis|
Era appena passato un mese pieno di sofferenza, pieno di solitudine, ma quel giorno finalmente sarebbe tornato, finalmente le mie braccia avrebbero avuto di nuovo qualcuno da abbracciare.
L’astronave era appena atterrata alla base e non sapevo se essere felice o impaurito.
Si, impaurito perché dall’astronave non scese nessuno.
Non riuscivo a capire niente, c’erano persone che correvano a destra e persone che correvano a sinistra, l’unica cosa che riuscì a vedere e a sentire era una persona che informava tutti che nell’astronave non c’era traccia di nessun tipo di forma umana, poi il buoi.
Mi risveglia su un divano in una stanza che non avevo mai visto con a fianco un uomo sulla quarantina che si era appisolato, ma appena mi sentì si svegliò.
‘Come ti senti ragazzo?’ mi chiese, aveva una voce roca, che mi ricordava tanto il mio Harry.
‘Bene, credo, però ho fatto un sogno strano quasi divertente, dipende dai punti di vista, ho sognato che l’astronave su cui viaggiava Harry atterrava, ma che di lui non ce n’era traccia’ gli risposi, convinto che quello era stato veramente un sogno.
‘Bhe ragazzo…vedi...non so come dirtelo, ma il tuo non è stato solo un sogno’ mi rispose con il tono di voce di uno che prova pietà e compassione.
‘Cosa? Non può essere…’ dissi, stupito, non riuscivo a crederci, me l’aveva promesso, aveva detto che sarebbe tornato e che non se ne sarebbe più andato e intanto qualche lacrima solitaria cadeva dai miei occhi che ormai non esprimevano più niente, erano vuoti e avevano perso il loro colore.
‘Perché non è tornato? Perché non era sull’astronave?’ chiesi ormai in preda ad una crisi di pianto.
‘Non lo sappiamo, abbiamo cercato di rintracciarlo, ma tutto ciò che ci avrebbe permesso di rintracciarlo era sull’astronave’ ormai la mia vita non aveva più senso, per un mese ero riuscito ad andare avanti solo perché volevo rivedere il mio Harry, ma in quel momento era come se l’unica cosa che mi teneva in vita fosse scomparsa.
Fu in quel momento che mi venne l’idea più geniale che mi fosse mai venuta in 21 anni di vita: e se mi facessi prendere per una missione sulla Luna per scoprire che fine ha fatto il mio angelo dai capelli ricci?

*UN ANNO DOPO*
Era ormai passato un anno da quel lontano giorno, che purtroppo io rivivevo ogni netto nei miei sogni, che non erano sogni, ma incubi.
Era da un anno che facevo su e giù dalla base per il mio addestramento e quel giorno finalmente uscendo di casa avevo visto nella cassetta della posta quella lettera che mi avrebbe aiutato  far luce sul viaggio senza ritorno di Hazza sulla Luna.
L’unica mia paura era quella di tornare a casa a mani vuote senza aver concluso niente, ma in casi come quello il pessimismo era l’ultima cosa a cui ci si dovrebbe affidare.
Ed era arrivato anche il mio momento, quello in cui sarei dovuto partire.
Ero seduto al posto di comando, dire che ero molto agitato era poco, sarei dovuto partire per la Luna da solo come potevo rimanere calmo? Ma era in questi momenti che mi ritornava utile la foto di Harry che tenevo sempre con me, anche una sua semplice foto riusciva a calmarmi.
Ci misi due giorni solo per arrivare a destinazione, cosa che non mi dispiacque per niente, dal giorno in cui era tornata l’astronave vuota, non avevo mai avuto un attimo di pace, non riposavo abbastanza e non mi nutrivo come dovevo.
Non riuscivo a capire cosa potesse essere successo a Harry, insomma cosa potrebbe impedirti di salire sulla tua astronave, non esistono mica gli alieni.
Fu proprio su questo che dovetti ricredermi una volta messo piede sulla superficie lunare, infatti dopo aver fatto un breve giro attorno alla Luna, che si era dimostrata più piccola di quanto mi fossi immaginato, mi ritrovai davanti un essere che si muoveva.
Era basso, sembrava un polipo, aveva quattro zampe, una testa tonda con solo due orecchie, due grandi occhi a palla e una bocca.
Per istinto mi paralizzai, non respiravo nemmeno, avevo paura.
‘shbxj!jdnks’ disse, almeno credo, non riuscivo a comprenderlo, diceva cose che in vita mia non avevo mai sentito.
Subito dopo disse qualcosa e poi si allontanò da me avvicinandosi ad uno dei tanti crateri che si trovano sulla Luna e prima di infilarsi dentro mi guardò.
Non so ancora spiegarmi il motivo, forse per la curiosità, mi avvicinai al cratere e notai con mio grande stupore che c’era una scala per scendere.
Con grande timore e paura scesi tutta la scala e quello che mi si presentò davanti era qualcosa di inimmaginabile, qualcosa di impensabile, qualcosa che la mente umana non avrebbe mai creduto potesse esistere veramente.
Era una specie di città con tanto di cartello che diceva, fortunatamente nella mia lingua: Welcome to Gayland.
Era una città come quelle dei film di fantascienza, quelle città con machine volanti, quelle città con abitanti a cui, probabilmente, se gli mostri la tua città si mettono a ridere e ti prendono in giro solo perché abiti ancora in una città arretrata anche se magari è la più avanzata di tutta la Terra.
Ero talmente preso dall’osservare quella meraviglia da non accorgermi che lo stesso alieno che avevo visto in superficie pochi minuti prima, cercava di attirare la mia attenzione picchiettando la sua zampa contro la mia gamba e intanto con un’altra zampa mi stava porgendo un a specie di auricolare; quando lo presi, mi indicò l’orecchio, facendomi capire che dovevo metterlo lì e una volta messo, come per magia riuscii a comprendere quello che lui mi diceva.
‘Ora che riesci a comprendermi’ mi disse ‘vieni con me, ti farò fare un giro in questa città’ concluse guardandomi, aspettando una mia risposta, ma io mi limitai ad annuire, ero ancora troppo scosso, sembrava tutto un sogno, ma sapevo molto bene che quella era la realtà.
‘Questa città si chiama Gayland perché qui siamo tutti maschi e samo tutti gay’ disse e la prima cosa che pensai fu: wow una città in cui potrei venire a vivere in modo che nessuno mi  prenda più in giro per la mia omosessualità.
‘Quello è il bar, quello è il ristorante, quelle sono le case di tutti noi, mentre quello è il castello in cui vive il nostro re, prima che arrivasse lui eravamo riusciti a cavarcela da soli, ma nonostante tutto è molto dolce e gentile’ mi disse, però non riuscivo a capire cosa volesse dire con ma preferii rimanere in silenzio.
‘Sai forse dovrei portarti dal nostro sovrano per fargli sapere che è atterrato uno straniero sul nostro pianeta’ disse più a se stesso che a me ‘anzi oggi è il giorno in cui esce dal castello per fare un giro in città e mangiare qualcosa nel ristorante in cui stiamo per entrare, magari se siamo fortunati lo incontreremo’ mi disse mentre varcavamo la soglia di quel ristorante di cui stava parlando e alzando la testa, gli incontrai, incontrai quei meravigliosi smeraldi che solo il mio Hazza possedeva, finalmente dopo esattamente un anno, un mese e due giorni le mie braccia stavano stringendo nuovamente il corpo dell’unico ragazzo che, ogni volta che vedo ancora oggi mi fa venire i brividi come la prima volta.
‘Haz’ riuscì solo a dire stringendo ancora di più a me quel corpo che ora mi superava in altezza.
‘Boo…ti ho aspettato così tanto, ti amo’ ‘te l’avevo detto che cadesse il mondo, noi saremmo comunque stati insieme, ti amo anch’io’ e il tutto naturalmente lo concludemmo con un bacio alla Larry maniera a cui si aggiungevano anche i mesi in cui tutto questo potevamo farlo solo nei sogni mentre adesso era come un sogno che si avverava, un sogno condiviso da tutti e due, il miglio sogno delle nostre vite.









Bene gente finalmente ho finito....  
Lo so lo so è uscita una merda me ne rendo conto, per favore recensite vorrei leggere il vostro parere e scusatemi per gli errori grammaticali...
Alla prossima c:
  
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